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10 Aprile 2020Intervista a Ted Grant (2004) – Le ragioni teoriche della degenerazione della Quarta Internazionale
Oggi concludiamo – per il momento – la serie di articoli dedicati al dibattito nella Quarta Internazionale dopo la Seconda guerra mondiale, e in particolare alla polemica tra la direzione internazionale e la sezione britannica, il Revolutionary Communist Party (RCP). Lo facciamo pubblicando un’intervista, realizzata nel 2004 per il sito marxist.com, a uno dei protagonisti di quel periodo, Ted Grant, il principale teorico dell’RCP e successivamente uno dei fondatori della Tendenza Marxista Internazionale. Nel corso dell’intervista Ted Grant, oramai verso la fine della sua vita, ripercorre gli avvenimenti degli anni ‘40, sulla base delle sue esperienze concrete e alla luce degli eventi successivi. Se il precedente materiale pubblicato riguardava soprattutto le questioni politiche fondamentali al centro dello scontro, in particolare le prospettive economiche e il ruolo dell’Unione Sovietica stalinista, questa intervista getta maggiormente luce su un altro aspetto: l’utilizzo da parte dei dirigenti della Quarta di metodi inaccettabili in un’organizzazione rivoluzionaria.
La redazione
D: Nel 1946 l’RCP ha proposto una serie di emendamenti dettagliati, scritti da te, al Manifesto della Quarta Internazionale. Quali erano gli elementi di divergenza?
R: C’erano tutta una serie di divergenze di carattere fondamentale. Dopo la morte del Vecchio (così veniva chiamato Trotskij dai militanti della Quarta Internazionale, NdT), i leader della Quarta Internazionale si trovarono in una situazione completamente al di là delle loro capacità. Mandel, Pablo, Frank, Hanson e gli altri avevano una posizione totalmente estremista. Ripetevano ciò che Trotskij aveva detto nel 1938 senza capirne il metodo. Di conseguenza finirono nei guai.
D: Qual è stata l’origine del loro errore?
R: La Seconda guerra mondiale si sviluppò in un modo che nemmeno il più grande marxista avrebbe potuto prevedere. Non solo Trotskij, ma anche Hitler, Churchill, Roosevelt e Stalin non riuscirono a prevedere quello che sarebbe accaduto. La seconda guerra mondiale in Europa fu di fatto una gigantesca battaglia tra l’Armata Rossa e Hitler, che aveva tutte le risorse dell’Europa dietro di sé. La vittoria dell’URSS rafforzò lo stalinismo per un intero periodo storico. Allo stesso tempo, i riformisti e gli stalinisti salvarono il capitalismo in Europa. Questo fornì le basi per una ripresa del capitalismo, che successivamente si sviluppò in un’enorme crescita economica. Per questi motivi le forze del trotskismo si trovarono in una posizione difficile, a causa del rafforzamento del riformismo e dello stalinismo. Le illusioni verso lo stalinismo furono ulteriormente rafforzate dalla vittoria della rivoluzione cinese nel 1949 e dal rovesciamento del capitalismo, sebbene in modo burocratico e distorto, nell’Europa orientale.
D’altra parte, anche la strada per raggiungere i lavoratori riformisti ci era preclusa. La ripresa economica consentì ai leader riformisti di attuare riforme di vasta portata. Il governo laburista in Gran Bretagna (insediatosi nel 1945, Ndt) fu l’unico governo laburista nella storia che realizzò effettivamente il suo programma. C’erano enormi illusioni tra i lavoratori. Eravamo isolati. La direzione della sezione britannica della Quarta Internazionale (il Revolutionary Communist Party) aveva già tratto la conclusione che, a causa di questi sviluppi, le prospettive delineate da Trotsky nel 1938 erano state contraddette dalla storia. Divenne quindi necessario elaborare una nuova prospettiva, tenendo conto di tutti questi sviluppi. Ma i cosiddetti leader della Quarta Internazionale erano ciechi di fronte a tutto questo.
D: Qual era la loro prospettiva?
R: Erano totalmente estremisti. Pensavano che la rivoluzione fosse dietro l’angolo. Cercarono di negare, contro ogni evidenza, che ci fosse una ripresa economica e parlavano invece di un crollo economico. Noi al contrario, per una serie di ragioni che in seguito ho spiegato nel mio testo Ci sarà una recessione?1, sostenemmo che ci sarebbe stata una ripresa economica – sebbene nessuno di noi si aspettasse che sarebbe durata così a lungo. Pertanto per un periodo si sarebbero potuti ottenere solo modesti passi avanti. Si trattava principalmente di formare i quadri, preservare le nostre forze e convincere i singoli o forse i piccoli gruppi qua e là, e prepararsi per un cambiamento nella situazione. Ma Mandel, Pablo e gli altri non volevano accettare i fatti. Negavano la possibilità della democrazia in Europa e prevedevano regimi bonapartisti (dittatoriali). Ci opponemmo a questa follia, facendo notare che c’era un governo laburista in Gran Bretagna e che i partiti comunisti erano al governo in Francia e in Italia, per quanto stessero sicuramente portavano avanti una politica controrivoluzionaria. Tuttavia, come spiegammo allora, si trattava di una controrivoluzione in forma democratica. Non capirono nulla di tutto ciò.
D: Partecipasti al congresso dell’Internazionale nel 1946?
R: Non potei andare perché non ero riuscito ad ottenere un visto. Se posso essere onesto, non ero comunque particolarmente entusiasta di andarci, perché sapevo come sarebbe stato. Quindi mandammo Jock Haston e Jimmy Dean.
D: Loro cosa ne pensarono?
R: Ne furono scioccati. Quando tornarono a Londra, ci dissero che era stata una follia totale, un misto di estremismo e opportunismo. Furono amaramente delusi dai dirigenti della Quarta: Pablo, Mandel, Pierre Frank e gli altri. Mi ero già scontrato con Frank nel 1945, quando partecipò al congresso dell’RCP. Non capiva niente, cosa che Trotskij sapeva molto bene; secondo lui non si sarebbe dovuto consentire a Frank di unirsi alla Quarta Internazionale. Invece lo misero nel Segretariato Internazionale.
D: I compagni britannici ricevettero qualche tipo di sostegno?
R: Ottenemmo un certo seguito, ma ovviamente loro ebbero la maggioranza. A loro non piaceva l’RCP, perché pensavamo con la nostra testa e non avremmo accettato nessuna insensatezza da parte loro. Non poterono mai batterci in una discussione politica, quindi ricorsero a intrighi organizzativi e ad altre manovre contro di noi. Questo per un’organizzazione rivoluzionaria è la morte.
D: Ci furono altre tendenze contrarie?
R: Nel SWP americano (il Socialist Workers Party, la sezione americana della Quarta Internazionale, NdT) c’era il gruppo attorno a Felix Morrow e Albert Goldman, che portava avanti una posizione migliore rispetto a quella di Cannon e Hansen. Ma anche loro avevano commesso degli errori e quindi non li sostenemmo. Cannon ci accusò invece di averli appoggiati e di interferire negli affari interni del SWP. Questa era bella da parte di Cannon, che da sempre interferiva negli affari della sezione britannica!
D: Che tipo di manovre fecero contro di voi?
R: Non riuscirono mai a convincere né la direzione né la base dell’RCP attraverso una discussione democratica e sulla base di argomenti politici. Quindi fecero ricorso a una marionetta per fare il lavoro sporco per conto loro. Era Gerry Healy, che non aveva idee proprie, ma si comportava in tutto e per tutto come uno zombi, che eseguiva gli ordini provenienti da Parigi. Radunò un piccolo gruppo attorno a sé, ma non riuscirono mai a convincere la maggioranza. Era sempre al centouno percento d’accordo con la direzione internazionale. In realtà, fu il primo “pablista”, che seguiva completamente la linea di Pablo. Ma esiste una legge secondo cui se qualcuno ti sostiene oggi al centouno percento, sarà domani contro di te al centouno percento. E questo successe con Healy. Più tardi ruppe con Pablo e sostenne Cannon, fino a quando non ruppe anche con lui. Alla fine litigò con loro su ogni questione. Ecco come funzionava con questa gente!
D: Quindi come spieghi la degenerazione della Quarta Internazionale?
R: Alla fine è sempre una questione politica. Nel 1946 la leadership della Quarta Internazionale era politicamente estremista (sebbene con questo tipo di persone l’estremismo sia sempre combinato con elementi di opportunismo). Successivamente divennero completamente opportunisti. Questo è ciò che accade alle persone che non adottano un’impostazione dialettica. Iniziarono dicendo che ogni parola di Trotskij era corretta, senza capire il metodo del Vecchio. Uno di loro, Sam Gordon mi pare, era in Gran Bretagna nel 1947 e lo incalzammo su ciò che Trotskij aveva scritto nel 1938, quando disse che entro dieci anni non sarebbe rimasta che pietra su pietra delle vecchie Internazionali (cioè la socialdemocrazia e gli stalinisti) e che la Quarta Internazionale sarebbe diventata la forza dominante sul pianeta. Ci rispose: “Non preoccupatevi. C’è ancora un anno.” Questo era il livello della loro comprensione! Più tardi, quando sbatterono il naso di fronte agli eventi, fecero un salto mortale di 180 gradi, scavalcandoci e prendendo la posizione opposta, cioè che Trotskij si sbagliava su tutto. Divennero totalmente revisionisti e il risultato fu un disastro completo.
D: E nelle questioni organizzative, zinovievismo2?
R: Erano zinovievisti completi e cioè cercarono di usare metodi organizzativi per risolvere questioni politiche. Questo è qualcosa che il Vecchio e Lenin non avevano mai fatto, e nemmeno noi. Significa la distruzione dell’organizzazione. Il partito bolscevico, sotto Lenin e Trotskij, fu il partito più democratico mai esistito. Sarebbe stato impensabile per loro usare metodi organizzativi contro i loro avversari. Ciò avrebbe portato in seguito alla distruzione dell’RCP. I capi dell’Internazionale erano i veri responsabili, sebbene agissero attraverso Healy.
D: Puoi fare un esempio del loro comportamento?
R: Ci sono un sacco di esempi! Intrigavano continuamente contro di noi perché non avrebbero mai potuto convincerci politicamente. Usarono il loro tirapiedi Healy per fomentare una scissione nell’RCP. Non avrebbe potuto ottenere la maggioranza e così fece una scissione. Ricordo che in un’occasione ci fu un disaccordo con la direzione della Quarta Internazionale sulla questione dell’Europa orientale. Proponemmo lo slogan per il ritiro dell’Armata Rossa dall’Europa orientale. Healy iniziò una furiosa lotta contro la “direzione anti-internazionalista della sezione britannica”, accusandoci di essere revisionisti e così via. Inviammo un telegramma a Parigi per chiedere chiarimenti sulla posizione dell’Internazionale. Avevano riconsiderato la loro posizione iniziale e si erano resi conto che era insostenibile. Risposero dicendo che erano per il ritiro dell’Armata Rossa. Non parlammo a Healy di questa lettera e la tenemmo in un cassetto. Lo lasciammo urlare e delirare per un po’, poi Jock Haston, senza dire una parola, tirò fuori la lettera e la consegnò a Healy. Dopo averla letta, disse: “Va bene. Quindi abbiamo raggiunto un accordo!” Finì così, con un accordo raggiunto per corrispondenza! Tutto ciò era tipico di questi personaggi e dei loro tirapiedi. Ricordo che qualche anno fa ero a Parigi ed ebbi una conversazione con Raul, un mio vecchio amico lambertista. Mi chiese se avrei incontrato Lambert. Non ne ero molto entusiasta, ma per amicizia alla fine accettai. Più tardi scoprii che Lambert aveva espulso uno dei loro dirigenti, Saint Just. Non solo venne espulso lui ma anche chiunque ne aveva preso le difese. Quando lo scoprii divenni furioso. Dissi a Raul che non avrei più incontrato Lambert. Gli dissi: “Chiunque si comporti in questo modo non costruirà mai un partito rivoluzionario, nemmeno in mille anni.” Ma si comportarono tutti a quello stesso modo. Questa è un’altra delle cause della distruzione della Quarta Internazionale.
D: Per tornare alle divergenze politiche, qual era la posizione dell’RCP, in poche parole?
R: In poche parole, noi prevedevamo un lungo periodo di democrazia borghese in Europa e affermavamo che la Quarta Internazionale doveva trarne le conclusioni e agire di conseguenza. La direzione dell’Internazionale aveva invece la prospettiva di dittature bonapartiste ovunque, di guerre e rivoluzioni – una previsione del tutto falsa ed estremista. Non volendoci ascoltare, fecero ogni errore immaginabile. La storia ha dimostrato che noi avevamo ragione e che loro si sbagliavano irrimediabilmente su ogni questione. Se ci avessero ascoltato, le cose sarebbero state diverse, ma solo fino a un certo punto. Il motivo principale per cui la Quarta Internazionale non decollò fu la situazione oggettiva in sé. Saremmo dovuti andare controcorrente per molto tempo – per un intero periodo, in effetti. Ma avremmo potuto preservare i quadri, tenere insieme il movimento e prepararci per nuovi avanzamenti quando la situazione fosse iniziata a cambiare – come effettivamente cambiò e come anche oggi sta cambiando.
D: Qual è stato il ruolo dei dirigenti della Quarta Internazionale?
R: Semplicemente non furono all’altezza dei compiti posti dalla storia. Marx una volta disse di aver seminato draghi ma di aver raccolto pulci. Trotskij avrebbe potuto dire qualcosa di simile. Noi pensavamo: “Ah beh, saranno per lo meno concime per il futuro”. Ma non furono nemmeno quello. Pablo, Frank, Mandel, Cannon, Healy, Maitan non fecero altro che disorientare completamente il movimento, conducendolo da una crisi all’altra e alla fine distruggendolo. Certo, chiunque può sbagliare. Ma se commetti un errore, devi essere sincero a riguardo: ammetti di averlo commesso e impari da esso. Quello era sempre stato il metodo di Lenin e Trotskij. Ma questa gente faceva un errore dopo l’altro e non era mai disposta ad ammetterlo. Questo è il motivo per cui odiavano la direzione dell’RCP. Perché sapevano che avevamo ragione e non potevano accettarlo. Avrebbe danneggiato il loro prestigio, che avevano messo prima degli interessi del movimento. Non c’è niente di più distruttivo delle politiche di prestigio! È vero che chiunque può commettere un errore, ma se si fa sempre lo stesso errore e non lo si corregge, allora non è più un errore ma una tendenza organica. Eravamo in presenza di una tendenza organica – una tendenza piccolo borghese, se vogliamo chiamare le cose col loro nome. Hanno assorbito tutte le assurdità della piccola borghesia – il femminismo, le teorie LGBT, il nazionalismo nero3, la guerriglia – tutto! Non rimane traccia delle vecchie idee. In effetti, alcuni di loro come l’SWP americano, non si definiscono nemmeno più trotskisti. Questa è la vendetta della storia per le politiche e la condotta dei leader dell’SWP in passato! I mandelisti francesi hanno abbandonato la dittatura del proletariato (cioè il marxismo rivoluzionario). Hanno persino invitato gli operai francesi a votare per Chirac alle elezioni presidenziali, presumibilmente come “il male minore” rispetto a Le Pen.4 Il Vecchio si sta rigirando nella tomba! E naturalmente stanno andando in pezzi ovunque.
D: E così cosa rimane oggi della Quarta Internazionale?
R: Non è rimasto nulla, tranne le idee, i metodi, il programma e le tradizioni di Trotskij e dell’Opposizione di sinistra. E si possono trovare solo nella nostra tendenza – la tendenza che abbiamo fondato, che era il Militant5 ed ora è la Tendenza Marxista Internazionale. Abbiamo tenuta alta la bandiera. È stata molto dura, ma abbiamo mantenuto vive le idee di Marx, Engels, Lenin e Trotskij e le abbiamo consegnate alla nuova generazione. E siamo stati gli unici a farlo. Potrei aggiungere che negli ultimi quaranta o cinquanta anni ho dato un modesto contributo alle idee, estendendole e aggiungendone di nuove sulla base dell’esperienza. Ovunque si guardi ora su scala mondiale, le sette sono nel caos. Sono sfortunate nelle fusioni e fortunate nelle scissioni! Non hanno alcun futuro perché gli mancano le idee e sono completamente distaccate dalle organizzazioni di massa della classe operaia. Sono indaffarate a costruire fantastici “partiti rivoluzionari di massa” tra le nuvole. Auguriamo loro ogni bene, mentre le salutiamo e proseguiamo con il serio compito di costruire le vere forze del trotskismo, a livello nazionale e internazionale.
D: E quali sono i tuoi piani per il futuro?
R: Beh, sfortunatamente non sono stato in grado di essere attivo come in passato. Ma come potete vedere sono ancora giovane (all’epoca dell’intervista, Ted Grant aveva novantun anni, Ndt), più in forma che mai e ottimista per il futuro. Abbiamo una galassia di talenti con noi ora, a livello nazionale e internazionale. Il futuro della Quarta Internazionale è il nostro futuro!
Ottobre 2004
Note
1. Questo testo è reperibile in Ted Grant, Il lungo filo rosso, AC Editoriale 2007, p. 447 ss, disponibile nella Libreria marxista on line a questo link.
2. Vedi l’articolo “Zinoviev e la degenerazione stalinista del Comintern”
3. In questo passaggio Ted Grant non critica le lotte per i diritti civili, ma il fatto che le organizzazioni cosiddette “trotskiste” abbiano fatto proprie le idee piccolo borghesi diffuse in questi movimenti, rinunciando a una posizione di indipendenza di classe.
4. Si fa qui riferimento al ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi del 2002, che vide contrapposti un candidato di destra, il presidente gollista Chirac, uno di estrema destra, il leader del Front National Jean Marie Le Pen.
5. Vedi l‘articolo “Il Militant: come fu costruito… e come fu distrutto“