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Ci risiamo. Il circolo pseudo-culturale “Terra dei Padri”, in realtà covo del neo-fascismo locale, compie un anno e chi invita alla sua festicciola di compleanno? Il direttore di “Eurasia” Claudio Mutti, neo-fascista attivo nelle trame “nere” della strategia della tensione degli anni ’70 in Italia, e Diego Fusaro, clown di sé stesso con la spudoratezza di dichiararsi allievo di Marx.
Per il primo, rimandiamo alla sintetica nota biografica curata dai compagni di Modena Antifascista. Aggiungiamo alcune considerazioni sul secondo, un filosofo accademico, fondatore dell’associazione Interesse Nazionale, auto-proclamato allievo di Hegel, Marx e Gramsci (sic!) ed assiduo frequentatore di salotti “buoni”, come ‘Cortina incontra’, e della radio di Confindustria. Spacciandosi sui mezzi di comunicazione di massa – ai quali curiosamente ha ampio accesso – come “marxista” o “intellettuale dissidente”, Fusaro ha generato un po’ di confusione. In realtà, le sue idee sono assolutamente reazionarie: la sua associazione, Interesse Nazionale, ha “l’ambizione di diventare punto di riferimento intellettuale per imprenditori, amministratori, politici e legislatori”; siamo, dunque, all’appello ai “padroni patriottici”. Non male, per un intellettuale che si dice dissidente!
Da alcuni anni, peraltro, Fusaro è anche un convinto assertore della teoria complottista sull’immigrazione di massa in Europa come “invasione” e piano preordinato dei cosiddetti signori apolidi del capitale per innescare una “sostituzione etnica”. Tale scemenza reazionaria, nota come “Piano Kalergi”, è naturalmente molto in voga nella Lega di Salvini e nell’estrema destra neo-fascista. L’unica proposta utile ai lavoratori sul tema dell’immigrazione, invece, è quella di una linea di classe e, questa sì, marxista: la disoccupazione non è, infatti, colpa degli africani, come ieri non lo era dei meridionali o delle donne, ma dei padroni che ne hanno bisogno per fare più profitti. L’eroica lotta dei lavoratori – immigrati – della Castelfrigo è tutta lì a dimostrarlo.
In consonanza con la retorica patriottarda sulla sacralità dei confini, Fusaro è un difensore idolatra dello Stato (borghese, aggiungiamo noi) e della famiglia tradizionale – fustiga, ad esempio, come un integralista religioso “la disgiunzione della sessualità dalla sua funzione procreativa” -, presentandoli come baluardi contro il cosiddetto mondialismo. Non faremo, certo, appello a Fusaro di non andare a “Terra dei Padri” per non legittimare, con la sua notorietà mediatica, un gruppo di fascisti. Con le sue idee, è proprio quella la sua maleodorante casa.
La giusta rivendicazione della chiusura di “Terra dei Padri”, d’altra parte, ha una (piccola) ragione in più: non dare più a Fusaro l’occasione di sproloquiare nella nostra città.