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Fedex-Tnt vuole licenziare 500 lavoratori

Il corriere internazionale Fedex ha acquisito Tnt, quarta compagnia per fatturato a livello internazionale. Per ripagare l’investimento, come da copione, ha dichiarato solo in Italia quasi 500 esuberi, 361 in tronco, altri 115 camuffati da trasferimenti.

Per questo i lavoratori di Tnt e FedEx il 17 maggio e poi ancora il 31 maggio e il primo giugno, fin dall’alba hanno presidiato i cancelli dei magazzini indossando con fierezza una maglietta che recitava “la mia FedEx non l’avrebbe mai fatto”.

Una ristrutturazione che ha scioccato i lavoratori non solo per le tante promesse fatte in passato, ma anche perché Fedex, che fattura 60 miliardi di dollari all’anno, ha chiuso il 2017 con un utile d’esercizio di 2,9 miliardi, quasi tre volte quello del 2015.

Nonostante la doccia fredda i lavoratori sono scesi in sciopero determinati e incoraggiati dalla presenza anche di tanti delegati sindacali di altre aziende (non solo della logistica) accorsi in solidarietà.

Come lavoratori Ups era doveroso portare solidarietà e soprattutto discutere coi colleghi come contrastare questo attacco. Per questo siamo riusciti ad essere presenti con una delegazione di autisti più che dignitosa. (di seguito un’intervista con i lavoratori in lotta)

Va detto però che ora è necessario cambiare passo, questi anni i dirigenti sindacali hanno seminato troppe illusioni sul fatto che la vendita di Tnt a un nuovo gruppo poteva essere gestita senza traumi. L’ultima ristrutturazione della Tnt è costata negli scorsi cinque anni già 800 posti di lavoro, praticamente senza colpo ferire a causa di un conflitto messo in campo dalla direzione sindacale estremamente edulcorato e tutto concentrato sulla ricerca di tavoli istituzionali.

Questo approccio “ragionevole” delle Organizzazioni sindacali, in particolare quella americana dei Teamsters è costato un ritardo nella possibilità di costruire un fronte più ampio, internazionale come si fece in UPS nel 1997.

Ma la lotta non è assolutamente compromessa! La mobilitazione dei lavoratori di Fedex e Tnt il 17 è stata superiore a qualsiasi aspettativa nonostante le pressioni dei capi e l’uso smisurato di lavoratori interinali, lavoratori che in parte però hanno risposto all’appello del sindacato scioperando, nonostante il ricatto, con slancio e grande spirito di sacrificio.

Questi sono segnali importanti che dimostrano che esiste un potenziale enorme. Ma bisogna essere chiari! La ristrutturazione possiamo fermata solo se sapremo organizzare un opposizione determinata e partecipata.

FedEx è l’unica azienda in Italia della logistica che ha tutte le lavorazioni “internalizzate” pertanto il processo di licenziamento è finalizzato a ricollocare all’esterno negli appalti a cooperative i lavoratori ad alta professionalità, in modo da avere lo stesso lavoro a costi più bassi e con maggior ricatto. Non dobbiamo permetterlo!

Il nostro obbiettivo oggi deve essere quello di lottare per la fine delle esternalizzazioni ed essere dipendenti diretti delle grandi imprese multinazionali! Anche per questo motivo la battagli contro la ristrutturazione di Fedex è una battaglia che riguarda i lavoratori di tutto il settore. Bisogna mobilitare seriamente tutta la categoria a favore di questa vertenza, proclamare lo sciopero nazionale di tutta la categoria e opporsi a qualsiasi trattativa che discuta di esternalizzare i processi produttivi.

Su queste basi bisogna pretendere che i nostri sindacati rivendichino che la vertenza Fedex sia anche una lotta internazionale, ai 500 esuberi italiani vanno sommati migliaia di altri nel mondo. A cosa serva fregiarsi di appartenere ad associazioni sindacali internazionali se poi non si usano per mobilitazioni internazionali? Il 22 maggio del 1997 come delegati e sindacati in UPS riuscimmo ad organizzare uno sciopero mondiale e un blocco delle attività per 15 giorni negli USA che portà alla vittoria dei lavoratori.

 

Intervista ai lavoratori di Fedex contro gli esuberi per la fusione con Tnt

Giovedì 31 maggio e venerdì 1 giugno si è svolto il secondo sciopero dei lavoratori di Fedex e Tnt contro la ristrutturazione che prevede centinaia di esuberi. Abbiamo intervistato due lavoratori di Fedex ai cancelli del magazzino di Peschiera Borromeo durante lo sciopero, Marco G corriere a San Giuliano Milanese e Marco R degli uffici di Cernusco (Milano).

Rivoluzione: Fedex ha acquisito Tnt e subito ha dichiarato centinaia di esuberi, ve lo aspettavate? Quale è stata la vostra risposta immediata?

Marco G: Prima di tutto non ce lo aspettavamo, perché Fedex è anni che ha un bilancio sano, con tanto di certificazione documentata e slide mostrate ai sindacati a Roma. Non ci aspettavamo questa botta, questo shock, perché sono vent’anni che lavoro in Fedex, che faccio il corriere per loro, ho 47 anni, sono cresciuto in Fedex. L’azienda parla di integrazione, la parola integrazione per chi conosce l’italiano vuol dire integrarsi in un altro posto, in un’altra azienda, integrarsi in un’altra squadra, ecco questa non è un’integrazione, questo è “vuoi lavorare ancora con noi? Vai sotto la cooperativa alle condizioni della cooperativa, che noi ti segnaliamo. Non vuoi lavorare così? Quella è la porta.” Il tutto a oggi senza neanche una buona uscita.

Marco R: Quando Fedex ha acquisito Tnt non ha assolutamente parlato di esuberi anzi hanno parlato di miglioramenti per tutti. Poi dopo più di un anno hanno annunciato i tagli. Un fulmine a ciel sereno, un qualcosa che ci ha lasciato tutti quanti basiti. Dopo tanti anni di trattamenti bellissimi per noi corrieri, ci siamo trovati da un giorno all’altro col sedere per terra.

Davanti a un attacco di questa portata le parole contano poco ci vogliono i fatti. Cosa sta facendo il sindacato, quanti di voi si sono iscritti, cosa siete disposti a fare per difendere il posto di lavoro?

Marco G: Il sindacato sta lottando, come ovviamente noi stiamo lottando, loro stanno lavorando sul piano più diretto, più legale, più fiscale, diciamo più immediato. Ci siamo iscritti in tanti, io sono iscritto da vent’anni, da quando sono entrato in questa multinazionale, per avere una tutela legale, per far rispettare i miei diritti di lavoratore. Si sono iscritti in molti, anche i più scettici sono riusciti a comprendere la gravità della situazione, perché la multinazionale rassicurava tutti dicendo di non preoccuparsi, che non sarebbe cambiato nulla con la fusione, e invece ecco qua, 360 esuberi e 24 filiali su 34 da chiudere entro l’anno prossimo.

Marco R: Il sindacato si è subito messo in moto, giustamente ha agito, con azioni che vanno dallo sciopero alle assemblee, gli iscritti sono quintuplicati, un’azienda dove il sindacato era marginale per ovvi motivi, perché stavamo molto bene. Si continuerà ancora ad andare avanti con gli scioperi, ma penso che sarà importante fare anche una grande cassa mediatica e far sentire a tutta l’opinione pubblica il problema che abbiamo noi con Fedex, voi colleghi, Ups, Sda, Dhl, Gls, tutti quelli che fanno questo lavoro. Non so se la lotta sarà sufficiente. Sicuramente dobbiamo organizzarci ancora meglio di quello che abbiamo fatto fino ad ora e penso che dobbiamo sfruttare questa occasione di lotta per far capire a tutti quanti l’importanza del nostro settore, di come è sfruttato.

Sciopero il 17 maggio, poi il 31 maggio e il primo giugno, cosa deve fare il sindacato a vostro parere? La lotta come è stata organizzata fino ad ora è sufficiente?

Marco G: Per il momento secondo me un impatto c’è stato, perché un disagio glie lo abbiamo creato, ovviamente il sindacato deve porsi passo per passo, piano piano perché legalmente ci sono delle procedute, dei tempi tecnici, che non si possono scavalcare. Noi seguiamo quello che stanno dicendo i sindacati, stiamo proponendo di fare altri scioperi. Inevitabilmente si faranno altri scioperi se non si troverà un accordo perché vogliamo essere integrati nella nuova società come diretti, ripeto come dipendenti di Fedex, anche se mi mandi in un’altra filiale i miei diritti devono essere gli stessi diritti di prima, la stessa paga e requisiti. Le stesse condizioni.

Tanti delegati e lavoratori sono venuti a sostenervi quanto è importante la loro presenza per la vostra lotta?

Marco G: È una cosa positiva, fa capire quanto i delegati e i lavoratori delle altre aziende, venuti a sostenerci per lottare, ci sono vicini. Al nostro momento di “crisi” che crisi non mi sembra perché ripeto è un’azienda sana, non vedo dove sta la crisi, Siamo veramente contenti di avere vedere tanta gente mobilitarsi per noi, in questo momento di crisi, che ripeto crisi che denuncia l’azienda ma che noi non vediamo perché l’azienda è sana, perdere una giornata, per mobilitarsi per la nostra lotta.

Marco R: Il sostegno dei delegati e dei lavoratori delle altre aziende è fondamentale perché se ci allarghiamo a tutti i quanti forse qualcosa si potrà fare, se rimaniamo isolati non andiamo da nessuna parte. Bisogna lottare tutti quanti.

A chi dice che oggi i lavoratori non sono più disponibili a lottare cosa rispondete?

Marco G: Dico che noi siamo disposti a lottare, lotteremo fino alla fine, fino ad ottenere qualcosa sperando che qualcosa si ottenga. Sono convinto che qualcosa otterremo.

Marco R: Rispondiamo che bisogna uscire dal torpore a cui ci siamo abituati, uscire dalle ideologie come Facebook, grande fratello e altre robe, scendere in strada e capire che il futuro non è scontato per nessuno, per noi, loro, voi, tutti quanti.

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