Tunisia – L’oasi di Jemnah in lotta
14 Novembre 2016
Usa – Comincia la resistenza dei giovani contro Trump
14 Novembre 2016
Tunisia – L’oasi di Jemnah in lotta
14 Novembre 2016
Usa – Comincia la resistenza dei giovani contro Trump
14 Novembre 2016
Mostra tutto

La rivoluzione cinese. Gennaio 1949

di Ted Grant

Con l’avanzata spettacolare dell’Armata rossa cinese, i diplomatici ad Dipartimento di stato americano e del Foreign Office britannico stanno seriamente discutendo della possibilità del crollo completo del regime di Chiang Kai-shek. Tutta la stampa capitalista commenta cupamente la prospettiva che il nord e il centro della Cina fino al fiume Yangtse cadano sotto il dominio stalinista.Nel giro di tre anni dal crollo dell’imperialismo giapponese, l’Armata rossa ha conquistato la Manciuria e quasi tutto il nord della Cina. La capitale cinese, Nanchino, insieme alla più ricca città della Cina, Shanghai, con i suoi cinque milioni di abitanti, stanno rapidamente arrivando a portata dell’Armata rossa. Il territorio che gli stalinisti già dominano ha una popolazione di oltre 170 milioni di abitanti. I capitalisti britannici, che hanno investimenti in Cina per circa 450 milioni di sterline, sono sgomenti di fronte alla prospettiva di perdete questo lucroso settore d’investimento. L’imperialismo americano, nella cui sfera d’influenza la Cina è caduta dato l’Indebolimento delle altre potenze imperialiste durante la guerra, ha dato al governo del Kuomintang aiuti fino a tre miliardi di dollari nell’inutile tentativo di conservare la Cina allo sfruttamento imperialista.Ma gli imperialisti americani ora si rendono conto del fatto che ogni ulteriore aiuto non fa che aggiungere perdite alle perdite. Nonostante nelle prime fasi della guerra civile seguita alla guerra mondiale fosse avvantaggiato sia dal punto di vista tecnico che militare, il Kuomintang ha subito una sconfitta dopo l’altra. Il regime del Kuomintang, sotto il controllo dittatoriale di Chiang Kai-shek, rappresenta i proprietari terrieri feudali e i capitalisti. È controllato da una cricca militare profondamente corrotta che opprime  gli operai e i contadini e ingrassa alle spalle dei suoi stessi padroni. Chiang Kai-shek giunse al potere dopo la sconfìtta della rivoluzione cinese del 1925-27, durante la quale giocò il ruolo di principale macellaio della classe operaia. Riuscì a farlo grazie alla politica di Stalin e Bukharin e dei dirigenti del partito comunista cinese. All’epoca la loro politica era quella di formare un blocco con i latifondisti cinesi, i capitalisti e i signori della guerra feudali, nel preteso interesse della lotta contro l’imperialismo. Per questo motivo sabotarono i tentativi dei lavoratori di prendere il controllo delle fabbriche e dei contadini di occupare le terre. Un ministro del lavoro “comunista” sabotò gli scioperi e punì gli scioperanti. Un ministro dell’agricoltura “comunista” fece sparare sui contadini quando tentarono di occupare le terre. Il Kuomintang  capitalista fu accolto nell’Internazionale come sezione simpatizzante. Nel libro di Trotskij La Terza Internazionale dopo Lenin, il ruolo degli stalinisti è dipinto in una nota:

Il Kuomintang venne ammesso nel Comintern come partito simpatizzante al principio del 1926, con l’approvazione del Politburo del Pcus con il solo voto contrario di Trotskij. Hu Han- min, dirigente di destra del Kuomintang, partecipò al sesto plenum del Comitato esecutivo dell’Internazionale comunista (Ceic) nel febbraio del 1926 come delegato fraterno del Kuomintang. Shao Ki-tze, un accolito di Chiang Kai-shek, fu delegato fraterno al settimo plenum del Ceic, nel novembre del 1926 (Verbali, edizione tedesca, pag. 403 e segg., edizione inglese del 1936).

Il 21 e 22 marzo del 1927 gli operai di Shanghai presero il controllo della città. Chiang si preparò immediatamente a massacrarli, cospirando con gli imperialisti per schiacciare i lavoratori. Anziché prepararsi per la lotta, gli stalinisti diedero pieno appoggio a Chiang. Il 23 Marzo 1927, l’International Press Corrispondence, l’organo ufficiale del Comintern, edizione francese, alla pagina 443 scriveva: “Lungi dal dividersi, come dicono gli imperialisti, il Kuomintang ha cementato le sue fila“. Il 30 marzo scrissero:

Una scissione nel Kuomintang e delle ostilità fra il proletariato di Shanghai e i soldati rivoluzionari sono per il momento assolutamente esclusi… Lo stesso Chiang Kai-shek… ha dichiarato che si sottometterà alle decisioni del partito… Un rivoluzionario come Chiang Kai-shek non si unirà, come vorrebbero far credere gli imperialisti, a Chang Tao-lin (il militarista del nord) per combattere contro il movimento di emancipazione…

Chiang procedette a organizzare un colpo di Stato, massacrò il fiore dei lavoratori, mise al bando i sindacati, le organizzazioni contadine e il partito comunista e privò le masse di ogni diritto. Le masse erano state completamente sconfitte e quello che era rimasto del gruppo dirigente del partito comunista cinese fuggì nelle campagne, da dove cercò di organizzare una guerra contadina.

Esercito contadino

La lotta di guerriglia fece emergere dirigenti dal notevole genio militare. Mao Tse Tung, Chu Teh1 e altri riuscirono a sottrarsi alla potente forza militare che il Kuomintang aveva schierato contro di loro. Nonostante la linea politica scorretta che successivamente causò disastri, in una delle più incredibili imprese militari della storia mondiale, Mao fu spinto dalla Cina del sud e centrale in una ritirata di seimila miglia fino alle aride montagne intorno a Yenan, dove fu fondata una repubblica “sovietica”. Li, nonostante tutti gli sforzi del regime di Chiang Kai-shek per cacciarli, riuscirono a resisitere a un attacco dopo l’altro. II segreto del loro successo risiedeva nel fatto che in questa piccola area (che comprende secondo alcune stime una popolazione di 10 milioni) la terra era stata divisa tra i contadini. Nel periodo fra le guerre il regime di Chiang Kai-shek ammassò un fardello sempre più pesante sui lavoratori e sui contadini. In alcune regioni, funzionari locali corrotti raccoglievano tasse dai contadini con 80 anni di anticipo. Il militarismo causava uno sperpero illimitato di ricchezza e il debole regime del Kuomintang fu incapace di organizzare una lotta rivoluzionaria contro le incursioni del Giappone imperialista. Il regme di Chiang Kai-shek si ridusse a un sistema basato sul terrore poliziesco e sulla corruzione. In capo a un ventennio degenerò da cima a fondo, fino a perdere gran parte del suo sostegno, perfino fra la classe media. Dopo il crollo del Giappone, con un certo aiuto da parte dell’Armata rossa2 che in Manciuria aiutò gli stalinisti a impadronirsi degli armamenti giapponesi, gran parte del nord e della Manciuria caddero sotto il controllo degli stalinisti. L’Armata rossa cinese aveva condotto la guerriglia contro il militarismo giapponese per tutta la durata della guerra, e con la disfatta giapponese si trovava in una posizione strategica per prendere ll controllo di alcune aree. Anche durante la guerra la principale preoccupazione di Chiang era il pericolo sociale interno, cioè fare fronte agli stalinisti e ai lavoratori, e se non fosse stato evidente che il Giappone sarebbe stato sconfitto nella fase successiva, con ogni probabilità ci sarebbe stata una resa e un compromesso con l’imperialismo giapponese.

Un regime moribondo

L’imperialismo americano sostenne Chiang Kai-shek riversando armamenti e altri rifornimenti e perfino con l’intervento militare diretto, trasportando le truppe del Kuomintang per mezzo della flotta e delle forze aeree americane in Manciuria e nel nord della Cina. Chiang ebbe alcuni successi iniziali, ma fu tutto inutile. Stava guidando un regime moribondo, addirittura più arcaico del regime zarista in Russia. Il regime era così marcio che gran parte dei rifornimenti veniva venduta dai funzionari all’esercito stalinista in cambio di oro, e alcuni ministri e altri funzionari del governo di Chiang Kai-shek si intascarono gran parte dei dollari versati dagli Usa per la guerra. Solo una minima parte dei rifornimenti e degli armamenti giungeva realmente alle truppe nazionaliste sul fronte. I comandanti ordivano continuamente intrighi l’uno contro l’altro, come accade in tutti i regimi condannati. Chiang, per esempio, negò rifornimenti al generale Fu Tso Yi, l’unico che aveva dimostrato una qualche reale capacità sul fronte nazionalista, per paura che volesse sostituirlo. I generali furono surclassati dalla strategia e dalla tattica del comando dell’Armata rossa.

Le questioni sociali implicate

Tuttavia la principale ragione della vittoria degli stalinisti cinesi è stata facilmente indicata da Mao Tse Tung: le questioni sociali implicate. Come nella rivoluzione russa lo slogan “la terra ai contadini” ha suonato la campana a morto per i latifondisti feudali e il loro regime corrotto. In larga misura gli stalinisti cinesi hanno compiuto la rivoluzione agraria. Questa è la differenza significativa fra la lotta nel 1927 e oggi. È questo che ha liquefatto le armate che Chiang Kai-shek aveva provato ad usare per schiacciare la rivolta agraria. L’esercito di Chiang è formato da contadini, per la precisione i contadini più poveri, che non hanno abbastanza soldi per corrompere i funzionari per evitare la leva. Persino il News Chronicle (11 dicembre 1948) ammette:

C’è scontento nella base dell’esercito nazionalista. I coscritti di Chiang Kai-shek ricevono circa cinque pence al mese. In alcuni villaggi le reclute sono legate insieme per condurle alle caserme, e quando viaggiano in treno le porte delle carrozze e dei vagoni sono chiuse a chiave per impedire che scappino.

Naturalmente disertano anche a divisioni intere, portandosi dietro le armi, non appena si trovano di fronte al programma agrario degli stalinisti.

Il programma agrario degli stalinisti

Al Congresso nazionale contadino del Partito comunista cinese, tenutosi il 3 settembre 1947, è stato proposto di portare avanti una riforma agraria che comprendesse i seguenti provvedimenti:

Articolo 1. Il sistema agrario di sfruttamento feudale e semifeudale è abolito. Deve essere instaurato il sistema agrario della “terra a chi la coltiva”.

Articolo 2. Sono aboliti i diritti di proprietà terriera dei latifondisti.

Articolo 3. Sono aboliti i diritti di proprietà fondiaria di tutti i santuari, templi, monasteri, scuole, istituzioni e organizzazioni.

Articolo 4. Sono cancellati tutti i debiti contratti nelle campagne prima della riforma agraria!

L’articolo  10, direttamente  rivolto  ai soldati  e  agli  ufficiali  del Kuomintang, dice:

Sezione c. A tutti i componenti dell’Esercito di liberazione popolare, dei governi democratici e delle organizzazioni popolari che risiedono nelle campagne saranno assegnate terre e proprietà equivalenti a quelle dei contadini, per loro e per le loro famiglie.

Sezione d. Ai latifondisti e alle loro famiglie saranno assegnate terre e proprietà equivalenti a quelle dei contadini.

Sezione e. Alle famiglie dei soldati e degli ufficiali del Kuomintang e ai membri del partito del Kuomintang e altro personale nemico che risiede nelle zone rurali verranno assegnate terre e proprietà equivalenti a quelle dei contadini.

Uno dei fattori più rilevanti nella situazione in Cina è la relativa passività della classe operaia. È vero che come conseguenza del crollo delle  armate di Chiang Kai-shek ci sono stati scioperi diffusi nelle grandi città, Shanghai, Canton, Hankow e Nanchino, nonostante le condizioni di repressione. Tuttavia è chiaro che mano a mano che gli stalinisti avanzano verso le grandi città sul fiume Yangtse, gli operai, in mancanza di un’alternativa di massa, possono solo radunarsi dietro la loro bandiera. I lavoratori non hanno mai sostenuto il regime di Chiang Kai-shek. Ogni operaio socialista applaudirà entusiasticamente la distruzione del feudalesimo e del grande capitale in questa importante area dell’Asia, anche se viene portata avanti sotto la direzione dello stalinismo. Nelle sue implicazioni a lungo termine è altrettanto importante della stessa rivoluzione d’ottobre. Non si potrebbe fare un’analisi marxista migliore del quadro oscuro per la classe capitalista mondiale, di quella espressa nell’editoriale del Times il 10 novembre 1948.

Nel migliore dei casi, questo rappresenta solo una vittoria momentanea [il fatto che Hsuchow in quel momento fosse rimasta sotto il controllo dei nazionalisti. Successivamente è stata persa – NdA] dopo mesi di vittorie che hanno fatto pendere i rapporti di forza – dal punto di vista militare, industriale e ideologico – dalla parte dei comunisti. Il loro controllo crescente su grandi aree della Cina settentrionale e centrale ha un significato molto più profondo dell’invasione giapponese di dieci anni fa, infatti i comunisti – aiutati, come sono stati, in modo decisivo dalla Russia e rimanendo marxisti – raccolgono e organizzano forze rivoluzionarie autoctone. Nella sua vastità e nelle sue fin troppo probabili conseguenze, l’attuale rivolta deve piuttosto essere paragonata alla rivoluzione russa del 1917, dalla quale deriva direttamente e ovviamente. Più ampi successi per i comunisti cinesi offrirebbero un’influenza maggiore, e al momento opportuno, un maggiore successo, per la potenza con cui si alleano. I piani sovietici a lungo accarezzati di poter attirare i milioni di abitanti arretrati dell’Asia nel campo che già si estende dal fiume Oder fino a Sakhalin verrebbero rafforzati come non mai.

…Possono attingere dai contadini per le loro divisioni, e sono stati in grado di conquistarsi il sostegno dei contadini espropriando la maggior parte dei latifondisti e ridistribuendo le terre. Fino a questo momento le riforme agricole dei comunisti hanno avuto facili successi perché non hanno dovuto rifornire molte grandi città; il cibo è stato per la maggior parte tenuto nelle aree rurali.

In alcune regioni i comandanti hanno giustiziato senza pietà quelli che ritenevano essere anticomunisti; in altre zone si è vista una maggiore tolleranza, con pochi cambiamenti nel modo di vita tradizionale. Uomini d’affari e altri hanno avuto la possibilità di scegliere se rimanere o andarsene. Queste dimostrazioni di tolleranza sembrano essere la politica di Mao Tse Tung, l’astutissimo leader comunista. I suoi scritti e i suoi discorsi lo dipingono come un marxista incrollabile, ma anche come qualcuno che riconosce che le analisi di Marx rispetto alle possibilità per lo scoppio di una rivoluzione nell’Europa industriale del secolo scorso non possono essere applicate in modo rigido alle condizioni prevalentemente contadine e primitive di gran parte della Cina. Sembra aver deciso di raggiungere il suo obiettivo comunista in due tappe. Prima deve esserci un sistema di relativa libertà di commercio, simile alla nuova politica economica che Lenin introdusse dopo il fallimento iniziale del comunismo militante in Russia. Questa è la fase che egli proclama in questo momento, sperando, non senza successo, di conquistare non solo i contadini, ma anche di tranquillizzare molti abitanti delle città. In un secondo momento, quando il primo stadio sia stato raggiunto, pensa di fare il passo successivo verso il socialismo marxista.

I riferimenti  alla politica comunista di Mao sono naturalmente falsi. La politica dello stalinismo in Russia, nell’Europa dell’est e in Cina è stata etichettata come marxista da tutti i giornalisti capitalisti  contemporanei. E’ una perversione del marxismo. A prescindere da questo, il Time ritiene che la tattica degli stalinisti cinesi sarà simile a quella degli stalinisti nell’Europa dell’est.

I due  lati della medaglia

Nel sostenere la distruzione del feudalesimo in Cina, dobbiamo sottolineare come a causa della direzione degli stalinisti, questa risulterà solo in una orribile caricatura della concezione marxista della rivoluzione. Non si svilupperà una vera democrazia, ma un regime totalitario tanto brutale quanto quello di Chiang Kai-shek. Come i regimi dell’Europa dell’est, Mao prenderà a modello la Russia. Indubbiamente ci saranno enormi progressi economici, ma le masse, sia operaie che contadine, si ritroveranno schiave della burocrazia. Gli stalinisti stanno incorporando nel loro regime ex signori della guerra, elementi capitalisti e il funzionariato burocratico delle città, che occuperanno posizioni di privilegio e potere. Sulla base di un’economia così arretrata vi sarà un ampia differenziazione fra i contadini (come dopo la rivoluzione russa durante il periodo della Nep), aiutata dalla mancata nazionalizzazione delle terre: gli elementi capitalisti nel commercio e anche nell’industria leggera, potrebbero fornire una base per una controrivoluzione capitalista. Si deve tenere presente che in Cina il proletariato è più debole rispetto ai contadini di quanto non lo fosse in Russia durante la Nep, a causa della maggiore arretratezza della Cina. Perfino in Cecoslovacchia e in altri paesi dell’Europa dell’est dove gli elementi capitalisti erano relativamente più deboli, per un certo periodo il pericolo di un rovesciamento capitalista nonostante tutto è esistito. Il fatto che i lavoratori e i contadini non avranno nessun controllo democratico e che la tirannia totalitaria sarà sovrapposta alla barbarie asiatica e alle crudeltà del vecchio regime alimentano questa possibilità. Tuttavia sembra probabile che gli elementi capitalisti saranno sconfitti a causa della tendenza storica alla decadenza del capitalismo su scala mondiale. L’impotenza dell’imperialismo mondiale è dimostrata dal fatto che mentre intervennero direttamente contro la rivoluzione cinese nel 1925-27, oggi assistono impotenti al crollo del regime di Chiang Kai-shek. Tuttavia è abbastanza probabile che Stalin avrà, fra le mani un nuovo Tito. I commentatori capitalisti più acuti stanno già speculando su questo, anche se ne trarranno ben scarso conforto. Mao avrà una base potente in Cina, con la sua popolazione di 450-500 milioni di abitanti e le sue risorse potenziali, oltre all’indubbio sostegno di massa di cui il suo regime godrà nelle prime fasi. I conflitti che pertanto si apriranno dovranno essere un ulteriore mezzo per aiutare la classe operaia mondiale a comprendere la vera natura dello stalinismo.

Note

1. Chu Teh si unì al partito comunista cinese (Pcc) nei 1922. Le sue forze militari si unirono a quelle guidate da Mao Tse Tung nel 1928. Chu divenne il principale leader militare del Pcc durante la Lunga marcia e nel corso della guerra civile contro il Giappone.

2. Il riferimento è all’Armata rossa sovietica.

Condividi sui social