NO TRIV, NO OMBRINA – La lotta non va in ferie
1 Settembre 2015Grecia – La Tendenza comunista aderisce a Unità popolare
4 Settembre 2015Orrore senza fine. Uomini, donne, bambini che muoiono soffocati all’interno di un camion nel cuore dell’Europa; che affogano nel Mar Mediterraneo, che vengono picchiati come bestie dalle polizie di mezza Europa o marchiati con un numero come nei campi di concentramento nazisti.
5mila persone hanno perso la vita cercando di varcare i confini dell’Unione europea nel solo 2015. Ma questa è una stima, la cifra esatta non la sapremo mai.
Davanti a questa barbarie quotidiana, i governi dell’Unione europea o si voltano dall’altra parte, fingendo di non vedere, o si lanciano in politiche xenofobe o razziste. Sono le due facce di una stessa strategia voluta dal grande capitale.
“Aiutiamoli a casa loro” gridano Salvini e i suoi. In realtà, l’Occidente non ha affatto ignorato il Medio oriente e l’Africa. Ha scatenato guerre, è intervenuto con le sue truppe, ha bombardato popolazioni pacifiche in Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, Somalia, Mali… e citiamo solo i casi più noti. Dall’11 settembre 2001, queste guerre hanno causato un milione e trecentomila morti e decine di milioni di profughi. I responsabili di questo vero e proprio esodo sono gli imperialisti, americani ed europei.
“Arrestiamo gli scafisti, fermiamo il traffico illegale di migranti”. Quest’anno sono stati arrestati ben 500 trafficanti di esseri umani, ma questo non ha fermato il flusso. Semplicemente, altri trafficanti hanno individuato strade alternative meno battute.
“Aiutiamo i rifugiati dai teatri di guerra, respingiamo i profughi ‘economici’.” Questa è la linea della borghesia “liberal”(tra cui il nostro Matteo Renzi), che dimostra tutto il suo vomitevole perbenismo. Infatti perché un siriano dovrebbe essere accolto e una ragazza della Nigeria o del Camerun in fuga da Boko Haram respinto? E chi fugge dalla fame e dalla miseria possiede meno diritti di chi fugge da una guerra? Sono ambedue fenomeni prodotti dal sistema capitalista.
“Creiamo rotte sicure e legali per i profughi”. Questa è la rivendicazione di quel che rimane della sinistra e delle Ong “progressiste” (a cui si aggiungono i pentastellati). Ma da dove dovrebbero partire queste rotte? Chi dovrebbe stabilire chi si imbarca e chi no? In Libia e in Siria l’Isis e i fondamentalisti controllano coste e confini… dovremmo affidarci a loro?
“Non abbiamo le risorse per accogliere tutti”. L’Unione europea ha stanziato quest’anno 7 miliardi di euro per l’emergenza profughi. Trecentomila sono le persone che nel 2015 sono entrate nell’Unione europea. Le risorse ci sono. Il problema è che vengono usate per costruire muri e prigioni a cielo aperto, o finiscono nelle tasche di personaggi senza scrupoli in affari come quello del Cara di Mineo in Sicilia. Nel capitalismo, tutto diventa occasione di profitto.
Gli avvenimenti di questi ultimi mesi dimostrano che ogni politica securitaria è destinata a fallire. L’Ungheria ha costruito un muro di filo spinato ai confini con la Serbia, non è servito a nulla. Francia e Gran Bretagna non riescono a impedire ai migranti di sfidare la sorte attraversando l’Eurotunnel.
La proposta della Merkel, di sospendere i trattati di Dublino (poi ritrattata) e di ospitare in Germania tutti i profughi siriani, è falsa e ipocrita. In primo luogo, perché crea una distinzione e tra profughi di serie A e serie B. In secondo luogo, perché insieme a queste dichiarazioni di facciata la Germania ha imposto a Italia e Austria di aumentare i controlli al Brennero, e non concede visti d’uscita dall’Ungheria. A nulla serve dichiarare la disponibilità ad ospitare i profughi se nel frattempo non si cancella il trattato di Schengen, nella parte che ha fatto diventare l’Europa una fortezza inaccessibile, e tutte le legislazioni restrittive sull’emigrazione.
La propaganda razzista e xenofoba della destra e dei massmedia ammorba l’aria, creando una gigantesca cortina fumogena, ma anche un sacrosanto disgusto in tanti giovani e lavoratori. È volta a stabilire una classica situazione di “divide et impera”, di guerra fra poveri. I padroni infatti non si fanno problemi a sfruttare il lavoro degli immigrati “irregolari” in nero, scatenando una concorrenza al ribasso, che favorisce lo smatellamento dei diritti e dello stato sociale per tutti. Le recenti morti dei braccianti in puglia, italiani e immigrati, ne sono una conferma.
Rovesciare la logica del pensiero dominante è l’unica soluzione per fermare queste tragedie.
La solidarietà verso chi ha perso tutto e mette a rischio la propria vita per un futuro migliore è stata la risposta spontanea in molti paesi, dalla Serbia alla Grecia, ma anche in Ungheria e in Repubblica Ceca, da parte di tanti lavoratori e gente comune. A Vienna oltre ventimila persone sono scese in piazza contro il razzismo.
Questa solidarietà deve essere organizzata.
Una sinistra degna di questo nome deve partire da alcuni punti fermi, in una lotta certo internazionale ma che può partire anche in Italia: l’abolizione dei trattati di Schengen e di Dublino e la libera circolazione per tutti; l’abrogazione della Bossi-Fini e di ogni legge che determini clandestinità e discriminazione, come la fine la logica dei flussi e delle quote. Il nemico per i lavoratori non è l’immigrato ma questo sistema economico capitalista, che deve essere abbattuto.