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La cortina fumogena dell’“emergenza immigrazione”

È in atto in Italia una gigantesca campagna di “distrazione di massa” da parte del governo Meloni. “Invasione di migranti”, “Assedio alle coste italiane”, “Emergenza immigrazione”, questi sono alcuni dei titoli di giornali e tv che fanno eco alla propaganda della destra.

 

Propaganda e realtà

Qual è la realtà? Secondo i dati del ministero dell’Interno, al 25 settembre sono arrivati in Italia 133.005 migranti nel 2023. Sono quasi il doppio di quelli registrati l’anno scorso nello stesso periodo (69.806), tuttavia equivalgono a poco più dello 0,2% dei residenti di questo paese.

Nel 2022, nel frattempo, abbiamo visto un altro afflusso di profughi, che non figura nelle statistiche del ministero: gli ucraini rifugiati in Italia dopo lo scoppio della guerra, che ammontano a circa 175mila. In questo caso nessuno ha gridato all’emergenza o all’invasione. Le strutture dell’accoglienza hanno retto a meraviglia.

Evidentemente per chi ci governa esistono immigrati di serie A e di serie B e questi ultimi vengono utilizzati come capro espiatorio di tutti i problemi del paese. Inflazione? Salari da fame? Morti sul lavoro? Sanità allo sfascio? Silenzio tombale. Meglio usare come capro espiatorio per tutti i mali del Belpaese i disperati che rischiano la vita nel Mediterraneo.

Non c’è stata nessuna tregua ai respingimenti, nemmeno dopo il terremoto in Marocco o l’ecatombe provocata dall’alluvione a Derna, in Libia. Ecco i “valori cristiani” della Presidente del consiglio!

La natura vessatoria e razzista del governo raggiunge punte tra l’ignobile e il grottesco quando richiede una cauzione di 5.000 euro ai migranti per evitare la detenzione nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR), naturalmente assicurata da fideiussione bancaria. Non ci risulta che esistano filiali bancarie sui barconi o negli hotspot…

Gli sbarchi di queste settimane evidenziano il fallimento di Meloni e soci. Uno dei leit-motiv della campagna elettorale alle scorse politiche era stato il “No all’immigrazione di massa” all’insegna dei “blocchi navali nel Mediterraneo”.

La storia dell’immigrazione negli ultimi trent’anni dimostra che è semplicemente impossibile impedire gli arrivi di chi fugge da miseria e guerra alla ricerca di un futuro migliore. Le politiche di respingimento dei migranti servono solo a provocare naufragi e tragedie come quella di Cutro, una vera e propria strage di Stato dove, oltre ai 94 morti accertati, mai si saprà il numero dei dispersi in mare.

 

Le misure del governo

A seguito di quella strage, il governo ha proceduto su quattro fronti: 1) restringere le operazioni delle ONG “complici degli scafisti”; 2) aumentare il numero dei CPR e potenziarli; 3) stipulare accordi con i paesi africani per impedire le partenze; 4) rendere impossibile la conversione della “protezione speciale” in permesso di soggiorno per ragioni lavorative.

Vignetta di Mauro Biani

La guerra alle ONG (passate da salvare il 19,6% dei profughi nel 2019 al 7% quest’anno) non è servita a diminuire gli sbarchi né a decongestionare Lampedusa e la Sicilia. L’84,4% degli arrivi nel 2023 è avvenuto sulle sue coste: un record.

Le scene apocalittiche dell’hotspot di Lampedusa, divenuto unico approdo a seguito del sostanziale divieto di soccorso in mare, sono funzionali ad amplificare la retorica dell’emergenza.

I CPR, pur con diverse denominazioni, esistono da 25 anni, inaugurati dal governo di centrosinistra di Prodi, con la legge Turco-Napolitano (sì, proprio lui, il presidente emerito appena defunto). Sono centri di detenzione al centro di numerosi scandali di torture e maltrattamenti e in molti casi gestiti da privati, con i soldi dello Stato. Il governo propone di prolungare la permanenza massima in questi centri da 12 a 18 mesi. Gli immigrati reclusi in questi lager non hanno commesso nessun reato penale, sono solo senza permesso di soggiorno.

La Meloni si fa vanto degli accordi con la Tunisia per limitare le partenze. L’Unione Europea ha stanziato 127 milioni di euro allo scopo. Mentre il paese è sull’orlo della bancarotta, il presidente Saied reprime gli scioperi e scatena il veleno xenofobo aizzando la caccia all’uomo contro i migranti subsahariani. Ma tutto questo non preoccupa la “democratica” Europa, che ha deciso di chiudere tutti e due gli occhi sulle violazioni dei diritti umani (come già fatto per accordi simili con Turchia e Libia) per proteggere le “sacre frontiere”.

La stretta sulla conversione della protezione temporanea in permessi di lavoro non farà che aumentare i clandestini e dunque la manodopera a basso costo, così preziosa nelle campagne e nei cantieri per i padroni. Addirittura viene esclusa la concessione per “gravi condizioni psicofisiche”. D’altra parte sarebbe imbarazzante ammettere che i traumi subiti dai migranti siano effetto delle torture subite nelle prigioni libiche, finanziate dal governo italiano con 57,2 milioni di euro dopo l’accordo stipulato da Minniti (PD) nel 2017.

 

L’Unione Europea è complice

Questa cortina fumogena sulla questione immigrazione rimane fitta anche e soprattutto per l’assenza di un’alternativa a sinistra. I governi a guida PD in passato hanno portato avanti politiche simili, usando solo un fragile paravento fatto di linguaggio “politically correct” e solidarietà stile Caritas. Lo stesso fanno oggi le amministrazioni locali di centrosinistra con le loro politiche securitarie.

La soluzione proposta da questi leader “progressisti” (a cui si accoda la sinistra “movimentista”) consiste nell’intervento dell’Unione Europea a favore dei migranti.

Ma l‘Unione Europea è già intervenuta ed ha scelto da che parte stare. Ha raggiunto a giugno un accordo per procedure più rigorose rispetto all’accoglienza. Finanzia i governi reazionari e le dittature nel Mediterraneo. Ha una forza di polizia, Frontex, che è adibita alla “protezione delle frontiere esterne dello spazio di libera circolazione dell’UE”. Che l’UE possa agire da argine alle politiche della Meloni è una pura illusione.

Ben altro è il programma che ci serve. Lottiamo per garantire corridoi umanitari e viaggi sicuri per tutti; per l’abolizione di tutte le leggi razziste sull’immigrazione, compreso il reato di immigrazione clandestina; per l’abolizione della logica dei flussi e per il permesso di soggiorno per tutti.

Il razzismo è un’arma dei padroni e dei loro politici per dividere i lavoratori. Una politica di unità di classe fornirebbe la forza per squarciare la cortina fumogena della destra e aprire una nuova stagione di lotte anti-razziste.

6 ottobre 2023

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