
Milano, 1° Maggio – La festa che ha riportato al centro i lavoratori
5 Maggio 2025Il ruolo degli zborovi nelle proteste in Serbia

Immagine: Emilija Knezevic, Wikimedia Commons
di Helena Biberic (da www.marxist.com)
Dal primo novembre 2024, quando è crollata la pensilina della stazione di Novi Sad, uccidendo sedici persone, la Serbia è attraversata da occupazioni, blocchi e proteste sotto la guida degli studenti. Questa tragedia, che ha come causa la corruzione, ha scatenato un’ondata di indignazione in tutto il paese. Ad aprile, mentre scriviamo questo articolo [pubblicato in inglese il 25 aprile, Ndt], più di un milione di persone in tutta la Serbia hanno partecipato al movimento, esprimendo il proprio appoggio alle rivendicazioni degli studenti. Le manifestazioni si susseguono in tutto il paese.
Negli ultimi tempi, la mobilitazione di massa scatenata dagli studenti si è intensificata con una protesta gigantesca organizzata a Belgrado il 15 marzo, che ha visto la partecipazione di mezzo milione di persone. È difficile stimare le dimensioni della manifestazione, ma è verosimile che tra il 10 e il 15% della popolazione della Serbia fosse nelle strade, per appoggiare le rivendicazioni degli studenti. La Serbia è un piccolo paese con una popolazione di 6,6 milioni di persone. Se fossimo negli Stati Uniti, equivarrebbe ad una mobilitazione di più di 50 milioni di persone. Mobilitazioni di massa di questa portata non hanno precedenti nella storia moderna dell’ex Jugoslavia. La stampa di regime, ovviamente, ha provato a nascondere i numeri reali dei partecipanti, dichiarando che fossero “solo” 107mila persone, ma questi trucchetti non ingannerebbero neanche un bambino.
Il 15 marzo, il giorno della grande protesta, gli studenti hanno spostato per precauzione il luogo della manifestazione e l’hanno fatta terminare un’ora prima, a causa dell’utilizzo della violenza da parte degli sgherri del regime e persino dell’utilizzo di armi soniche contro la gente, nel tentativo di provocare gravi incidenti.
Né le manifestazioni di massa né l’enorme ondata di consenso per gli studenti (80% della popolazione a favore del programma degli studenti, secondo sondaggi recenti) sono stati in grado di rovesciare il regime al potere. Tuttavia, il coraggio e lo spirito combattivo degli studenti, l’interconnessione culturale, le condizioni simili e la presenza di regimi capitalisti corrotti e falliti in tutti i paesi dell’ex Jugoslavia – che hanno patito tutti le conseguenze della restaurazione capitalista degli anni ’90 – hanno fatto risuonare le proteste, ispirando i giovani e i lavoratori di tutta la regione.
Manifestazioni di solidarietà sono giunte dalla Croazia, dove l’allargamento del movimento fuori dai confini della Serbia ha preso una forma differente. Lì, l’importante sciopero in corso tra i lavoratori dell’istruzione, il più grande sciopero degli ultimi anni, è stato anch’esso parzialmente ispirato dagli eventi in Serbia.
La Croazia è stata attraversata da una serie di scioperi colossali nel 1999, circa 246 solo in quell’anno, durante il bombardamento della Serbia da parte della NATO. Molti di essi sono sfociati in occupazioni delle fabbriche da parte dei lavoratori durate mesi. A causa delle specifiche circostanze storiche e delle tradizioni della classe operaia in Croazia, il malcontento si esprime in questo paese in misura minore per mezzo manifestazioni di massa e maggiormente per mezzo di scioperi. Nel corso dello smembramento della Jugoslavia negli anni ’90, in Croazia ci fu una serie di scioperi generali volti a fermare il processo di privatizzazione.
Lo scorso mese, anche in Macedonia è scoppiata una protesta di massa in risposta ad un incendio che ha ucciso in maniera crudele 62 persone e ne ha ferite 193, in una discoteca a Kočani. Questa tragedia ha smascherato la corruzione e l’incompetenza delle autorità e ha provocato un’ondata di indignazione di massa simile a quella in Serbia. Dall’altro lato della frontiera, il tentativo del presidente serbo Vučić di far tornare questa tragedia a proprio vantaggio gli si è rivoltato contro. Con una trovata indegna, Vučić è entrato nella sala di terapia intensiva di una delle vittime dell’incendio in cura in Serbia, compromettendone così la salute, in un momento in cui lottava tra la vita e la morte. Di conseguenza, gli studenti in protesta in Serbia stanno chiedendo ora che chiunque abbia permesso a Vučić di entrare nella sala della terapia intensiva venga portato in tribunale.
Zborovi
Le masse imparano dall’esperienza e questo vale anche per gli studenti. Nel corso della lotta che hanno intrapreso, essi stanno traendo adesso nuove conclusioni. Questo movimento non è stato pianificato, è nato in forma spontanea e improvvisa fin dall’inizio. Ha radici più profonde della sua immediata causa scatenante e sta catalizzando la rabbia accumulata contro il sistema.
Nella sua prima fase, il movimento consisteva nell’organizzazione di proteste di massa guidate dagli studenti, utilizzando i “plenum” (assemblee) come forma di autorganizzazione per la lotta. Abbiamo già scritto dei vantaggi dei plenum. Nel giro di due mesi, la lotta e la coscienza degli studenti si è evoluta, manifestandosi nella convocazione di uno sciopero generale.
Il 24 gennaio 2024, dopo due mesi di occupazioni, manifestazioni e blocchi stradali animati dagli studenti, l’appello ad uno sciopero generale ha unito gli studenti ai lavoratori del settore informatico, della stampa, dell’educazione e della cultura. Sebbene lo sciopero abbia avuto un successo solo parziale e abbia riguardato solo pochi settori, esso ha mostrato lo slancio crescente del movimento di protesta. L’idea di uno sciopero generale godeva di un consenso di massa, con oltre l’80% di coloro che appoggiavano gli studenti a favore dello sciopero. Con le dimissioni del primo ministro, Vučić ha deciso di sacrificare il proprio governo per provare a disinnescare il movimento e a guadagnare un po’ di spazio di manovra. Tuttavia, questa mossa è fallita miseramente, conducendo il movimento al suo stadio successivo, che è culminato il 15 marzo nella più grande protesta della storia serba. I video di Belgrado inondata di gente sono stati visti in tutto il mondo.
Huge crowds in anti government protests in Belgrade, Serbia – what started as a protest against the collapse of a train station canopy has become a general movement against the regime. Background article by Yugoslav section of the RCI https://t.co/tl4a8GRPUq pic.twitter.com/mrDcC2xhEs
— Jorge Martin ☭ (@marxistJorge) March 15, 2025
Gli studenti, imparando dalla propria esperienza nel movimento, sono giunti adesso a conclusioni più avanzate. Il movimento studentesco ha progressivamente aumentato la propria forza, organizzandosi attorno ai plenum (assemblee di massa) nelle facoltà e nelle scuole. Adesso gli studenti stanno facendo appello alla creazione e all’estensione di assemblee di massa nei quartieri (gli zborovi, plurale di zbor, che significa “assemblea”), un appello che ha avuto un ampio successo, con la formazione di centinaia di zborovi. Il movimento sta entrando nella seconda e più decisiva fase. Gli studenti dicono: “Tutti negli zborovi”, quello che il “plenum” è per gli studenti, lo zbor lo è per il popolo.
Ma per capire perché il movimento abbia bisogno degli zborovi, dobbiamo comprendere alcuni aspetti della storia della Serbia e della regione più ampia dell’ex-Jugoslavia.
Il termine “assemblee” (zborovi) apparve per la prima volta nella regione durante la lotta contro l’Impero Ottomano e venne utilizzato durante la Rivoluzione Serba (Prima Insurrezione Serba) all’inizio del XIX secolo. Le comunità località si organizzarono nelle proprie assemblee di massa, dove prendevano decisioni su come continuare la propria lotta per l’emancipazione nazionale.
Simili fenomeni si ebbero a Lika e in alcune parti della Dalmazia, in Croazia. In seguito, il termine sopravvisse durante il Regno di Jugoslavia e, al tempo della Repubblica Socialista Federale di Jugolavia (SFRJ), la Costituzione permetteva ai lavoratori in assemblea di prendere decisioni riguardo ad alcuni aspetti della gestione delle fabbriche e dei luoghi di lavoro.
Dopo lo smembramento della Jugoslavia, la Serbia, la Croazia, la Slovenia e le altre ex repubbliche mantennero il concetto di zborovi come forma di auto-governo regionale; in Macedonia, il termine sobranie viene ancora utilizzato con lo stesso significato. Per questa ragione, l’appello degli studenti a creare assemblee di massa si lega ad una struttura legale che tecnicamente già esiste, dal momento che tali assemblee dei cittadini sono parte della nostra storia nei momenti di insurrezioni e rivoluzioni. È anche interessante come nel 1920 vennero organizzati numerosi zborovi anche nel Regno di Jugoslavia, appena prima della proclamazione dell’Obznana, il decreto che mise fuori legge il Partito Comunista di Jugoslavia e ogni organizzazione collegata ad esso. L’opposizione nei confronti dell’Obznana culminò in uno sciopero generale a Zagabria.
La situazione in Serbia viene spesso dipinta nei media regionali e internazionali come permeata dal nazionalismo serbo e alcuni evocano persino lo spettro dell’ultra-reazionario movimento cetnico. Tuttavia, l’ampia solidarietà manifestata nei confronti del movimento, specialmente dalla Croazia, e i video entusiasmanti di unità tra serbi e musulmani a Novi Pazar mostrano che alla base del movimento stesso esiste un desiderio generale dell’unità nella lotta di tutto il popolo jugoslavo, in contrapposizione al nazionalismo e alle divisioni etniche e religiose.
Il significato degli zborovi in Serbia
Dopo l’appello di marzo, le assemblee di massa (zborovi) hanno cominciato a spuntare come funghi in tutta la Serbia. Mentre scriviamo, si sono riuniti centinaia di zborovi in tutto il paese. Solo nel giorno stesso dell’appello, hanno risposto più di cinquanta città e municipi. Insieme all’appello, gli studenti hanno pubblicato un vademecum per organizzare le assemblee. Esso spiega che le assemblee cittadine sono l’equivalente dei plenum degli studenti, ma organizzati su base regionale.
In un precedente articolo, abbiamo scritto che l’organizzazione di assemblee unitarie studenti-lavoratori rappresenta un passo in avanti decisivo per il movimento. Gli studenti hanno tratto la conclusione corretta: la lotta deve connettersi alle più ampie masse L’appello promosso dagli studenti a marzo sta già riscuotendo successo tra la classe operaia e le più ampie masse, che stanno rispondendo con determinazione ancora maggiore.
Gli insegnanti in Serbia, che hanno dato vita a varie forme di sciopero fin dall’inizio delle proteste, da tempo organizzano le proprie azioni mediante propri plenum.
Traendo ispirazione dagli insegnanti, si stanno formando adesso i cosiddetti strukovni zborovi [assemblee dei lavoratori, Ndt]. Ci sono assemblee dei lavoratori nel settore informatico, tra gli educatori e, recentemente, tra i lavoratori della sanità. La scorsa settimana, si è formata un’assemblea dei lavoratori di una stazione televisiva attualmente occupata, attraverso la quale i lavoratori hanno promosso le proprie rivendicazioni.
Come comunisti, facciamo appello alla generalizzazione di queste assemblee, come passo necessario per organizzare la partecipazione indipendente della classe operaia al movimento, cosicché i lavoratori possano avanzare le proprie rivendicazioni e mettersi alla testa del movimento contro il regime.
I commenti dei lavoratori della sanità sono particolarmente interessanti, e sollevano questioni riguardo al ruolo delle assemblee e sul loro utilizzo. Un giornale riporta:
“[…] I lavoratori della sanità hanno fatto ricorso ai social media per convocare la riunione, propugnando l’unità tra i paramedici, con lo scopo di riunirsi, organizzarsi ed agire insieme per proteggere la loro professione. Hanno dichiarato che i sindacati non stanno facendo il proprio lavoro, che sono ‘addormentati’, e che è necessario agire insieme, organizzarsi e creare un piano di azione collettivo.”
“Gli studenti della Facoltà di Medicina hanno dato il proprio appoggio alla riunione e hanno fornito moderatori, verbalizzatori e un servizio d’ordine.”
Le assemblee vengono organizzate spontaneamente sui social media o sull’app Viber. Gli studenti spesso partecipano come moderatori e verbalizzatori.
Inoltre, le assemblee spesso prendono decisioni che tecnicamente non avrebbero il diritto di prendere, almeno secondo gli statuti dei governi locali. Per esempio, lo zbor di Čačak ha votato per destituire il sindaco in carica e sono in corso manifestazioni finché non si dimetterà.
La comparsa diffusa di assemblee è una conseguenza della profonda radicalizzazione delle masse. Per esempio, a Niš, la folla ha lanciato uova contro il sindaco. A Kragujevac, lo zbor aveva deciso che la città avrebbe dovuto pagare i salari dei lavoratori delle scuole. Se le loro richieste non fossero state soddisfatte, minacciavano di recarsi al municipio il mercoledì successivo alle sei di sera per tenere una manifestazione.
Recentemente, c’è stata una tendenza verso la centralizzazione delle assemblee popolari. Per esempio, la città di Novi Sad ha un “Zbor svih Zborova” (un’“assemblea delle assemblee” che è stata usata per organizzare l’occupazione delle stazione televisiva. Molti zborovi differenti sono stati anch’essi parzialmente centralizzati e hanno inviato “unità di difesa” in tutta la Serbia per proteggere gli studenti durante la loro occupazione della stazione televisiva.
Dobbiamo essere chiari. Il passo di centralizzare gli zborovi e di introdurre i metodi della democrazia operaia, come l’elezione e la revoca dei rappresentanti degli zborovi locali nel consiglio centrale, rappresenta il primo passo in direzione della costruzione di un potere alternativo nella società. Si pone la questione di “chi decide”: la vasta maggioranza dei lavoratori e degli studenti o il regime corrotto degli oligarchi capitalisti, incarnato nel regime di Vučić. Come comunisti, appoggiamo pienamente qualsiasi passo in questa direzione.
Cosa rappresentano gli zborovi?
Anche i giornali mainstream descrivono gli zborovi come una modalità per mezzo della quale le masse si attivano politicamente. Radar Nova ha riportato le parole di uno studente, che riassumeva così:
“Le assemblee sono un’opportunità per i cittadini di esprimersi pubblicamente riguardo alla crisi politica nelle proprie comunità e, mediante la partecipazione, di ricordarsi che la politica non sono solo i partiti. Invece della solita politica verticale, abbiamo adesso una rivoluzione copernicana in cui i cittadini definiscono i propri bisogni ed invitano gli altri a prendere parte direttamente nei gruppi di lavoro. Prendere il proprio futuro nelle proprie mani è un’idea potente e, naturalmente, mobilita la gente.”
I media raccontano che le assemblee “danno il potere politico al popolo” e inconsciamente arrivano a distinguere le assemblee dalle strutture ordinarie della democrazia liberale, interrogandosi sul significato delle assemblee. Un giornale si è persino chiesto se esse non rappresentino una “realtà parallela”. Hanno ragione. È un potenziale organo di potere parallelo che si sviluppa di fronte ai nostri occhi.
La Serbia, come tutti i paesi ex jugoslavi, ha delle strutture sindacali relativamente deboli. Solo circa il 20% dei lavoratori in Serbia aderisce ad un sindacato, per lo più nel settore pubblico, che include la sanità, l’istruzione e i servizi pubblici. Tuttavia, sulla base dei commenti dei lavoratori della sanità e dell’istruzione, è chiaro che le assemblee rappresentano una nuova forma di organizzazione che abbraccia tutti i lavoratori, un’opportunità per essi di aggirare l’ostacolo rappresentato dalle burocrazie sindacali, in cui hanno perso fiducia.
Il sito web della rivista culturale serba Oblakoder, per esempio, ha pubblicato un articolo che pone la questione dell’insufficiente organizzazione sindacale, dicendo che uno sciopero generale può essere praticato solo se le masse si organizzano come gli studenti nei plenum.
Questo ha naturalmente sollevato la domanda nei media: “Le assemblee possono sostituire i sindacati?”. In un’intervista, un insegnante risponde affermativamente, dicendo che questa è “una nuova maniera di organizzarsi”. Le assemblee operaie devono organizzare tutti i lavoratori, soprattutto durante uno sciopero o una lotta. L’aumento della partecipazione dei lavoratori ad ogni livello deve anche portare i settori più avanzati a prendere il controllo dei sindacati, che sono organizzazioni permanenti della classe operaia, per trasformarli in sindacati combattivi. Mentre scriviamo, i lavoratori stanno usando le assemblee per rendere i sindacati esistenti più combattivi. Le assemblee dei lavoratori dell’istruzione, in particolare, stanno indirizzandosi verso la centralizzazione nel corso dell’organizzazione della loro lotta.
Il movimento è stato caratterizzato fin dall’inizio dalla sfiducia verso le “istituzioni”, percepite come sequestrate da parte del Partito Progressista Serbo (SNS) al governo. Le masse e la classe lavoratrice stanno giungendo sempre più alla conclusione che hanno bisogno delle proprie “istituzioni”. Gli studenti spiegano nelle interviste ai media che, con l’idea di creare assemblee, vogliono superare la capacità limitata del movimento di articolarsi politicamente e provare a trasformarlo in un movimento di massa. Inoltre, sono diventati, senza accorgersene, leader politici essi stessi, il che può essere osservato col fatto che, al momento, le masse si stanno rivolgendo agli studenti per tutta una serie di consigli politici.
L’ordine del giorno delle assemblee dei lavoratori include a volte questioni come quelle degli scioperi e degli stipendi non pagati degli insegnanti. Normalmente, i lavoratori non sindacalizzati non hanno altra scelta se non di scrivere alle autorità locali e di fare appello alle “istituzioni competenti”. È essenziale che essi creino le proprie assemblee operaie, come quelle già formate dai lavoratori del settore informatico, degli insegnanti, dei lavoratori della sanità e della televisione. All’interno di esse, possono decidere i passi successivi da intraprendere, discutere degli scioperi e persino organizzarli, come ha fatto il plenum dei lavoratori di Niš quando ha deciso di scioperare. I lavoratori possono anche lottare per rendere i sindacati esistenti più combattivi.
Ma anche prima che gli studenti facessero appello a riunirsi in assemblee, i lavoratori di tutta l’ex-Jugoslavia conoscevano le tradizioni dei cosiddetti “sindacati dei lavoratori”. Un caso interessante è quello dei lavoratori della centrale elettrica di TENT, che hanno organizzato uno sciopero a gennaio con rivendicazioni che andavano ben al di là degli schemi di un normale sciopero. Al tempo, avevano annunciato:
“La legge dice che le azioni di sciopero possono avere inizio solo dopo la comunicazione ufficiale di sciopero. Dobbiamo ottenere il consenso dell’UGS Nezavisnost [la confederazione sindacale, Ndr] e poi cominceremo. Ma ci sarà uno sciopero senza il loro consenso, se questo è quello che lo zbor dei lavoratori deciderà.”
Le loro rivendicazioni erano: “la soddisfazione delle richieste degli studenti che stanno attuando il blocco, l’identificazione dei responsabili della situazione catastrofica dell’industria elettrica, ma anche la rimozione del direttore generale di EPS AD [l’operatore statale dell’impianto di TENT, Ndr], dell’intero consiglio di amministrazione, del consiglio di sorveglianza, dell’intera amministrazione di EPS e del ministro delle miniere e dell’energia”.
L’autodifesa di scioperi, proteste e manifestazioni
Man mano che il movimento cresce, esso si scontra con costanti provocazioni da parte dello Stato, di Vučić, del SNS e dei loro sgherri. Le minacce sono state seguite in molti casi da attacchi violenti. La necessità di organizzare l’autodifesa e un servizio d’ordine efficace nelle proteste, nei blocchi, nelle occupazioni e negli scioperi viene ormai compreso da molti.
All’inizio, gli studenti hanno creato unità di autodifesa chiamate Dabre per proteggersi dagli attacchi brutali dei giannizzeri e dei provocatori dell’SNS. Nel frattempo, si sono create unità di autodifesa spontanee formate da veterani dell’esercito serbo e da motociclisti, che hanno cominciato a proteggere gli studenti durante le proteste.
Inoltre, le assemblee dei lavoratori del settore informatico in Serbia stanno raccogliendo denaro per pagare i salari arretrati dei lavoratori dell’istruzione con il concorso di altri lavoratori in tutta la Serbia.
Questo livello di solidarietà di classe non è comune durante i periodi di cosiddetta pace sociale. Tutto sembra indicare che queste assemblee non siano delle “semplici assemblee” e che il crollo della pensilina sia stato molto più che un semplice crollo.
Una profonda sfiducia nell’intero sistema
Una delle principali caratteristiche dell’attuale situazione politica in Serbia è che gli studenti e gli altri settori che si stanno mobilitando contro il regime nutrono una profonda sfiducia nei confronti dell’intero sistema, inclusi i partiti tradizionali che stanno all’“opposizione”.
Il rovesciamento di Milošević attraverso la mobilitazione rivoluzionaria della classe operaia nell’ottobre 2000 portò al potere un’opposizione che si dimostrò incapace di apportare il cambiamento radicale richiesto dal movimento di massa. Questo tradimento creò le condizioni per l’attuale regime di Vučić. Per questo, le masse dicono sia che “Vučić non va bene”, sia che “l’opposizione non va bene” e desiderano un cambiamento sistemico. I settori più avanzati sono già giunti alla conclusione che quello che serve è un movimento che sfoci in una rivoluzione capace di spazzare via tutto ciò.
Qual è l’origine del movimento?
La crisi economica del 2008 ha destabilizzato il capitalismo a livello mondiale e ha dato impulso a spostamenti tellurici nella coscienza. Il protrarsi della crisi ha causato un declino generalizzato nella qualità della vita in tutto il mondo. Negli ultimi trent’anni, la Serbia è stata colpita da un declino ininterrotto nelle condizioni di vita come effetto della restaurazione del capitalismo. In generale, non esiste un solo settore o segmento delle infrastrutture in Serbia che meriterebbe un voto positivo: dal trasporto pubblico all’agricoltura, tutto versa nel sottosviluppo e nell’incuria.
Dalla Gran Bretagna, Ted Grant descrisse il ruolo giocato dagli studenti alla vigilia del Maggio 1968 in Francia:
“La ribellione degli studenti si è sviluppata in quell’atmosfera. Essa era un sintomo del malcontento nella società. I figli e le figlie della piccola e media borghesia, e anche della grande borghesia, si sono ribellati contro i valori corrotti della classe dominante. Questo movimento è un sintomo della crisi nel mondo capitalista. Le manifestazioni studentesche sono state violentemente represse da reparti scelti della polizia antisommossa, noti per la loro brutalità. Il pestaggio dei manifestanti ha solo fatto infuriare ulteriormente gli studenti, portando alle battaglie di strada sulle barricate al Quartiere Latino, alle occupazioni delle università a Parigi e in seguito in tutta la Francia. Questo, a propria volta, ha fatto scoccare la scintilla del movimento tra gli studenti delle scuole superiori.”
La descrizione fatta da Ted Grant del movimento in Francia ricorda da vicino il movimento in corso in Serbia. Non è una coincidenza che gli studenti dicano apertamente di trarre ispirazione da movimenti precedenti come quelli del 1968 in Francia e nell’ex-Jugoslavia. Qui, nel 1968 il movimento prese una forma differente, con gli studenti che portavano avanti rivendicazioni non contro il socialismo in quanto tale, bensì contro la burocrazia che alla fine restaurò il capitalismo. Anche i comuni articoli di giornali notano spesso che il movimento attuale in Serbia assomiglia alle lotte degli studenti nel 1968.
La mobilitazione degli studenti è un sintomo di una crisi molto più profonda nel sistema capitalista. Nei periodi normali di relativa calma e stabilità, durante i quali le illusioni nella democrazia borghese sono dominanti, la gran parte delle persone non sono politicamente attive. Certo, in Serbia la partecipazione nelle assemblee di massa, in particolare nei luoghi di lavoro, non ha ancora raggiunto il livello di una mobilitazione generale. Tuttavia, si sta rafforzando di giorno in giorno.
I numeri parlano chiaro. Solo a marzo, secondo CRTA, che ha raccolto i dati, ci sono state in Serbia 1.697 proteste in 378 luoghi diversi, con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone, e 200 zborovi. Solo a Novi Sad, hanno partecipato alle assemblee migliaia di persone. Possiamo stimare che al momento decine, se non centinaia, di migliaia di persone in Serbia stiano partecipando alle assemblee. E Vučić sta tentando di liquidarle come “antidemocratiche”, definendole invenzioni bolsceviche. Non c’è da stupirsi che nei media alcuni giornalisti stiano connettendo questi zborovi allo sviluppo di una rivoluzione in Serbia.
Trotskij, nella Storia della Rivoluzione Russa, definisce la rivoluzione come un momento decisivo in cui le masse intervengono direttamente negli eventi storici. In Serbia, possiamo osservare questo fenomeno. Se consideriamo le condizioni che Lenin enumerò per una rivoluzione, abbiamo le seguenti:
La prima condizione è che la crisi provochi divisioni e tentennamenti all’interno della classe dominante. La borghesia serba ne fornisce una indubbia prova e le classi dominanti dei paesi balcanici temono le ripercussioni di un movimento che sta riecheggiando in varie forme in tutti i paesi ex jugoslavi. Vučić non potrebbe apparire più nervoso e incoerente e il “parlamento serbo” versa in uno stato di disperazione. Da mesi ormai gli studenti sono stati pubblicamente accusati dai media di appoggiare il bolscevismo, il comunismo e la rivoluzione.
La seconda condizione è l’oscillazione della piccola borghesia, che cerca una via di fuga dalla crisi, rivolgendosi o alla classe operaia o ai capitalisti. Come spiegava Lenin, mediante una politica decisa della classe operaia, in tali condizioni, è possibile conquistare l’appoggio della piccola borghesia.
La terza condizione è la disponibilità della classe operaia a dare battaglia. Nonostante numerosi appelli da parte degli studenti per uno sciopero e una mobilitazione generali, ciò non è ancora avvenuto. Ciò è in parte dovuto all’atteggiamento della burocrazia sindacale, che ha finora offerto un appoggio solo verbale alle rivendicazioni degli studenti e non ha diffuso l’appello per uno sciopero generale tra i propri iscritti. A livello istintivo, settori della classe operaia che stanno cominciando a mobilitarsi, come i lavoratori dell’istruzione, hanno creato i propri organismi di lotta, attraverso i quali hanno organizzato gli scioperi. Recentemente, si stanno svolgendo molti scioperi in Serbia, come espressione dell’inasprimento della lotta di classe sotto la superficie. I lavoratori hanno bisogno di lottare per le proprie rivendicazioni, costruendo i propri comitati di sciopero.
Ma soprattutto, a mancare è la quarta condizione di Lenin: l’esistenza di un partito rivoluzionario di massa, con radici nella classe operaia, che sia pronto a intraprendere i passi più audaci per assicurare la vittoria della classe operaia.
A causa dell’assenza di un tale partito, il movimento è sottoposto alla pressione di differenti classi sociali. L’“opinione pubblica” borghese, fomentata dai media capitalisti internazionali, sta tentando di descrivere il movimento come la “via europeista” per uscire da un “sistema basato sulla corruzione”. L’idea che un governo guidato da “esperti” possa dirigere la transizione verso un “sistema più democratico” minaccia di dirottare il movimento nella ricerca di sterili riforme costituzionali, mentre l’origine del problema risiede nel sistema capitalista stesso. Varie testate borghesi cercano di descrivere questo movimento come un tentativo di imporre lo “Stato di diritto” e uno “Stato costituzionale”, o semplicemente come ordinarie proteste contro la corruzione.
Tuttavia, è evidente che questa campagna ideologica non sta penetrando in profondità nella coscienza degli studenti nei plenum e che gli obiettivi del movimento si spingono ben oltre di quello che vorrebbe la borghesia. La pressione delle idee borghesi sugli studenti si sta intensificando intorno a possibili tentativi di formare un “governo di transizione” e di costringere gli studenti a prendere una decisione formale riguardo alle prossime elezioni. Allo stesso tempo, il regime sta diventando sempre più aggressivo. Una seria provocazione da parte del regime potrebbe far saltare gli equilibri e provocare una sollevazione rivoluzionaria ancora più massiccia e la generalizzazione a livello di massa degli zborovi.
È nel corso di questi eventi che i settori più combattivi del movimento contribuiranno a formare un nuovo partito comunista rivoluzionario di massa, che porrà le fondamenta per una futura direzione rivoluzionaria.
Che succederà?
Al momento, il movimento è privo di un programma d’azione determinato e concreto, ma con il passare del tempo sta diventando più audace: dai plenum all’appello ad uno sciopero generale, alla formazione di assemblee popolari di massa e di assemblee dei lavoratori. Questi organi di lotta di massa stanno emergendo e cominciando a prendere una forma più centralizzata.
Il movimento continua da quasi sei mesi ormai, ma non può andare avanti per sempre. Tuttavia, andando avanti, i settori più avanzati trarranno inevitabilmente conclusioni sempre più rivoluzionarie, per proteggersi dall’intrusione delle idee borghesi e piccolo-borghesi.
Gli studenti stanno imparando per mezzo dell’esperienza e verranno spinti in direzione della conclusione che devono fare appello ad un’azione unitaria tra gli zborovi, i plenum e i sindacati, verso uno sciopero generale. Finora, gli studenti sono stati il centro del movimento, e potrebbero continuare ad esserlo. Il loro appello alla generalizzazione delle assemblee di massa (zborovi) è stata la mossa corretta, dal momento che esisteva il rischio reale che il movimento rimanesse isolato dalla classe operaia. Assumendo una prospettiva sociale e facendo appello al popolo a mobilitarsi, hanno fatto la scelta giusta.
Gli studenti hanno correttamente riconosciuto la necessità che la classe operaia giochi un ruolo decisivo, mobilitando il pieno delle sue forze contro il regime. Per citare Ted Grant: “Non gira una ruota, non squilla un telefono, non si accende una lampadina senza la gentile concessione della classe operaia! Una volta che questa forza enorme verrà mobilitato, nessun potere sulla terra potrà fermarla”.
Ma la storia ci insegna che un partito rivoluzionario non può venir fuori dal nulla, poco prima di grandi eventi. Questo è esattamente quanto dimostra il movimento attuale: esso soffre cronicamente di una carenza di direzione. D’altra parte, questa è anche, in un certo senso, la sua più grande forza: non ci sono dirigenti riformisti, partiti stalinisti e opzioni politiche a sinistra che possano indirizzare la situazione in una direzione sbagliata, come avvenne durante la rivoluzione francese del 1968.
Tuttavia, gli studenti devono essere consapevoli del fatto che la classe operaia si mobilita in una maniera decisiva solo quando sorgono certe condizioni e non solo perché si desideri una tale mobilitazione. Questo è esattamente il motivo per cui uno sciopero generale non ha ancora prodotto l’effetto esplosivo desiderato.
Tuttavia, possiamo essere certi di una cosa. Dalla rivolta degli studenti, molti dei quali sono in Serbia figli e figlie della classe operaia, possiamo percepire il malcontento proprio della classe operaia. Questo è un segno di un’esplosione imminente ed ci dà un assaggio dell’intensità della rabbia dei lavoratori una volta che si solleveranno, non solo in Serbia, ma in tutti i Balcani. Da questo movimento, una parte della gioventù e della classe operaia trarrà la conclusione che è necessaria una direzione rivoluzionaria per ottenere un cambiamento sociale radicale, cioè per rovesciare il capitalismo e sostituirlo con un’economia socialista democraticamente pianificata.
Ma, per adesso, spetta alla classe operaia serba, e a nessuno altro, il compito di realizzare le rivendicazioni degli studenti, di fondare in Serbia un sistema più giusto, e di rovesciare Vučić. Per ottenere queste rivendicazioni, sarà necessaria una mobilitazione di massa e uno sciopero generale rivoluzionario, che non ha precedenti nella storia recente della regione. Lo sciopero verrà guidato dai lavoratori più giovani, che non portano il peso delle sconfitte del passato e del cinismo.
Come comunisti, appoggiamo l’appello a generalizzare la formazione di zborovi in ogni quartiere e luogo di lavoro. Difendiamo anche la necessità di coordinarli e centralizzarli democraticamente a livello regionale e nazionale, introducendo i metodi della democrazia operaia. Tutti i delegati dovrebbero essere eletti e revocabili da parte delle assemblee che li hanno eletti. Il movimento in direzione di uno sciopero generale rafforzerà la tendenza verso l’autorganizzazione di massa per mezzo di assemblee, comitati di sciopero e consigli di delegati eletti nelle assemblee. Queste emergeranno non solo come organi di lotta, ma anche di autogestione, come un potere alternativo alle corrotte istituzioni capitaliste.
Tutto il potere agli zborovi!
In Serbia, stiamo assistendo ai primi spasmi di una crisi rivoluzionaria. Tutta la società ne è influenzata. La coscienza delle masse si sta trasformando per mezzo dell’esperienza dell’azione di massa e della lotta di classe. La rivendicazione apparentemente “conservatrice” degli studenti, “che le istituzioni facciano il proprio lavoro”, ha suscitato l’iniziativa spontanea degli studenti e di settori più ampi del popolo e dei lavoratori per prendere le proprie decisioni riguardo alla società, per organizzarsi in assemblee e cominciare a coordinarle e centralizzarle, in quanto organismi embrionali di potere operaio.
Essenzialmente, il movimento rappresenta un’espressione del processo pulsante e molecolare della rivoluzione, che ha avuto inizio in Serbia fin dallo smembramento della Jugoslavia. Esso è un’espressione di insoddisfazione nel capitalismo in generale e nella sua incapacità di fornire le condizioni basilari di uno sviluppo.
Inoltre, le assemblee rappresentano la volontà delle masse di prendere parte alle decisioni politiche e alla politica in generale. Il volere delle masse può realizzarsi solo quando le assemblee diventeranno il governo di fatto della Serbia. Queste assemblee, nella misura in cui abbracciano la massa della classe lavoratrice e si coordinano e si centralizzano in consigli di delegati, sono essenzialmente soviet in una forma embrionale, simili a quelli che emersero durante le rivoluzioni del 1905 e del 1917 in Russia. Il movimento può lottare per molto più che per la giustizia per le vittime del crollo del tetto a Novi Sad. La forza delle classe operaia non solo può rovesciare Vučić, ma può ottenere vittorie enormi e decisive.
Per rafforzare il potere delle assemblee dobbiamo:
• Trasformare lo zbor nel principale strumento di lotta. Unire gli studenti e i lavoratori per organizzare uno sciopero generale.
• Creare più assemblee operaie! I lavoratori devono formare le proprie assemblee di massa nei luoghi di lavoro, coordinandole per settore, seguendo l’esempio dei lavoratori del settore informatico, dell’istruzione e della santià.Perché?
Perché l’arma più forte contro lo Stato è lo sciopero.
I lavoratori devono creare i propri comitati di sciopero e l’assemblea è il mezzo per farlo! Proprio come hanno già mostrato i lavoratori dell’istruzione.
Centralizzare le assemblee!
Creare un’assemblea centrale, uno Zbor svih zborova, a livello nazionale, al quale verranno inviati i delegati dalle assemblee di tutta la Serbia (delegati delle assemblee operaie e delle assemblee popolari), oltre che delegati dei plenum degli studenti. Il nostro obiettivo deve essere la più grande coordinazione dell’azione e la formazione di comitati di sciopero e di occupazione.
Organizzare l’autodifesa sotto il controllo delle assemblee.
Gli studenti stanno occupando le università. I lavoratori dovrebbero occupare i luoghi di lavoro.
Avanti verso lo sciopero rivoluzionario in Serbia!