Rivoluzione n° 60
12 Settembre 2019Pavia – Quattro morti in una vasca di liquami: una tragedia inevitabile?
16 Settembre 2019Sì! E’ vero! Avete letto bene. Il presidente Donald Trump ha licenziato il suo Consigliere della Sicurezza Nazionale, John Bolton, comunicandogli che i suoi servigi “non sono più necessari”.
Il signor Bolton è venuto a sapere del suo triste destino questa mattina quando il suo ex capo ha twittato: “La scorsa notte ho informato John Bolton che i suoi servigi non sono più necessari alla Casa Bianca“.
Il presidente ha misteriosamente aggiunto:
“Sono stato in forte disaccordo con molti dei suoi consigli, come diversi sono stati nell’amministrazione, e perciò ho chiesto John di dimettersi, cosa che ha fatto stamattina“.
Tuttavia, Bolton, per non rimanere indietro nella battaglia su twitter, ha dato la sua versione degli eventi, insistendo che fosse stato lui a dimettersi e non il presidente a farlo dimettere. Beh, bisogna affrontare le proprie responsabilità anche se non piacciono. In ogni caso, è chiaro che i due uomini hanno avuto una gran litigata ieri sera.
Sembrerebbe che i nodi siano venuti al pettine dopo il generoso invito di Donald Trump ai rappresentanti dei talebani di recarsi a Washington, al fine di partecipare a delle trattative (segrete) su un trattato di pace in Afghanistan. Venendo direttamente da un bombardamento sanguinoso a Kabul, in cui, a parte numerosi afghani sfortunati, un soldato dell’esercito statunitense è stato ucciso, forse il tempismo di Donald non è stato dei migliori. Ma questa difficilmente è la ragione dell’ira di Bolton, o della sua successiva defenestrazione.
Questa non era affatto una questione sulla quale i due uomini erano in disaccordo. La verità è che, quando Trump ha nominato Bolton all’alta carica di Consigliere della Sicurezza Nazionale, non ha realizzato in cosa si stava cacciando. A quanto pare, Bolton ha ottenuto il ruolo perché all’uomo alla Casa Bianca piacevano i suoi deliri su Fox News che, come tutti sanno, è il programma televisivo preferito di Trump (dopo I Simpsons, ovviamente).
Ora, tutti noi potremmo aver avuto l’impressione che Donald J. Trump sia spostato piuttosto verso destra nel vasto spettro politico statunitense. Ma a confronto di John Bolton, non è che un sinistroide codardo del peggior tipo.
Oh no! Se state cercando un autentico teppista di destra, fedele, da stelle e strisce, cocciuto e da Johnny prende il fucile, allora l’avete trovato: il signor John Bolton è decisamente il vostro tipo.
Trump ha persino garantito ai cronisti che avrebbe dovuto frenare il signor Bolton. Tuttavia, Donald ha imparato con le cattive che è un po’ difficile trattenere un uomo che si colloca giusto un pelo più a sinistra di Genghis Khan.
John Bolton: guerriero straordinario della guerra fredda
Non è chiaro se Donald Trump creda veramente in qualcosa, eccetto se stesso. Al contrario, John Bolton è definitivamente un Vero Credente. Forse non è un Cristiano rinato della scuola di quegli squilibrati di Pompeo o Pence- il suo fervore religioso era di un tipo diverso (anche se andava d’accordo tranquillamente con la destra religiosa). Ma è un reazionario, bigotto e fanatico, che crede nella necessità di ritornare alla guerra fredda e portare la Crociata contro il Comunismo in ogni angolo del Globo terrestre
Ha aspettato quest’opportunità per anni. Quando ha finalmente ha avuto il potere come Consigliere della Sicurezza Nazionale, intendeva usarlo con decisione. All’inizio dell’anno scorso, ha annunciato la sua intenzione di portare avanti un cambio di regime, non solo in Venezuela ma anche a Cuba e in Nicaragua. John Bolton ha persino accusato Cuba di possedere (indovinate un po’?) armi di distruzione di massa. Dovremmo ricordare che il signor Bolton era uno dei principali artefici dell’invasione dell’Iraq, che, tra l’altro, Donald Trump aveva contestato. È chiaro che questo gentiluomo non crede nelle mezze misure.
Bolton ha un lunga storia di ostilità totale a tutto ciò che odora di quello che lui chiama “Comunismo”. Questo include, ovviamente, l’Unione Sovietica e la Cina Rossa, ma anche la Corea del Nord (sta ancora combattendo mentalmente la guerra in Corea), l’Iran (che non ha assolutamente niente che somigli al “Comunismo”), la Siria, il Nicaragua, la Bolivia, il Venezuela, Cuba (ovviamente), il Partito Laburista britannico, il Sistema Sanitario Nazionale e quasi tutta la Scandinavia. E pure il Canada è un po’ sospetto…
Adesso, pensandoci, questo equivale a una parte piuttosto grande del pianeta, che, nella mente malata del signor Bolton, deve essere consegnata, tutta o quasi, alle fiamme dell’Inferno. E siccome l’uomo alla Casa Bianca ha effettivamente le sue dita su un piccolo bottone rosso che realizzerebbe quel sacro compito in un istante, il Consigliere della Sicurezza Nazionale ha pensato di trovarsi (per Grazia di Dio) al posto giusto nel momento giusto.
Ma, come ha scoperto in fretta, lui e il presidente non erano proprio sulla stessa lunghezza d’onda. John Bolton è interessato a condurre una crociata mondiale contro il Male (o il Comunismo, che sono la stessa cosa). Donald J. Trump è interessato a Donald J. Trump. Le due cose non sempre combaciano. Per esempio, Bolton non è mai stato felice della relazione intima tra il suo capo e il piccolo Uomo-Missile di Pyongyang. Inoltre voleva un atteggiamento più duro nei confronti della Russia, l’Iran e il Venezuela.
Riguardo il colpo di stato che non c’è mai stato in Venezuela, è difficile sapere chi stesse prendendo in giro chi in questa piccola farsa: era Guaidò a prendere in giro Bolton, oppure il contrario? Il capo dell’opposizione venezuelana ha annunciato più volte l’imminente caduta di Nicolas Maduro. Nel frattempo, ogni giorno nel cortile della Casa Bianca, John Bolton annunciava l’imminente ammutinamento dei generali a Caracas. Cos’è successo? Non è successo niente- nessuna rivolta dell’esercito, cambio di regime. L’intera faccenda era una farsa assoluta.
Bolton ha subito un fallimento umiliante. Quindi cos’ha fatto? Ha invocato un intervento militare statunitense. Questo era troppo per i generali al Pentagono. È stato riportato che, nel corso di un incontro con Bolton, un ammiraglio ha sbattuto il pugno sul tavolo e ha gridato “No!”. Così il povero vecchio John se n’è dovuto andare in un angolino con il broncio, a pensare a qualcun altro da bombardare.
Che ne dite di una guerricciola con l’Iran?
La brillante idea successiva è stata ancora più folle dell’ultima. Ha deciso che fosse arrivato il momento per l’USA di dichiarare guerra all’Iran. Da qualsiasi punto di vista razionale questa è un’idea veramente stupida. Ma era il corollario logico della rottura dell’accordo con l’Iran per cui aveva già fatto pressione Trump, nonostante l’opposizione implacabile degli alleati europei dell’USA.
Dopo anni di pazienti sforzi diplomatici, erano arrivati a un accordo che impediva all’Iran di possedere armi nucleari. L’Iran l’ha portato avanti alla lettera. Sono stati gli americani a stracciarlo. Trump pensava che, tramite la reintroduzione e il rafforzamento delle sanzioni economiche contro l’Iran, potesse sabotare e rovesciare il regime dei mullah.
È vero che le sanzioni hanno causato seri danni all’economia iraniana, provocando un serio peggioramento del tenore di vita. È pure vero che il regime è veramente instabile e sempre più impopolare, persino tra i settori che l’avevano precedentemente sostenuto. All’inizio del 2019, ci sono stati grandi manifestazioni e scioperi in Iran. Trump e Bolton erano arrivati alla conclusione che sarebbe bastata un’altra spintarella per far crollare il regime.
C’è stato però un serio errore di calcolo. Lungi dall’indebolire il governo dei mullah, lo scontro attuale contro gli americani in realtà aiuta il regime, a breve termine almeno. In realtà, invadere l’Iran è fuori questione per gli americani. Hanno invaso l’Iraq solo dopo che il loro esercito era stato fortemente indebolito da anni di sanzioni. Ma l’Iran ha un esercito molto forte composto da truppe temprate che sono appena emerse vittoriose dalla guerra in Siria. Se gli americani provassero a intervenire via terra, la pagherebbero cara.
Per questo motivo, l’unica possibiltà sarebbe una campagna di bombardamento da parte dell’aviazione. Ma non si può distruggere il programma nucleare iraniano semplicemente bombardando. Diverse strutture nucleari sono collocate sottoterra a grandi profondità in rifugi cementati a prova di bomba. Gli iraniani possono anche spostare le strutture, e senza ispettori internazionali sul campo per monitorare i loro movimenti, sarà difficile, se non impossibile, localizzarle.
Una guerra nel Medioriente avrebbe conseguenze immediate per l’economia mondiale. I prezzi del petrolio salirebbe a nuovi picchi, vanificando la debole diminuzione dell’ultimo periodo. Avrebbe il ruolo di catalizzatore per una nuova recessione mondiale. Ma ancora più serie delle ripercussioni economiche sarebbero le conseguenze politiche.
Anche una campagna di bombardamento limitato avrebbe un effetto esplosivo in tutto il Medioriente e gli Stati Uniti. L’opinione pubblica statunitense è stanca di avventure militari all’estero e non sarebbe affatto felice di essere coinvolta in un’altra. Ci sarebbero manifestazioni di massa in tutte le città statunitensi, che potrebbero trasformarsi rapidamente in una protesta generalizzata contro il governo.
Il tutto era un po’ troppo per il presidente Trump, che ha annullato perentoriamente il bombardamento dell’Iran nel giro di 5 minuti! Si può solo immaginare la reazione del Consigliere della Sicurezza Nazionale, la cui faccia doveva assomigliare a quella di un tricheco arrabbiato e assatanato a cui era appena stato impedito la possibilità di accoppiarsi.
Adesso possiamo vedere cosa si nasconde dietro questo piccolo litigio nell’amministrazione di Trump. C’erano semplicemente troppi disaccordi, troppe discussioni. In breve, non c’era semplicemente abbastanza spazio per l’ego smisurato di due persone nella Casa Bianca. Nella frase famosa, così spesso ripetuta nei bar dei Western di serie B: “Questa città è troppo piccola per entrambi, amico”.
Il prossimo prego!
Se ricordo bene, Bolton è il terzo Consigliere della Sicurezza Nazionale a lasciare. Per via di una di quelle strane coincidenze di cui la storia è così ricca, il primo di questi gentiluomini illustri sta aspettando il processo per aver mentito al Congresso. Di sicuro un futuro duraturo e felice lo aspetta in un penitenziario federale.
Quanto al futuro di John Bolton, non mi azzardo a indovinare. Può darsi che tornerà al suo vecchio lavoro di commentatore per Fox News, dove può maledire il presidente e la sua politica estera quanto gli pare. Oppure si potrebbe aprire una nuova carriera ideando giochi di guerra anticomunisti al computer per i bambini dell’asilo. Se tutto va a rotoli, potrebbe fare il rivenditore di macchine usate.
Ma poi, chi comprerebbe una macchina usata da John Bolton?
È un triste destino per simili intuizioni visionarie. Ma forse non è così triste come quello del povero presidente che adesso, come in Quarto potere in quel film del regista di cui non ricorda ora il nome, si ritrova infine tutto da solo, in solitudine e senza amore in quella Casa Bianca vecchia e lugubre.
Naturalmente sarà molto difficile trovare un sostituto degno del vecchio John. Le persone ci penseranno due volte prima di accettare il posto di Consigliere della Sicurezza Nazionale, che è, per così dire, molto insicuro. Il prossimo Consigliere dovrà avere una notevole somiglianza a un barboncino domestico: minuscolo, uno a cui piaccia farsi accarezzare dolcemente le orecchie, ma che allo stesso non ha obiezioni a farsi dare un calcio nel proverbiale sedere.
Sì, un barboncino che non abbaia ma che sappia come sedersi e leccare il padrone. Dovrebbe essere, ovviamente, un barboncino che sappia parlare, ma solo quando interpellato, e che parli solo per elogiare e glorificare il suo padrone e tutte le sue gesta. Ecco, quello è il tipo di Consigliere della Sicurezza Nazionale con cui un uomo potrebbe vivere!
Qualche volontario?