Giù le mani dallo Yemen! Gli imperialisti a tutela del profitto e del diritto di Israele di perpetrare il genocidio

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Giù le mani dallo Yemen! Gli imperialisti a tutela del profitto e del diritto di Israele di perpetrare il genocidio

di Ben Curry, da www.marxist.com

Ieri sera (giovedì 11, ndt), gli attacchi aerei statunitensi e britannici hanno fatto piovere decine di bombe sofisticate sulle teste di una fra le popolazioni più povere del mondo. Le mani degli imperialisti occidentali sono sporche del sangue del popolo gazawi, ma finora potevano nascondersi dietro il fatto che, pur avendo fornito le armi, le bombe, il denaro e la copertura politica per il massacro, non avevano premuto direttamente il grilletto. No, hanno sempre insistito sul fatto che il massacro doveva essere compiuto con “moderazione”, con una “forza proporzionata”. Ora, nello Yemen, sono intervenuti direttamente, aggravando in modo sconsiderato il conflitto nella regione. Noi diciamo: giù le mani dallo Yemen! Abbasso gli assassini imperialisti!

Dobbiamo concedere agli imperialisti occidentali una cosa: sono stati abbastanza trasparenti sul motivo del loro intervento.

In conformità con il diritto intrinseco di autodifesa individuale e collettiva“, hanno pomposamente detto in una dichiarazione congiunta dopo il bombardamento: “Questi attacchi di precisione erano destinati a distruggere e diminuire il potenziale militare utilizzato dagli Houthi per minacciare il commercio globale e la vita dei marinai a livello internazionale in una delle vie d’acqua più critiche del mondo“.

Biden ha sottolineato che non esiterà a prendere ulteriori misure per proteggere “il libero flusso del commercio internazionale“.

Qualunque cosa si pensi della causa degli Houthi e delle loro giustificazioni“, ha dichiarato il ministro delle Forze armate britannico James Heappey, “non possiamo permettere che cerchino di bloccare il commercio globale come mezzo per raggiungere i loro obiettivi politici e diplomatici“.

Così, mentre i gazawi contano i loro morti e noi attendiamo pazientemente il verdetto della Corte Internazionale di Giustizia che stabilirà se siano vittime di un genocidio o di un semplice omicidio di massa, dobbiamo affrontare una minaccia ben più grave per il mondo libero: il sacro diritto delle compagnie di navigazione e petrolifere di commerciare e fare profitti.

Oltre agli interessi del profitto, che diritto ha un popolo ridotto in povertà di vendicarsi del massacro di Gaza sparando ordigni improvvisati contro le navi israeliane e quelle dirette verso Israele nel Mar Rosso? Nel compiere il suo legittimo dovere, il governo britannico si è appellato al… “diritto internazionale”!

Dal 2015, il popolo yemenita è stato sottoposto a un massacro di massa da parte di una coalizione a guida saudita, sostenuta e armata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Occidente, che ha visto 150mila persone uccise da munizioni fornite dall’Occidente e altre centinaia di migliaia uccise da fame e malattie. La storia della guerra contro i ribelli Houthi è una lunga serie di crimini di guerra: carestie provocate dall’uomo, bombardamenti a matrimoni, funerali e persino contro autobus scolastici, intere famiglie spazzate via.

Ora gli imperialisti occidentali si appellano al “diritto internazionale” per riprendere i bombardamenti sullo Yemen, per mettere in guardia da interferenze con le operazioni in corso di Israele e per proteggere il profitto e il commercio, come dichiarano apertamente. L’ipocrisia è sufficiente a farvi soffocare.

Una messa in scena

A livello strategico, è difficile immaginare che ci sia stata una valutazione ponderata rispetto a questo bombardamento irresponsabile, che spinge la regione ancora più vicino all’abisso.

Nella loro dichiarazione riguardo agli attacchi, gli imperialisti affermano che il loro obiettivo era “interrompere e diminuire il potenziale militare” degli Houthi, che da novembre hanno preso di mira le navi nel Mar Rosso. Ma se è così, perché l’attacco è stato preceduto da dichiarazioni alla stampa del governo che annunciavano il bombardamento con un rullo di tamburi?

Restate sintonizzati“, ha detto Grant Schapps alla stampa due giorni fa. “Faremo ciò che dobbiamo fare per contrastare queste minacce“, ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca ai giornali poche ore prima dell’attacco – il tempo necessario agli Houthi per nascondere in modo sicuro le oro attrezzature.

L’intera vicenda è stata una messinscena per mascherare l’impotenza degli imperialisti, una messinscena molto costosa e rischiosa. Non risolverà i problemi in cui gli imperialisti si sono cacciati. Anzi, può potenzialmente peggiorarli.

Il bombardamento di alcuni siti in Yemen non avrà il minimo impatto sul potenziale militare degli Houthi. Anni di bombardamenti feroci da parte dei sauditi non sono riusciti a debellare gli Houthi. Anche i bombardamenti aerei e l’invasione terrestre di Israele nella piccola enclave di Gaza hanno solo parzialmente intaccato Hamas e sono destinati a fallire.
Solo un’invasione terrestre potrebbe annientare il potenziale militare degli Houthi e l’imperialismo statunitense e i suoi alleati, dopo i disastri in Iraq e Afghanistan, non sono dello spirito giusto per farlo. Ma anche la strategia di deterrenza degli Stati Uniti è stata finora un fallimento senza speranza. È vero, le navi da guerra statunitensi sono state dislocate nella regione per “proteggere” le imbarcazioni commerciali, ma questo ha solo dimostrato l’impotenza della marina più potente del mondo.

Gli Houthi non operano con attrezzature posizionate in un pugno di strutture ad alta tecnologia che possono essere rapidamente “eliminate”. Stanno usando imbarcazioni a basso costo, controllate a distanza e senza equipaggio, piene di ordigni esplosivi improvvisati e droni composti da parti facilmente accessibili in commercio che possono essere nascoste senza grandi sforzi e sostituite in modo rapido ed economico.

Si stima che la costruzione di un drone Houthi improvvisato costi in media circa 2mila dollari. Ma ogni missile guidato che la Marina statunitense lancia per abbattere un singolo drone costa circa 2 milioni di dollari l’uno. E le loro scorte di tali missili non sono affatto inesauribili.

È una risposta strategica notevolmente debole e un calcolo impossibile da fare“, lamentava la rivista Forbes a dicembre, “ma ci dice molto sullo stato della leadership militare e politica americana e sul declino del potere dell’America“.

Gli imperialisti occidentali dovevano fare qualcosa per salvare la faccia, e questa azione volta a salvare il prestigio è ciò che hanno escogitato.

Nessuna soluzione sensata

La situazione sta mettendo in imbarazzo gli imperialisti. Un manipolo di ribelli male armati sta bloccando la navigazione in un mare che serve a trasportare il 15% del traffico mondiale. Le principali compagnie di navigazione e le compagnie petrolifere, tra cui la BP, hanno già iniziato a deviare il traffico intorno al Capo di Buona Speranza, aggiungendo settimane ai tempi di trasporto e facendo lievitare i costi.

Ciò si aggiungerà alle pressioni inflazionistiche dell’economia mondiale e già molte aziende stanno affrontando gravi disagi. Tesla ha annunciato che dovrà sospendere la produzione di veicoli nel suo stabilimento tedesco a causa della carenza di componenti che solitamente arrivano attraverso questa rotta commerciale.

Tutto questo avviene in un momento in cui il livello dell’acqua del Canale di Panama è basso, con conseguente interruzione del commercio marittimo in un’altra importante arteria per l’economia, e mentre il capitalismo si trova ad affrontare venti economici molto forti che minacciano di spingere il mondo verso la recessione.

Ma l’intervento degli imperialisti, che stanno cercando di salvare la faccia inviando un monito al mondo a tenersi fuori dalla guerra di Israele e a mantenere libere le rotte di navigazione, non stabilizzerà la situazione. Al contrario, sta gettando benzina sul fuoco.

I prezzi del petrolio sono già saliti di un ulteriore due per cento dopo i bombardamenti di ieri sera. E soprattutto, questa azione sta alimentando la rabbia di milioni di persone in tutta la regione, dove molti regimi stanno già vacillando.

Così abbiamo lo spettacolo di Anthony Blinken che corre di qua e di là senza meta in Medio Oriente al fine di calmare i leader arabi e di evitare un’escalation, mentre il rimbambito alla Casa Bianca vanifica questi sforzi ordinando di bombardare gli Houthi, i soli nella regione che hanno agito contro Israele.

Come spiegare tutto questo? Gli imperialisti statunitensi sono pazzi? Forse, ma c’è un detto: un uomo sull’orlo di un precipizio non ragiona. La situazione attuale è fuori dal loro controllo e diventa ogni giorno più incontrollabile. Qualunque cosa facciano, non c’è una soluzione sensata. Vogliono evitare un’escalation, è vero. Ma anche non fare nulla non è un’opzione, perché non farebbe altro che sottolineare la loro attuale debolezza.

La responsabilità della guerra a Gaza, della destabilizzazione del Medio Oriente e le inevitabili ritorsioni, dell’interruzione del commercio marittimo – il cui costo sarà caricato sulle spalle dei poveri sotto forma di prezzi più alti – tutto questo deve addebitato alla classe dominante israeliana e soprattutto agli imperialisti occidentali.

Non saranno messi in riga da sentenze della Corte internazionale di giustizia o della Corte penale internazionale, né dalle Nazioni Unite, né da proteste pacifiche nelle principali capitali. E nonostante il fatto che Biden e Sunak abbiano bypassato il Congresso e il Parlamento, non dubitiamo che, se i parlamenti avessero potuto dibattere la questione, i politici della classe dominante avrebbero semplicemente fatto da passacarte per i disegni imperialisti.

Gli unici veri amici di cui dispongono i popoli palestinese e yemenita contro l’imperialismo sono i miliardi di lavoratori e di oppressi di tutto il mondo. Per fermare la guerra a Gaza, per liberare la Palestina e per evitare che gli imperialisti trascinino la regione nell’inferno, dobbiamo rovesciare l’imperialismo. Solo la rivoluzione socialista può liberarci da tutto questo. Noi diciamo:

Giù le mani dallo Yemen!

Palestina libera!

Da Gaza a Londra e a Washington: Intifada fino alla vittoria! Rivoluzione fino alla vittoria!

 

12 gennaio 2024

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