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La vittoria di Zohran Mamdani – Qual è il prossimo passo nella lotta contro i miliardari?

di Revolutionary Communists of America

L’elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York rappresenta una delle vittorie più prestigiose per un candidato socialista nella storia americana. Nella “capitale del capitalismo”, nella città più grande del più potente paese imperialista sulla terra, più di un milione di persone hanno votato per un candidato che si definisce socialistica democratico, nel mezzo di quella che il New York Times ha correttamente descritto come una “ondata di malcontento contro il sistema”.

È difficile esagerare il significato di questo terremoto politico. Da quando Bernie Sanders si impegnò nella sua prima campagna presidenziale nel 2015, le idee socialiste hanno cominciato a trovare sempre più spazio fra la classe operaia americana. Ma la vittoria di Zohran è finora uno dei segni più chiari dell’enorme salto nella coscienza di massa avvenuto negli ultimi dieci anni.

Il “socialismo democratico” è diventato mainstream

Solo nove mesi fa, Zohran era praticamente uno sconosciuto con l’1% di consenso. Ma le sue rivendicazioni di congelare gli affitti degli appartamenti calmierati, di garantire il trasporto pubblico cittadino gratuito, asili a prezzi popolari e negozi alimentari di proprietà comunale, per non menzionare la sua opposizione alla guerra genocida di Israele a Gaza, hanno velocemente attirato un grande consenso. È riuscito a aggregare una base di 42mila volontari che lo hanno portato ad una sbalorditiva vittoria nelle primarie democratiche contro il favorito dell’establishment Andrew Cuomo, che ha ottenuto in seguito anche l’appoggio di Trump.

Da allora, la sua base di volontari si è ingrossata fino a 104mila persone, che collettivamente hanno bussato alla porta di tre milioni di case ed effettuato 4,4 milioni di telefonate nel corso della campagna elettorale. La sezione newyorkese dei Democratic Socialists of America (DSA), che conta circa 10mila iscritti nella città, tra cui lo stesso Zohran, ha formato lo zoccolo duro di questa base di volontari.

Alla fine, la campagna di Cuomo da 40 milioni di dollari, che ha previsto anche una campagna tv e radio ininterrotta per screditare l’avversario, non è stata all’altezza dell’abilità di Zohran di mobilitare volontari e collegarsi con la rabbia crescente di milioni di lavoratori newyorkesi per il carovita, per le oscene disuguaglianze economiche e per i crimini orrendi compiuti da Israele con l’appoggio dell’imperialismo americano.

Zohran ha conquistato i voti di molti colletti bianchi, ma ha anche ottenuto la maggioranza nei quartieri a basso reddito. Ciò significa ad esempio che ha vinto con un’ampia maggioranza nel Bronx, dove più di un quarto degli abitanti vive in condizioni di povertà.

Secondo i dati forniti dalla campagna di Mamdani, 6.568 persone hanno acconsentito su due piedi a impegnarsi nella propaganda elettorale dopo essere state avvicinate dagli attivisti. Altre 8.389 persone hanno acconsentito a diventare volontari dopo essere state contattate telefonicamente. Questo mostra il livello di entusiasmo suscitato da un candidato che viene percepito come un onesto difensore di coloro cui è stata a lungo negata una voce a livello politico. Prima di ogni altra cosa, il suo programma ha evidenziato la necessità di “ridurre il costo della vita per la classe lavoratrice di New York”.

L’etichetta di “socialista democratico” non è stato un fattore trascurabile, bensì una componente centrale nel successo di Zohran. Un sondaggio della CNN ha rivelato che l’85% del milione di persone circa che ha votato Mamdani si considera “socialista democratico”. Complessivamente, il 25% degli elettori newyorkesi si identificano con questa etichetta. E questo dopo che un sondaggio a settembre ha riscontrato che la sorprendente cifra del 74% dei potenziali elettori democratici nel paese considera il “socialismo democratico” come il termine più accurato per descrivere le proprie opinioni politiche.

Inoltre, Zohran ha ottenuto:

• il 65% dei voti di chi ha votato per la prima volta alle elezioni comunali
• il 59% di chi vive in affitto
• il 59% di chi dichiara che la propria famiglia è in difficoltà economiche
• il 66% di chi dichiara che il costo della vita è il principale problema di New York
• il 33% degli elettori che hanno dichiarato di avere una cattiva opinione del Partito Democratico
• il 65% degli elettori che hanno una cattiva opinione di entrambi i partiti
• il 76% di chi dichiara che l’opposizione a Trump lo ha spinto a votare
• il 9% di chi ha votato per Trump lo scorso anno e il 9% di chi si identifica come elettore MAGA

Tutto questo conferma quello che l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria afferma da quando Trump è stato rieletto lo scorso anno: la classe lavoratrice americana non si è “spostata a destra” in nessuna maniera sostanziale. Quello che sta avvenendo, invece, è che la crisi del capitalismo americano e, soprattutto, la crisi dell’economia americana, sta spingendo i lavoratori verso i politici anti-sistema che sono disposti a sfidare lo status quo.

Il richiamo crescente del populismo di destra e di sinistra è un riflesso distorto della ricerca disperata di soluzioni ai problemi che vivono tutti i lavoratori. In questo caso, osserviamo una situazione peculiare in cui un sedicente socialista si candida all’interno del Partito Democratico capitalista, a causa dell’assenza di un partito operaio di massa negli Stati Uniti.

In una città in cui i sionisti del Partito Democratico hanno condotto le danze per decenni, l’elezione di Zohran rappresenta anche una vittoria importante per il movimento di solidarietà per la Palestina. Infatti, la richiesta di Zohran di arrestare Benjamin Netanyahu in quanto criminale di guerra se dovesse tornare a New York, cassata dai media borghesi come un’idea assurda, ha ricevuto l’appoggio del 63% di chi ha votato alle primarie democratiche.

Nel suo discorso dopo la vittoria, che ha iniziato citando il grande socialista americano Eugene Debs, Zohran ha promesso di mantenere le sue promesse audaci e ha anche rivendicato le proprie credenziali di socialista democratico:

Quando entreremo in municipio tra 58 giorni le aspettative saranno elevate. Non le deluderemo. Un grande newyorkese disse una volta che si fa la campagna elettorale in versi e si governa in prosa. Se deve essere così, facciamo in modo che la prosa che scriviamo continui a fare rima e costruiamo una città luminosa per tutti. Dobbiamo intraprendere un nuovo cammino, altrettanto audace di quello che abbiamo già percorso.

Dopotutto, la saggezza popolare vi direbbe che sono lungi dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei migliori sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, ciò che è peggio di tutto, mi rifiuto di chiedere scusa per questo”.

Trent’anni fa, tutto questo sarebbe stato del tutto impensabile negli Stati Uniti. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la classe dominante americana dichiarò trionfante che il socialismo apparteneva al passato. Ma la loro fu una vittoria di Pirro. Oggi viviamo in un mondo completamente diverso. Qualsiasi pregiudizio rimanente sul fatto che la classe operaia americana sia in qualche modo impermeabile alle idee socialiste può essere serenamente seppellito. È più che lampante che una politica socialista è tornata all’ordine del giorno in questo paese.

La lotta è appena cominciata

Appena si è saputa la notizia della vittoria, hanno cominciato a circolare resoconti di festeggiamenti giubilanti nei bar gremiti dei quartieri di Brooklyn e del Queens. I DSA di New York hanno diffuso un manifesto trionfante che dichiarava “Il socialismo vince”.

Senza dubbio, l’elezione di Zohran rappresenta una vittoria simbolica contro il capitalismo e il sionismo. Ma non è tempo di autocompiacimenti. La realtà è che il socialismo vero e proprio non ha ancora vinto. Una battaglia lunga e dura contro i capitalisti di New York e l’intera classe dominante americana ci attende.

Dal momento in cui ha vinto le primarie a giugno, i padroni hanno minacciato un blocco dei capitali contro una New York governata da Zohran. Trump ha fatto intendere che ritirerà i finanziamenti federali alla città. Il governatore dello Stato di New York, Kathy Hochul, una democratica che ha appoggiato in modo oscillante Zohran e solo a proprio vantaggio, ha più volte alluso al fatto che bloccherà qualsiasi nuova tassa sui ricchi. Nel frattempo, la stampa borghese ha pubblicato centinaia di articoli che calunniano e attaccano Zohran.

La pressione del Partito Democratico, dei media borghesi, di una burocrazia municipale di 300mila funzionari, dei proprietari immobiliari e dei capitalisti non potrà che aumentare. Sebbene Cuomo sia stato sconfitto, centinaia di alti burocrati dell’amministrazione cittadina rimangono ai propri posti e continueranno a combattere a difesa degli interessi dei capitalisti e dei proprietari immobiliari durante il mandato di Zohran.

A detta di tutti, Zohran Mamdani è motivato da un desiderio sincero di abbassare il costo della vita per la gente comune. Ma la storia insegna che per trasformare la società non bastano le buone intenzioni. Per riuscirci, serve una comprensione scientifica di come la società capitalista opera e di quali sono i nemici con cui ci scontriamo. Questo è il motivo per cui i Revolutionary Communists of America [sezione americana dell’ICR, Ndt] si sono da sempre opposti a candidature socialiste con i democratici, un partito istituzionale del nemico di classe. Anche se ci uniamo alla maggioranza dei lavoratori newyorkesi nei festeggiamenti per la sconfitta di un candidato corrotto dell’establishment, non potevamo dare il nostro appoggio alla campagna di Zohran finché rimaneva un candidato del Partito Democratico.

Zohran si sta inoltrando in territorio nemico e avrà bisogno di una seria strategia per avere successo. Per cominciare, dovrebbe tenere a mente le sue stesse dichiarazioni passate riguardo agli obiettivi del movimento socialista. Come disse in una conferenza dei giovani dei DSA nel 2021:

L’obiettivo di tutto questo progetto non è semplicemente accrescere la coscienza di classe, bensì ottenere il socialismo. E ovviamente accrescere la coscienza di classe ne è una parte fondamentale. Ma assicurandoci che abbiamo candidati che lo capiscano e che siano disposti a portarlo avanti… Dobbiamo continuare a eleggere più socialisti. E dobbiamo assicurarci che non siano sulla difensiva riguardo al nostro socialismo”.

Zohran aveva pienamente ragione quando diceva questo. La storia intera testimonia che la debolezza di fronte al nemico di classe invita all’aggressione. Solo una strategia di lotta di classe audace e senza compromessi, che faccia affidamento unicamente sulla classe operaia può avere successo.

Ma dobbiamo dire che, finora, Zohran non ha prestato ascolto ai suoi stessi consigli. A partire dalle primarie di giugno, i capitalisti hanno fatto tutto il possibile per mettergli il guinzaglio e, in una serie di incontri a porte chiuse, Zohran è stato ben disposto ad ascoltarli. Come ha raccontato in modo dettagliato il New York Times Magazine ad ottobre:

[Da giugno] Mamdani si è dedicato ad una specie di seconde primarie, incontrandosi a porte chiuse con gli uomini del potere in città per consolidare il proprio consenso e tagliare le gambe ai suoi principali rivali… Alcune cose sono trapelate. Molte no.

Da mesi ormai, Mamdani si sta incontrando in privato con i precedenti leader del governo cittadino, con dirigenti aziendali, con i vertici delle istituzioni artistiche e culturali della città e con democratici locali scettici nei suoi confronti. I colloqui vengono impostati come discussioni per fare la conoscenza della nuova stella della politica. Ma hanno una doppia funzione, secondo chi è a conoscenza dei dettagli delle conversazioni. In esse, Mamdani ha cercato di presentarsi come un nuovo tipo di politico di sinistra, uno che ascolta e comprende i propri limiti e che ha voglia di crescere. Ha riconosciuto la propria mancanza di esperienza manageriale e ha chiesto consiglio. Ha cercato un terreno comune…

Robert Wolf, membro di Partnership for New York City e importante collettore di finanziamenti per il Partito Democratico, [ha detto] di aver cominciato a scambiarsi messaggi con il candidato, trasformandosi in un barometro informale della comunità finanziaria e imprenditoriale della città. Questo mese, Wolf si è anche incontrato con Mamdani per un’ora nel suo ufficio della campagna elettorale, un incontro di persona che avviene in seguito ad una discussione su Zoom di un’ora ad agosto.

‘Per me Zohran è più che altro un capitalista progressista’, [ha detto] Wolf, aggiungendo di essersi convinto dalle loro interazioni private che Mamdani comprende l’importanza di un settore privato florido nella sua New York”.

Il Financial Times si è espresso in modo simile alla vigilia delle elezioni:

Mamdani ha lavorato duramente dopo le primarie per allargare la propria attrattiva e dimostrare ai newyorkesi di non essere un sobillatore, corteggiando assiduamente l’elettorato che era inizialmente ostile alla sua campagna, come il grande capitale e Wall Street.

Inizialmente, ha spaventato le élite benestanti promettendo di aumentare le tasse agli abitanti più ricchi e alle aziende di New York, proponendo una tassa del 2% sui redditi sopra il milione di dollari che genererebbe entrate fiscali per 4 miliardi di dollari, e un aumento dell’aliquota delle tasse sulle grandi aziende dello Stato di New York all’11,5%, lo stesso livello del vicino New Jersey, raccogliendo 5 miliardi di dollari all’anno.

Ma dopo le primarie, ‘il suo messaggio è diventato molto più sfumato’, dice Kathryn Wylde, presidente di Partnership for New York City, un gruppo di pressione che rappresenta alcuni dei più grandi datori di lavoro privati della città”.

Flirtare con il nemico di classe è un gioco pericoloso. La pressione esercitata su di lui durante questi incontri riservati ha già spinto Zohran a fare dei passi indietro.

Durante l’estate, ha promesso di “scoraggiare” i propri sostenitori ad usare lo slogan “globalizziamo l’intifada”, si è scusato con un folto gruppo di agenti della polizia di New York in un incontro a porte chiuse per le sue dichiarazioni durante la rivolta del 2020 per l’omicidio di George Floyd, ed ha lasciato intendere che il congelamento degli affitti potrebbe essere rivisto dopo quattro anni.

Ha anche rassicurato i “dirigenti d’azienda” che non ha intenzione di tassare i ricchi ed è disposto a finanziare i propri programmi attraverso tagli alla spesa di qualche tipo. In più, ha fatto chiare allusioni al fatto che manterrà l’ereditiera miliardaria Jessica Tisch come capo della polizia.

L’ex presidente Barack Obama in persona ha telefonato a Zohran due volte nel corso dell’estate. Dopo essersi complimentato per la sua campagna, pare che Obama gli abbia dato consigli su quale tipo di “infrastruttura” Zohran avesse bisogno per prepararsi a governare e gli si sia offerto come consulente per le sue proposte nel futuro.

Nel suo ultimo anno di governo, Obama approvò un pacchetto decennale di aiuti militari a Israele di 38 miliardi di dollari, che sarebbe poi stato usato per massacrare decine di migliaia di gazawi. Difficilmente può essere un valido “consulente” per un candidato che ha vinto in gran parte a causa del suo appoggio ai diritti dei palestinesi.

Obama e il resto della classe dominante vogliono che Zohran giochi alle “loro regole”, regole scritte dai capitalisti per difendere la loro ricchezza e il loro potere. Zohran farebbe meglio a ignorare e diffidare dei “consigli” offerti da questi nemici inveterati della classe operaia. I lavoratori non hanno alcun terreno comune con questa gente e assolutamente nulla da imparare da loro. Gente come Barack Obama, Kathy Hochul, Chuck Schumer, Patrick Gaspard, Sally Susman e compagni dovrebbero essere guardati con disprezzo e tenuti lontani dalle attività di Zohran. Se i capitalisti vogliono “fare la conoscenza” di Zohran, che sia, ma questi incontri dovrebbero essere pienamente accessibili al pubblico.

Quello che serve sono le tattiche combattive della lotta di classe

A ottobre, il New York Times ha definito Zohran un “figlio di intellettuali di Mahattan colto e dalle buone maniere”, e ha osservato con approvazione che “ascolta, fa domande ed è amabile”, “non fa la lezione ai capi d’azienda, al contrario assorbe i loro punti di vista e, a volte, promette che rifletterà sui loro punti di vista”.

Tuttavia, la classe capitalista è un nemico spregiudicato e risoluto. Comprende che i propri interessi sono diametralmente opposti a quelli della classe lavoratrice. Non possono essere “sedotti”, non ci si può ragionare o convincerli ad appoggiare riforme sostanziali, perché semplicemente le riforme non sono nel loro interesse di classe. Nella nostra epoca, solo una lotta di classe ad oltranza può conquistare delle concessioni sostanziali.

Come tutti i riformisti, Zohran cerca di “salvare capra e cavoli”, promettendo riforme sostanziali alla classe operaia mentre garantisce ai capitalisti che i loro profitti saranno al sicuro. Sarebbe tutt’altra cosa se il capitalismo mondiale fosse nel mezzo di un boom generalizzato, come fu tra il 1946 e il 1973. Ma in un’epoca di declino capitalista, questo non è semplicemente possibile.

Nel contesto di una crisi globale di sovrapproduzione, l’imperialismo americano sta perdendo il proprio vantaggio rispetto all’imperialismo cinese in ascesa. I capitalisti considerano anche i più piccoli attacchi ai propri profitti come un grave pericolo. Soprattutto, permettere qualsiasi riforma sostanziale rischierebbe di instillare fiducia nella classe operaia per lottare per altro: l’appetito vien mangiando. Già adesso, gira voce che i padroni di Wall Street stiano “tramando la prossima mossa”. La classe dominante combatterà contro il programma di Zohran, per quanto moderato e “ragionevole” possa essere, con le unghie e con i denti.

Per citare la Bibbia, “nessun uomo può servire due padroni”. Nel suo tentativo di portare avanti le proprie riforme e di aiutare il movimento socialista a fare un importante passo avanti, gli unici alleati affidabili di Zohran sono i lavoratori e i giovani che lo hanno portato ad essere sindaco. Zohran ha più volte fatto riferimento ai democratici come al “nostro partito”. Ma dal punto di vista della classe operaia e del movimento socialista, non è il “nostro” partito. È il loro partito, il partito dei capitalisti, e comprendere questa distinzione è fondamentale per poter vincere.

I capitalisti stanno intensificando la pressione su Mamdani. Candidandosi nel Partito Democratico capitalista, si è messo in una trappola. Ma non è troppo tardi per rompere del tutto con questa cornice politica e trasformare la sua campagna nel centro nevralgico di una lotta di classe senza quartiere.

Non c’è mai stato un momento migliore per rompere con i democratici e costruire un partito indipendente della classe operaia.

Zohran, un personaggio conosciuto a livello nazionale, è stato eletto sindaco della città più grande degli Stati Uniti. Ha dietro di sé un esercito di volontari disposto a combattere una battaglia vera contro i miliardari. Con un singolo video Instagram, potrebbe chiamare a raccolta i suoi 100mila volontari e 5 milioni di follower per formare un nuovo partito politico, completamente indipendente dai democratici. Un simile partito non sarebbe un semplice veicolo elettorale, ma potrebbe organizzare una lotta importante della classe operaia.

Dato l’odio che milioni di persone provano per entrambi i partiti borghesi, questo si diffonderebbe come un incendio in tutte le principali città del paese, formando la base di un partito operaio di massa negli Stati Uniti. Il movimento potrà pure cominciare a New York ma perché i lavoratori vincano, deve diffondersi in tutto il paese. È il momento del coraggio e dell’audacia: tutto il mondo sta guardando! I bastian contrario diranno che questa strada è “irrealistica” Ma ad essere irrealistica è l’idea che un qualsiasi cambiamento significativo possa avvenire per mezzo del partito dei Clinton, di Joe Biden e di Andrew Cuomo.

Nel nominare il personale della propria amministrazione, Zohran dovrebbe fare affidamento solo sui membri dei DSA e su coloro che hanno organizzato in prima persona la sua campagna, ignorando i tentativi dell’establishment democratico di rientrare dalla finestra. Dovrebbe impegnarsi a ricevere non più del salario di un lavoratore medio e gli alti funzionari della città dovrebbero fare lo stesso.

Questa amministrazione dovrebbe considerarsi non un’entità specifica di New York, ma il punto focale di una lotta nazionale contro la classe capitalista americana nel suo complesso. I problemi che vivono i lavoratori di New York sono gli stessi che opprimono i lavoratori in tutto il paese: salari bassi, minori opportunità lavorative, affitti insostenibili, costi elevati per il cibo e la sanità, ecc.

Rinnegare in pubblico qualsiasi associazione con il Partito Democratico e fare appello a tutta la classe lavoratrice di New York e degli Stati Uniti avrebbe un effetto dirompente nel combattere le divisioni reazionarie della “guerra culturale” che infesta i lavoratori americani. Su questa base, sarebbe possibile lanciare una lotta nazionale per alloggi a prezzo popolare con gli affitti che non superino il 10% del salario, per posti di lavoro ben pagati e sindacalizzati per ricostruire le infrastrutture, per il trasporto pubblico gratuito, per asili a prezzi popolari e per un sistema sanitario nazionalizzato e di alta qualità.

La posta in gioco è alta. Se Zohran insiste sulla strada della collaborazione di classe, sarà costretto inevitabilmente a tradire la propria base, a dispetto delle sue intenzioni. Se ciò dovesse avvenire, i media borghesi presenteranno tutti i problemi del capitalismo a New York City – mancanza di alloggi, lavoro, ecc. – come le conseguenze inevitabili del “socialismo”. Questo potrebbe infangare l’idea stessa del socialismo.

Invece, se Zohran usasse questa opportunità per lanciare una lotta senza quartiere contro la classe capitalista, il movimento socialista potrebbe travolgere la politica americana. La strada da seguire non è quella degli incontri a porte chiuse con i capitalisti, ma quella di picchetti, scioperi, manifestazioni di massa e scioperi generali, a New York, ad Albany e in tutto il paese.

I compagni dei Revolutionary Communists of America saranno in prima linea in queste battaglie, lottando al fianco della nostra classe. Non vediamo l’ora di discutere come continuare la battaglia con i sostenitori di Zohran a New York City e in tutto il paese, e continueremo ad offrire le nostre prospettive su come il movimento attorno a Zohran possa avere successo. Appoggeremo le azioni risolute e criticheremo i passi indietro. Siamo fiduciosi che, se impareremo le lezioni del passato, l’auge del movimento socialista e comunista in America è vicina.

 

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