Lotta di classe e lotta ecologista – Per una critica della teoria della decrescita
8 Ottobre 2018Rivoluzione n°49
11 Ottobre 2018Il 12 ottobre è la prima giornata nazionale di mobilitazione studentesca. Se qualcuno si chiedesse perché c’è bisogno di scendere in piazza, guardi questi numeri:
12,5% i minorenni che vivono in povertà assoluta. 1milione 292mila.
3,5 milioni: gli studenti che hanno abbandonato la scuola negli ultimi 20 anni.
31,7% disoccupazione giovanile.
0: il salario dato al milione e mezzo di studenti che ogni anno vanno a lavorare gratis con l’Alternanza.
Per tenere la situazione sotto controllo, arriva la repressione di Salvini: polizia, controlli antidroga, taser, daspo urbano. Il razzismo viene usato come arma per dividerci e scatenare una guerra fra poveri. E per un ministro-sceriffo ci sono migliaia di presidi-sceriffo che stanno già alzando la testa come se fossero al comando di una caserma.
Perché tutto questo? Perché nel capitalismo in crisi, per garantire i profitti miliardari della classe dominante un’intera generazione deve essere sprofondata nella miseria e perdere anche solo la speranza di poter vivere una vita diversa.
Siamo convinti che questa situazione si debba e si possa rovesciare e per questo il 12 ottobre saremo in piazza in tutta Italia e in queste settimane i nostri militanti e i collettivi in cui siamo presenti hanno lavorato per estendere e organizzare le mobilitazioni.
Serve però un programma all’altezza dello scontro e della violenza dei nemici che abbiamo davanti. Non possiamo accontentarci di chiedere un tavolo di trattative al ministro Bussetti per concordare un Codice Etico per gli studenti in Alternanza, come scritto nella piattaforma di convocazione del 12. Sono anni che si inseguono trattative col governo di turno e sono anni che la prendiamo sui denti. Così, non possiamo pensare che la nostra lotta a Salvini si riduca a una libera informazione sulle droghe nelle scuole, come leggiamo nei volantini di diversi centri sociali.
Oggi per riconquistare un futuro per noi, per i giovani e i lavoratori, è necessaria una lotta di massa con un programma rivoluzionario contro il capitalismo.
Cosa vuol dire nel concreto? Partiamo da qui: le 14 persone più ricche d’Italia hanno beni per 107 miliardi di dollari (dati Oxfam). Il 5% più ricco ha in mano il 40% della ricchezza nazionale. Sono ricchezze create dai lavoratori e accaparrate da una piccola minoranza. Vanno nazionalizzate e messe sotto il controllo democratico dei lavoratori, così come le grandi aziende e le banche.
Solo così diventa possibile avere un’istruzione gratuita e di qualità per tutti. Solo così si spazza via il veleno razzista e la guerra fra poveri: con la lotta di classe e l’unità degli sfruttati.
I giovani oggi devono essere i primi ad attivarsi per questo obiettivo. Il 12 ottobre in piazza, e poi di nuovo in tutte le scuole e università, con discussioni, assemblee, collettivi e organizzandoci in prima persona.
Il 12 ottobre in piazza per:
-Un’istruzione pubblica gratuita, di massa, laica e di qualità. Abolizione dell’alternanza scuola-lavoro.
-Contro Salvini, NO al ddl sicurezza, alla polizia nelle scuole e a tutte le misure repressive.
-Contro il razzismo di Stato, cancellazione di tutte le leggi anti-immigrati, apertura delle frontiere.
-Una casa e un lavoro per tutti. In Italia ci sono 7 milioni di appartamenti sfitti: esproprio alle grandi immobiliari e assegnazione a chi ne ha bisogno. Diminuzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
-No al pagamento del debito pubblico (quest’anno pagheremo 68 miliardi di euro solo di interessi che andranno nelle tasche di banche e fondi speculativi).
-Nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori delle banche e delle principali aziende e infrastrutture. Esproprio dei grandi patrimoni.