Scioperi in Finlandia: “Se crescono i prezzi devono crescere anche i salari”

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Scioperi in Finlandia: “Se crescono i prezzi devono crescere anche i salari”

L’aumento del carovita ha portato a un’ondata di scioperi in Finlandia, che vanno dalle industrie tecnologiche, chimiche e della plastica, fino ai commessi dei supermercati e ai portuali. Benché i sindacati si siano affrettati a sospendere gli scioperi, negoziando accordi del tutto insufficienti, è chiaro che la lotta di classe in Finlandia si sta acuendo su un fronte molto ampio.

Se da una parte gli indici della borsa finlandese (OMX Helsinki 25) hanno raggiunto livelli da record nel corso della pandemia, per i lavoratori finlandesi si prospettano ora rapidi aumenti dell’inflazione, delle bollette della luce e dei tassi di interesse. Al danno si aggiunge la beffa: la classe dominante finlandese ha intrapreso una dissennata politica estera per inasprire le tensioni e mettersi su un piano di irresponsabile belligeranza con la Russia. D’altro canto sembra che manchino i soldi per soccorrere il sistema sanitario finlandese dalla crisi che l’attraversa, o per pagare gli infermieri sovraccarichi di lavoro e sottopagati, mentre per la spesa militare la classe dominante finlandese apre il portafoglio.

 

Mentre la socialdemocrazia proibisce gli scioperi la lotta di classe si intensifica

La classe dominante finlandese ha usato la pandemia, la guerra e l’inflazione per lanciare un attacco contro i lavoratori. Un anno fa il sindacato degli infermieri ha intrapreso una lotta durissima contro il governo della prima ministra Sanna Marin del Partito socialdemocratico finlandese, che si diceva “amico dei lavoratori” e “storicamente di sinistra”. Marin ha sperperato i consensi che si era conquistata con la sua gestione della crisi del Covid-19 vietando lo sciopero degli infermieri senza battere ciglio.

Il Primo ministro finlandese Sanna Marin

Alla fine gli infermieri hanno ceduto accettando un compromesso. La direzione burocratica dei potenti sindacati dei settori industriali tradizionali non hanno avuto nulla da dire mentre i loro compagni lottavano con le unghie e con i denti per un aumento salariale (comunque sotto i livelli dell’inflazione). Nel frattempo gli infermieri finlandesi sono afflitti da piaghe come la mancanza di personale e bassi salari, non diversamente dagli altri Paesi. Nei reparti di pronto soccorso la situazione è rimasta critica nel corso dell’estate e dell’autunno del 2022, e se la sono a malapena cavata evitando un totale collasso del sistema.

Le attuali condizioni delle strutture sanitarie sono insostenibili in tutta la Finlandia. Giorno dopo giorno si cammina su un filo di lana, gli infermieri restano sovraccarichi e sottopagati. Settori di infermieri lasciano del tutto la professione e sfruttano il diritto di uscire dal registro ufficiale degli infermieri per non essere costretti ad andare al lavoro.

 

Le azioni coordinate sono all’ordine del giorno

Numerose contratti collettivi sono giunti a scadenza all’inizio del febbraio 2023, proprio mentre l’inflazione si gonfiava, come sta facendo dalla fine del 2022. Il Sindacato industriale finlandese (che rappresenta i lavoratori dell’industria pesante e leggera, ndt) il 1° febbraio ha dato inizio a un’ondata di scioperi, con 7 000 operai tecnologici, chimici e della plastica che hanno incrociato le braccia. Il principale messaggio lanciato dal dirigente del Sindacato industriale, Riku Aalto, è stato: “Se i prezzi crescono, devono crescere anche i salari”.

In una mossa mai vista nelle recenti vertenze contrattuali in Finlandia, il sindacato dei servizi PAM ha annunciato uno sciopero per il 2 febbraio mentre erano in corso i negoziati per il rinnovo del contratto di un esercito di addetti dei supermercati. Con una partecipazione massiccia, questo sciopero avrebbe potuto chiudere la maggioranza dei supermercati finlandesi, comprese grandi catene come Prisma, Citymarket e Lidl. I portuali e i lavoratori dei trasporti hanno scioperato il 15 febbraio, causando un grave danno all’export finlandese, dato che il 90% delle esportazioni passano per i porti.

Il governo finlandese ha aiutato i padroni nel tentativo di soffocare l’ondata di scioperi. Il 2 febbraio il mediatore statale ha approfittato dei propri poteri per posporre di due settimane lo sciopero dei lavoratori dei supermercati, decisione giustificata dal fatto che siano “servizi essenziali”. Questo è in linea con una tendenza emergente tra le potenze capitaliste di imporre limiti di legge al diritto di sciopero, vedi lo sciopero dei ferrovieri negli Stati Uniti, che è stato recentemente impedito, e il suddetto sciopero degli infermieri in Finlandia.

Così si è espressa una sbalordita Annika Rönni-Sällinen, presidente del sindacato PAM: “È stato un fulmine a ciel sereno. Le motivazioni ci sembrano incomprensibili e nessuno ci ha mai contattati. Questa decisione limita il diritto dei dipendenti di fare sciopero, che ora è limitato a circostanze del tutto eccezionali. Ci sembra una decisione strana e affrettata”. La crisi sta costringendo lo Stato e i padroni a unire le forze per limitare le rivendicazioni della classe lavoratrice.

Lo sciopero del Sindacato industriale è terminato in modo deludente quando al tavolo di trattativa ha accettato un aumento minimo, del 7% in due anni, ben al di sotto dell’inflazione, che a dicembre 2022 si assestava al 9%. Gli addetti ai supermercati organizzati nel sindacato PAM hanno scioperato il 9 febbraio, nonostante il rinvio imposto dal governo, ma dopo due giorni lo sciopero è stato interrotto in quanto i dirigenti sindacali del PAM hanno accettato un aumento di €165 al mese, meno della loro rivendicazione iniziale di €200. Questi risultati hanno permesso alla direzione del sindacato di cantare vittoria, ma non questo accordo potrà arrestare la caduta del tenore di vita dei lavoratori.

Lavoratori portuali in sciopero

I portuali e i lavoratori dei trasporti organizzati nel Sindacato dei trasporti (AKT) hanno visto a cosa hanno portato questi negoziati e hanno spinto i loro dirigenti sindacali a rifiutare accordi simili offerti dai loro datori di lavoro. L’Associazione finlandese degli operatori portuali, che rappresenta i padroni, dichiara che lo sciopero costerà €280 milioni al giorno. L’AKT ha minacciato anche di estendere lo sciopero a ulteriori settori dei trasporti all’inizio di marzo se non verranno concessi gli aumenti salariali rivendicati, in linea con l’inflazione. Le compagnie internazionali di logistica che operano in Finlandia, come la DHL,, stanno ora suggerendo ai clienti di usare il trasporto aereo per i corrieri espresso, dato il blocco dei porti, pur avvertendo che la raccolta e la consegna delle merci subirà dei ritardi a causa dello sciopero dei lavoratori dei trasporti.

Il sindacato, per vincere, deve pertanto estendere lo sciopero. Per garantire il blocco della produzione, devono impedire tutte le forme di crumiraggio, sia che siano guidate dai loro stessi datori di lavoro o da un’altra azienda. Il primo passo consiste nell’adoperarsi per coinvolgere i lavoratori del trasporto aereo nelle azioni di sciopero.

È significativo che i sindacati dell’Organizzazione centrale dei sindacati finlandesi (SAK) abbiano lanciato la campagna #Palkkaliitto, che si traduce in “sindacato dei salari”. In altre parole hanno pubblicamente dichiarato solidarietà reciproca rispetto alle rispettive rivendicazioni salariali. Questo è centrale per il sistema finlandese, dove i risultati ottenuti nelle trattative nelle principali industrie dei trasporti vengono viste come apripista per gli aumenti salariali conquistabili anche dagli altri lavoratori, mentre i padroni usano tattiche di divide et impera per isolare e attaccare un piccolo sindacato alla volta con l’intento scoraggiare azioni collettive.

 

La rivolta dei lavoratori finlandesi

Mano a mano che i lavoratori finlandesi vengono coinvolti nella lotta di classe attraverso scioperi come questi, si impareranno lezioni preziose. La lotta stessa rivelerà che gli interessi di classe dei padroni sono diametralmente opposti a quelli dei lavoratori. Inoltre, metterà a nudo la bancarotta di qualsiasi burocrate sindacale che predica la collaborazione con i datori di lavoro. I lavoratori impareranno che solo allargando il respiro e la profondità degli scioperi è possibile conquistare concessioni degne di questo nome. Infine impareranno a considerarsi una classe, lottando fianco a fianco con tutti i lavoratori del resto della Finlandia e del mondo. Non funziona un ospedale, non un bambino va a scuola, non un sacchetto della spesa lascia il supermercato e non una nave viene caricata senza la gentile concessione della classe operaia. Quest’ultima deve imparare a fidarsi solo e soltanto della propria forza.

Non c’è dubbio che la crisi inarrestabile del capitalismo sia ormai approdata in Finlandia. Via via che cresce la coscienza di classe tra i lavoratori e si acuisce la crisi, in un futuro non troppo distante incombono delle battaglie decisive con i padroni. Il settore più avanzato dei lavoratori finlandesi deve ora organizzarsi attorno a una tendenza marxista rivoluzionaria in grado di guidare la classe lavoratrice verso il suo obiettivo finale: la rivoluzione socialista mondiale.

Le lotte del futuro saranno proprio volte a questa rivoluzione, per sostituire il bisogno generalizzato con l’abbondanza generalizzata, e vera libertà e democrazia per tutti i lavoratori! Unisciti a Vallankumous, la sezione finlandese della TMI, per aiutarci a costruire una tendenza marxista internazionale e a conquistare tutto questo!

22 febbraio 2023

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