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falcemartello n. 6 – introduzione

Questa è un’edizione speciale di falcemartello, un numero monografico dedicato al centenario della rivoluzione russa, l’evento che, come marxisti, non possiamo non definire l’avvenimento più importante della storia non solo del XX secolo ma dell’umanità, almeno da quando è entrata nello stadio storico della civiltà, da quando cioè la società si è divisa in classi. Trattandosi infatti dell’unico atto che nella storia ha abbattuto il capitalismo sulla base di un processo rivoluzionario sano, la rivoluzione russa rappresenta ad oggi l’unica vera fonte di ispirazione come primo passo nella costruzione di una società senza classi.

In questo numero non rispetteremo la consueta suddivisione nelle sezioni dedicate all’attualità, alla teoria e all’arte; non proporremo infatti articoli di approfondimento sugli sviluppi politici contemporanei, dimostreremo tuttavia il carattere estremamente attuale di questa ricorrenza e delle lezioni che ci ha lasciato a partire dall’articolo Il significato dell’Ottobre.

Le campagne di denigrazione da parte dei media e dell’intelligentsia borghesi sono prova di quanto la portata di quegli avvenimenti vada ben oltre il mero interesse storico e di come le idee che li animarono vengano ancora percepite come una minaccia per il mantenimento dello status quo. Ancora in voga è ad esempio la leggenda per la quale la rivoluzione sarebbe stata il frutto di un complotto tramato dallo stato maggiore tedesco di cui i bolscevichi, e Lenin in particolare, si sarebbero resi strumento. L’articolo Lenin e l’“oro del Kaiser” non solo smonta una ad una queste calunnie ma ripercorre la storia delle montature costruite negli ultimi cento anni, a dimostrazione di quanto le classi dominanti non abbiamo mai smesso di crucciarsi di cercare di demolire la credibilità dei dirigenti bolscevichi.

La scelta di dedicare un intero numero della rivista alla rivoluzione russa non risponde all’intento di ripercorrere la storia degli avvenimenti che si avvicendarono tra il febbraio e l’ottobre; per farlo in modo non superficiale non sarebbero infatti sufficienti le pagine di una rivista teorica e sono già disponibili testi fondamentali del patrimonio della letteratura marxista, che tra l’altro hanno fornito la base bibliografica degli articoli che presentiamo (qui ci limiteremo ad una breve cronologia e ad un glossario che aiutino il lettore ad orientarsi tra gli articoli). L’obiettivo di queste pagine è quello di affrontare i nodi cruciali che consentono di capire la dinamica profonda del processo rivoluzionario a partire dal tema della dialettica tra masse, avanguardie e partiti.

L’estratto che proponiamo di Lezioni dell’Ottobre di Trotskij, un testo scritto all’indomani del fallimento della rivoluzione tedesca del 1923, analizza il ruolo giocato dal Partito bolscevico ripercorrendone il vivace, e talvolta aspro, dibattito che lo animò di fronte ai compiti storici di direzione delle masse rivoluzionarie. Nel testo di Alan Woods L’Ottobre è stato un colpo di Stato?, tratto dal libro Bolshevism, the Road to Revolution, d’altra parte si spiega come furono le masse la forza motrice fondamentale del processo rivoluzionario, processo nel quale i bolscevichi non giocarono un ruolo cospirativo ma quello di interprete e strumento della volontà di milioni di operai e contadini.

Abbiamo inoltre ritenuto necessario approfondire alcune questioni specifiche – il ruolo dell’anarchismo, la guerra civile, il rapporto tra rivoluzione e arte. Ne Gli anarchici e l’Ottobre viene tratto un bilancio critico della prima occasione in cui la tensione anticapitalista dell’anarchismo venne messa alla prova di fronte all’abbattimento del sistema, generando una spaccatura tra chi, comprendendo la natura degli eventi, passò al bolscevismo, e chi, persistendo nel rifiuto della dittatura del proletariato e della sua necessità, si ritrovò a giocare un ruolo controrivoluzionario.

L’articolo La guerra civile russa, come fu possibile difendere la rivoluzione affronta il vero carattere di una guerra che solo formalmente fu “civile”, ma che in realtà vide impegnate praticamente tutte le principali potenze del capitalismo mondiale con i loro alleati – indipendentemente da come fossero schierate nella Prima guerra mondiale – pur di scongiurare l’estensione della rivoluzione al di fuori dei confini russi.

Infine l’articolo L’Ottobre e l’arte descrive l’effervescenza artistica del periodo rivoluzionario, con il fiorire di correnti avanguardiste – come il futurismo – e della ricerca e sperimentazione in ogni ambito dell’espressione artistica, dalle arti visive a quelle musicali, dal cinema al teatro.

Questa fioritura, insieme a tutte le conquiste politiche della rivoluzione, venne soffocata dalla controrivoluzione stalinista che inoltre, con la sua propaganda, ha contribuito a ridurre l’Ottobre ad una caricatura iconografica di se stesso.

La degenerazione burocratica della rivoluzione, avvenuta a causa del suo isolamento internazionale, ha offerto alla borghesia, e a tutti gli intellettuali che ne esprimono gli interessi, comodi argomenti per associare il volto brutale della dittatura stalinista al leninismo – additato come la fonte diretta di quel regime oppressivo – e, più in generale, a qualsiasi ipotesi di abbattimento del capitalismo.

Con questo numero di falcemartello vogliamo dare il nostro contributo a riportare alla luce l’autentica ricchezza della rivoluzione d’Ottobre e ad esprimere tutta la vitalità dei suoi insegnamenti a chi, a distanza di cento anni, è tuttora convinto della necessità di abbattere il capitalismo.

 

La redazione, luglio 2017

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