Pakistan: proteste a livello nazionale contro l’aumento del costo dell’elettricità

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Pakistan: proteste a livello nazionale contro l’aumento del costo dell’elettricità

Nelle ultime settimane in Pakistan sono scoppiate proteste in tutto il Paese contro i costi elevati dell’elettricità. L’ondata di proteste è iniziata nel Kashmir amministrato dal Pakistan, dove studenti, lavoratori, piccoli commercianti, intellettuali, attivisti politici e altri hanno organizzato proteste pubbliche su larga scala in varie città. Questa ondata ha ora travolto una nazione che era già sull’orlo dell’esplosione.

Proteste e chiusure complete di negozi e trasporti sono state osservate a Muzaffarabad e in altre città limitrofe il 31 agosto, mentre Rawlakot, Mirpur, Kotli, Bagh e molte altre città vedranno uno sciopero totale oggi (martedì 5 settembre, ndt). Nelle settimane precedenti, in tutte queste città si sono tenute grandi proteste ed è in corso una campagna per il boicottaggio generale del pagamento delle bollette della luce, che viene considerata come l’inizio di un movimento di disobbedienza civile.

Altre proteste e scioperi sono in programma per le prossime settimane attraverso i Comitati d’Azione Awami, che sono sorti in decine di città in un precedente movimento di due anni fa e hanno condotto con successo proteste per i sussidi governativi per la farina di grano e altri beni di prima necessità.

I compagni della Tmi in Kashmir hanno svolto un ruolo di primo piano in questi comitati fin dall’inizio, partecipando all’organizzazione della campagna a livello dei villaggi fino a quello distrettuale e dirigendo grandi manifestazioni per i sussidi alla farina.

 

Contro le misure punitive del FMI e le truffe del governo

Dal Kashmir, l’ondata di proteste si è diffusa in Pakistan, dove si tengono quotidianamente proteste di piccola o media entità in tutto il Paese, soprattutto nelle province del Punjab e del Pashtunkhwa. In alcune città del Pashtunkhwa, come Bannu, Batkhela, Barikot, Swabi e altre, negli ultimi giorni si sono tenute proteste su larga scala.

La rivendicazione principale dei manifestanti è quella di ridurre i prezzi dell’elettricità, che questo mese sono aumentati bruscamente a causa dell’inflazione generale, dovuta alla crisi capitalistica globale, esacerbata dagli enormi profitti delle aziende elettriche private. Nel frattempo, il governo ha anche imposto pesanti tasse sull’uso dell’elettricità, secondo le richieste del FMI.

In Pakistan, i governi corrono sempre in aiuto ai ricchi non imponendo tasse dirette sul reddito o sul patrimonio, ma imponendo invece tasse indirette sull’elettricità, sul carburante, sui medicinali e sui beni di uso quotidiano, compresi quelli alimentari, per raggiungere i loro obiettivi di entrate fiscali. Questa politica è sempre sostenuta dal FMI e dalla Banca Mondiale.

Ciò significa che la classe operaia e i ricchi devono pagare la stessa quantità di tasse sull’uso dell’elettricità, del carburante o del cibo, senza tasse aggiuntive sulla ricchezza o sul reddito di coloro che sono ricchi sfondati. Questo saccheggio e rapina da parte della classe dominante e di istituzioni finanziarie assetate di sangue come il FMI significa che le masse lavoratrici devono ora sacrificare i pasti, le medicine essenziali e l’istruzione dei loro figli solo per pagare la bolletta mensile della luce.

Ogni bolletta della luce include non solo il prezzo dell’energia elettrica, ma anche varie tasse non correlate, per derubare i poveri dei loro magri guadagni e riempire le casse dello Stato e delle istituzioni finanziarie imperialiste.

Come se non bastasse, l’élite e la maggior parte degli industriali del Paese sono coinvolti nel furto di elettricità. Usano tangenti, influenza politica, intimidazioni e altre tattiche per ottenere gratuitamente l’elettricità per le loro aziende e case di lusso. Il costo di questo furto viene scaricato sulla classe operaia dal dipartimento dell’elettricità e dal governo, che finisce per raddoppiare o triplicare la bolletta mensile dell’elettricità per gli utenti comuni. In altre parole, sono i lavoratori a pagare direttamente l’elettricità utilizzata dai ricchi.

 

Punto di ebollizione

Nelle ultime settimane, in tutto il Paese sono stati segnalati numerosi suicidi e collassi cardiaci dopo che alcuni utenti appartenenti alla classe operaia hanno visto la loro bolletta mensile della luce raggiungere le centinaia di migliaia di rupie, rispetto alle poche centinaia di rupie dei mesi precedenti. Inoltre, milioni di famiglie hanno già ridotto l’uso dell’elettricità spegnendo ventilatori e altri oggetti essenziali con un caldo torrido di oltre 50 gradi Celsius, proprio per evitare bollette salate.

Inoltre, le lunghe interruzioni di corrente di 10-12 ore al giorno nei quartieri popolari sono diventate una routine, a causa dei problemi infrastrutturali e dei profitti delle aziende produttrici. Ma ora tutto questo ha raggiunto un punto di ebollizione e i manifestanti stanno conducendo una campagna per il boicottaggio del pagamento delle bollette fino a quando non saranno soddisfatte le loro richieste.

Il governo teme molto la rabbia crescente della popolazione nei confronti del costo dell’elettricità e anche nei confronti delle difficoltà economiche generalizzate e la crisi che le masse devono affrontare. L’inflazione mensile su base annua ha già raggiunto un picco di circa il 38%, mentre per molti prodotti alimentari ha raggiunto il 130%.

Inoltre, la valuta è in caduta libera. Si è svalutata di oltre il 100 per cento negli ultimi due anni e si prevede che si svaluterà di un altro 100 per cento nel prossimo anno. Di fatto, il Paese è sull’orlo della bancarotta e l’intera economia sta crollando a un livello mai visto prima, mentre lo Stato e le istituzioni imperialiste come il FMI stanno usando ogni mezzo per estrarre l’ultima goccia di sangue dalla classe operaia.

In queste proteste vediamo i primi segni di un movimento di massa. Le masse hanno perso ogni speranza in tutti i partiti politici del Paese e stanno scendendo in piazza per protestare contro gli aumenti dei prezzi senza precedenti, l’inflazione, la disoccupazione e la crisi economica nel suo complesso.

Il movimento di protesta ha il sostegno della stragrande maggioranza delle masse lavoratrici, ma coloro che sono maggiormente impegnati in modo attivo nelle proteste appartengono alla piccola borghesia, all’intellighenzia e ad altri settori della classe media, con le associazioni dei commercianti e l’ordine degli avvocati che stanno assumendo una posizione di primo piano in questo momento.

Il 2 settembre c’è stato uno sciopero totale dei negozianti in molte città del Paese, tra cui Lahore. La maggior parte dei negozianti e dei commercianti sono stati coinvolti in questa protesta per l’inflazione e l’aumento del prezzo dell’elettricità.

È interessante notare che questi settori della società hanno sempre sostenuto lo Stato e la classe dominante, ma ora la gravità della crisi li sta spingendo alla protesta. I lavoratori organizzati vorrebbero unirsi alle proteste pubbliche e guidarle, ma sono frenati dai loro dirigenti sindacali che in genere hanno preso le distanze da queste proteste, facendo sì che gli elementi piccolo-borghesi prendano la guida. Ma la situazione può cambiare nel prossimo periodo, quando il movimento di protesta compirà i suoi prossimi passi.

L’attuale governo è un governo ad interim, istituito con l’appoggio dei generali dell’esercito che si stanno preparando per le prossime elezioni generali. Questo governo non eletto è estremamente debole e instabile, ma continua a imporre nuove tasse e altre dure misure economiche alle masse.

Il precedente governo guidato da Sharif, in coalizione con PPP (Partito del Popolo Pakistano, JUI(F) ( Jamiat Ulema-e-Islam – Fazl, un partito religioso) e una dozzina di altri partiti, ha terminato il suo mandato il mese scorso, ad agosto, e sta progettando un suo ritorno dopo le prossime elezioni generali. Ma tutti i partiti politici hanno perso il sostegno delle masse e le prossime elezioni sono viste come una farsa. In questa situazione, gli scioperi e le proteste in tutto il Paese sono un enorme passo in avanti e possono evolvere verso un movimento di massa contro la classe dominante.

 

Solidarietà e lotta! Facciamo pagare i ricchi!

In questa situazione, il governo ha paura di usare la repressione contro le masse perché potrebbe portare a un inasprimento della rabbia generale in una situazione già instabile, quindi ha fatto ricorso ad altre tattiche, come deviare la rabbia pubblica verso i lavoratori dell’elettricità e ritenerli responsabili della situazione. Il governo ha anche un altro motivo per farlo, ovvero spianare la strada a una massiccia privatizzazione dell’azienda elettrica, delle centrali elettriche e delle società di distribuzione, con il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori del settore.

Per questo motivo il Red Workers Front (RWF – Fronte dei Lavoratori Rossi) sta conducendo una campagna tra i lavoratori dell’elettricità perché facciano pressioni sui loro dirigenti sindacali affinché estendano la solidarietà alle masse in protesta e spieghino loro le vere cause dell’aumento dei costi dell’elettricità.

A questo proposito, il RWF ha recentemente organizzato una protesta in cui i rappresentanti dei lavoratori dell’elettricità di Lahore hanno espresso piena solidarietà al movimento di protesta. Il Fronte dei Lavoratori Rossi sta anche aprendo la discussione in altri sindacati e associazioni di lavoratori per prendere parte attiva a queste proteste, perché è solo attraverso la classe operaia organizzata che il movimento di protesta può avanzare, soprattutto nei grandi centri urbani.

Il Fronte Rosso dei Lavoratori sostiene pienamente le masse in protesta e presenta le seguenti richieste transitorie:

  • Le aziende elettriche private devono essere immediatamente nazionalizzate senza indennizzo e poste sotto il controllo democratico dei lavoratori, in modo da poter fornire elettricità a basso costo alle masse.
  • L’onere fiscale del programma del FMI deve essere spostato sulla classe capitalista, poiché questi prestiti non sono stati presi dalle masse lavoratrici né spesi per loro.
  • I piccoli consumatori di energia elettrica e i contadini dovrebbero ricevere gratuitamente l’elettricità, pagata con la ricchezza espropriata dei parassiti capitalisti.
  • I sussidi per l’elettricità concessi ai burocrati parassiti ai vertici dello Stato, all’establishment militare e ai grandi industriali dovrebbero essere immediatamente cancellate. Con queste risorse dovrebbero essere risolti i contenziosi in sospeso.
  • Nessuna azienda elettrica e nessun servizio pubblico dovrebbe essere privatizzato. Le carenze di personale dovrebbero essere immediatamente coperte con nuove assunzioni a tempo indeterminato. I lavoratori dell’elettricità dovrebbero essere dotati di tutti i mezzi necessari per la sicurezza sul lavoro, per porre fine ai 100 morti all’anno nel loro settore.

5 settembre 2023

 

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