Rivoluzione e vita quotidiana – 1.
10 Dicembre 2016Rivoluzione n°26
13 Dicembre 2016Pubblichiamo il volantino che il Sindacato è un’altra cosa – Opposizione in Cgil diffonderà domani allo sciopero dei lavoratori Tim.
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TIM ha annunciato tagli per 1,6 miliardi di euro. Ovviamente l’azienda vuole ancora una volta far pagare ai lavoratori il conto. Dopo anni di contratti di solidarietà, con interi settori prima esternalizzati e poi reinternalizzati, ora il consiglio d’amministrazione Telecom pretende il demansionamento, il peggioramento dei turni, più reperibilità, pagare meno le maggiorazioni per turni e festività, aumentare i controlli sugli operatori, ridurre i buoni pasto.
Quanto sta avvenendo in Tim non è un caso isolato. Tutto il settore delle telecomunicazioni e non solo è sotto attacco. I lavoratori di Almaviva stanno lottando contro la chiusura delle sedi di Napoli e Roma. Almaviva vuole avere mano libera su turni, costo del lavoro e controlli. Esattamente quello che tutte le aziende del settore vorrebbero poter fare in tutto il settore delle telecomunicazioni. Non per nulla il rinnovo del contratto nazionale è da tempo bloccato per le inaccettabili pretese padronali.
Questa volta però i padroni hanno trovato la resistenza ostinata dei lavoratori in TIM. Come in Almaviva, i lavoratori da settimane sono in mobilitazione con scioperi, presidi e manifestazioni molto partecipate, grazie anche all’unità dimostrata sul campo tra tecnici e lavoratori del call center. Il successo degli scioperi e delle manifestazioni in tutta Italia, e in particolare a Milano e Napoli è sotto gli occhi di tutti.
Questo successo lo si deve alla determinazione dei lavoratori stanchi di mobilitazioni inutili come troppo spesso è successo in passato. Gli scioperi fino ad ora sono riusciti perché percepiti dai lavoratori come più efficaci delle solite passeggiate rituali del passato.
Per far si che l’azienda abbandoni le proprie pretese è necessario continuare anche dopo il 13 dicembre a mobilitarsi non solo contro i tagli e le imposizioni dell’azienda, ma anche per pretendere dai sindacati che le mobilitazioni e le trattative siano decise da tutti i lavoratori.
- Rivendichiamo il diritto di tutti i lavoratori di poter eleggere delegati nella vertenza in corso che siano espressione reale della determinazione a proseguire la lotta. Delegati eletti in ogni città revocabili in ogni momento se non rispettano il mandato dei lavoratori, che si coordinino a livello locale e nazionale per organizzare le iniziative di lotta con il supporto dei sindacati che devono mettere a disposizione le proprie strutture
- Oggi in gioco c’è la disdetta del contratto aziendale ma l’esperienza ci insegna che anche se l’azienda fosse costretta a fare un passo indietro, presto o tardi tornerà all’attacco. Vincere la battaglia per la difesa del contratto aziendale è sacrosanta, ma è indispensabile aprire una vera discussione per la rinazionalizzazione dell’intero settore. Servizio fondamentale che non può essere a disposizione del profitto senza scrupoli dei padroni.
- Mobilitiamoci per uno sciopero nazionale di tutto il settore delle telecomunicazioni, basta lotte isolate azienda per azienda, i padroni ci hanno dimostrato che sanno essere compatti quando devono attaccare i lavoratori. Cosa che non fanno i i vertici di qualunque sindacato al di là delle dichiarazioni di facciata, rendendo le lotte più difficili e meno efficaci.
È decisivo continuare a mantenere e rafforzare l’unità d’azione. Nessuna pretesa di avere più democrazia può essere realmente raggiunta senza una diretta espressione dei lavoratori nelle trattative e nell’organizzazione della lotta, come i fatti di queste settimane dimostrano.
Il sindacato è un’altra cosa
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