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Lettera di Trotskij a Monatte

di Lev Trotskij

 

 Mio caro amico,

colgo l’occasione per mandarvi i miei più cari saluti e per condividere con voi alcune mie opinioni personali riguardo la situazione del sindacalismo francese che sono, spero, pienamente in accordo con la linea della Terza Internazionale nel suo complesso.

Non vi nasconderò che la gioia che proviamo di fronte ai successi del sindacalismo rivoluzionario è accompagnata da una profonda inquietudine rispetto allo sviluppo delle idee e delle relazioni nel movimento operaio francese. I sindacalisti rivoluzionari di tutte le tendenze formano ancora oggi un’opposizione e si raggruppano e si uniscono proprio a causa della loro condizione di opposizione. Domani, quando sarete i dirigenti della Cgt – perché non dubitiamo che questo momento si stia avvicinando – vi troverete di fronte a questioni fondamentali per la lotta rivoluzionaria. Ed è a questo proposito che è concesso avere una seria inquietudine. La Carta d’Amiens costituisce la pratica ufficiale del sindacalismo rivoluzionario. Per esprimere il più nettamente possibile il mio pensiero dirò che invocare la Carta d’Amiens non vuol dire risolvere la questione ma eluderla. È evidente ad ogni comunista cosciente che il sindacalismo francese d’anteguerra era una tendenza rivoluzionaria molto importante e profonda. La Carta ha rappresentato per il movimento proletario di classe un documento molto prezioso, ma il valore di questo documento è storicamente limitato. Da allora c’è stata la guerra, è stata fondata la Russia dei soviet, un’immensa ondata rivoluzionaria ha attraversato tutta l’Europa, la Terza Internazionale è cresciuta e si è sviluppata, i vecchi sindacati e i vecchi socialdemocratici si sono divisi in tre tendenze ostili. Nuove grandi questioni si pongono davanti a noi… la Carta d’Amiens non ne contiene le risposte. È possibile che nel 1921 si debba ritornare alle posizioni del 1906 e “ricostruire” il sindacalismo d’anteguerra…? Questa posizione è amorfa, conservatrice, rischia di diventare reazionaria.

Come vi immaginate la direzione del movimento sindacalista dal momento in cui avrete la maggioranza della Cgt? I sindacati comprendono comunisti iscritti al partito, sindacalisti rivoluzionari, anarchici, socialisti e grandi masse senza partito. Naturalmente ogni questione d’azione rivoluzionaria deve essere esaminata dall’insieme dell’organizzazione sindacale che abbraccia centinaia di migliaia, milioni di lavoratori. Ma chi trarrà il bilancio dell’esperienza rivoluzionaria, la analizzerà e ne trarrà le conclusioni necessarie, chi elaborerà le rivendicazioni che poi diventeranno parole d’ordine e i metodi di lotta, e chi li applicherà tra le larghe masse? In una parola, chi dirigerà il movimento? Pensate di adempiere questo compito come gruppo della Vie ouvrière? In questo caso, possiamo dire con certezza che accanto al vostro si formeranno altri gruppi che, in nome del sindacalismo rivoluzionario, contesteranno il vostro diritto di dirigere il movimento. Infine, quale atteggiamento avrete nei confronti dei numerosi comunisti sindacalizzati? Che rapporti avrà il vostro gruppo con loro? Potrebbe succedere che comunisti iscritti al Partito siano in maggioranza nella direzione di un sindacato e che sindacalisti rivoluzionari non iscritti al Partito ne dirigano un altro. Le rivendicazioni e le parole d’ordine del gruppo Vie ouvrière potrebbero non essere in accordo con quelle dell’organizzazione comunista. Questo pericolo è reale e può diventare fatale e riportarci dopo qualche mese dalla vittoria al nuovo regno dei Jouhaux, Dumoulin e Merrheim.

Conosco bene l’avversione degli ambienti operai francesi che sono passati dalla scuola del sindacalismo anarchico nei confronti del “partito” e della “politica”.  Sono d’accordo che non si possa prendere bruscamente di petto questo stato d’animo che trova perfettamente spiegazione nel passato ma che è estremamente pericoloso per il futuro. Su questo, posso accettare che ci sia un passaggio graduale dalla vecchia separazione alla fusione completa dei sindacalisti rivoluzionari e dei comunisti in un solo partito, ma dobbiamo porci nettamente e fermamente questo obiettivo. Se ci sono ancora delle tendenze centriste nel Partito, ce ne sono anche nell’opposizione sindacale. L’ulteriore epurazione delle idee è necessaria in entrambi. Non si tratta di subordinare il sindacato al partito, ma dell’unione dei comunisti rivoluzionari e dei sindacalisti rivoluzionari nelle fila di un solo partito, e di un lavoro coordinato, centralizzato, di tutti i membri di questo partito unificato in seno ai sindacati che rimangono comunque autonomi e organizzati indipendentemente dal partito. Si tratta per l’autentica avanguardia del proletariato francese di formare un tutt’uno coerente nella prospettiva di compiere la sua missione storica fondamentale – la conquista del potere –, e di condurre sotto questa bandiera la sua azione nei sindacati, organizzazione fondamentale, decisiva, della classe operaia nel suo complesso.

C’è una certa difficoltà psicologica a varcare la soglia di un partito dopo una lunga azione rivoluzionaria al di fuori di esso, ma sarebbe come tirarsi indietro di fronte alla forma a grande danno della sostanza. Perché, e ne sono convinto, tutto il vostro lavoro precedente non è stato che una preparazione alla fondazione del Partito comunista, alla rivoluzione proletaria. Il sindacalismo rivoluzionario d’anteguerra era l’embrione del Partito comunista. Tornare all’embrione sarebbe un mostruoso arretramento. Al contrario, la partecipazione attiva alla formazione di un Partito comunista autentico richiede la continuazione e lo sviluppo delle migliori tradizioni del sindacalismo francese.

Nel corso di questi anni, ognuno di noi ha dovuto rinunciare ad una parte invecchiata del suo passato per salvare, sviluppare e assicurare la vittoria di quegli elementi del passato che superavano la prova degli avvenimenti. Questo tipo di rivoluzioni interiori non sono facili, ma è solo a questo prezzo che si acquisisce il diritto di partecipare efficacemente alla rivoluzione proletaria.

Caro amico, credo che il momento attuale deciderà per molto tempo le sorti del sindacalismo francese, le sorti della rivoluzione francese. Nelle decisioni da prendere, un ruolo importante ricade su di voi. Infliggereste un colpo molto duro al movimento di cui siete uno dei migliori militanti se, ora che c’è bisogno di una scelta definitiva, voltaste le spalle al Partito comunista, ma sono convinto che non sarà così.

Stringendovi cordialmente la mano, vi mando distinti saluti

Lev Trotskij

13 luglio 1921

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