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Non si svuota il mare col cucchiaino. Per un movimento anticapitalista e democratico

Riceviamo e pubblichiamo questo appello apparso sulla pagina FB di Fridays for Future – Crema.

Un bilancio di verità dell’assemblea nazionale costituente di Fridays for Future

L’assemblea nazionale tenutasi a Milano il 13 aprile è stata un successo oltre le più rosee aspettative, sia per quanto riguarda la partecipazione (500 giovani da circa 100 città) che per il livello della discussione. Un dibattito intenso, durato tutto il giorno, in cui gli interventi dei delegati hanno cercato, in modo ragionato, sia di sviluppare un’analisi generale delle cause del problema ambientale e climatico, sia di identificare le soluzioni possibili e le azioni che deve intraprendere il movimento. Una assemblea del genere non è un caso fortunato ma esprime la forza di questo movimento, che ha portato in piazza milioni di giovani in tutto il mondo il 15 marzo, ma che ha anche aperto una discussione, città per città, scuola per scuola, su come funziona la nostra società e su quali alternative sono necessarie.

Ci preme tuttavia dire che la gran parte dei resoconti mediatici hanno dato una rappresentazione totalmente caricaturale dell’assemblea, dipingendola solo come un ritrovo di “bravi ragazzi” che raccolgono le cartacce da terra e chiedono alla politica un gentile ascolto. Fin qui niente di nuovo.

Il “report” finale della presidenza dell’assemblea non risponde a queste distorsioni e non fa giustizia dei reali contenuti emersi nel dibattito, come si può facilmente verificare dalla diretta Facebook. Per rendere l’idea del reale dibattito che si è tenuto sarebbe piuttosto necessario che sia inviato al gruppo nazionale il verbale dell’assemblea, che riporti i singoli interventi, se è stato preso.

In effetti il “report di sintesi” non è un report, ma un testo politico-organizzativo scritto da un gruppo autocostituitosi, che ha scritto ciò che preferiva, riportando solo parzialmente quanto emerso dall’assemblea. Cosa preoccupante, quando molti delegati hanno protestato chiedendo di modificare il testo, la presidenza ha agito in modo arbitrario, concedendo compromessi all’insegna dell’ambiguità con alcuni, ignorando altri, e dichiarando che non avrebbe messo ai voti né le proposte di modifica né il documento. Non avendo altre risposte di fronte alle richieste dei delegati, a un certo punto ha semplicemente dichiarato chiusa l’assemblea.

Ci sono almeno tre punti decisivi su cui il testo presentato in conferenza stampa non rispecchia il dibattito dell’assemblea:

Per prima cosa, nella discussione la rivendicazione del cambiamento di sistema è stata chiaramente posta dalla maggioranza dei delegati come la necessità di una rottura con il sistema capitalista di produzione. Chi nega che queste posizioni fossero maggioritarie ci deve spiegare perché ha impedito che l’assemblea votasse su questo nonostante fosse chiesto da molti delegati.

Salvo poi scrivere un report in cui la parola capitalismo non compare neanche una volta e nel quale il cambiamento del sistema è ridotto da un lato a un cambiamento degli stili di vita individuali e dall’altro a richieste minimali come una tassazione maggiore per chi inquina, o l’abbandono dell’alternanza scuola-lavoro nelle aziende inquinanti (perché invece essere sfruttati in azienda green va bene?), come se il problema non fosse l’intero sistema capitalista ma qualche singola mela marcia nel sistema.

Il tutto condito da espressioni come “decostruire” il sistema, “giustizia ambientale” o “sistema economico circolare”, “democrazia energetica” che per quanto possano suonare suggestive ad alcuni, sono concetti che non hanno alcun significato o alcuna possibilità di realizzazione se non c’è una rottura con l’attuale sistema economico ma solo l’idea di una sua parziale modifica.

In secondo luogo, il riferimento allo sciopero generale da proporre alle organizzazioni dei lavoratori per estendere il movimento e bloccare completamente il paese il 24 maggio è stato completamente stravolto. Prima dicendo che invece che dei lavoratori si doveva chiedere lo sciopero “delle persone”, poi levandolo proprio di mezzo e lasciando una formulazione che recita “è necessaria creatività per co-creare dei nuovi modelli di sciopero, chiedendone la proclamazione, ispirandoci, per quanto possibile, ai potenti atti di disobbedienza civile di Greta”. Più che altro è necessaria creatività per capire cosa voglia dire una formulazione del genere.

In terzo luogo, alla fine dell’assemblea la presidenza non ha fatto nessuna proposta di elezione di un coordinamento nazionale nonostante nelle scorse settimane ci fosse stato spiegato che l’assemblea sarebbe stato il momento per avere un coordinamento legittimato dopo quello autocostituitosi per necessità nella prima fase del movimento. Quando a quel punto molti delegati hanno proposto che fosse eletto democraticamente un coordinamento, la presidenza si è categoricamente rifiutata di farlo. Si fa finta che questo voglia dire che c’è democrazia, ma l’unica cosa che ci sarà è un gruppo che gestirà il movimento, prenderà le decisioni, scriverà i comunicati stampa, andrà a incontrare le istituzioni, parlerà dai palchi senza essere stato eletto da nessuno, esattamente come ce n’è stato uno che ha gestito l’assemblea nazionale e ha poi scritto un report mettendoci quello che voleva, senza permettere che si votassero i punti o degli emendamenti.

Un movimento come il nostro, che lotta per un cambiamento di sistema a livello planetario contro le più grandi multinazionali del mondo e un intero sistema politico al soldo di questi interessi non può avere al suo interno dinamiche di questo genere. Abbiamo bisogno di idee chiare e di un funzionamento democratico per discuterle; oltre che di una struttura organizzativa che ci permetta di dare forza alle nostre istanze.

È stato sollevato l’argomento per cui non si devono definire posizioni chiare per non mettere a repentaglio l’unità del movimento. È un argomento pericoloso, perché permette a chiunque di paralizzare il movimento e impedirgli di prendere posizione. Da questo punto di vista una cosa positiva dell’assemblea nazionale è che si è presa una posizione netta contro le grandi opere che distruggono l’ambiente, fra cui il Tav e il Tap (anche se non sono citate nel report finale). Ci possono essere persone che hanno illusioni in queste opere così come in questo sistema, ma il nostro compito non è annacquare le posizioni, ma spiegare come stanno davvero le cose.

La lotta per salvare il pianeta pone già una divisione nella società, fra chi fa profitti sulla distruzione della natura e sullo sfruttamento delle persone e chi lotta per una società diversa. Il pericolo più grande oggi non viene da chi attacca frontalmente il movimento, ma da chi lo riempie di complimenti per renderlo inoffensivo spiegando che questi due interessi siano conciliabili fra loro.

Vogliamo l’unità nel movimento? Certo, ma una vera unità si può avere solo ponendo sul tavolo le questioni con chiarezza, discutendole apertamente e prendendo le decisioni in modo democratico, non impedendo la discussione.

Per queste ragioni come attivisti di Fridays for Future riteniamo necessario che si rispetti il dibattito dell’assemblea nazionale e che si chiariscano questi punti:

  1. La lotta per il clima e per l’ambiente è una lotta contro il capitalismo. Questo sistema non è riformabile e deve essere sostituito da un sistema dove la produzione e la distribuzione siano gestiti dai lavoratori e dalla popolazione per le esigenze sociali e ambientali.

  1. L’opposizione alle grandi opere dannose significa appoggio esplicito e attivo, fra gli altri, ai movimenti NoTav, NoTap, No Triv e i movimenti contro le grandi opere che si sono mobilitati a Roma il 23 marzo. Non può esistere un ambientalismo che difenda queste opere.

  1. Il movimento FFF lavora per estendere la mobilitazione ai lavoratori, che con lo sciopero possono bloccare il sistema produttivo, e fa appello ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali perché il 24 maggio sia convocato uno sciopero generale come parte del Global Strike for Future. Saremo presenti alle mobilitazioni dei lavoratori per portare questo appello.

  1. Entro la metà di giugno deve essere convocata una nuova Assemblea nazionale con una discussione e una modalità di decisione democratica, in cui sia eletto con criteri chiari un coordinamento nazionale composto da delegati revocabili in qualsiasi momento dall’istanza che li ha eletti. Lo stesso vale per eventuali organismi più ristretti che devono essere eletti e revocabili in qualsiasi momento da chi li ha eletti.

 

Francesco Favalli (portavoce all’assemblea nazionale da FFF Crema)

Ugo Muraca (portavoce all’assemblea nazionale da FFF Messina)

Pier Paolo Ritrovato (portavoce all’assemblea nazionale da FFF La Spezia)

Fridays for future Crema

Fridays for future Pavia

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