Sulle pensioni cala la scure del governo
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16 Novembre 2023Rilanciamo il comunicato di Giornate di Marzo – area d’alternativa in Cgil – contro l’attacco di Matteo Salvini e della commissione nazionale di garanzia allo sciopero del 17 novembre.
di Giornate di marzo
Si è innescata in queste ore una polemica sullo sciopero del 17 novembre. Il ministro delle infrastrutture e la Commissione nazionale di garanzia sugli scioperi, con una sola voce, provano ad impedire che i lavoratori di alcuni settori dei servizi pubblici (trasporti, vigili del fuoco, igiene ambientale) possano scioperare.
Salvini è davvero ridicolo quando afferma che questo sciopero è un capriccio di organizzazioni sindacali poco rappresentative per allungare il weekend, sostenendo, d’altro canto, che tanti lavoratori e studenti “saranno costretti” a rimanere a casa. Un fallo di frustrazione che rivela il suo timore che lo sciopero possa essere partecipato e soprattutto mostra il suo odio per i lavoratori.
Salvini ha minacciato che se lo sciopero non verrà rimodulato interverrà, facendo capire che potrebbe precettare i lavoratori, magari utilizzando il potere che hanno le prefetture sui territori.
Vedremo, nelle prossime ore cosa effettivamente accadrà. Bene hanno fatto i sindacati a dichiarare, nel loro comunicato, che non si atterranno ai divieti; male invece hanno fatto ad accettare un parziale arretramento rivedendo le modalità dello sciopero nel settore del trasporto aereo e dei vigili del fuoco.
Vergognosa invece la sudditanza ancora una volta mostrata dal segretario della Cisl nello spalleggiare il governo, ci auguriamo che al contrario del vertice molti lavoratori iscritti alla Cisl scendano in piazza con noi contro questo atto intimidatorio del ministro.
Questo attacco ci induce ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, ad aggiungere un’ulteriore motivazione in favore dello sciopero. È necessario intensificare le iniziative di promozione dello sciopero tramite assemblee, presidi e volantinaggi fuori dai posti di lavoro per dimostrare che non si gioca con la pelle dei lavoratori.
Un attacco sferrato da chi, Salvini & co., oggi giorno prova a calpestare i diritti, i salari, le pensioni, la sanità e la scuola pubblica, mentre difende i privilegi suoi e della classe che rappresenta.
È un nuovo esempio dell’utilizzo dello Stato e di suoi organismi istituzionali, come la Commissione di garanzia, per reprimere le lotte. Un intervento a gamba tesa che dimostra, una volta di più, che la legge 146 del 1990 ha una funzione esclusivamente antisindacale, è uno strumento che mira ad impedire che sia esercitato il diritto di sciopero, una legge che va cancellata. La Cgil deve impegnarsi in una campagna per l’abolizione di questa legge che altro non è che una legge contro gli interessi dei lavoratori.
Si deve allargare e approfondire la partecipazione dei lavoratori lanciando piattaforme più radicali, all’altezza dello scontro in atto, con rivendicazioni più combattive e comprensibili dai lavoratori come per esempio la scala mobile dei salari.
Se la commissione di garanzia ha potuto strumentalmente tentare l’affondo contro il sindacato è perché lo sciopero generale non è stato lanciato nelle forme e nei modi più incisivi.
Solo offrendo piattaforme che corrispondono alle reali necessità dei lavoratori e metodi di lotta adeguati possiamo aprire una nuova stagione di lotte affinché Salvini e il governo di cui fa parte sia cacciato.
Facciamo in modo che il 17, 24 novembre e l’1 dicembre siano vere giornate di lotta che ci portino a un vero blocco del paese.
Aderiamo tutti agli scioperi!