Comunisti contro Stalin: il massacro di una generazione
27 Aprile 2017Trieste – No al divieto dei simboli partigiani il Primo maggio!
30 Aprile 2017Giovedì 27 aprile, studenti e giovani a Parigi, Rennes, Nantes, Tolosa e altre città sono scesi in piazza con presidi e cortei. Le proteste erano rivolte sia contro la reazionaria di destra Marine Le Pen sia contro il liberale Emanuel Macron che si stanno ora affrontando nel secondo turno delle elezioni presidenziali.
In tutto più di 3.000 studenti medi si sono scesi in piazza portando cartelli come “Nè il banchiere, né la razzista!” e “Il vero anti-enstablishment siamo noi!”. Nei cortei, si potevano sentire slogan politici urlati dagli studenti come: “Non dovremmo espellere gli immigrati, ma Marine Le Pen”, “Macron, Le Pen, non li vogliamo” e “Sono le loro elezioni, ma è il nostro futuro”.
Durante molte delle proteste, i giovani si sono scontrati con la polizia in assetto da sommossa che bloccava i cortei e lanciava gas lacrimogeno contro la folla, mentre nel cielo si scorgevano gli elicotteri di sorveglianza. Un ufficiale di polizia a Rennes ha perfino deciso di estrarre la pistola per un breve momento, puntandola verso chi protestava.
A Parigi, dopo il presidio a Place de la Republique, la manifestazione si è mossa attraverso Boulevard Beumarchais, dove il clima si è fatto più teso fra polizia e studenti. Anouk, un sedicenne pakistano del liceo Buffon ha spiegato come le proteste siano state organizzate dagli studenti del liceo come pacifici sit-in in tutta Parigi: “Noi siamo contrari ai valori portati avanti dal Front National e dal momento che non abbiamo diritto al voto, dobbiamo esprimerci in modo diverso”.
Anche a Lione la tensione è aumentata. Gli studenti hanno appeso striscioni sulle porte del municipio, su una si poteva leggere: “Con le mie azioni io voto 365 giorni l’anno. Tu che vieni solo 2 domeniche ogni 5 anni, vota pure come ti sembra opportuno”. Alla fine del corteo, i manifestanti hanno lasciato Place des Terreaux urlando “abbasso il capitalismo”. Un gruppo di giovani ha voluto poi attraversare uno dei ponti della città per unirsi alle proteste dall’altra parte del fiume, ma sono stati fermati dalla polizia, che precedentemente aveva sparato su di loro del gas lacrimogeno.
Le cortège avance dans les rues de #Rennes avec un mot d’ordre #nilepennimacron pic.twitter.com/wJ5JUqPFjO
— FB Armorique (@bleuarmorique) April 27, 2017
Le proteste in tutta la Francia arrivano dopo anni di frustrazione politica fra i giovani e i lavoratori. L’attuale presidente Francois Hollande e il Partito Socialista francese, nonostante le loro promesse, hanno varato innumerevoli provvedimenti all’insegna dell’austerità e permesso alle aziende di tagliare i salari dei lavoratori. Nel frattempo, la disoccupazione giovanile ristagna al 24.6%. Per questo, Hollande e il PS hanno pagato il prezzo ritrovandosi con un partito in profonda crisi e con il loro candidato, Benoit Hamon, che ha ottenuto solo il 6.4% dei voti al primo turno delle elezioni di domenica scorsa. Mentre l’ultima parte della corsa presidenziale mette una razzista di destra contro un ex banchiere, la frustrazione continua ad aumentare fra coloro che affrontano le condizioni più dure.
Con il candidato di sinistra Jean-Luc Melenchon fuori dalla corsa presidenziale, i lavoratori e i giovani possono solo aspettarsi ancora più politiche capitaliste di austerità. La crisi della Francia, come in molti altri paesi europei, si è espressa attraverso una polarizzazione politica di massa alla sinistra e alla destra. I partiti tradizionali dell’establishment, su cui la classe dominante aveva fatto affidamento per decenni, sono in una profonda crisi di autorità. La crescita di Le Pen a destra e di Melenchon a sinistra è un indicatore di questo processo. Le recenti proteste indicano anche che uno settore di giovani sta giungendo a conclusioni perfino più radicali. Molti di questi giovani vedono la crisi che la società affronta non come un risultato di pessime decisioni politiche, ma come il risultato del funzionamento dello sistema capitalista. Non vedono un futuro all’interno dei confini di questo sistema e non si fidano di nessun rappresentante della classe dominante.
Proteste come quelle di questa settimana in tutta la Francia ci mostrano quanto stanchi siano molti studenti e lavoratori dell’austerità, delle menzogne su menzogne dei politici e del sistema capitalista in generale. Il successo di massa di Melenchon, che ha preso il 30% fra i votanti compresi tra i 18 e i 24 anni, è un segno del potenziale per lo sviluppo di movimenti radicali nel prossimo periodo. I giovani che sono scesi in piazza questa settimana riflettono il clima che ribolle sotto la superficie e anticipano i futuri sviluppi all’interno della gioventù e della classe operaia più ampia.
Inevitabilmente le proteste dei giovani e dei lavoratori francesi aumenteranno e diventerà sempre più chiaro che i problemi che la Francia, l’Europa e il mondo affrontano non possono essere risolti entro i limiti del capitalismo. La sola soluzione, come molti giovani stanno stanno capendo in questo momento, è “Né il banchiere, né la razzista”, una rottura col sistema capitalista e una espropriazione dei mezzi di produzione per creare una società realmente equa.