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I compagni che l’hanno conosciuta hanno dovuto asciugare molte lacrime. Il 25 aprile, infatti, proprio in quel giorno così denso di significato, è mancata Diana Terzi, compagna e amica di molti di noi da più di due decenni.
Abbiamo conosciuto Diana alla fine degli anni ’90. Per circa un quindicennio ha militato, con grande dedizione, con noi. Negli ultimi anni, aveva interrotto la sua militanza politica ma aveva continuato ad impegnarsi in prima fila nel sindacato, a partire dal ruolo di delegata nella scuola in cui lavorava. Fino alla fine, è stata un’energica combattente, sempre schierata dalla parte dei lavoratori e di chi subiva ingiustizie.
Di Diana abbiamo ammirato molte qualità. Trasparente come un cristallo, era completamente aliena da comportamenti manovrieri o burocratici. Capace di assumere e portare avanti posizioni nette, la ricordiamo di ritorno a Modena dopo aver presentato e votato, da sola, nel Direttivo nazionale della FLC-CGIL una risoluzione per impegnare il sindacato a lottare contro le leggi anti-sciopero approvate nel 1990.
Diana ci ha lasciato anche un esempio di come si lavora in un collettivo: con la sua semplicità ed allegria si metteva a disposizione per fare ciò che era più utile in un dato momento.
Per chi di noi la conosceva da più tempo era rimasta la “cuoca di Lenin”, nell’allegro ricordo di una sua “interpretazione” del 2011 quando organizzammo in piazza Mazzini uno spettacolo (non autorizzato e non professionale!) intitolato “I filosofi hanno solo interpretato il mondo, il punto è di cambiarlo” e concepito come “contro-festival della filosofia”.
Considerato il suo profilo politico e morale, la sua scomparsa ha naturalmente creato commozione ben oltre i confini delle organizzazioni nelle quali aveva militato.
Ci manchi ci mancherai molto, cara Diana. Nelle lotte a venire ed in quello che stiamo costruendo e costruiremo non dimenticheremo che c’è anche una parte di te e del tuo impegno per un mondo senza sfruttati e sfruttatori.