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Può bastare un appello al disarmo perché un baluardo di reazione e oscurantismo diventi un paladino della sinistra politica?
È quello che sta accadendo a Jorge Bergoglio, salito al trono pontificio col nome di Francesco nel 2013 e scomparso alcuni giorni fa. Per quanto lo Stato italiano si professi laico sulla carta, giornali, tg e media in queste ore dedicano la loro attenzione a reti unificate esclusivamente all’esaltazione del defunto Papa, derubricando a informazione di secondaria rilevanza l’instabile quadro economico e politico mondiale.
L’ipocrisia è palpabile anche nelle dichiarazioni dei governi occidentali, che fanno a gara per ringraziare il pontefice di Roma per il suo operato, pur essendo entrati spesso in collisione coi valori predicati dal papa stesso, a loro volta ipocritamenteper la pace e contro le discriminazioni.
Il governo Meloni ha colto la palla al balzo, dichiarando che le manifestazioni del 25 aprile dovranno essere sobrie e che le varie municipalità potranno valutarne la sospensione per “lutto nazionale”: non aspettavano altro!
A tutto questo si aggiungono le deliranti affermazioni pubbliche di svariati gruppi politici e studenteschi, anche quelli che si dichiarano anticapitalisti o addirittura comunisti, che sembrano aver dimenticato il ruolo iper reazionario giocato da sempre dalla Chiesa Cattolica, in nome di una presunta coincidenza di valori pacifisti col “compagno” Francesco. E magari qualcuno accetterà anche di celebrare un anniversario della Liberazione sommesso e silenzioso, all’insegna del compianto del Santo Padre.
Il Partito Comunista Rivoluzionario non si accoda a questo coro di sentita riconoscenza.
Noi non dimentichiamo che la Chiesa è un bastione reazionario che, da molti secoli, garantisce la tenuta del sempre più vacillante sistema capitalista e che costituisce un segmento importante della classe dominante italiana e mondiale.
Una Chiesa progressista?
Si potrebbe rilevare che papa Francesco si è distinto per alcune sue prese di posizione più forti rispetto ai predecessori: la scelta di un nome ispirato al modello pauperista del santo di Assisi, l’elaborazione di un’enciclica dedicata all’emergenza ambientale, l’appello al “cessate il fuoco” per la guerra in Ucraina e i bombardamenti su Gaza.
Senza dubbio i settori di clero più conservatori non guardavano con pieno favore alla sua figura, tuttavia determinate affermazioni del sovrano dello Stato Vaticano, che sono state ammantante dalla sinistra istituzionale di una carica rivoluzionaria, non solo non avevano affatto questo proposito, ma sono state elaborate dalla Chiesa di Francesco per il preciso obiettivo di far recuperare qualche briciola di credibilità ad un’istituzione sempre più screditata, soprattutto agli occhi delle giovani generazioni.
Stando agli ultimi sondaggi Demos, solo il 7 % degli under 30 ritiene fondamentale la spiritualità e l’ateismo tra i giovani supera il 28 %, dati mai raggiunti prima e che trovano riscontro anche nelle percentuali sempre più alte di astensione dall’ora di Religione Cattolica nelle scuole italiane. Oggi, negli istituti superiori, uno studente su quattro decide consapevolmente di non avvalersi di un insegnamento retrogrado e innecessario in una scuola laica (sulla carta), retaggio dei patti Lateranensi tra il regime fascista e l’alleata Chiesa (1929) e del rinnovo degli accordi di ingerenza ecclesiastica sulla scuola sotto il governo Craxi (1984), quello stesso che compattò il panorama politico in chiave anticomunista e che segnò importanti attacchi al meccanismo della scala mobile dei salari.
Come comunisti siamo da sempre contrari all’insegnamento della religione nelle scuole e non nutriamo alcuna aspettativa da una delle massime istituzioni conservatrici di sempre, che ha svolto il ruolo di ostacolo in tutti i più importanti snodi rivoluzionari della storia europea dal Medioevo ai giorni nostri. Non dimentichiamo secoli di guerre di religione e sanguinarie persecuzioni dell’Inquisizione e neanche il sostegno ai più efferati regimi di destra da Mussolini a Salazar, il “dittatore cattolico” del Portogallo. La Chiesa di Roma non ha invece mai fatto mistero del suo fervente anti-comunismo, espresso al massimo grado nel secondo Dopoguerra, con una propaganda denigratoria militante e con la scomunica dei cattolici che si avvicinassero alle idee comuniste, e portato avanti attivamente anche da papi molto recenti come Wojtyla e Ratzinger.
A proposito di Bergoglio
Nelle ultime ore fioccano elogi sperticati al defunto Francesco, descritto come “ultimo rivoluzionario” e ringraziato da partiti della sinistra come paladino della pace e dell’inclusività.
Già all’epoca dell’elezione di questo pontefice nel 2013, dapprima arcivescovo della capitale argentina, rilevavamo le ombre sul suo passato come la passiva omertà davanti ai crimini della dittatura di Videla, tra i quali la tortura di due sacerdoti ritenuti sovversivi e i sequestri di neonati alle madri desaparecidas. La collusione col regime argentino non è un’accusa infondata, se ricordiamo che Bergoglio tra il 1973 e il 1979 non era un parroco di campagna ma la massima autorità dell’ordine gesuita nel Paese.
Anche dopo la fine del regime, si rifiutò di espellere sacerdoti condannati per pedofilia (come Grassi o il vescovo Storni) e non ha mai acconsentito ad aprire gli archivi della Chiesa argentina per i processi per crimini contro l’umanità.
Una volta succeduto a Ratzinger, il papa non si è posto particolari problemi a compiangere la morte della nemica della classe lavoratrice Margaret Thatcher e a stringere la mano a capi di Stato come il sionista di destra Netanyahu, l’emblema della borghesia conservatrice Trump e l’ultraliberista Milei. Questi ultimi due leader, che per mesi hanno rivolto attacchi frontali alle affermazioni pacifiste del pontefice, stanno in queste ore volando a Roma per i funerali: la classe dominante al gran completo si riunirà a piangere sulla sua tomba, per loro non è un nemico di classe.
Francesco ha cercato di prendere voce su un tema molto caro ai giovani, l’ambiente: l’enciclica Laudato Si’ ha sollevato senza dubbio il tema della necessità di cambiare le abitudini economiche per la sopravvivenza del pianeta, ma è stato inequivocabile nel dire che “la Chiesa difende il legittimo diritto alla proprietà privata” e che “l’attività imprenditoriale è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e migliorare il mondo per tutti”.
Il cosiddetto Papa “dei poveri e degli emarginati”, che per umiltà non si farà seppellire sotto San Pietro, negli anni non ha perso tempo a rinnovare a proprio favore il collegio cardinalizio, composto all’80% da prelati elettori nominati da Francesco.
In merito ai diritti civili basti ricordare la definizione dei medici abortisti come “sicari”, della visita al Cimitero dei feti e della necessità di contrastare la “troppa frociaggine”.
Insomma, attribuire l’epiteto di “rivoluzionario” al massimo esponente della Chiesa la dice lunga sulla miseria di lungo corso della sinistra riformista oggi, che si aggrappa alla tonaca papale pensando che con il vuoto slogan della pace e gli appelli alle istituzioni imperialiste si possa chiedere al lupo di diventare agnello.
La Chiesa non è un’alleata, ma un nemico
Come osservava Gramsci quasi un secolo fa, la Chiesa è diramata in tutto il mondo ed è uno dei più grandi nemici del proletariato rivoluzionario su scala internazionale: è disposta a qualsiasi alleanza reazionaria purché vengano tutelati i propri interessi.
Il Vaticano è oggi uno dei pochi Stati teocratici esistenti, una monarchia assoluta emblema della sopravvivenza di elementi della vecchia società feudale all’interno del sistema capitalista. Il patrimonio immobiliare della Chiesa cattolica nel mondo ammonta a oltre 2mila miliardi di euro e, sul solo territorio nazionale, il valore delle sue proprietà supera i 42 miliardi, per non parlare del possesso di innumerevoli beni artistici e architettonici, che costituiscono il 70 % del patrimonio culturale italiano. A Roma una struttura ricettiva per turisti su 4 appartiene al Vaticano, così come oltre 23 mila immobili di varia tipologia, da fabbricati sfitti a strutture sanitarie.
La Santa Romana Chiesa funge da bastione della reazione anche sul piano ideologico, invitando all’uguaglianza tra gli uomini ma dissuadendo alla messa in discussione dell’ordine capitalista: per questa istituzione, estremamente gerarchica e governata da soli uomini, la proprietà privata è sacra, la fame si risolve con carità ed elemosina, la povertà va accettata perché è un valore morale, la ricerca di una società più equa viene rimandata al Paradiso.
Non basterà un pontefice dalla retorica meno oscurantista per renderla alleata di chi un mondo privo di diseguaglianze, libero della superstizione e dalla schiavitù del profitto vuole costruirlo su questa Terra.