Verso l’8 marzo – Rivoluzionarie contro il patriarcato!

L’Europa senza l’America, una strada buia da percorrere
11 Febbraio 2025
Presentazione del libro “Storia della filosofia” a Cosenza!
12 Febbraio 2025
L’Europa senza l’America, una strada buia da percorrere
11 Febbraio 2025
Presentazione del libro “Storia della filosofia” a Cosenza!
12 Febbraio 2025
Mostra tutto

Verso l’8 marzo – Rivoluzionarie contro il patriarcato!

Pubblichiamo il testo del volantino della campagna del PCR verso l’8 marzo – Rivoluzionarie contro il patriarcato! e verso l’assemblea nazionale del 7 marzo. Per partecipare in presenza dalla tua città e avere informazioni sulle iniziative clicca qui. Per il pdf del volantino clicca qui.

 

Verso l’8 marzo – Rivoluzionarie contro il patriarcato!

Il patriarcato come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975.” (Giuseppe Valditara)

C’è un’incidenza maggiore nei casi di violenza sessuale da parte di persone immigrate.” (Giorgia Meloni)

Quando si parla della condizione delle donne questo governo non perde mai occasione per le sue provocazioni sessiste e razziste.

Provocazioni che sfiorano l’affronto quando Meloni, Valditara, Roccella & co. sostengono di aiutare le donne. I bonus erogati una tantum a chi fa un figlio nascondono con l’efficacia di una foglia di fico il processo di smantellamento di scuola, servizi per l’infanzia, sanità che ricade come un macigno sulle spalle delle donne.

Qualche dato val la pena citarlo. Ad esempio che i posti negli asili nido coprono appena un quarto dei bambini nella fascia 0-2 anni, e di quelli disponibili circa la metà sono in strutture private, mentre dei fondi del PNRR destinati a rafforzare l’offerta appena il 25% è stato utilizzato.

O che 300 sono i consultori di cui si è registrata la chiusura all’ultimo censimento del 2019, aggravando ancora di più la distanza rispetto alla copertura, mai raggiunta, prevista dalla legge… mentre le associazioni cattoliche anti-abortiste grazie al governo sono riuscite a penetrare all’interno dei pochi che ci sono e, loro sì, ad accedere ai fondi del PNRR!

E che dire dei requisiti per l’accesso ai finanziamenti per i centri anti-violenza? Che vanno sempre più nella direzione di favorire strutture sanitarie private a scapito dei centri storicamente gestiti da associazioni di donne.

O del clima che si respira nelle scuole, dove la figura dei presidi è sempre più addetta alla repressione e all’oppressione, che sia nell’insabbiare casi di molestie nei confronti delle studentesse o nel controllo bigotto del loro abbigliamento.

Questo è un governo che attacca le donne, così come attacca le condizioni di tutta la classe lavoratrice.
Eppure la cosiddetta opposizione parlamentare, non solo non alza un dito contro tutto questo, ma si spertica in appelli ad azioni condivise e non fa mancare il suo sostegno quando i soldi vengono destinati… alla spesa militare!

Ogni anno, attorno a ricorrenze come il 25 novembre e l’8 marzo veniamo sommersi da una nauseante e ipocrita retorica bypartisan a tutela delle donne. La rispediamo al mittente con rivendicazioni che rispondano ai peggioramenti imprimendo allo stesso tempo una netta inversione di tendenza.

Il Partito Comunista Rivoluzionario lotta per:

  • finanziamenti allo stato sociale per garantire scuole, asili, mense, lavanderie pubbliche e gratuite per liberare le lavoratrici dal fardello del lavoro domestico socializzandolo;
  • rafforzamento della rete dei consultori;
  • abolizione dell’obiezione di coscienza dalla legge 194 sul diritto di aborto;
  • gestione democratica dei consultori e dei centri anti-violenza da parte di associazioni di donne;
  • espulsione di tutte le organizzazioni cattoliche e anti-abortiste dai consultori e dalle scuole;
  • abolizione dell’ora di religione, al suo posto: corsi di educazione sessuale fuori dal controllo di istituzioni e autorità scolastiche, ma gestiti dagli studenti in collaborazione con operatrici e operatori di consultori e centri anti-violenza.

è nella mobilitazione delle donne e degli uomini della classe lavoratrice contro gli uomini e le donne del governo e della classe dominante che questo programma deve trovare le gambe, ma solo con una prospettiva rivoluzionaria e anti-capitalista si può ambire ad una vera liberazione dall’oppressione.

Sono le stesse provocazioni del governo a farci riflettere su questo: sì, ci sono le leggi e la parità formale che nessuno osa mettere in discussione (o quasi, perché ci sono anche, e non caso, i Vannacci di turno), ma l’oppressione patriarcale esiste ancora nelle condizioni di vita concrete e in un sistema culturale ancora imbevuto di discriminazioni e pregiudizi; com’è possibile?

La risposta è nelle potenti radici materiali del patriarcato, che risalgono al momento in cui la società si è divisa tra classi oppresse e classi dominanti. L’oppressione della donna è nata in funzione del mantenimento di questa divisione ed è per questo che sotto il capitalismo non può essere superata.

Lottando per una società comunista, lottiamo anche per eliminare le basi materiali del patriarcato e di ogni forma di oppressione!

 

Condividi sui social