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La Quarta Internazionale e l’Unione sovietica nel 1946

Proseguiamo la serie di articoli dedicati al dibattito nella Quarta Internazionale negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Dopo l’articolo introduttivo, “Le origini del crollo della Quarta Internazionale e il tentativo dei trotskisti britannici di evitarlo“, oggi proponiamo un testo dell’epoca: gli emendamenti, approvati dalla conferenza nazionale del Revolutionary Communist Party (all’epoca la sezione britannica della Quarta Internazionale), al documento “La nuova pace imperialista e la costruzione dei partiti della Quarta Internazionale“, presentato alla conferenza preparatoria internazionale del 1946. Gli emendamenti riguardano soprattutto le ragioni economiche e politiche del rafforzamento dell’Urss stalinista alla fine della seconda guerra mondiale. Il testo degli emendamenti, tradotti per la prima volta in italiano, è preceduto da una breve nota introduttiva, scritta da Fred Weston nel 2004 per il sito www.marxist.com.

                                                                                                          La redazione

 

Il documento della direzione della Quarta Internazionale del 1946 non solo sviluppava prospettive economiche completamente errate, ma conteneva una serie di errori fondamentali anche nelle prospettive per l’Unione Sovietica. Predicevano che, a causa della “pressione combinata economica, politica e diplomatica e delle minacce militari dell’imperialismo americano e britannico”, il regime stalinista in Unione Sovietica sarebbe crollato.

La realtà era tutt’altra. Ben lungi dall’essersi indebolita, l’Unione Sovietica era emersa enormemente rafforzata dalla seconda guerra mondiale. L’emendamento del Revolutionary Communist Party (RCP) non faceva che spiegare la situazione reale in cui si trovava l’Unione Sovietica.

A causa dei suoi numerosi errori, la direzione della Quarta Internazionale di quel periodo disorientò molti dei suoi membri e di fatto determinò il crollo dell’organizzazione in quanto forza politica vitale.

Ted Grant era il principale teorico dell’RCP ed era l’artefice delle analisi di gran lunga più sobrie e realistiche contenute negli emendamenti. Tentò di correggere gli errori della direzione della Quarta Internazionale. Tuttavia non solo si rifiutarono di ascoltarlo, ma addirittura manovrarono per espellere lui e i suoi compagni dall’organizzazione, confermando così di essere degenerati nel settarismo politico.

Le origini della Tendenza Marxista Internazionale risalgono alla direzione dell’ RCP. Ted Grant ripeteva spesso che chi non ammette, riconosce e corregge i suoi errori è condannato a compiere errori ancora peggiori e finisce per diventare una setta. È proprio quello che accadde alla vecchia Quarta Internazionale.

Stiamo mettendo a disposizione questo materiale non solo per interesse storico. Dovrebbe essere studiato e assimilato dalla nuova generazione di marxisti rivoluzionari in tutto il mondo. È pieno di lezioni essenziali per l’oggi. Quello che emerge da esso è un metodo corretto. Non basta solo ripetere a pappagallo le parole di Marx, Engels, Lenin e Trotskij. Dobbiamo apprendere il metodo dei grandi maestri del marxismo, senza il quale rischiamo di essere sballottati di qua e di là dalle svolte degli eventi brusche e repentine, come la crisi del mondo capitalista che si sta sviluppando.

                                                                                              Fred Weston, dicembre 2004

 

La Russia dopo la fine della Seconda Guerra mondiale – I suoi rapporti con l’imperialismo mondiale e il ritiro dell’Armata rossa dai territori occupati

Dal punto di vista dell’evoluzione della situazione mondiale, in assenza di una rivoluzione proletaria vittoriosa, il fatto più degno di nota al termine di questa guerra è che l’Unione sovietica ne è uscita come la più grande potenza militare in Europa e in Asia, e, fatta eccezione per gli Stati Uniti d’America, come la più grande potenza mondiale. La proprietà statale e l’economia pianificata hanno dato prova della loro superiorità tanto in tempi di pace quanto in tempi di guerra. Questo risultato ha stravolto tutti i calcoli dell’imperialismo mondiale. Neanche noi avevamo previsto un tale risultato. Gli alleati strinsero accordi con l’Unione sovietica nella convinzione assoluta che sarebbe stata sconfitta o quanto meno che la guerra l’avrebbe debilitata al punto da renderla completamente dipendente, dal punto di vista economico e dal punto di vista politico, dall’imperialismo angloamericano. Ma a dispetto degli errori e delle esitazioni della burocrazia stalinista, malgrado l’incapacità completa dei generali e degli ufficiali scampati alle epurazioni (e che sono stati in gran parte responsabili delle sconfitte nel corso della prima parte della guerra), l’Unione sovietica ha fatto fronte a queste prime terribili sconfitte come nessun altro paese al mondo avrebbe potuto fare. Privata dell’Ucraina e del bacino del Donetsk in cui erano concentrati i due terzi delle industrie più importanti (ferro, acciaio, carbone, alluminio), l’Unione sovietica, di fatto senza aiuti, ha battuto una Germania armata delle risorse dell’intera Europa.

Ciò è stato realizzato grazie al trasferimento e alla costruzione di nuove basi dell’industria pesante negli Urali e in Siberia, il che, in ragione del morale elevato delle masse e della riorganizzazione dello stato maggiore e dei quadri militari, è stato sufficiente per garantire la vittoria militare sull’imperialismo tedesco. Tutto questo malgrado la politica reazionaria e sciovinista della burocrazia stalinista, che mirava al sabotaggio e alla distruzione del potenziale della rivoluzione mondiale.

Il sistema economico dell’Unione sovietica ha resistito alla prova malgrado gli svantaggi e il fardello rappresentato dalla burocrazia stalinista. La Russia è uscita dalla guerra rafforzata e non debilitata. I calcoli degli imperialisti, ovvero che la Russa e la Germania si sarebbero annientate vicendevolmente, sono lontani dall’essersi realizzati. La Germania è crollata e la Russia è emersa come una potenza vittoriosa che domina attualmente la metà dell’Europa e gran parte dell’Asia. La burocrazia stalinista è riuscita ad occupare una posizione dominante nei Balcani e in Asia che supera di gran lunga i sogni degli zar. Si è assicurata delle posizioni vantaggiose che permettono uno straordinario balzo in avanti. La frase di Churchill sulla “cortina di ferro” da Trieste a Stettino è una descrizione pittoresca della dominazione della burocrazia stalinista su questa regione. L’Inghilterra ha perduto l’equilibrio di forze che aveva mantenuto per tre secoli in Europa. È la Russia che domina dall’alto il continente e che avanza come un serio pericolo per l’imperialismo inglese nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Estremo Oriente e in Europa. Solo la potenza gigantesca dell’imperialismo americano può sfidare la burocrazia staliniana.

La Gran Bretagna e il Giappone sono diventate delle basi per l’imperialismo americano in vista di una futura battaglia decisiva con la Russia, lotta che svelerà se il capitalismo sopravvivrà nel prossimo periodo. I cambiamenti nei rapporti di forza sono il risultato dei cambiamenti nei rapporti economici. Mentre il capitalismo europeo declinava lentamente, in Unione sovietica si realizzava uno sviluppo senza precedenti delle forze produttive e della produttività del lavoro. Quasi vent’anni di piani quinquennali e di pianificazione hanno portato alla formazione di centinaia di migliaia di tecnici, di specialisti e di decine di milioni di operai qualificati. È su questa solida base che lo sviluppo economico dell’Unione sovietica si fonda e continuerà a fondarsi nel prossimo futuro.

Lungi dall’essere dipendente economicamente dalla Gran Bretagna e dall’America, la Russia può commerciare con l’imperialismo angloamericano su un piano di parità. Non è un caso che Stalin abbia rifiutato dei prestiti americani che implicavano delle concessioni economiche nella Russia stessa e che abbia rifiutato, parimenti, dei prestiti che comportavano un indebolimento della sua dominazione economica sull’Europa orientale. La Russia non è più disposta, oggi, ad accettare i prestiti che era pronta ad accettare dall’Inghilterra prima della guerra, se non alle condizioni poste dalla burocrazia. La Russia era obbligata in uno dei suoi momenti di maggior debolezza, nel 1929-1932, a pagare un interesse del 9%, sebbene fosse il punto culminante della crisi mondiale; nel 1935, pagava un interesse del 5,5 % per un credito di cinque anni di dieci milioni di sterline; ma oggi, la Russia ha rifiutato un prestito di trenta milioni di sterline per cinque anni al tasso del 2,5 %. La burocrazia ha chiesto 100 milioni di sterline per quindici anni al tasso del 2,5 %! Le condizioni non erano di suo gradimento.

È un errore fatale confondere la posizione economica oggettiva dell’Unione sovietica con la politica controrivoluzionaria dello stalinismo. Dal punto di vista del socialismo mondiale, la burocrazia stalinista gioca un ruolo totalmente controrivoluzionario. Se non fosse stato per la sua politica, la classe operaia avrebbe già realizzato gli Stati Uniti Socialisti d’Europa e d’Asia e la situazione mondiale sarebbe stata completamente trasformata. Tuttavia, malgrado la politica dello stalinismo, la situazione oggettiva dell’Unione sovietica varia da un periodo all’altro in funzione di fattori storici mondiali, sia economici che politici. Non deriva necessariamente dalla politica controrivoluzionaria dello stalinismo che l’Unione Sovietica si indebolisca automaticamente nelle sue relazioni economiche con gli Stati capitalisti in ogni fase del suo sviluppo. Il rafforzamento dell’economia sovietica è un vantaggio per la rivoluzione mondiale e per la rigenerazione dell’Urss.

La situazione oggettivamente rivoluzionaria scaturita dalla guerra è un ulteriore fattore di rafforzamento della posizione dell’Unione sovietica. Lungi dall’occuparsi principalmente della liquidazione dello Stato sovietico, la principale preoccupazione dell’imperialismo mondiale è tenere insieme il tessuto sbrandellato del capitalismo in Europa, in Asia e anche in America. È questo fatto che giustifica l’aggressività della diplomazia stalinista nell’esercitare pressioni per estendere la sfera d’influenza della burocrazia (Persia). Prendendo in considerazione le prospettive rivoluzionarie, non è possibile per l’imperialismo americano scatenare immediatamente una guerra contro l’Unione sovietica. L’ondata di scioperi in America, il fatto che i soldati esigano istantaneamente di essere smobilitati, l’impossibilità per il governo laburista che si appoggia sui lavoratori e i soldati inglesi di condurre una guerra su vasta scala contro la Russia, la fame, il fatto che le masse del mondo intero sono stanche della guerra, la forza dello stalinismo in Europa e in Asia, e la simpatia delle masse per l’Unione sovietica. Tutto ciò implica che non ci sono possibilità, nell’immediato o nella prossima fase, per un intervento militare contro la Russia.

La propaganda isterica relativa a una guerra immediata contro l’Unione sovietica ignora e contraddice le prospettive rivoluzionarie della nostra epoca e l’evoluzione oggettiva degli eventi. Se il capitalismo imperialista si terrà in piedi grazie ai riformisti e agli stalinisti in ragione della debolezza della Quarta Internazionale, allora una reazione nera riuscirà inevitabilmente a diffondersi in Europa, in Inghilterra, in America; il movimento operaio verrebbe distrutto dalla reazione e la strada sarebbe allora aperta per l’inevitabile assalto contro l’Unione sovietica che preparerebbe, non solo la distruzione della Russia, ma della civiltà su scala mondiale.

Dal punto di vista della rivoluzione mondiale (l’estensione dell’Ottobre), l’attuale rafforzamento dell’Unione sovietica non risolverà nulla. Solo la vittoria dei lavoratori nei principali paesi capitalisti può risolvere i problemi dell’Unione sovietica e garantire che la proprietà nazionalizzata sia preservata, e che, in seguito al rovesciamento della burocrazia e alla reintroduzione della democrazia operaia, essa conduca al socialismo mondiale. Dal punto di vista dell’analisi marxista, l’evoluzione dell’Unione sovietica ha un carattere duplice. La differenziazione tra il proletariato e la burocrazia, accelerata dalla guerra, ha preparato una frattura totale tra questi due settori. Ma, parallelamente allo sviluppo dell’economia, il proletariato si è accresciuto numericamente e il suo peso sociale si è rafforzato nel paese, di modo che si avvicina il momento in cui il proletariato regolerà i conti con la burocrazia.

La Russia occupa una posizione infinitamente più forte rispetto alla fine della Prima guerra mondiale. Ne La Rivoluzione tradita, Trotskij scriveva:

“La produzione industriale del 1921, l’anno che seguì la fine della guerra civile, ammontò, nel migliore dei casi, alla quinta parte di quella ante-guerra. La produzione di acciaio cadde da 4,2 milioni di tonnellate a 183.000 tonnellate, cioè a 23 volte meno. Il raccolto complessivo crollò da 801 milioni di quintali a 503 nel 1922. Fu una carestia spaventosa. Il commercio estero calò precipitosamente da 2,9 miliardi di rubli a 30 milioni; le forze produttive crollarono in una misura mai vista nella storia. Il paese e il potere, insieme, si trovarono sull’orlo dell’abisso.”1

Tuttavia, partendo da questo basso livello tecnologico, senza un piano, con forti settori capitalisti nell’economia, con un piccolo numero di tecnici industriali (di cui molti sabotavano l’economia), ereditando un basso livello di produttività, con una agricoltura rimasta allo stesso livello primitivo che sotto lo zarismo, in meno di cinque anni, la produzione russa è stata riportata al livello anteguerra: vale a dire che è cresciuta superando cinque volte, in proporzione, il livello del 1921. Persino dopo la ripresa dell’economia nel 1926, il numero totale di proletari era inferiore a 2 milioni.

Oggi la situazione si è trasformata. Ora ci sono tra i 20 e i 25 milioni di proletari. Sono stati formati centinaia di migliaia di nuovi tecnici e specialisti. Liberi dalle restrizioni vincolanti e dalle catene della proprietà privata, gli strabilianti risultati mostrati nella guerra verranno di gran lunga superati in futuro.

L’argomentazione nella risoluzione internazionale sull’Unione Sovietica è unilaterale e fornisce una raffigurazione falsa. Le conclusioni sono basate su dati forniti dal Segretariato Internazionale risalenti al 1941, sebbene il documento sia stato scritto nel 1945. Queste statistiche, di un periodo in cui i nazisti erano alle porte di Leningrado e Mosca, ignorano tutti gli importanti cambiamenti avvenuti nel frattempo. Le cifre di 17 milioni di morti e 3 milioni di invalidi, un sesto della popolazione attiva, vengono fornite senza tenere conto che nei territori annessi all’Unione Sovietica vivono 24 milioni di persone. Lo stesso avviene con i dati industriali.

Non si dovrebbe dimenticare che grazie alle enormi risorse della proprietà statale e della produzione pianificata, l’Unione Sovietica si è ripresa dopo la terribile carestia del 1932, in cui sono morti a milioni. La devastazione provocata a quel tempo dalla politica economica di Stalin, è stata paragonabile a quella di una guerra. Eppure l’economia dell’Unione Sovietica, ciò nonostante, ha realizzato enormi avanzamenti.

Sulla base della proprietà statale e degli avanzamenti economici giù ottenuti, il ritmo della ricostruzione e dello sviluppo sarà ancora più rapido. Il nuovo piano quinquennale si basa su prospettive moderate e raggiungibili. Si calcola che alla fine del 1947 sarà raggiunto il livello della produzione anteguerra e l’obiettivo del piano quinquennale per il 1950 è un incremento complessivo del 50% rispetto alla produzione prebellica.

Le prospettive nel documento della conferenza preparatoria sulla ricostruzione e lo sviluppo dell’Unione Sovietica sono completamente sbagliate e pessimiste quando affermano:

Le migliori possibilità di successo della burocrazia nel difendersi dalle pressioni esterne dell’imperialismo, dagli elementi reazionari interni e nel suo sforzo di portare alla rapida ripresa dell’economia sovietica, risiedono nel contributo economico dei paesi attualmente controllati dall’URSS.” (Enfasi nostra)2

Qui non si prendono in considerazione le potenzialità tecniche latenti che ancora possiede l’economia russa, anche senza aiuti esterni. L’economia dei paesi occupati aiuterà indubbiamente la burocrazia stalinista, che sta estendendo la sua sfera di dominazione su metà dell’Europa e dell’Asia, ma queste conquiste rimangono ausiliarie in confronto allo sfruttamento economico delle risorse della stessa Unione Sovietica.

L’argomento per cui, venute meno le contraddizioni dell’imperialismo mondiale rispetto alle quali la Russia poteva manovrare in passato, avendo gli Stati Uniti unito il mondo capitalista contro l’Urss, l’Unione sovietica sarebbe ben più debole oggi che prima della guerra, non corrisponde alla realtà.

È vero che l’America ha notevolmente rafforzato il suo ruolo preponderante di direzione economica su scala mondiale, e la Gran Bretagna è ora, economicamente e politicamente, un satellite degli Stati Uniti. Ma le contraddizioni tra gli imperialismi non sono affatto state eliminate. La Russia ha ancora spazio di manovra, anche se in qualche modo limitato. Nel frattempo la Germania, l’unico paese che era economicamente, militarmente, politicamente e geograficamente in una posizione favorevole per lanciare una guerra contro l’URSS, è stata praticamente distrutta per un’ intera generazione, e durante questo periodo non sarà in grado di muovere una nuova guerra contro l’URSS. Anche il Giappone, l’unico Paese asiatico in grado di intraprendere una lotta militare su larga scala contro l’URSS, è stato distrutto. Anche con l’aiuto dell’imperialismo statunitense, il Giappone non sarà in grado di intraprendere una guerra contro la Russia per molti anni a venire.

Le nuove basi acquisite dall’imperialismo statunitense, anche tenendo conto delle nuove tecnologie militari, non possono compensare la perdita della Germania e del Giappone. Prima che gli imperialisti siano in grado di lanciare una nuova guerra contro l’URSS, le crisi del capitalismo distruggeranno interi settori dell’economia, mentre l’economia dell’URSS continuerà a crescere.

Le prospettive del documento originale della conferenza sono già smentite dagli eventi. Il documento affermava:

In assenza di un movimento di massa che venga attivamente in suo soccorso, l’URSS rischia di soccombere nel prossimo futuro, anche senza un intervento militare diretto, ma semplicemente a causa della pressione combinata economica, politica e diplomatica e delle minacce militari dell’imperialismo americano e britannico.” (Enfasi nostra)

Sebbene il passo sia stato cancellato perché non poteva essere mantenuto di fronte agli eventi, la concezione di base espressa in quel passo è comunque mantenuta nel documento. Per esempio:

“Nella prova di forza che caratterizza attualmente i rapporti tra l’imperialismo e l’URSS, solo l’intervento della rivoluzione proletaria può impedire che quest’ultima venga sconfitta.”

La valutazione sbagliata di una prospettiva di indebolimento economico, di un imminente crollo, della pressione diplomatica ed economica degli imperialisti che conduca a un crollo imminente e del pericolo di una guerra immediata contro l’Unione Sovietica, contribuisce a disorientare i quadri della Quarta Internazionale e a screditare l’Internazionale agli occhi della classe operaia mondiale. Ci sono stati dei sintomi allarmanti:

1) L’affermazione dell’SWP americano3 secondo la quale la guerra sta ancora continuando.

2) La posizione ambigua nel documento internazionale che è stata infine adottata sulla questione dei territori occupati e il rifiuto di accettare l’emendamento del partito britannico che chiedeva il ritiro delle truppe dell’Armata Rossa, così come quello degli eserciti imperialisti, da questi territori. Nel documento modificato, l’unico riferimento a questo tema è:

La Quarta Internazionale proclama il diritto di ogni popolo all’autodeterminazione, lotta per questo diritto, e lancia in ogni paese occupato la parola d’ordine: ‘Ritiro immediato delle truppe di occupazione!’ Nei paesi oppressori (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia in relazione alla Germania), la Quarta Internazionale difende attivamente il diritto all’indipendenza delle nazioni occupate e chiede il ritiro delle truppe di occupazione.”

3) La mancanza di una posizione chiara e l’effettiva opposizione della minoranza del partito britannico4 all’inclusione nella risoluzione internazionale della rivendicazione del ritiro delle truppe dell’Armata Rossa dalla Germania e dagli altri territori occupati.

4) La dichiarazione del partito francese “mai nelle ore più buie della guerra l’Urss è stata così seriamente minacciata”, che l’ha portato alla proposta opportunista e di capitolazione totale di un fronte unico di propaganda con gli stalinisti.

5) L’assurda risposta di Neuer Spartakus: “Perché Stalin sta depredando? Perché ha perso la guerra.”5

Tutto ciò deriva da una valutazione assolutamente sbagliata dello sviluppo dell’Unione Sovietica. La paralisi della rivoluzione mondiale a causa dei suoi agenti, i partiti stalinisti, porta a un temporaneo rafforzamento della burocrazia stalinista. Finora questa rimane un ostacolo non assoluto, ma relativo allo sviluppo delle forze produttive. È solo su scala mondiale che si rivela il carattere assolutamente reazionario della burocrazia. In assenza di un partito rivoluzionario con radici e legami tra i lavoratori più avanzati e capace di mobilitare le masse, senza una rivoluzione in Europa e in Asia, la burocrazia molto probabilmente manterrà la sua posizione in Unione Sovietica e potrà persino rafforzarla nel prossimo periodo. Sulla scala della storia e dell’evoluzione dei regimi, qualche anno è poca cosa. Solo da un punto di vista storico su larga scala si può capire che la burocrazia, a un certo punto, entrerà in una contraddizione assoluta con le esigenze dell’economia e della società in Unione Sovietica. Ecco perché è più importante che mai lottare per la rigenerazione dell’URSS e, difendendo l’Unione Sovietica, condurre una lotta incessante contro il ruolo controrivoluzionario dello stalinismo nei paesi occupati in Europa e in Asia. La vittoria del proletariato in uno qualsiasi dei principali paesi europei suonerebbe la campana a morto per la burocrazia, perché porterebbe a nuovi rapporti di forza tra la burocrazia e il proletariato russo. Il compito più importante per le masse europee è quello di difendere la rivoluzione europea contro lo stalinismo tanto quanto contro l’imperialismo. La lotta per un’Europa e un’Asia socialiste, contro l’imperialismo e i suoi scagnozzi socialdemocratici e stalinisti, diventa il mezzo più importante per costruire il potere della classe operaia mondiale e quindi difendere l’Unione Sovietica.

Sulla costruzione del partito e i nostri compiti

Cancellare il seguente passaggio:

“L’esperienza attuale in tutti i paesi dimostra che le possibilità oggettive per la costruzione dei partiti della Quarta Internazionale non sono mai state così grandi e che diventeranno ancora più forti in futuro. In alcuni paesi, tra cui Inghilterra, Stati Uniti, Canada, i paesi del Sud America e diversi paesi coloniali, l’ostacolo dello stalinismo e, nella maggior parte dei casi, anche del riformismo, non è di importanza decisiva.”

Modificare il documento nel senso seguente:

La concezione secondo la quale, nei paesi sopra menzionati, lo stalinismo e il riformismo non hanno un’influenza decisiva nel movimento operaio deve essere respinta. In Gran Bretagna, in particolare, questa idea è stata completamente confutata, per quanto riguarda il riformismo, dalla vittoria del partito laburista alle elezioni generali del 1945. Allo stesso modo, il partito comunista continua a frapporsi tra il nostro movimento e uno strato significativo di lavoratori di sinistra in Gran Bretagna. Ci si può aspettare, dopo la crescita della disillusione nei confronti del governo laburista, che lo stalinismo avrà un ruolo in futuro maggiore che in qualsiasi altro momento precedente in Gran Bretagna.

In Canada e Australia, sono i partiti tradizionali della classe operaia ad avere un ruolo dirigente decisivo sui settori più avanzati della classe lavoratrice, mentre i trotskisti non giocano ancora un ruolo importante nella vita della classe operaia. Negli Stati Uniti, lo slogan del SWP ‘costruire un partito dei lavoratori’ indica chiaramente che, sebbene nessun partito riformista in quanto tale sia stato creato dai lavoratori, il riformismo gioca un ruolo estremamente importante nella vita degli operai. È storicamente improbabile che questi possano sfuggire a una fase riformista, anche se questa fase dovesse essere di breve durata. Lo stesso discorso può essere fatto per gli altri paesi menzionati. In assenza di forti partiti trotskisti, è inevitabile che il riformismo e lo stalinismo avranno un ruolo decisivo. Respingiamo anche l’affermazione secondo la quale è iniziata la fase di declino dei partiti stalinisti in Europa. È vero che il primo periodo di radicalizzazione del dopoguerra ha già raggiunto il suo culmine, e che gli stalinisti potrebbero anche essere in una fase di arretramento. Ma una svolta a sinistra da parte dei partiti comunisti di questo o quel paese, dove gli stalinisti hanno partecipato alla direzione di scioperi di massa, potrebbe cambiare rapidamente la situazione, e i partiti comunisti potrebbero crescere di nuovo ed estendere ulteriormente la loro influenza sulle masse.

Emendamenti approvati dal congresso nazionale del Revolutionary Communist Party del settembre 1946

 

 

Note

  1. Lev Trotskij, La rivoluzione tradita, AC Editoriale 2000, p. 98
  2. The New Imperialist Peace and the Building of the Parties of the Fourth International
  3. Socialist Workers Party, la sezione americana della Quarta Internazionale
  4. Si fa qui riferimento alla minoranza interna al Revolutionary Communist Party, guidata da Gerry Healy, che sosteneva le posizioni della direzione internazionale per i propri interessi di frazione.
  5. Neuer Spartakus era un giornale trotskista tedesco.
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