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Costruiamo il Partito Comunista Rivoluzionario!

Tra il 12 e il 14 aprile si è svolto a Marina di Massa il congresso nazionale di Sinistra Classe Rivoluzione che ha lanciato la campagna per la costruzione del Partito Comunista Rivoluzionario. Pubblichiamo di seguito l’appello “Costruiamo il Partito Comunista Rivoluzionario!”, nei prossimi giorni seguirà un resoconto del congresso.

 

 

“Le classi dominanti tremino al pensiero di una rivoluzione comunista.
I proletari non hanno da perdervi che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare”.

 

Oggi una nuova generazione si sta risvegliando. Nauseata dalla società in cui viviamo, alla ricerca di un’alternativa, non troverà parole più vere di queste, con le quali Marx ed Engels chiudevano il Manifesto del Partito Comunista.

Il sistema capitalista come nessun altro nella storia umana combina la miseria per le masse con l’opulenza per una piccola minoranza di parassiti, che conducono vite da favola consumando la ricchezza prodotta dal lavoro altrui.

Questo piccolo strato privilegiato tiene in ostaggio l’umanità. Mantiene in vita con tutte le sue forze un sistema in declino irreversibile, incurante delle sofferenze del resto della popolazione. Guerre, repressione, carestie, disoccupazione… sono tutti prezzi accettabili in nome degli “interessi superiori”.

La vomitevole ipocrisia con la quale a Gaza, settimana dopo settimana, si è lasciato che 40mila uomini, donne e bambini venissero massacrati senza alzare un dito, toglie alle classi dominanti qualsiasi legittimità oggi e per il futuro. È un solco profondo che resterà inciso a lungo nella coscienza di massa.

Secondo alcuni questo stato di cose è doloroso ma inevitabile. Dei consolatori di anime, stiano su un pulpito, su uno scranno parlamentare o su una cattedra, non sappiamo che farcene; il nostro obiettivo è spezzarlo, questo stato di cose.Da un punto di vista oggettivo questo è del tutto possibile. Le immense forze produttive che esistono oggi a livello mondiale, frutto della fatica, dell’ingegno, della creatività di miliardi di lavoratori accumulati lungo secoli, sarebbero in grado di risolvere in tempi relativamente rapidi i principali problemi che affronta oggi l’umanità, a condizione di essere usate secondo un piano razionale e sotto il controllo dei lavoratori.

Povertà, malnutrizione, malattie curabili e distruzione ambientale potrebbero essere lasciate alle nostre spalle come retaggi di una società passata. Per non parlare delle guerre in cui la povera gente viene massacrata in nome dell’avidità imperialista di questa o quella classe dominante. Un’economia pianificata a livello internazionale permetterebbe un’elevazione senza precedenti del livello di vita delle masse, che sarebbe anche la base materiale per il superamento degli Stati nazionali e una piena collaborazione fra i popoli.

La redistribuzione del lavoro necessario secondo un piano razionale, sfruttando le migliori tecnologie, permetterebbe da un lato di eliminare la disoccupazione e dall’altro di ridurre l’orario di lavoro.

Tutto questo non è solo possibile: è l’unico sviluppo razionale per l’umanità. Tuttavia non avviene perché nel capitalismo i mezzi di produzione sono in mani private e sono usati per perseguire il profitto privato, in un sistema di mercato. Già oggi viene prodotto più cibo di quanto sia necessario per sfamare l’intera popolazione mondiale, ma quel che non può essere acquistato viene lasciato marcire piuttosto che essere distribuito gratuitamente. Esistono le conoscenze scientifiche e le risorse tecnologiche per risolvere il problema energetico e ambientale, ma non viene fatto perché non crea profitto immediato. Le strutture mediche private restano sottoutilizzate perché disponibili solo a pagamento, mentre milioni di persone non hanno accesso alle cure mediche.

Ad essere irrazionale è la sopravvivenza di un sistema simile, ed è un utopista chi pensa che i problemi delle masse possano essere risolti senza rompere con il sistema capitalista.

Il capitalismo è un sistema guidato da proprie leggi, prima fra tutte la ricerca del profitto privato, che è generato inevitabilmente dallo sfruttamento dei lavoratori. Un sistema dove il potere reale sta nelle mani di chi possiede i grandi capitali e i mezzi di produzione. È evidente che la classe dominante non rinuncerà mai ai propri privilegi e li difenderà ad ogni costo.

La necessità di un partito rivoluzionario

Sebbene le condizioni oggettive per questo passaggio esistano già, dobbiamo prendere atto che in nessun paese esiste oggi un partito rivoluzionario con una base di massa che possa garantire la vittoria di un movimento rivoluzionario.

Questo non vuol dire che non ci saranno lotte, movimenti di massa e anche rivoluzioni, anzi. Ma senza una direzione politica che indichi come spezzare le basi del capitalismo e creare una struttura economica e politica alternativa, anche i movimenti più combattivi alla fine rifluiscono e la classe dominante si può riorganizzare per riprendere il controllo della situazione. Ci sono decine di esempi di paesi in cui le masse si sono rivoltate contro le politiche del capitalismo, ma neppure la lotta più generosa, da sola, è sufficiente a rovesciare definitivamente il sistema. Per farlo è necessario un partito sul modello del partito bolscevico, che permise alla classe operaia russa di prendere il potere nell’ottobre del 1917.

Alcuni attribuiscono l’assenza di un partito rivoluzionario al fatto che le persone sono “per loro natura” politicamente arretrate. È un’idea superficiale e sbagliata. La classe operaia nella storia ha costruito poderose organizzazioni politiche e sindacali. Da un punto di vista storico, l’attuale arretramento delle forze organizzate del movimento operaio è invece il prodotto degli errori e dei tradimenti delle loro direzioni, in particolare di quelle staliniste. Lo stalinismo fu una caricatura mostruosa del comunismo, un prodotto dell’arretratezza e dell’isolamento della rivoluzione russa, che si impose per mezzo dell’eliminazione politica e poi fisica dei migliori quadri del partito bolscevico. I limiti di quel regime burocratico portarono al crollo dell’Unione Sovietica all’inizio degli anni ’90 e alla restaurazione del capitalismo in Russia. Ma da un punto di vista internazionale, esso provocò la deformazione politica dei partiti comunisti in tutto il mondo, che da strumenti per lottare contro il sistema si trasformarono nel loro opposto.

L’Italia ne è un esempio lampante. Per ben due volte nella storia, prima con la Resistenza e poi con i movimenti del ’68-69 e degli anni ’70, milioni di lavoratori e di studenti in Italia scesero in campo contro il potere della borghesia, cercando un cambiamento rivoluzionario. Ma in entrambi i casi i dirigenti del PCI tradirono quelle speranze, alleandosi con la borghesia in nome delle “riforme” e condannando così le masse alla sconfitta. Alla fine, in piena coerenza con questi tradimenti, liquidarono il loro stesso partito in quello che oggi è il Partito Democratico.

Lo stesso avvenne più tardi, su scala minore, con Rifondazione Comunista, un partito che aveva una base di più 100mila militanti, ma che per la stessa impostazione riformista finì con l’appoggiare ben due governi di centrosinistra e col distruggere il partito.

In queste impostazioni sta la radice dell’assenza di una opposizione credibile oggi al governo Meloni, nel movimento operaio e studentesco.

Non una astratta “arretratezza” delle masse, ma questi dirigenti e queste idee hanno distrutto quelle organizzazioni, e hanno creato per tutto un periodo un profondo scetticismo verso la parola “comunismo”, deformandone il suo reale significato, e verso l’idea di organizzarsi in un partito politico. Ma questo oggi sta cambiando.

Il risveglio di una nuova avanguardia

La corrente della storia ha invertito la sua direzione. Una nuova generazione si sta risvegliando alla vita politica. È nata nella crisi del capitalismo e capisce lucidamente che questo sistema non ha nessun futuro da offrire. Un settore più avanzato si è già spinto oltre e ha deciso che è necessario attivarsi, e farlo per rovesciare completamente questo sistema, sotto la bandiera del comunismo.

A questi giovani vogliamo dire una cosa: avete ragione voi. E siete più di quanti pensiate. Negli ultimi mesi la nostra organizzazione, la Tendenza Marxista Internazionale, ha lanciato in tutto il mondo la campagna Sei comunista? Allora organizzati. Decine di migliaia di persone ci hanno contattati, entusiaste perché scoprivano che esisteva un’organizzazione comunista alla quale unirsi, per formarsi politicamente, confrontarsi e soprattutto per potersi attivare collettivamente.

Anche in Italia questo ha permesso una rapida crescita di Sinistra Classe Rivoluzione. Abbiamo costruito una presenza in nuove scuole, università e posti di lavoro. Siamo intervenuti avanzando una prospettiva rivoluzionaria nel movimento per la Palestina, per tradurre la rabbia in un programma di azione.

Ad ogni passaggio abbiamo potuto verificare quante siano le persone che sentono la necessità di un’organizzazione, di un partito veramente comunista, nelle idee, nel programma e nei metodi.

È giusto. Questo è quello che serve. Per questo oggi lanciamo un appello: rispondiamo a questa necessità e costruiamo in Italia il Partito Comunista Rivoluzionario.

Dobbiamo trasformare migliaia di elementi avanzati ma isolati in una vera e propria avanguardia, una forza reale radicata nella società e preparata politicamente e organizzativamente per intervenire nelle scuole, nelle facoltà e nei posti di lavoro, nei movimenti e nelle organizzazioni della classe operaia.

Non lo faremo solo in Italia. A giugno la conferenza mondiale della TMI sancirà la nascita dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria, di cui il PCR costituirà la sezione italiana. In tutto il mondo i nostri militanti stanno costruendo le forze del comunismo rivoluzionario.

Facciamo un appello a tutti coloro che condividono questa necessità a partecipare alla costruzione del PCR. Proponiamo come base politica il Manifesto dell’ICR, a cui invitiamo a dare la più ampia circolazione possibile e sul quale organizzare discussioni politiche ovunque da qui all’autunno, quando lanceremo ufficialmente il PCR in una grande assemblea nazionale.

Il nostro obiettivo oggi non è ancora quello di costruire un partito di massa. Ma dobbiamo riuscire a costruire in tutto il mondo partiti di migliaia di militanti comunisti, preparati e organizzati, che possano intervenire nei processi di massa che si preparano davanti a noi. I grandi scioperi in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e l’oceanica lotta dei lavoratori francesi dello scorso anno mostrano il futuro.

Non possiamo sottovalutare l’importanza di questo compito. Le turbolenze politiche che stiamo vivendo, che pure rappresentano già un salto di qualità rispetto ai passati decenni di relativa stabilità del sistema, saranno ricordate come piccole scosse di avvertimento delle convulsioni della lotta di classe che si preparano.

Anche in Italia ci saranno movimenti di massa, crisi prerivoluzionarie e rivoluzionarie. Quando questo avverrà dovremo rispondere alla domanda: abbiamo a disposizione una forza che ci permetta di intervenire seriamente negli eventi? Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo per costruirla? Il periodo immediatamente davanti a noi in ultima analisi darà la risposta a queste domande, e da quale sarà la risposta dipenderà molto dei futuri sviluppi dello scontro sociale. Chiunque comprenda questa necessità, è chiamato a fare la sua parte.

Contro il capitalismo e l’imperialismo!
• Per la rivoluzione comunista!
• Costruiamo il Partito Comunista Rivoluzionario e l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria!
• Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!

 

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