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falcemartello n. 1 – introduzione

Senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario.

(Lenin, Che fare?)

La rivista che avete tra le mani rappresenta il “nuovo inizio” di falcemartello. Comincia una nuova serie della pubblicazione che per trent’anni è stata l’organizzatore collettivo dei militanti italiani della Tendenza marxista internazionale, i compagni di Sinistra Classe Rivoluzione. Da giornale mensile per l’intervento nel movimento operaio e giovanile, a partire da questo primo numero della nuova serie, falcemartello diventa una rivista teorica quadrimestrale, affiancando il nuovo quindicinale Rivoluzione. Perché c’è bisogno di Rivoluzione e quindi c’è bisogno anche di teoria. Non una teoria fatta di nozioni e ambizioni accademiche sarà l’oggetto di questa nuova pubblicazione, cercheremo invece di mettere a disposizione la teoria necessaria a formare quadri che si impegnino quotidianamente nella costruzione di un’alternativa rivoluzionaria al sistema capitalista in Italia e a livello internazionale.

Commentando la posizione di avanguardia che il movimento operaio tedesco aveva assunto a livello europeo alla fine del XIX secolo, Engels scrisse: “Per quanto tempo gli avvenimenti lasceranno loro questo posto d’onore, non si può dire. Ma sino a quando lo occuperanno, è sperabile che essi eseguiranno il loro compito come si conviene. Per questo occorre che gli sforzi siano raddoppiati in ogni campo della lotta e dell’agitazione. Precisamente sarà dovere di tutti i dirigenti chiarire sempre di più tutte le questioni teoriche, liberarsi sempre più completamente dall’influsso delle frasi fatte proprie dalla vecchia concezione del mondo, e tener presente che il socialismo, da quando è diventato scienza, va trattato come una scienza, cioè va studiato. Ma l’importante sarà diffondere tra le masse, con zelo accresciuto, la concezione che così si è acquisita e che sempre più si chiarita” (Prefazione alla terza edizione de La guerra dei contadini in Germania, 1875).

Lotta, agitazione, teoria sono tre aspetti inscindibili dell’attività politica dei marxisti, perché un’organizzazione rivoluzionaria, attraverso i suoi quadri, deve avere gli strumenti per analizzare la situazione, delinearne le prospettive di sviluppo, e in base a queste affrontare le scelte tattiche rispondenti alle esigenze del momento. Questi non sono compiti che si improvvisano ma che possono avvantaggiarsi di oltre un secolo e mezzo di esperienza del movimento operaio internazionale, in cui situazioni rivoluzionarie o pre-rivoluzionarie, fasi di ascesa delle lotte, così come le sconfitte, i periodi di reazione e di riflusso sono fonti dense di insegnamenti. Non è un caso che i bolscevichi organizzassero seminari sulla storia della Comune di Parigi, unico esempio di rivoluzione proletaria su cui potevano basarsi all’epoca, e che il rivoluzionario russo Trotskij ebbe modo di dire negli anni ’30 che “un’intera generazione di marxisti si era formata sullo studio della Rivoluzione russa”.

Questo però non vuol dire che dallo studio delle rivoluzioni e delle esperienze passate pensiamo di estrapolare formule bell’e fatte da applicare meccanicamente alla situazione attuale; troveremo però un metodo che ci possa permettere di analizzare i processi in corso riuscendo ad individuarne le tendenze fondamentali, discernere l’essenziale dall’inessenziale, andare al di là della superficie.

Cercheremo di applicare questo metodo già nelle pagine di questo primo numero, in cui articoli storici riguardanti esperienze del passato saranno affiancati da articoli di attualità in cui affronteremo avvenimenti e processi nuovi che, particolarmente nella fase storica attuale, si susseguono ad un ritmo incalzante con cambiamenti spesso inaspettati: ad esempio, l’ascesa di nuove formazioni politiche nel contesto di crisi di quelle tradizionali, come Syriza e Podemos.

Vogliamo fare della teoria marxista uno strumento vivo di analisi ed elaborazione su quanto ci circonda, è un obiettivo ambizioso ma imprescindibile per il compito altrettanto ambizioso che ci diamo come militanti rivoluzionari, quello di abbattere il sistema capitalista. Nel farlo polemizzeremo con quelle concezioni e quelle teorie che riteniamo allontanino il movimento operaio dall’assunzione della tattica e delle parole d’ordine più adeguate. Per polemica non intendiamo però una rissa fatta a suon di slogan e citazioni, ma entrare nel vivo dei dibattiti che si sviluppano nella lotta politica andando, se necessario, a riprendere e analizzare le influenze teoriche del passato che spesso riecheggiano nelle discussioni a cui partecipiamo oggi. Diverse delle posizioni sviluppate dalle correnti teoriche di cui trattiamo in questo primo numero – operaismo, anarcosindacalismo, anarchismo, sindacalismo rivoluzionario –, le ritroviamo infatti in formazioni e movimenti che cercano uno sbocco alla crisi in cui sono entrate le organizzazioni politiche tradizionali del movimento operaio, in Italia e non solo.

Infine, non trascureremo tutto ciò che riguarda l’arte e la cultura che, seppur non entrano direttamente nei compiti immediati di un’organizzazione rivoluzionaria, sono comunque aspetti fondamentali nella formazione teorica dei suoi quadri che si sono spesso intrecciati con la storia dei movimenti rivoluzionari, anche segnandone le tradizioni culturali.

L’obiettivo che perseguiremo nelle pagine del nuovo falcemartello sarà quello di fare vivere la teoria marxista come strumento di studio del passato e di analisi dei nuovi avvenimenti, non per commentarli da osservatori ma per potervi intervenire e, come diceva Engels, “diffondere tra le masse” il risultato di questa elaborazione per conquistarle ad un’alternativa rivoluzionaria.

La redazione, giugno 2015

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