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26 Settembre 2016Il no della giunta Raggi alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 ha scatenato la reazione dei capitalisti italiani che hanno mobilitato la stampa a loro asservita per attaccare la decisione del Sindaco della Capitale.
Non stupisce che il giornale che più di tutti sta conducendo una battaglia per screditare il sindaco di Roma è “il Messaggero” di Caltagirone, re del cemento romano che accusa il Movimento 5 Stelle di essere “pauperista, assistenzialista e anticapitalista” (22/09/16) e con questa decisione si vede sfilar via una serie di lauti affari speculativi per i quali, sicuramente, si stava già leccando i baffi.
La propaganda dei mass media
Ma anche altri giornali, a cominciare da “La Repubblica” passando per il “Corriere della Sera”, si sono buttati sulla notizia come sciacalli, esponendo numeri vertiginosi Secondo il Messaggero, i finanziamenti persi sarebbero pari a 5 miliardi di euro mentre migliaia sarebbero i posti di lavoro svaniti.
Eppure gli stessi giornali hanno avuto negli anni atteggiamenti ben differenti nei confronti di altri sprechi e speculazioni emersi da altri eventi epocali che dovevano risollevare le sorti dell’Italia: senza andare troppo in là con gli anni il Corriere della Sera nel dicembre del 2014 illustrava i milioni di euro persi per la costruzione degli impianti al tempo delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 descrivendo dettagliatamente come il Coni avesse creato scientemente delle cattedrali nel deserto poi lasciate andare in rovina.
Basta poi ricordare l’effetto delle Olimpiadi di Atene avuto sulla Grecia o il rapporto in passivo tra spese e ricavi nelle recenti Olimpiadi di Rio.
Che poi eventi come questo creino lavoro è tutto da dimostrare visto che Expo ha prodotto non solo il classico lavoro e precario e ipersfruttato ma anche la “novità” del lavoro gratuito per entrare nelle grazie delle imprese nella vana speranza di in un lavoro retribuito in futuro.
La stessa Repubblica ha dedicato più di un articolo sui costi esorbitanti di Expo 2015 (oltre 2,2 miliardi) e alla fallimentare gestione dei mondiali di nuoto a Roma 2009 con la famigerata pinna di Calatrava rimasta come simbolo incompiuto della speculazione a svettare nel deserto di Tor Vergata (aprile 2009), altri tempi evidentemente!
La questione è che il M5S con la vittoria nelle ultime tornate elettorali in comuni importanti come Roma e Torino è diventato un elemento di instabilità per la borghesia italiana che mal sopporta tutta questa propaganda legalista e di trasparenza e vorrebbe addomesticare i grillini basandosi sulle componenti più moderate legate al capitale. Ad oggi il PD di Renzi è lo strumento scelto dalla classe dominante per rappresentarla, i continui scandali fra cui ovviamente la stessa storia di “Mafia Capitale” lo dimostrano e quindi non deve stupire che la giunta Raggi sia tenuta sotto massima osservazione.
Non si può togliere l’osso agli speculatori nostrani senza pagarne le conseguenze. Gli eventi straordinari sono una ghiotta possibilità di speculazione ed una delle poche vie di profitto che i nostri capitalisti conoscono; Olimpiadi, Expo ma anche terremoti sono per la classe dominante eventi in cui lo Stato è prodigo a diffondere soldi pubblici (soldi dei lavoratori!) senza andare troppo ad indagare come poi vengano spesi. Opere inutili, destinate a durare lo spazio di qualche anno o magari neanche finite sono la manna di questa cricca di parassiti!
Principali sconfitti di questa scelta sono stati sicuramente il presidente del CONI Malagò (ed ex presidente del Circolo Canottieri Aniene da sempre palcoscenico degli intrallazzi della borghesia romana) e già organizzatore dei mondiali di nuoto di Roma 2009 e l’inossidabile Montezemolo. La reazione scomposta di Malagò che vuole chiedere i danni al comune di Roma per la mancata candidatura non presenta solo un lato grottesco della questione ma espone, nel piccolo, quanto già il comitato organizzatore ha sperperato e speso: 20 milioni di euro in consulenze, viaggi e supporto legale. Questi sono i benefici che vedono i capitalisti nelle Olimpiadi: un ghiotto dividendo di denaro pubblico con cui arricchirsi impunemente dispensando prebende e regalie ad amici e conoscenti e sfruttando i lavoratori fino all’osso.
Una città allo sbando
La realtà è che Roma è una città completamente allo sbando, i continui scandali politici e il degrado sempre maggiore hanno condotto la popolazione sull’orlo della disperazione quotidiana: una città che molti considerano invivibile al di là delle sue bellezze storico ed artistiche.
La situazione dell’ATAC, l’azienda pubblica dei trasporti, è drammatica con un deficit di bilancio dovuto a ruberie varie stratosferico e con un servizio al pubblico sempre peggiore, l’AMA, l’azienda dei rifiuti, non naviga in acque migliori senza considerare le questioni aperte degli asili-nido e dei salari dei dipendenti del Comune. Sono tutte polveriere pronte ad esplodere da un momento all’altro.
A giugno i cittadini romani, stanchi e schifati della politica sin qui condotta nella Capitale, hanno scelto il M5S e la Raggi con grandi aspettative; i passi sin qui intrapresi sono stati molto contraddittori: se da un lato la scelta di scongiurare la speculazione delle Olimpiadi 2024 è stata senza dubbio corretta dall’altra la giunta pentastellata è chiamata a dare risposte alle molte istanze che rendono oggi Roma una città problematica.
Ci chiediamo quali decisioni verranno prese nei confronti delle municipalizzate? ATAC, AMA e ACEA verranno privatizzate svendendo pertanto un importante patrimonio pubblico a favore di qualche capitalista? La questione rifiuti vedrà il ritorno in auge di Cerroni, il ras dell’immondizia, come vorrebbe l’inamovibile assessore Muraro? Il salario accessorio dei dipendenti comunali o la necessità che questa città ha di infrastrutture pubbliche e servizi fruibili da parte dei cittadini come si sposa con la spada di Damocle del patto di stabilità?
Dopo i primi mesi di governo dei 5 Stelle nessun problema è stato affrontato, non c’è traccia dell’audit sul debito comunale nè di una inversione di rotta sulle privatizzazioni. La crisi sistemica e il malaffare locale hanno dimostrato una volta di più che il capitalismo è un sistema fallimentare e criminale: non saranno gli appelli alla legalità o un ideale movimento interclassista a poter risolvere i problemi di Roma oggi o quelli dell’Italia o dell’Europa domani.
L’onestà non basta
Malgrado la scelta di rifiutare le Olimpiadi sia stata giusta non dimostra la volontà del Movimento 5 Stelle di avviare una battaglia frontale contro la cementificazione e il potere dei costruttori romani. Lo si può vedere dalla questione del nuovo stadio dell’As Roma calcio; la Raggi ha dimostrato la più larga disponibilità a continuare il progetto già approvato dalla precedente giunta Marino, che costruirebbe un intero quartiere attorno allo stadio, spostandolo però nella zona di Tor Vergata come se spostare il sito di costruzione risolvesse la problematica della speculazione. Paolo Berdini, l’assessore all’urbanistica, ha dichiarato sul Manifesto che stadio «è una grande opera e andrà rivista sotto il profilo della sostenibilità economica e urbanistica di una città che ha 13,5 miliardi di deficit». La verità è un altra Roma ha già due stadi l’Olimpico e e Il Flaminio, quest’ultimo ormai in stato di abbandono da anni, e il nuovo stadio serve solo a arricchire i costruttori e la società giallorossa guidata da James Pallotta, che non dimentichiamolo è quotata in borsa.
Questo mentre l’Ater (azienda territoriale per l’edilizia residenziale del Comune di Roma) ha inviato 25mila lettere ad inquilini morosi , che spesso vivono in case fatiscenti in cui non si fa manutenzione da decenni, aprendo le procedure per uno sfratto di massa che apre la strada a nuove speculazioni sulla pelle dei settori più poveri della cittadinanza romana.
La realtà è che non ci sarà alcun audit sul debito a favore dei cittadini romani, perché non esiste un debito dovuto a speculazioni del capitalismo che è lecito pagare ed uno a cui si può opporre: L’illusione di questa idea l’abbiamo già vista con Tsipras ed abbiamo visto come è andata a finire in Grecia. Il debito è tutto illegittimo e va ricusato al 100% portando al fallimento dei capitalisti che oggi utilizzano questo strumento come leva di minaccia e di tagli sociali. C’è una sola soluzione sostenibile per Atac, Ama o Acea: le società municipalizzate, o a partecipazione pubblica, non solo non devono essere privatizzate ma riportate sotto il totale controllo pubblico, con la gestione dei lavoratori.
Berdini, che la sinistra romana considera un suo uomo prestato alla Giunta Raggi, è stato anche fra i pochi della giunta a dirsi a favore dell’assegnazione delle Olimpiadi a Roma ripercorrendo il classico discorso fallimentare della sinistra riformista che avalla determinati progetti od opere con la pia illusione di poter gestire in maniera trasparente e legalitaria la questione. Una posizione politica totalmente idealistica: il sistema capitalistico sia impossibile da gestire e moderare con buona pace dei sogni “antagonisti” dei movimenti e della sinistra che grazie a questa prospettiva politica hanno disintegrato negli anni l’appoggio sociale di cui godevano.
La soddisfazione di gran parte della sinistra alla nomina di Berdini e la speranza che si ponesse contro gli interessi dei “palazzinari” romani dimostra ancora una volta di più come la confusione regni sovrana in questo settore ormai incapace di dare una lettura politica chiara ad ogni fatto e che, in mancanza di un movimento di classe, si autoalimenti di sogni senza alcuna base reale.
Solo un forte movimento di classe, in grado di lanciare la parola d’ordine ai lavoratori di un’amministrazione socialista per rompere le pastoie dell’austerità e del capitalismo e restituire il controllo della città ai lavoratori potrebbe risolvere la situazione di Roma ma il M5S e la Raggi non possono rappresentare questo movimento.
Le loro idee, al di là di qualche scelta corretta, saranno costrette a scontrarsi con la dura realtà di un sistema che non ha, come vorrebbero farci credere, un lato umano o buono: la scelta ad oggi è fra capitalismo e sfruttamento da un lato e socialismo e progresso dall’altro, il M5S non avendo mai messo in discussione il sistema capitalista sarà destinato a fallire e a deludere i cittadini come tutti i partiti che lo hanno preceduto.