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11 Dicembre 2024Dopo essere sfuggito alle autorità per cinque giorni, l’assassino di Brian Thompson è stato alla fine catturato in un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania. Soprannominato “The Adjuster” (“il regolatore”) sui social media, Luigi Mangione è stato accolto come un eroe popolare moderno. Il seguente è un aggiornamento e un’integrazione di un nostro articolo precedente, scritto prima della sua cattura.
di John Peterson, da New York (communistusa.org)
L’assassinio mirato dell’amministratore delegato di UnitedHealthcare da parte di Luigi Mangione ha fatto emergere in modo esplosivo il profondo odio di classe di milioni di persone. Le immagini delle telecamere di sicurezza della sparatoria e dell’assassino hanno inondato i social media, con la stragrande maggioranza che lo ha lodato come eroe e campione degli oppressi. Lungi dall’essere una questione tra sinistra e destra, l’indignazione per il sistema sanitario a servizio del profitto esistente nel paese ha fatto traboccare il vaso in tutto lo spettro politico, un classico esempio di un avvenimento casuale che esprime una necessità più profonda.
Rampollo di una ricca famiglia del Maryland, Mangione è un ingegnere informatico con una formazione di alto livello. È stato il primo della classe al liceo. Sui suoi social media ci sono foto di viaggi che sembrano tratte da una pubblicità di una rivista. A detta di tutti, era “super normale” e un “amico eccezionalmente gentile e compassionevole”. Lavorava nel settore dei videogiochi e ha vissuto per un periodo in una comunità di surfisti alle Hawaii. Dalle parole di un ex compagno di classe: “Non credo che sia un pazzo. Spero che ci sia un processo pubblico e che abbia la possibilità di spiegare in tribunale come sia successo tutto questo.”
In apparenza, Mangione aveva tutto ciò che si potesse desiderare. Eppure, la crisi del capitalismo e la miseria che infligge all’umanità lo hanno colpito profondamente. Soffrendo in prima persona di forti dolori alla schiena, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello che succedeva nel mondo nonostante il suo relativo “privilegio”, sentendo un’inesorabile urgenza di “fare qualcosa”. Quello che ha fatto alla fine è stato come gettare un masso in uno stagno, e gli effetti a catena saranno di vasta portata.
Sulla scena della sparatoria sono stati trovati bossoli con incise le parole “deny”, “defend” e “depose” (le parole si riferiscono al meccanismo utilizzato dalle assicurazioni contro i cittadini: “negare” le proprie responsabilità, “difendersi” cioè appellarsi al giudice e “deporre”, vale a dire ritardare le sentenze con strumenti legali per sfinire i querelanti, Ndt). Un biglietto scritto a mano che portava con sé al momento dell’arresto esprimeva “disprezzo nei confronti del capitalismo americano”, secondo quanto riportato dai funzionari di polizia. Anche se il testo completo non è ancora stato reso noto, si presume che includa i versi: “Questi parassiti se la sono cercata… Mi scuso per i disagi e i traumi, ma era necessario farlo.” Gli investigatori hanno anche trovato su internet una recensione positiva scritta da Mangione sul manifesto di Unabomber. In breve, non ci sono dubbi sulla matrice politica di questo atto.
Mangione doveva sapere che sarebbe stato catturato, eppure è andato avanti lo stesso con il suo piano. Il suo impegno e la sua audacia non possono essere messi in discussione. Ma dobbiamo chiederci: queste azioni possono contribuire in modo significativo al rovesciamento del capitalismo? Un’ondata di omicidi a sfondo politico ci avvicinerebbe alla rivoluzione socialista? Oppure amministratori delegati come Thompson verrebbero semplicemente sostituiti da altri ugualmente impegnati a portare avanti il sistema, mentre lo Stato usa gli omicidi come giustificazione per perfezionare il suo apparato repressivo?
Come comunisti rivoluzionari, anche noi ci opponiamo al capitalismo con ogni fibra del nostro corpo. Tuttavia, i metodi che scegliamo per raggiungere i nostri obiettivi non sono una questione secondaria. Non è una questione di moralità astratta, ma di efficacia. Come sempre, l’esperienza del Partito bolscevico è molto istruttiva. Nei suoi primi anni di vita, il partito fu forgiato dalla lotta politica contro la tendenza piccolo-borghese dei Narodniki, che sposava il terrorismo individuale nella lotta contro l’autocrazia zarista.
Commentando un assassinio politico compiuto da Friedrich Adler in Austria durante la prima guerra mondiale, Lenin fece riferimento a quelle precedenti battaglie ideologiche e chiarì la posizione comunista:
“Quanto alla valutazione politica dell’atto, la nostra convinzione, s’intende, rimane sempre quella confermata da un’esperienza di decenni. E cioè che gli attentati terroristici individuali sono mezzi di lotta politica che non raggiungono lo scopo.
[…]
Noi non siamo affatto contrari all’omicidio politico … ma come tattica rivoluzionaria gli attentati individuali non raggiungono lo scopo e sono nocivi. Soltanto il movimento di massa si può considerare vera lotta politica. Soltanto in diretto, immediato legame col movimento di massa possono e debbono giovare anche gli atti terroristici individuali. In Russia i terroristi (con i quali abbiamo sempre lottato) hanno compiuto una serie di attentati individuali, ma nel dicembre 1905, quando si giunse finalmente al movimento di massa, all’insurrezione, quando era necessario venire in aiuto alla massa col ricorso alla violenza, proprio allora i ‘terroristi’ erano assenti. In ciò sta l’errore dei terroristi.
Adler avrebbe giovato assai più al movimento rivoluzionario se, anche a rischio di una scissione, fosse sistematicamente passato alla propaganda e all’agitazione illegale… Non il terrorismo, ma il lavoro sistematico, minuto, pieno di abnegazione della propaganda e dell’agitazione rivoluzionaria, delle dimostrazioni, ecc. ecc., contro il servile partito opportunistico, contro gli imperialisti, contro i propri governi, contro la guerra, ecco che cosa è necessario.” (V. Lenin, Opere Complete, vol.35, p. 166-68)
Dato il vuoto a sinistra e l’assenza di alternative di lotta di classe, non sorprende che individui come Luigi Mangione e Aaron Bushnell non abbiano visto altra alternativa che prendere in mano la situazione. Se non costruiamo un partito in grado di organizzare i giovani che desiderano cambiare il mondo, essi finiranno ai margini della lotta di classe, colpiti dalla repressione o uccisi dai corpi armati dello Stato. Altri rimarranno apatici e senza più speranze, e questo è ugualmente inaccettabile.
Possiamo evitare tutto questo solo facendo diventare i Comunisti Rivoluzionari un nome conosciuto. Unitevi ai Revolutionary Communists of America e contribuite a costruire il vostro partito!