Fermare il genocidio a Gaza – Rovesciare Netanyahu e lo Stato sionista

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Fermare il genocidio a Gaza – Rovesciare Netanyahu e lo Stato sionista

Pubblichiamo il testo del volantino (qui in formato pdf) che distribuiremo in questi giorni nelle manifestazioni per la Palestina.

 

Fermare il genocidio a Gaza – Rovesciare Netanyahu e lo Stato sionista

Un massacro senza precedenti sta devastando la Palestina, con oltre 60.000 morti. Gaza è un lager a cielo aperto, dove il governo sionista utilizza in modo sistematico l’emergenza umanitaria come arma, condannando centinaia di migliaia di persone alla fame e alla miseria, mentre continuano senza tregua l’assedio, i bombardamenti e il blocco degli aiuti.

Migliaia di persone in tutto il mondo hanno dimostrato il loro appoggio alla causa palestinese in tutti questi mesi, per ultimo ciò che si è visto a Genova con la manifestazione di oltre 50.000 persone in sostegno della Global Sumud Flotilla. Ma l’indignazione per ciò che accade non basta, dobbiamo proporre soluzioni.

Per fare ciò bisogna partire da una valutazione della situazione concreta, il massacro del popolo palestinese è firmato con nomi e cognomi.

Israele è sostenuto militarmente, politicamente ed economicamente dall’imperialismo USA ed europeo, a partire dal governo Meloni, che hanno enormi interessi nella regione. Per questo motivo, dobbiamo partire da una lotta contro le nostre classi dominanti, qui in Occidente.

Formazioni come il PD, che sono presenti in queste piazze, non propongono altre rivendicazioni se non il riconoscimento dello Stato Palestinese, così come hanno recentemente promesso di fare Macron in Francia e altri governi.

La questione non è ottenere il riconoscimento della Palestina dai nostri governi con le mani sporche di sangue, ma lottare per far cadere i nostri governi.

Ci teniamo a ricordare che formalmente esiste l’Autorità Nazionale Palestinese, nata dagli accordi di Oslo del 1993, questo non ha impedito ad Israele di occupare, colonizzare, devastare e annettere i territori palestinesi.

L’idea dei “due popoli due stati’’ su basi capitaliste, è un’utopia reazionaria. Oggi è usata soprattutto come foglia di fico da quei governi che vogliono nascondere i loro legami con Israele.

Sotto il capitalismo non ci sarà mai uno stato palestinese, realmente libero e sovrano.

Infatti, se da una parte Macron parla di riconoscere la Palestina, dall’altra arma fino ai denti l’esercito israeliano, così come fa il governo italiano.

Respingiamo questa ipocrisia nauseante che nasconde i veri interessi del sistema economico capitalista e di aziende come la Leonardo che fanno profitti d’oro sulla pelle dei popoli.

Le alleanze internazionali come la NATO servono solo per difendere gli interessi imperialisti comuni, che legano l’Europa agli USA e ad Israele. Non a caso i governi dei paesi membri, con Giorgia Meloni in prima fila, spingono per politiche di lacrime e sangue che portino la spesa militare fino al 5% del PIL, alimentando un’escalation militarista senza precedenti.

Ciò che la classe dominante teme di più è una rivolta di massa in Occidente e in Medio Oriente, perché sanno che è l’unica cosa che fermerebbe veramente il loro saccheggio.

Solo collettivizzando le risorse, rendendole pubbliche, mettendole a disposizione di tutte le popolazioni che vivono nella zona è possibile una convivenza che vada al di là della religione e dell’etnia, divisioni che vengono fomentate ad arte dall’imperialismo per dividere gli sfruttati.

Abbiamo visto dei compagni che in modo del tutto sincero hanno dichiarato “non in nostro nome’’. Per quanto ci riguarda è una parola d’ordine soggettiva e insufficiente, perché se i massacri permangono conta poco se c’è o meno la nostra approvazione.

Il problema è trovare una soluzione per un popolo martoriato, questa soluzione può venire solo dalla mobilitazione a livello internazionale della classe lavoratrice, l’unica che può paralizzare la macchina militare israeliana.

Solidarizziamo con la lotta dei portuali, che hanno impedito l’invio delle armi ad Israele, così come approviamo la dichiarazione di fermare tutti i porti d’Europa se si perdessero i contatti con la Global Sumud Flotilla, lo consideriamo un importante punto di partenza, ma allo stesso tempo chiediamo a tutte le organizzazioni sindacali la convocazione di uno sciopero generale, contro l’assedio di Gaza e il governo Meloni, complice dell’assassino Netanyahu.

Come diceva il grande rivoluzionario Karl Liebknecht: “il principale nemico è in casa nostra”.

  • Più case, meno caserme, più libri, meno bombe
  • Pace fra i popoli, guerra ai capitalisti!
  • Fuori l’Italia dalla Nato!
  • Stop al genocidio in Palestina!
  • Per una federazione socialista del Medio Oriente!

 

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