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Si apre con il mese di giugno la stagione dei Pride. Sarebbe un errore affrontarla in modo superficiale perché è in corso una svolta a livello internazionale e in Italia.
Dagli ordini esecutivi di Trump per “proteggere le donne dall’ideologia gender” alla sentenza della Corte Suprema britannica che esclude le donne trans dalla definizione giuridica del termine donna, in tutto il mondo si è aperta una guerra contro le persone LGBT; una guerra combattuta apparentemente sul piano culturale, che però avrà conseguenze pesantissime sulle loro condizioni di vita materiali.
Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a una svolta reazionaria di settori importanti della borghesia, che di fronte alla crescente crisi del capitalismo abbandonano i liberali in favore della destra reazionaria. Quest’ultima, con la sua ideologia bigotta e autoritaria, forte con i deboli e servile coi potenti, è utile per far pagare ai giovani e ai lavoratori la crisi del capitalismo. I primi ad essere colpiti sono proprio i settori più oppressi della classe lavoratrice, le donne, gli immigrati e le persone LGBT, che vengono usati come valvola di sfogo, per deviare la rabbia e l’insoddisfazione generate dal sistema e ormai sempre più diffuse.
I recenti provvedimenti delle destre contro le persone LGBT sono stati accompagnati da campagne allarmistiche volte a demonizzarle e lo stesso sta avvenendo nei confronti degli immigrati e di altre comunità oppresse. Una propaganda reazionaria che ha il chiaro obiettivo di distogliere l’attenzione dall’inflazione dilagante e dal calo del tenore di vita.
A questa campagna si sommano grandi arretramenti nell’accesso alla sanità delle persone trans, oltre a un controllo e una segregazione sempre maggiori nel confronto delle comunità oppresse, che alimentano i crimini d’odio. In Italia nell’ultimo anno sono state registrate 145 aggressioni omotransfobiche fra cui pestaggi, violenze sessuali, tentati omicidi e altri atti estremi, che si aggiungono alla discriminazione ed emarginazione quotidiana a cui sono soggette le persone LGBT a scuola e nei luoghi di lavoro. Discriminazione che oltre ad avere un effetto significativo sulla salute mentale delle persone LGBT, gioca un ruolo decisivo, specialmente per le persone transgender, nella possibilità di trovare un lavoro o una casa.
Quale alternativa?
Con l’offensiva della destra, registriamo anche il fallimento delle politiche liberali che ci venivano dipinte come la panacea a tutte le discriminazioni. Abbiamo sempre spiegato che i gesti simbolici dei politici “progressisti” che promettono “rispetto” e “visibilità” non garantiscono alloggi stabili, assistenza sanitaria o lavori con salari dignitosi e tutele sul posto di lavoro. Per ottenere una vera liberazione delle persone LGBT occorre una vera lotta contro lo sfruttamento capitalista, non il linguaggio liberale e il “rainbow washing” aziendale.
Oggi questo è evidente a tutti, con le grandi aziende (che amano farsi pubblicità nei Pride) che corrono a cancellare le politiche inclusive di facciata appena Trump schiocca le dita. Il fatto è che ai capitalisti non importano le vite delle persone LGBT, ma solo avere un mercato per fare profitto. Se il vento cambia, non ci pensano due volte a togliere le piccole concessioni fatte in passato.
Le questioni che hanno maggiore impatto sulla vita delle persone LGBT, come l’accesso alla sanità, l’oppressione statale e la discriminazione sul lavoro, non possono essere risolte senza affrontare il punto di chi controlla la ricchezza e il potere nella società.
Queste persone hanno tutto l’interesse a dividere la classe lavoratrice per poterla sfruttare più facilmente. L’omofobia e la transfobia sono state plasmate e alimentate dalla classe dominante e dalle sue istituzioni; sebbene le specificità di questa oppressione siano cambiate con il mutare della società stessa, non sono ancora state eliminate. L’unico modo per porre fine in modo definitivo all’oppressione è sbarazzarsi delle condizioni materiali che l’hanno generata e della classe dominante che ha interesse a perpetuarle.
Solo l’abolizione della società di classe può creare le basi economiche materiali necessarie per slegare progressivamente i legami interpersonali e familiari dal vincolo delle necessità materiali e far sì che corrispondano esclusivamente ai desideri romantici e sessuali, dissolvendo così le norme oppressive e le discriminazioni attualmente esistenti.