Ungheria: torna la stampa marxista con il primo numero di “Fáklya” (Torcia)

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Ungheria: torna la stampa marxista con il primo numero di “Fáklya” (Torcia)

di Fáklya (la TMI in Ungheria)

Negli ultimi decenni, raramente è stato pubblicato un giornale marxista cartaceo in Ungheria. Pertanto, il fatto che i sostenitori della TMI abbiano presentato il primo numero del loro giornale, Fáklya, all’inizio di novembre, in una sala gremita a Budapest, rappresenta una conquista straordinaria.

La prima edizione di Fáklya si apre con un articolo che spiega i processi che hanno portato il paese a essere colpito così fortemente dalla crisi economica. Durante la presentazione, abbiamo sottolineato come, se diamo uno sguardo al mondo attuale, vediamo crisi, guerre e una catastrofe climatica in costante peggioramento. Un’intera generazione è cresciuta facendo esperienza di tutto questo…

Il capitalismo è riuscito a superare tutte le sue crisi, ponendo però solamente le basi di nuove e più profonde crisi future. Oggi questo lo si può vedere con chiarezza.

La crisi in Ungheria

È in questo contesto che si sviluppa la crisi in Ungheria. Se il primo ministro Viktor Orbán ha potuto beneficiare politicamente di una crescita relativa dell’economia globale dopo il 2012, questo breve periodo che ha favorito l’economia ungherese si è trasformato nel suo opposto. Sotto molti aspetti, lo stato dell’economia ungherese è tra i peggiori in Europa: il tasso dell’inflazione è stato il più alto in Ue per molti mesi; i prezzi dei beni alimentari e energetici hanno subito una brusca impennata; la situazione abitativa, il sistema dell’istruzione e la sanità sono tutti in crisi a causa di una grave carenza di finanziamenti.

Se i profitti sono stati al passo dell’inflazione, i salari no. Nel primo trimestre del 2023, i salari reali sono diminuiti del 15,6%. I profitti delle aziende, dall’altro lato, sono cresciuti del 61% su base annua. Entrambe le cifre sono le più alte all’interno dell’Ocse.

Questo avrà un effetto sulla coscienza della classe lavoratrice, che stiamo già cominciando a vedere. Negli ultimi anni, i lavoratori di molti settori, come gli insegnanti, gli autisti dei bus e i lavoratori della sanità, hanno scioperato o protestato per aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro. L’inasprimento della crisi potrà solo radicalizzare ulteriormente la popolazione e estendere questi movimenti, mettendoli in conflitto non solo con i capitalisti, ma anche con la burocrazia parolaia a capo del movimento operaio.

Uno dei momenti più memorabili negli ultimi scioperi è stato quando i lavoratori della nettezza urbana di Budapest hanno fatto uno sciopero selvaggio nell’ottobre del 2022. Quando il loro dirigente sindacale si è recato a parlare con loro, invitandoli a tornare a lavoro per non essere licenziati, i lavoratori hanno risposto al burocrate cantando in coro “Vattene a casa!”.

La rabbia si tocca con mano nei luoghi di lavoro e nelle strade, ma i dirigenti ufficiali delle organizzazioni di massa non sono chiaramente all’altezza dei loro compiti. A parte alcuni coraggiosi delegati sindacali, la maggior parte di essi ha paura di avanzare rivendicazioni audaci e di convocare un’azione intersettoriale. Questa potrebbe essere la base per un movimento di resistenza dei lavoratori alle politiche di austerità del regime di Orbán.

Esiste un immenso potenziale. Come diceva Ted Grant: “Non si accende una lampadina, non squilla un telefono, non gira una ruota senza la gentile concessione della classe operaia. Quando questo immenso potere viene mobilitato per cambiare la società, non esiste nessuna forza sulla Terra che possa fermarlo”.

Per questo motivo, nel nostro giornale abbiamo presentato delle rivendicazioni che il movimento operaio dovrebbe portare avanti per sfidare la politica reazionaria e anti-operaia della classe dominante:

– Basta regalare le proprietà statali alla cricca del Fidesz [partito di Orbán, ndt]! Nazionalizzare le grandi aziende e metterle sotto il controllo operaio! Più di un terzo di tutta la ricchezza in Ungheria è nelle mani dell’1% più ricco e la metà in quelle del 10% più ricco. Solo 5 paesi nel mondo hanno una concentrazione della ricchezza maggiore di questa.
– Che l’economia venga pianificata democraticamente, in modo che la produzione possa soddisfare i reali bisogni della società! Nessuno dovrebbe fare più lavori per vivere in condizioni decenti.
– Porre fine alla speculazione sui beni alimentari! Mangiare è un diritto e questo non dovrebbe essere influenzato dalle selvagge oscillazioni dei prezzi sul mercato. Al contrario, i beni alimentari dovrebbero essere messi a disposizione di tutti a prezzi popolari attraverso una pianificazione razionale della produzione e della distribuzione.
– Eliminare la crisi abitativa cominciando con un programma di costruzione di case popolari su larga scala, in modo che tutti abbiano un tetto sulla testa.
– Utilizzare la ricchezza della società per rendere l’istruzione e la sanità accessibili a tutti.

Sottolineiamo che ottenere queste rivendicazioni, o anche solo che siano adottate dal movimento operaio, darebbe ai lavoratori di tutta Europa una grande ispirazione a agire in maniera simile. Le risorse per applicare queste rivendicazioni ovviamente esistono, ma viene accumulato nei conti bancari dei capitalisti e banchieri più ricchi.

Ma affinché il movimento operaio porti avanti un programma indipendente e metta a frutto questo enorme potenziale, è necessario che venga guidato dai lavoratori e dai giovani con coscienza di classe che non li tradiscano alla prima occasione e che osino sviluppare rivendicazioni audaci nell’interesse della classe lavoratrice.

Perché stampiamo un giornale?

Al lancio pubblico abbiamo anche discusso del perché abbiamo deciso di stampare un giornale oggi. Molti direbbero che produrre un giornale cartaceo è una cosa fuori dal tempo, un relitto del XX secolo. Perché produrne uno nel XXI secolo, quando quasi tutti leggono le notizie da internet? Perché non mantenere semplicemente un sito web ed essere attivi sulle piattaforme social?

Fáklya è stato attivo online, sfruttando questa potenzialità per connettersi ai lavoratori e far circolare le notizie e le idee. Ma un’organizzazione comunista rivoluzionaria non può affidarsi soltanto a internet. Il suo giornale è molto di più di una raccolta di articoli, è un organizzatore, un agitatore, e uno strumento di propaganda, così come è uno strumento per rispondere alle domande che la classe operaia si pone disperatamente sotto il peso della crisi del capitalismo.

Stampare il nostro giornale ci permette anche di avere una certa indipendenza dalla censura delle grandi piattaforme dei social media. Meta ad esempio ha utilizzato una legge federale canadese, approvata di recente, per rimuovere tutte le notizie dalla pagina facebook di Fightback/La Riposte, la sezione canadese della TMI. Queste includevano anche link che rimandavano a marxist.com. La stampa operaia rappresenta una necessità vitale, poiché è l’unico modo per diffondere il nostro messaggio avendone il pieno controllo.

Unisciti a noi!

Come diceva Lenin: “Senza teoria rivoluzionaria, non ci può essere movimento rivoluzionario”. Il nostro giornale trimestrale sarà una piattaforma per analizzare gli sviluppi reali che stanno avendo luogo in Ungheria e a livello internazionale, attraverso la discussione della teoria e la condivisione di resoconti di prima mano della lotta di classe dai nostri compagni in tutto il mondo. Il primo numero di Fáklya è solo il primo passo per diventare un’organizzazione comunista rivoluzionaria solida in Ungheria, per mettere a disposizione le idee e i metodi che porteranno la classe operaia ungherese al potere e costruiranno un futuro migliore e comunista per noi tutti.

La costruzione del movimento rivoluzionario è una questione impellente che dobbiamo porci oggi, non in un lontano futuro. Vivi in Ungheria? Unisciti a noi! Vuoi sostenere il nostro lavoro dall’estero? Mettiti in contatto con noi via email ([email protected]) o attraverso le nostre pagine social e ottieni una copia del giornale e dei nostri altri materiali!

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