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10 Ottobre 2019Pubblichiamo il testo del volantino che Sinistra classe rivoluzione ha distribuito oggi allo sciopero nazionale dei lavoratori Whirlpool, a Roma.
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Lo sciopero di oggi dei lavoratori della Whirlpool e le mobilitazioni delle scorse settimane parlano a tutti i lavoratori che sono di fronte a chiusure, delocalizzazioni, ristrutturazioni e licenziamenti.
La multinazionale americana ha preso i soldi in cambio di accordi precisi, ovvero il mantenimento della produzione in tutti i siti italiani, compreso quello di Napoli, ma appena ha incassato l’assegno ha dimenticato di rispettare i patti. Oggi 420 lavoratori, senza contare quelli dell’indotto, rischiano di perdere il posto di lavoro!
La cessione del ramo d’azienda alla PRS, una società senza dipendenti e senza capitali tali da garantire il futuro della fabbrica partenopea, non è che una truffa, una chiusura camuffata.
L’inaffidabilità dell’azienda rende incerto qualsiasi sito, oggi tocca agli operai di Napoli, che da mesi lottano per difendere il proprio posto di lavoro, ma domani potrebbe toccare ad altri. La mobilitazione nazionale e l’unità di tutti i lavoratori del gruppo sono quindi una necessità concreta a cui non si può rinunciare.
All’arroganza della Whirlpool si aggiunge l’inconcludenza del governo passato e di quello attuale. Di Maio, nei vecchi panni di ministro del lavoro e dello sviluppo economico, non è riuscito ad andare oltre le dichiarazioni altisonanti. La minaccia di farsi restituire i soldi presi è stata ovviamente snobbata da una multinazionale che fattura 21 miliardi di dollari l’anno. Il risultato dopo tante promesse e rassicurazioni sulle possibili soluzioni è stato pari a zero.
L’attuale governo certo non ha una strategia migliore, Patuanelli ha interrotto i rapporti con l’azienda passando la palla al consiglio dei ministri ma tutto rimane incredibilmente fermo!
L’esperienza di questi mesi dimostra che non saranno i governi a risolvere né la vertenza della Whirpool né le altre crisi aziendali. In Italia oggi si contano ben 160 tavoli aperti con circa 417mila posti di lavoro a rischio.
Proprio perché la situazione della Whirlpool non è un caso isolato bisogna estendere la mobilitazione il più possibile, a partire dall’unificazione delle lotte sul territorio napoletano, massacrato da anni di crisi e deindustrializzazione, fino ad arrivare ad una mobilitazione generale di tutti i lavoratori per rispondere alla crisi industriale e lottare per la difesa di tutti i posti di lavoro.
La Whirlpool può essere piegata solo da una mobilitazione massiccia, da scioperi che possano colpirla nei profitti e da una campagna più generale che la metta al centro dello scontro di classe.
In poco più di trent’anni l’Italia è passata dal produrre il 45% di tutti gli elettrodomestici destinati al mercato europeo all’essere quasi un deserto industriale! Il sito di Napoli deve restare aperto e deve continuare a produrre lavatrici di alta gamma (l’Embraco ha indicato a sufficienza dove porta la riconversione). Né più né meno che il rispetto dell’accordo!
L’unica strada è la nazionalizzazione della fabbrica per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e la continuità della produzione sotto il controllo dei lavoratori. Il sindaco di Napoli, De Magistris, ha affermato che se la Whirlpool dovesse andare via i lavoratori dovrebbero occupare la fabbrica e autoprodurre lavatrici. Facciamo in modo che non sia solo una dichiarazione ad effetto ma una prospettiva di lotta concreta.
Sinistra classe rivoluzione