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Le origini del crollo della Quarta Internazionale e il tentativo dei trotskisti britannici di evitarlo

In questo articolo del 2004, Fred Weston ricostruisce il dibattito nella Quarta Internazionale subito dopo la seconda guerra mondiale, gli anni cruciali che segnarono il destino del movimento trotskista per tutta un’epoca storica. Lo fa basandosi sui documenti originari dell’epoca e, per chiarire ulteriormente i termini del dibattito, nei prossimi giorni pubblicheremo, tradotti in italiano, due testi del 1946 del Revolutionary Communist Party (a quel tempo sezione inglese della Quarta Internazionale): il primo è un emendamento presentato alla conferenza internazionale del 1946 sul ruolo dell’Unione Sovietica stalinista e il secondo uno scritto di Ted Grant (citato più volte da Fred Weston nel suo articolo) sulle prospettive economiche per il dopoguerra.

                                                                                                                                                                                                         La redazione

di Fred Weston

 

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la direzione della Quarta Internazionale si trovò completamente disorientata, incapace di comprendere cosa stesse succedendo, il che segnò l’inizio della sua fine.

Prima di entrare in una breve analisi sulle ragioni del crollo finale della Quarta Internazionale, vale la pena leggere alcune delle citazioni più significative di un documento prodotto dalla direzione internazionale di allora. Va tenuto presente che tutto quello che segue fu scritto nel 1946, proprio mentre il capitalismo stava entrando nel più grande boom economico della sua storia e l’Unione Sovietica era uscita enormemente rafforzata dalla seconda guerra mondiale. Sono citazioni che si commentano da sole.

“Nonostante alcune debolezze esistenti del movimento operaio rivoluzionario, non vi è alcun motivo di ritenere che siamo di fronte ad una nuova epoca di stabilizzazione e sviluppo capitalista.”

“La ripresa dell’attività economica nei paesi capitalisti indeboliti dalla guerra, e in particolare nei paesi dell’Europa continentale, sarà caratterizzato da un ritmo particolarmente lento, che manterrà il livello della loro economia al limite della stagnazione e della recessione.”

“In queste condizioni uno sviluppo prolungato, relativamente completo e stabile delle forze democratiche sembra più problematico che mai. Le poche concessioni di stampo democratico che la borghesia ha concesso dalla fine della guerra sono il risultato, da un lato della pressione delle masse,  dall’altro della politica conciliatrice di capitolazione dei partiti riformisti e stalinisti.”

Ciò che ora abbiamo di fronte è una crisi mondiale radicalmente diversa da quanto visto in passato e una serie di sollevazioni rivoluzionarie su scala mondiale, che si sviluppano sì a ritmi differenti in diverse parti del mondo, ma influenzandosi incessantemente l’un l’altra, determinando così una lunga prospettiva rivoluzionaria.(enfasi nell’originale)

“Gli eventi in corso in ogni paese dimostrano che le possibilità oggettive per la creazione dei partiti della Quarta Internazionale non sono mai state così favorevoli e sono in crescita costante.”

“Il presupposto essenziale per impegnarsi con entusiasmo e fiducia nel compito di costruire i partiti della Quarta Internazionale, è innanzitutto avere la ferma convinzione che ora esistono grandi possibilità in questo campo.”

“Dietro l’apparenza di un potere mai raggiunto prima, si nasconde la realtà che l’URSS e  la burocrazia sovietica sono entrate in una fase critica della loro esistenza”.

(da La nuova pace imperialista e la costruzione dei partiti della Quarta Internazionale, risoluzione adottata dalla conferenza preparatoria internazionale dell’aprile 1946)1

Si possono confrontare queste citazioni con quello che allora dichiarava la direzione dell’RCP britannico (Revolutionary Communist Party – Partito comunista rivoluzionario), il cui teorico principale era Ted Grant. Sebbene nemmeno loro potessero prevedere il lungo boom del dopoguerra, riuscirono a capire che il periodo che avevano immediatamente davanti sarebbe stato di ripresa economica e stabilizzazione del sistema.

In contrasto con i riformisti e gli stalinisti, che cercano di ingannare le masse con la prospettiva di un nuovo rinascimento del capitalismo e di un grande futuro per la democrazia, la risoluzione della conferenza preparatoria internazionale è corretta al cento per cento quando enfatizza il declino e il crollo dell’economia capitalista mondiale nell’epoca attuale. Tuttavia in una risoluzione che cerca di orientare i nostri quadri sulle prospettive economiche immediate – da cui dipenderà in gran parte il prossimo stadio della lotta di classe, e dunque la nostra propaganda e la nostra tattica immediate – la prospettiva è chiaramente errata.” (enfasi nell’originale)

La crisi odierna e il basso livello della produzione non sono una crisi economica come classicamente intesa dai marxisti. C’è una crisi “di sottoproduzione” che sorge  dalla concentrazione imperialista delle forze produttive per la guerra e dalle stesse distruzioni belliche. […]
“La teoria del crollo spontaneo del capitalismo è del tutto estranea ai concetti del bolscevismo. Lenin e Trotskij hanno sottolineato più volte che il capitalismo troverà sempre una via d’uscita se non viene distrutto dall’intervento cosciente del partito rivoluzionario che, alla testa delle masse, approfitti delle difficoltà e delle crisi del capitalismo per rovesciarlo. L’esperienza della Seconda guerra mondiale mette in luce la profonda correttezza di queste idee di Lenin e Trotskij.
[…]

Nel frattempo, data la debolezza dei partiti della Quarta Internazionale, che in questa fase rimangono piccole sette, i capitalisti hanno potuto trovare una via d’uscita dal crollo e dal declino dell’economia. Questo ha spianato il terreno  in Europa occidentale per una ripresa sostenuta e piuttosto rapida.” (enfasi nell’originale)

“La Quarta Internazionale potrà soltanto screditarsi  se si rifiuta di riconoscere l’inevitabile ripresa, e disorienterà i suoi stessi quadri oltre che le larghe masse, predicendo una recessione permanente e un ritmo di recupero lento in Europa occidentale, quando invece gli eventi stanno prendendo una forma diversa.

(da Prospettive economiche: proposta di emendamento alla risoluzione della conferenza internazionale “La nuova pace imperialista e la costruzione dei partiti della Quarta Internazionale”, dicembre 1946)2

Da queste citazioni è facile comprendere come i leader della Quarta Internazionale nel 1946 non avessero assimilato il “metodo” di Marx, Engels, Lenin e Trotskij. Per loro il marxismo non era un metodo scientifico, ma un dogma da applicare rigidamente. Tutto quello che dovevano fare era ripetere la prospettiva del 1938. Così facendo ignoravano il fatto che una prospettiva non può essere un progetto completo e definito, ma può solo tracciare il processo generale, e a volte deve essere radicalmente modificata in base allo svolgersi degli eventi. Tutto ciò  era un libro chiuso per questi “dirigenti”.

Trascurarono i reali processi in atto e cercarono semplicemente di imporre alla realtà le loro aspirazioni soggettive. Presumibilmente dovevano pensare che ammettere qualsiasi possibilità di recupero del capitalismo avrebbe provocato la demoralizzazione delle loro forze, il che fu esattamente quello che ottennero alla fine. I loro errori avrebbero condotto alla distruzione la Quarta Internazionale, che Trotskij si era così faticosamente sforzato di costruire.

Trotskij si aspettava un’ondata rivoluzionaria alla fine della seconda guerra mondiale, simile a quella che seguì la Prima Guerra Mondiale, e si aspettava inoltre che la Quarta Internazionale diventasse la forza dominante all’interno del movimento operaio. L’ondata rivoluzionaria effettivamente ci fu – in questo la prospettiva era corretta. La guerra civile in Grecia, il movimento della Resistenza e gli scioperi in Italia e in Francia verso la fine della guerra e, subito dopo di essa, la rivoluzione cinese nel 1949, la lotta per l’indipendenza in tutto il mondo coloniale, la vittoria travolgente del  partito laburista in Gran Bretagna alle elezioni del 1945, ecc. Tutto questo dimostra che la prognosi di Trotsky era corretta.

Il problema fu che le forze della Quarta Internazionale erano troppo deboli per poter giocare un ruolo di primo piano in questo processo. Se il partito rivoluzionario è troppo piccolo, se non è nel posto giusto al momento giusto, il momento rivoluzionario può passare e l’opportunità è persa. Il risultato fu una grande sconfitta storica di molti dei movimenti rivoluzionari sviluppatisi alla fine della guerra. Anche dove ci furono vittorie, come in Cina, queste presero la forma dello stalinismo, cioè di Stati operai deformati, modellati sul regime sovietico. Non erano rivoluzioni guidate dalla classe lavoratrice e anzi contribuirono a rafforzare lo stalinismo. Il regime stalinista in Russia, lungi dall’affrontare una crisi immediata come prevedevano i leader della Quarta, divenne più potente e influente di quanto non fosse mai stato. Lo stalinismo uscì rafforzato anche in Occidente, poiché agli occhi di molti lavoratori la Russia sembrava “diffondere la rivoluzione”.

È in questo periodo che ha origine la rottura e la frammentazione del movimento trotskista. La direzione della Quarta Internazionale di quel periodo era totalmente incapace di capire cosa stesse succedendo. Dagli scritti di dirigenti come James Cannon (il leader del SWP americano, il Socialist Workers Party) alla fine degli anni ‘40 e nei primi anni ’50, emerge una prospettiva completamente errata. La prospettiva di Cannon era di una crisi immediata del capitalismo e di sviluppi rivoluzionari a breve termine. A un certo punto arrivò perfino a negare che la Seconda guerra mondiale fosse effettivamente finita!

Nel 1946 la Quarta Internazionale tenne la sua “conferenza preparatoria internazionale”. Ernest Mandel e altri contribuirono a stenderne il manifesto, che si scontrava totalmente con la realtà dei fatti. La direzione della Quarta Internazionale aveva sviluppato una teoria che escludeva qualsiasi forma di boom economico e che si dimostrò totalmente falsa. La classe lavoratrice fu sconfitta a causa delle teorie dei leader stalinisti e riformisti e la Quarta Internazionale era troppo debole per impedirlo.

La sconfitta della classe lavoratrice dopo la guerra era la precondizione politica principale per una ripresa dell’economia. Gli Stati Uniti, emersi enormemente rafforzati dalla guerra, erano la principale superpotenza capitalista, che era riuscita ad accumulare enormi profitti dalla produzione bellica. Per paura di una rivoluzione in Europa, gli USA iniettarono enormi quantità di denaro in paesi come Francia, Italia e Germania per rivitalizzare le loro economie: il famoso piano Marshall. La distruzione portata dalla guerra rese necessario un vasto programma di ricostruzione. Tutto ciò gettò le basi per il più grande boom economico nella storia del capitalismo.

La direzione della Quarta Internazionale non riuscì a fare i conti con questi nuovi sviluppi, non capendo che era necessaria una rivalutazione della situazione. Il fatto è che pensavano di poter tenere unite le loro forze promettendo una rivoluzione “dietro l’angolo”. Una politica di questo tipo poteva solo portare alla rottura dell’Internazionale e fu proprio quello che accadde.

Lenin diceva che chi non corregge i suoi errori, inciamperà da un errore all’altro. Il risultato finale è il settarismo. Non avendo compreso i loro errori degli anni ’40, i cosiddetti “dirigenti” della Quarta Internazionale proseguirono lungo la strada della degenerazione arrivando a sostenere tutte le teorie più strane. Dalla teoria della rivoluzione immediata passarono a quella dell’“imborghesimento” della classe operaia in Europa: una svolta completa di 180 gradi! Ad esempio, nell’aprile 1968, Ernest Mandel dichiarò in una riunione a Londra che non ci sarebbe stato un movimento della classe operaia europea per almeno vent’anni. Questo accadde alla vigilia dell’imponente movimento dei lavoratori francesi del Maggio 1968! Come non erano riusciti a vedere la realtà nel 1946, così non vi riuscirono nemmeno nel 1968.

La direzione della sezione britannica della Quarta Internazionale, l’RCP, comprese il processo in corso e sviluppò prospettive diverse. Il principale teorico dell’RCP era Ted Grant, che è attivo ancora oggi ed è un membro della redazione del Socialist Appeal.3 Accedendo al nostro sito web si può trovare un libro intitolato “The Unbroken Thread”, una selezione degli scritti di Ted del periodo 1938-83.4 Si può anche trovare una selezione molto più ampia dei suoi scritti su Tedgrant.org, in cui c’è un articolo, Econonomic Perspectives (1946), che contiene un’analisi della nascente ripresa economica, una valutazione molto più lucida degli sviluppi in corso in quel periodo.5 Questo documento rifletteva la stessa analisi che era stata sviluppata in un emendamento presentato dall’RCP al documento di prospettive della Quarta Internazionale del 1946.

Abbiamo già detto che anche sulla Russia i dirigenti della Quarta Internazionale sbagliarono, come dimostrano le citazioni che abbiamo precedentemente riportato. Invece di essere in crisi, la Russia stalinista stava consolidando e ampliando la sua base di potere. Altri errori furono compiuti riguardo la Cina: la direzione della Quarta Internazionale sosteneva che Mao avrebbe tradito la rivoluzione e raggiunto un compromesso con Chiang Kai-shek. Gli scritti di Ted Grant sulla Cina rivelano una comprensione molto più precisa degli eventi.6

La direzione della Quarta Internazionale continuò la sequela di errori anche riguardo i processi in Europa orientale. Iniziarono non accettando che i regimi nei paesi dell’Europa orientale fossero modellati sulla Russia sovietica. Poi si spostarono dalla parte opposta (senza spiegarne il perché) arrivando a dichiarare che alcuni di questi paesi (Cina, Jugoslavia, ecc.) erano “Stati operai sani”, abbandonando poi tale definizione non appena divenne insostenibile.

Quanto indicato fin qui è sufficiente per dimostrare che Mandel, Cannon e compagnia, dopo la guerra, persero l’orientamento e procedettero a zigzag, sempre più lontani da un’autentica analisi marxista. Questo successivamente portò a una scissione dopo l’altra, fino alla distruzione totale dell’organizzazione. I trotskisti britannici cercarono di salvare il salvabile da questo naufragio, ma si ritrovarono con forze molto esigue. Ci sarebbero voluti decenni prima di poter parlare di un vero risveglio del movimento. Ma questa è un’altra storia, di cui ci occuperemo altrove. 7

I due documenti, La nuova pace imperialista e la costruzione dei partiti della Quarta Internazionale  e Prospettive economiche: proposta di emendamento alla risoluzione della conferenza internazionale8 dovrebbero essere letti assieme per via del gran numero di lezioni utili che contengono per i lavoratori e i giovani di oggi in cerca di una via d’uscita rivoluzionaria dall’attuale impasse della società capitalista. È sufficiente mettere a confronto e giudicare i due differenti metodi.

Quando le aspirazioni rivoluzionarie delle masse – se le condizioni per la rivoluzione sono mature – vengono tradite e la classe operaia viene sconfitta, abbiamo vito nel corso della storia processi simili. Solitamente rimane attivo solo un pezzo del settore avanzato dei lavoratori e questi piuttosto spesso tendono ad essere gli elementi più fedeli alle burocrazie di partito e dei sindacati. Traggono conclusioni errate dalle sconfitte finendo per agire da ulteriore freno per i lavoratori e la gioventù nel loro insieme. In una situazione del genere diventa più difficile difendere le idee rivoluzionarie e i marxisti si trovano più isolati.

È proprio in una situazione del genere che possono svilupparsi tendenze settarie di estrema sinistra, oltre a quelle riformiste. Gli anarchici emersero come forza all’interno della Prima Internazionale dopo la sconfitta della Comune di Parigi. L’estremismo dei dirigenti della Quarta Internazionale può essere spiegato allo stesso modo – con la sconfitta del movimento rivoluzionario che seguì la seconda guerra mondiale.

Se non comprendiamo come si muove la classe, allora in situazioni di questo tipo è possibile che un settore di lavoratori più avanzati tragga delle conclusioni errate. I momenti di riflusso del movimento portano al rafforzamento delle burocrazie dei sindacati e dei partiti operai di massa. Nel continuare la lotta contro queste burocrazie, alcuni dei lavoratori più avanzati non trovano un riscontro nella base. Da ciò traggono l’idea che non si possa continuare l’attività in queste organizzazioni troppo burocratizzate e finiscono per abbandonarle e fondarne di nuove, con lo scopo di fornire una alternativa alla classe lavoratrice, solo per scoprire che sfortunatamente le cose fuori dalle organizzazioni ufficiali non sono così facili. Non ci sono scorciatoie o formule magiche per risolvere questo problema. Quando c’è un riflusso nel movimento dovuto alle precedenti sconfitte, non si può pensare di risolverlo lanciando un partito rivoluzionario “indipendente” o ignorando la realtà e annunciando una rivoluzione dietro l’angolo. Il movimento della classe lavoratrice ha i suoi tempi, i suoi ritmi, che non possono essere accelerati prematuramente o forzatamente.

Bisogna trarre insegnamenti da questa esperienza storica e sviluppare una prospettiva per il futuro. Mentre il collasso della Quarta Internazionale fu in parte il frutto della situazione oggettiva, non dobbiamo dimenticare che i dirigenti dell’RCP britannico non subirono lo stesso processo. Perché? La risposta è nella loro comprensione dell’essenza del marxismo, del metodo di Marx, Engels, Lenin e Trotskij. Per loro il marxismo non era una sfera di cristallo, ma un metodo scientifico ed una guida all’azione.

I lavoratori e i giovani di oggi sono già costretti dalla crisi del capitalismo mondiale ad andare nuovamente all’offensiva. Abbiamo davanti a noi un’opportunità storica per continuare – e finalmente per completare – gli obiettivi che i grandi marxisti del passato si erano posti.

 

Note

  1. Il testo integrale è reperibile in inglese: https://www.marxist.com/fourth-international-perspective1946.htm
  2. http://www.tedgrant.org/archive/grant/1946/04/economy.htm Questo testo è reperibile in italiano in Ted Grant, Il lungo filo rosso, AC Editoriale 2007, Prospettive economiche, aprile 1946 pp. 319 ss. e verrà a breve pubblicato su questo sito.
  3. Ted Grant è morto nel 2006, due anni dopo la stesura di questo articolo.
  4. https://www.marxist.com/book-the-unbroken-thread.htm Buona parte del materiale contenuto in questo libro è reperibile in italiano in Ted Grant, Il lungo filo rosso, AC Editoriale 2007.
  5. Vedi nota 2
  6. Si veda  https://rivoluzione.red/la-rivoluzione-cinese-gennaio-1949/
  7. Si veda https://rivoluzione.red/il-militant-come-fu-costruito-e-come-fu-distrutto/
  8. Vedi note 1 e 2
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