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19 Maggio 2017È iniziato questa mattina in Grecia uno sciopero generale di 24 ore. Si protesta contro le nuove misure di austerity richieste dai creditori e che sono in discussione nel Parlamento greco. Lo sciopero, convocato dai sindacati Adedy e Gsee del settore pubblico e privato, è già cominciato ieri nel settore marittimo. Buona partecipazione nel settore pubblico, con scuole e ospedali bloccati. Il governo di Alexis Tsipras ha varato un piano, dettato da Ue e Fmi, con nuove misure di rigore per un totale di 4,9 miliardi di euro, che dovrebbero essere applicate tra il 2018 e il 2021, vale a dire subito dopo la fine del programma di risanamento già in corso.
Questi provvedimenti prevedono l’inasprimento delle leggi antisciopero, una maggiore facilità di licenziamento per gli attivisti sindacali, tagli allo stato sociale per 530 milioni di euro, ulteriori tagli alle pensioni (fino al 18% dell’assegno, circa il 9% in media per tutti i pensionati) e nuovi aumenti di imposte, pari a circa 650 per ogni contribuente. Non si fermano le privatizzazioni: sarà messo in vendita il 17% dell’azienda elettrica statale, il 35% di quella petrolifera, il 30% dell’aeroporto internazionale di Atene, il 65 dell’azienda statale del gas.
Con questo piano, che dovrebbe essere adottato dal Parlamento entro venerdì, il governo di Atene spera di poter aprire la trattativa per una ristrutturazione del debito greco, pari al 179% del Pil, durante la riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona il 22 maggio.
L’austerità è senza fine e le promesse del governo di Tsipras, che aveva solennemente giurato che dal 2018 non ci sarebbero stati più tagli, sono state tutte smentite. Nulla sembra cambiato dai tempi dei governi di Nuova democrazia. La povertà cresce, mentre cresce unicamente l’affidabilità di Tsipras fra i governi europei. La lezione di poco più di due anni di governo di Syriza è che il capitalismo è irriformabile e snatura ogni forza di sinistra che tenti di riformarlo.
Lo sciopero di 24 ore di oggi potrà essere efficace se non si limiterà ad essere una valvola di sfogo, come lo sono stati, nelle intenzioni dei dirigenti sindacali, gli oltre trenta scioperi generali portati avanti negli ultimi anni. In caso contrario rappresenterà l’ennesima occasione sprecata. Lo sciopero avrebbe dovuto essere organizzato ad oltranza, e durare lungo tutta la discussione in Parlamento del nuovo pacchetto di controriforme.
Nell’organizzare l’opposizione al governo Tsipras, il Kke, il suo fronte sindacale, il Pame, che nei cortei di oggi rappresentava il settore più combattivo dei lavoratori e le altre forze di sinistra hanno la maggiore responsabilità. Come spiegato dai nostri compagni della Tendenza comunista in Grecia, la lotta è politica e deve essere intrapresa con un programma rivoluzionario di trasformazione socialista,