Cgil – Sulle pensioni una sconfitta annunciata
1 Dicembre 2017Il problema non è il “populismo” ma la crisi di una linea sindacale
5 Dicembre 2017Trieste, zona industriale. In fondo ad una lunga strada che corre tra capannoni dismessi, fabbriche chiuse e realtà produttive sempre più incerte (Flextronic), sventola la bandiera rossa dell’USB.
E’ il presidio permanente che i lavoratori della Redox Group Srl hanno messo in piedi da lunedì 27 novembre a difesa del proprio lavoro e dei propri diritti.
La vertenza riguarda una decina di lavoratori, operai specializzati, a cui la Redox (manutenzione di gru-carri ponte in appalto per Wartsila) ha voluto dare il benservito proponendo un affitto d’azienda che in parole povere significa il passaggio ad una nuova ditta (la V.A.Crane Italia) con i nuovi contratti, senza tutele, con meno soldi in busta paga e con la cessione del TFR.
Un ricatto inaccettabile a cui va sommato il fatto che i lavoratori da 3 mesi non ricevono lo stipendio.
Quello che abbiamo davanti è un esempio esplicativo di ingordigia padronale ai suoi più alti livelli. V.A.Crane Italia, la nuova azienda che si è insediata nello stabilimento, è nei fatti la filiale italiana di V.A.Crane Srl, società con sede a Londra a cui fanno capo due soci: un investitore di Singapore e, guardacaso, il proprietario di Redox Group srl.
Dopo anni di laute commesse da parte di Fincantieri e Wartsila (che avevano portato ad impiegare nel 2009-2010 circa 60 lavoratori in azienda), giocate come sempre grazie al ribasso del prezzo del lavoro e sulla pelle dei lavoratori, ora la proprietà fa il gioco delle 3 carte con un unico intento: riguadagnare gli appalti milionari pagando gli operai ancora meno.
In Redox, particolarmente nel cantiere di Marghera dove lavoravano in appalto per Fincantieri, gli straordinari erano all’ordine del giorno, in condizioni di lavoro particolarmente dure e pericolose.
Davanti al ricatto gli operai hanno deciso di rispondere con una mobilitazione ad oltranza. Non solo le richieste avanzate sono inaccettabili, ma la stessa prospettiva di lavorare per V.A.Crane, prestanome del vecchio padrone, è assolutamente incerta e priva di prospettive reali. Mentre al primo piano gli operai danno vita al picchetto permanente, al piano sopra i 4 impiegati della Redox, accettando il passaggio a V.A.Crane, sono in turno a lavorare. Con un piccolo problema: la V.A. Crane non solo non ha operai, ma non ha nemmeno committenti.
Nella vicenda Redox si aggrovigliano quindi le più classiche vicende che colpiscono molte aziende in crisi (reale o presunta) nel nostro paese, con i più torbidi (ed impuniti) giochi di finanza e speculazione che rivelano un’unica, antica verità: le leggi di questo sistema sono scritte apposta attorno agli interessi economici dei padroni, dei banchieri e degli speculatori.
Sinistra Classe Rivoluzione Trieste ribadisce la propria totale solidarietà alla lotta dei lavoratori Redox. Solidarietà politica ma anche materiale, vista la necessità per i lavoratori di tener duro in una vertenza che si preannuncia lunga.
Una solidarietà però che deve andare oltre ai cancelli della Redox e provare a coinvolgere i lavoratori delle aziende limitrofe, in primis la Flextronic e la Wartsila.
La difesa del lavoro, del salario e dei diritti degli operai Redox è la difesa della dignità di tutti i lavoratori e lavoratrici dell’industria triestina.