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falcemartello n. 10 – introduzione

Da tempo negli editoriali sui giornali, nei dibattiti televisivi e – soprattutto – nelle pubblicazioni di sinistra, si fa un gran parlare dell’“onda nera” che si starebbe abbattendo sull’Europa e cioè dell’ascesa delle formazioni politiche dell’estrema destra (Salvini, Le Pen, ecc.). Si parla addirittura apertamente della possibilità di un ritorno del fascismo.
Il numero 10 di falcemartello, intitolato Destra, fascismo e lotta di classe, si occupa proprio di questo argomento. In primo luogo perché, al di là delle suggestioni giornalistiche, c’è effettivamente un settore di lavoratori, di attivisti e soprattutto di giovani che guarda con preoccupazione – e disgusto – a queste forze razziste e ultrareazionare, un settore che in parte ha già cominciato a mobilitarsi e che è destinato ad allargarsi nel prossimo periodo. In secondo luogo perché la partita non è già chiusa, ma è solo all’inizio: i partiti dell’estrema destra, nonostante i loro successi elettorali, possono essere sconfitti, a condizione di fare chiarezza su qual è la loro reale natura e quali sono gli strumenti politici per combatterli.
Il primo articolo, Il Brasile di Bolsonaro: la destra al governo, la rabbia nelle piazze di Emanuele Nidi, dimostra come la vittoria elettorale di Bolsonaro non abbia aperto la strada alla restaurazione della dittatura militare in Brasile, ma abbia provocato l’esplosione di un movimento di massa caratterizzato dallo slogan Fora Bolsonaro. Nell’articolo di Serena Capodicasa, Esiste un’onda nera in Europa?, si analizzano invece le caratteristiche delle principali forze dell’estrema destra in Europa – la Le Pen in Francia, Vox in Spagna e Orban in Ungheria – oltre che dei piccoli gruppi apertamente fascisti.
Nella parte Teoria e prassi sono innanzitutto presenti due testi che affrontano le situazioni storiche in cui i fascisti sono effettivamente arrivati al potere, negli anni ’20 in Italia (Come i fascisti hanno preso il potere di Andrea Davolo) e negli anni ’30 in Germania (Cos’è il nazionalsocialismo di Lev Trotskij). Comprendere gli avvenimenti di quel periodo – e le ragioni della vittoria di Hitler e Mussolini – ci aiuta infatti a comprendere il carattere differente dei fenomeni cui assistiamo oggi.
L’articolo Dal golpe ’58 al Maggio ‘68: quando De Gualle si infranse contro la classe operaia ci descrive invece un fenomeno diverso dal fascismo, quello del bonapartismo, in cui è l’apparato statale a imporsi con la forza sulla società, creando un regime militar-poliziesco che si sbarazza delle forme parlamentari e democratiche. Francesco Giliani descrive come il tentativo del generale Charles De Gaulle nel 1958 di dar vita ad un governo autoritario in Francia non sia riuscito ad andare fino in fondo e anzi, dieci anni dopo, abbia dovuto definitivamente soccombere di fronte al movimento rivoluzionario del Maggio francese.
Il testo di Ion Udroiu, Quando i lavoratori hanno sconfitto i fascisti, si concentra sul ruolo decisivo della classe lavoratrice nella lotta contro i fascisti, che non può in alcun modo essere demandata né alle istituzioni “democratiche” né alle azioni minoritarie di gruppi ristretti di militanti. L’articolo cita una serie di episodi – la battaglia di Cable Street a Londra nel 1936, i fatti di Genova del 1960, le barricate di Parma del 1922 – in cui l’avanzata fascista, spalleggiata dalle cosiddette forze dell’ordine, fu sonoramente stroncata dall’azione rivoluzionaria delle masse operaie.
Infine non dobbiamo dimenticare che, sotto il capitalismo, anche nei sistemi parlamentari di democrazia borghese i diritti democratici di cui godiamo sono formali, limitati e in molti casi illusori. Abbiamo quindi deciso di dedicare l’articolo nella nostra rubrica su Arte e rivoluzione – L’arte di Banksy: anticapitalismo assorbito dal sistema di Daniele Chiavelli – a Banksy, uno degli artisti contemporanei che ha saputo maggiormente puntare il dito contro il carattere repressivo, disumano e soffocante della nostra società.

La redazione, febbraio 2020

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