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“Qualcuna di meno”, la triste parabola di un movimento

All’indomani della manifestazione contro la violenza sulle donne del 26 novembre come compagne di Sinistra Classe Rivoluzione siamo intervenute all’assemblea nazionale di non una di meno. Prima dell’inizio dell’assemblea il banchetto con il nostro materiale politico è stato chiuso con la forza da un gruppo di decine di dirigenti di non una di meno che hanno lanciato e calpestato il nostro materiale politico dichiarando apertamente di volerci negare la libertà di espressione delle nostre idee, cosa che è avvenuta anche all’interno dell’assemblea quando abbiamo rivendicato il diritto di spiegare l’accaduto e portare le nostre posizioni.
Una delle motivazioni che ci è stata data è la “eccessiva” visibilità del nostro spezzone dietro lo striscione “Meloni vattene” che ha avuto sui media. Al di là del fatto che non siamo responsabili di ciò che scrivono in modo strumentale i giornalisti che hanno anche affiancato il nostro striscione a slogan che non ci appartengono, rivendichiamo l’importanza per il movimento di lottare contro il governo reazionario e bigotto che fin dalla sua nascita ha dichiarato guerra ai diritti delle donne e delle persone lgbt e consideriamo sorprendente che queste posizioni vengano considerate dalla direzione di non una di meno un corpo estraneo al movimento.
Pensiamo che queste posizioni così come qualunque altra che si ponga l’obiettivo di far avanzare il movimento debbano avere libertà di espressione come nelle migliori tradizioni del movimento operaio e di tutti i movimenti di lotta.
Riteniamo quindi inaccettabile che la direzione di non una di meno abbia posto il veto contro queste idee e allo sviluppo di una discussione democratica, aperta, genuina e schietta. Ora più che mai con un governo pronto all’attacco frontale ai diritti delle donne e delle persone lgbt, riteniamo necessario sviluppare questa discussione e come compagne di Scr continueremo quotidianamente a farlo nei luoghi di lavoro, di studio e nelle piazze, con un’incrollabile fiducia nelle lavoratrici e i lavoratori di questo paese nella lotta contro questo governo.
Grazia Bellamente
Serena Capodicasa
Margherita Colella
Silvia Forcelloni
Martina Gaeta
Arianna Mancini
Chiara Mazzanti
Giada Tramparulo
Elvira Vitale
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