di Roberto Sarti
Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, è stato eletto papa con il nome di Francesco I.
Un’ombra nera si abbatte immediatamente sul nuovo pontefice: durante la dittatura militare in Argentina, che durò dal 1976 al 1983, non fece assolutamente nulla per fermare le brutalità dei generali golpisti, Anzi, come ricorda Horacio Verbitsky, nel suo libro “L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina” (2006):
“Mentre il pallone rotolava in Argentina i desaparecidos continuavano a desaparecidar. La gente spariva. I ragazzi sparivano. I genitori sparivano. C’era una entità socio politica che però tutto sapeva e tutto seguiva. La Chiesa Argentina. Anzi, no. Siamo più precisi. Le alte gerarchie della Chiesa. Non i sacerdoti di base, o i volontari laici che lavoravano a stretto contatto con i poveri. Si parla del Nunzio Apostolico Pio Laghi, che in quella terra e in quegli anni gioca a tennis con i generali torturatori. O del Cardinale Bergoglio, all’epoca generale dei Gesuiti, che dimentica, non sa, dice e non dice, e forse denuncia, sicuramente non difende. O di Don Grasselli, sacerdote e poi vescovo che sa tutto. Sa dove sono gli scomparsi, sa chi non è più scomparso, ma cadavere. Sa ma non dice.”
Ricordiamo che la dittatura di Videla (ritratto nella foto a fianco con Bergoglio) è responsabile della sparizione di almeno 30mila persone (desaparecidos, appunto).
Nel suo libro, Verbitsky cita un caso di due sacerdoti segnalati alla dittatura come sovversivi da Bergoglio, allora Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Saranno torturati per mesi nella Scuola di meccanica della marina (Esma), e poi rilasciati, grazie alle pressioni del Vaticano.
Bergoglio è stato citato più volte dalle Abuelas de Plaza de mayo come testimone nei processi contro i sequestri di neonati alle madri desaparecidas perché nella sua posizione “non poteva non sapere”.
Sempre secondo le parole di Verbitsky: “Io non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”
Insomma, un ennesimo caso dove le alte gerarchie ecclesiastiche sono colluse con le dittature più sanguinarie e si pongono a servizio della classe dominante e della reazione a livello mondiale.
E tanti saluti a chi si illudeva che potesse uscire dal Conclave un Papa progressista.