Almaviva, ancora un nulla di fatto – Esplode la rabbia dei lavoratori
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31 Maggio 2016Intervistata sugli schermi di Europe1 la mattina del 20 maggio, Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale (FN), cala la sua maschera ed invita il governo a vietare tutti i cortei durante lo stato d’emergenza. Il giornalista, Jean-Pierre Elkabbach, gli chiede se vieterebbe anche le manifestazioni della CGT e di Force Ouvrière: la Le Pen non risponde, gira maldestramente attorno alla domanda e cerca di presentare i cortei e gli scioperi di massa di queste settimane come il risultato di un complotto delle “milizie dell’estrema sinistra” (quali, non si sa) delle quali rivendica di aver chiesto da tempo “lo scioglimento“. Dunque, quando il 70% dei francesi è contro la riforma del lavoro e più del 60% appoggia anche il ricorso a scioperi a oltranza, la Le Pen vorrebbe uno “Stato forte” per mettere al bando ogni forma di mobilitazione.
La critica principale al primo ministro socialista Valls è di non essere abbastanza duro contro le lotte in corso.
Sul contenuto della legge, Marine Le Pen perde il suo tanto enfatizzato “parlar chiaro” e non esprime un giudizio netto: seconda la presidentessa del FN il governo non avrebbe dovuto proporre, durante lo stato d’emergenza, una legge che divide i francesi ma, visto che ormai l’ha fatto, dovrebbe tirare dritto e difendere l’autorità dello stato. La Le Pen è molto più a suo agio quando, alcuni minuti dopo, difende i poliziotti – accusati per le violenze contro i cortei e gli scioperanti – e rivendica un progetto di legge che darebbe mano libera alla repressione col rafforzamento delle difese legali per i poliziotti accusati di abusi.
In sostanza, il FN appoggia ogni forma di repressione contro giovani e lavoratori e ne vorrebbe anche di più; critica raramente e timidamente la legge come frutto delle imposizioni degli “eurocrati” ma se fosse al governo farebbe pure peggio ed oggi chiede comunque al governo di aumentare ulteriormente sgravi e vantaggi per le piccole e medie imprese, suo bacino elettorale; difende a spada tratta i celerini che stanno bastonando i giovani e, sempre più, anche i lavoratori, come è stato sotto gli occhi di tutti nello sgombero violento da parte di 150 CRS armati di tutto punto del picchetto dei lavoratori della raffineria di Fos-sur-Mer, dove si sono viste – secondo il segretario della CGT – “scene di guerra“.
Alcuni dirigenti del FN, come Marion Marechal-Le Pen (deputata e nipote di Marine), appoggiano apertamente la legge El Khomri ed invocano una sterzata apertamente liberista nella propaganda del partito. Chi non lo fa, come Marine Le Pen, mantiene un’ambiguità soltanto per cercare di preservare una parte del proprio bacino elettorale. Ma i fatti hanno la testa dura e la lotta di classe fa chiarezza sulle posizioni politiche reali.