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27 Novembre 2024di Emanuele Nidi
Il 23 novembre più di 500 militanti provenienti da tutta Italia hanno riempito le sale del Centro Congressi Frentani di Roma per l’assemblea di lancio del Partito Comunista Rivoluzionario. Questo appuntamento costituisce il momento finale di una campagna politica durata mesi, estesa da Trento a Messina; ma, soprattutto, rappresenta un punto di partenza e un appello rivolto a chiunque voglia mobilitarsi contro la diseguaglianza, la guerra e le infinite forme di oppressione generate dal sistema capitalista.
È difficile esprimere a parole l’entusiasmo e la determinazione che, per chi ha partecipato, erano palpabili nella sala e nella balconata del centro congressi Frentani, entrambe gremite. Un’atmosfera che si poteva respirare fin dal mattino quando nella nostra sede di Roma sono stati accolti con un punto di ristoro i primi gruppi di compagni, arrivati con treni, auto, pullman.
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I compagni di Bologna arrivano alla sede dell’Assemblea.
La nostra proposta
Gli interventi che hanno animato il dibattito offrono una sintesi della complessa articolazione del nostro lavoro politico. La registrazione della diretta è disponibile a questo link.
Il partito è in primo luogo un programma, il distillato di un’esperienza di lotta che ha tante sfaccettature. Ciascun intervento si è concentrato su di un aspetto particolare: l’oppressione patriarcale, la battaglia nel movimento operaio e in quello studentesco, la catastrofe ambientale e la questione meridionale. Il ruolo dei comunisti è quello di riassumere le istanze che emergono da questi diversi fronti all’interno di un progetto politico complessivo, riconoscendone la specificità ma riconducendole tutte ad una più generale prospettiva anticapitalista.
Il nostro giornale Rivoluzione è uno degli strumenti fondamentali nell’elaborazione di questa sintesi. Allo stesso tempo, come è stato sottolineato nel corso della giornata, costituisce un insostituibile canale di mobilitazione: l’organizzatore collettivo, per dirla con Lenin, che permette ai nostri militanti di confrontarsi quotidianamente con lavoratori e studenti di fronte ai luoghi di lavoro, le scuole e le università.
Chiaramente, un programma ha bisogno di gambe per camminare. Nel corso dell’assemblea è stata lanciata una colletta di 40.000 euro, un obiettivo francamente impressionante che ci permetterà di rafforzare la nostra struttura organizzativa e di aprire nuove sedi che si affiancheranno a quelle che abbiamo già inaugurato nelle principali città italiane. Il punto sulla colletta è stato il calcio d’inizio ideale per questa campagna con quasi 2mila euro raccolti durante l’assemblea. A questi si aggiungono 2.600 euro di materiale venduto al banchetto del fondo di lotta, con le magliette e le bandiere del nuovo partito e circa cento titoli venduti tra libri, riviste ed opuscoli, a testimonianza della sete di letture dei compagni per armarsi teoricamente in vista dei compiti di costruzione del partito.
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Siamo orgogliosi dei passi avanti che abbiamo compiuto in questi anni. Ma, da un punto di vista marxista, anche l’apparato più capillare avrebbe poco valore se limitato a una dimensione nazionale. Il PCR è la sezione italiana di un’organizzazione mondiale, l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria. L’assemblea, che si è aperta con un videomessaggio del nostro principale teorico internazionale Alan Woods, si è arricchita degli interventi di Rob Sewell, del Revolutionary Communist Party britannico, e Fred Weston, dell’Esecutivo Internazionale dell’ICR, oltre che di messaggi di saluto dagli Stati Uniti, Brasile e Taiwan. In tutti questi paesi e in tanti altri durante lo scorso anno sono stati fondati partiti comunisti rivoluzionari. Ovunque, la nascita delle nuove organizzazioni ha infuso una generosa dose di entusiasmo militante e l’assemblea di Roma non ha fatto eccezione. Chiunque abbia partecipato può testimoniare della passione e del vero e proprio senso di urgenza che si avvertiva nella platea. A lavori conclusi, le compagne e i compagni si sono riversati in strada con un corteo che ha animato le vie della zona fino a piazzale Aldo Moro, intonando canti di lotta, scandendo slogan antimperialisti e sventolando la bandiera del PCR.
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Il comunismo è il giusto mezzo
Come hanno ricordato sia Alessandro Giardiello che Alessio Marconi, i compagni dell’Esecutivo nazionale che hanno rispettivamente introdotto e concluso l’assemblea, il nostro partito viene da lontano. Le sue radici affondano nel patrimonio teorico del marxismo e nella storia del movimento operaio e dei movimenti rivoluzionari, oltre che, in un senso più specifico, nel lavoro decennale che ha visto l’organizzazione formarsi, crescere e cambiare per costruire le forze del trotskismo in Italia. Allo stesso tempo, incarna a tutti gli effetti una proposta nuova. La campagna per la fondazione del Partito Comunista Rivoluzionario ha comportato un’assunzione di responsabilità di fronte a un settore preciso, composto prevalentemente da giovani e giovanissimi. Questa avanguardia sta tornando istintivamente ad attribuire al comunismo il suo senso più rivoluzionario ed emancipatorio, che nemmeno i tradimenti dei dirigenti stalinisti e riformisti hanno potuto cancellare.
Come ha osservato Alessio, anche se i nostri nemici ci etichettano come estremisti il nostro obiettivo non è in fondo che una risposta umana e razionale all’irrazionalità e alla violenza esasperata di un sistema di potere che pone gli interessi di una microscopica minoranza al di sopra degli interessi collettivi. Nelle sue espressioni più avanzate il movimento comunista ha sempre cercato di ridare voce a chi si vede costantemente negata la parola, gli schiavi e gli operai della Tebe dalle sette porte di Bertolt Brecht. In questo senso, un partito comunista non si limita a proporre un elenco di rivendicazioni da sottoscrivere, ma offre un canale immediato di attivazione, una possibilità di formazione collettiva e uno strumento per trasformare le nostre idee in una forza materiale per la trasformazione della società.
Aderisci al tuo partito!