La polveriera del Kosovo
15 Febbraio 2023Spagna – Centinaia di migliaia in piazza a difesa della sanità pubblica
16 Febbraio 2023La crisi e l’inflazione hanno colpito pesantemente i lavoratori e le loro famiglie, che stanno tirando le proprie conclusioni. E che conclusioni!
Secondo un recente rapporto del Censis sulla sostenibilità sociale, “La reazione alla minaccia dell’inflazione porta l’86,9% a essere favorevole a indicizzare retribuzioni, salari e stipendi all’aumento dei prezzi, tornando alla scala mobile.” (il grassetto è del rapporto)
D’altra parte i risparmi delle famiglie si sono ridotti dell’11,3% tra il 2022 e il 2021. Secondo una ricerca di Confesercenti, la perdita di potere d’acquisto è di 470 euro a famiglia solo negli ultimi sei mesi del 2022.
“L’84,9% dichiara di intravedere incertezza e insicurezza. Allarma il blocco della mobilità sociale, che per il 58,6% dei cittadini farà aumentare le disparità sociali.”
Gli intervistati hanno le idee chiare anche sul salario minimo; il 90,4% si dichiara favorevole a fissare una retribuzione minima per legge. Sul reddito di cittadinanza, non passa la propaganda di media e governo: “il 65,1% degli italiani lo reputa uno strumento per aiutare persone in difficoltà”.
Da parte dei dirigenti sindacali, spesso ci sentiamo ripetere che non si possono fare proposte radicali perché “la gente non ci seguirebbe”.
È proprio il contrario: sono i dirigenti sindacali a non seguire i lavoratori!
Una campagna rivendicativa con azioni di lotta per il ritorno delle scala mobile (come quella promossa la scorsa estate dai compagni di Giornate di Marzo ), e per un salario minimo garantito di 1400 euro al mese, portata avanti da un sindacato come la Cgil, godrebbe di un grande successo.
È ora di lanciarla!