Elezioni in Francia: no agli accordi con la destra! Tutti in piazza per applicare e ampliare il programma del NFP

Gran Bretagna – La vittoria di Starmer, un nuovo stadio in una crisi senza fine
8 Luglio 2024
Gran Bretagna: 1.791 voti per il comunismo rivoluzionario – ed è solo l’inizio!
10 Luglio 2024
Gran Bretagna – La vittoria di Starmer, un nuovo stadio in una crisi senza fine
8 Luglio 2024
Gran Bretagna: 1.791 voti per il comunismo rivoluzionario – ed è solo l’inizio!
10 Luglio 2024
Mostra tutto

Elezioni in Francia: no agli accordi con la destra! Tutti in piazza per applicare e ampliare il programma del NFP

di Révolution, sezione francese dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria

I risultati del secondo turno delle elezioni legislative francesi hanno portato gioia e, soprattutto, sollievo a quei milioni di elettori che temevano una vittoria del blocco di estrema destra del Rassemblement National (RN).

[Originariamente pubblicato in francese su marxiste.org].

Il giorno dopo il primo turno, la leader del RN Marine Le Pen e il presidente del partito Jordan Bardella stavano già pianificando il loro “futuro” governo, con i nomi dei “futuri” ministri fatti trapelare alla stampa. Erano così sicuri della vittoria che hanno rinviato il loro programma “sociale” alle calende greche. “Come prima cosa”, hanno spiegato, avrebbero perseguito una politica di austerità di bilancio, col pensionamento a 66 anni. Ma ieri sera i loro piani sono naufragati. Con 143 deputati, l’alleanza RN-Ciotti è lontana dalla maggioranza assoluta.

Con 184 seggi, la coalizione di sinistra del Nouveau Front Populaire (NFP) è arrivata prima, davanti al gruppo macronista (166 seggi). Si tratta quindi di una pesante sconfitta per la “maggioranza presidenziale”, ma non della debacle che si stava profilando all’indomani delle elezioni europee. I macronisti (o ex macronisti) hanno ottenuto una performance migliore di quella prevista nei giorni scorsi dai sondaggisti, anche tenendo conto del ritiro dei candidati del NFP e dei macronisti in vista del secondo turno nell’ambito del cosiddetto Fronte Repubblicano.

Torneremo in un’altra sede a spiegare in dettaglio le ragioni del nostro rifiuto categorico del cosiddetto “Fronte repubblicano contro l’estrema destra”: una politica di collaborazione di classe che, lungi dall’indebolire la destra e l’estrema destra, le rafforza. In questa sede, ci limitiamo a sottolineare che, in termini di seggi conquistati, il “Fronte repubblicano” ha avvantaggiato soprattutto la destra macronista (e la destra tradizionale dei Les Républicains, LR, che hanno superato il numero di seggi previsto dai sondaggi). La desistenza applicata da numerosi deputati del NFP ha salvato la “maggioranza” uscente da una sconfitta totale e hanno permesso a LR di conquistare qualche seggio in più.

Alla fine, il “Fronte Repubblicano” ha avuto come effetto principale quello di avvantaggiare i macronisti e i repubblicani, contro il RN. Tuttavia, sarebbe del tutto sbagliato concludere che il RN sia politicamente indebolito. Non solo il RN ha raccolto, al primo turno, sei milioni di voti in più rispetto al 2022, ma l’alleanza tra il NFP e la destra al secondo turno non può che rafforzare l’immagine “anti-establishment” di Marine Le Pen e dei suoi scagnozzi, che intendono raccoglierne i frutti prima o poi, e forse in maniera piuttosto rapida.

Mobilitarsi nelle piazze e nei luoghi di lavoro!

Il NFP è arrivato primo (184 seggi), ma è lontano dal raggiungere la maggioranza assoluta (289 seggi). Non c’è quindi una maggioranza nell’Assemblea nazionale che possa far passare il programma del NFP. Ciò significa che, sulla base della sola composizione dell’Assemblea Nazionale, la costituzione di un governo dotato anche solo di una parvenza di “solidità” rimane una sfida. Lungi dall’essere finita, la profonda crisi politica iniziata il 9 giugno sta entrando in una nuova fase.

I negoziati e i mercanteggiamenti dietro le quinte si moltiplicheranno nei prossimi giorni e settimane. I leader del Partito Socialista (PS) e dei Verdi si sono già dichiarati disposti a rinunciare al programma del NFP per trovare un accordo con i macronisti. La borghesia francese eserciterà la massima pressione per costringere il prossimo governo – qualunque esso sia – a perseguire una politica “responsabile”, cioè un politica di austerità.

Il leader de La France Insoumise (LFI) Jean-Luc Mélenchon ha chiesto a Macron di nominare un primo ministro proveniente dal NFP. Chiede inoltre che chiunque sia, sia pronto a formare un governo che applichi l’intero programma del NFP, senza concedere nulla ai deputati macronisti. Questa posizione è in netto contrasto con quella di diversi leader della destra del NFP. Ma saranno proprio questi ultimi ad essere al centro delle trattative e dei mercanteggiamenti.

Considerati gli equilibri di potere interni all’Assemblea Nazionale (e all’interno del PNF), le richieste di Mélenchon non hanno alcuna possibilità di essere esaudite in assenza di una forte mobilitazione extraparlamentare di giovani e lavoratori. Il centro della lotta non è più l’Assemblea nazionale, ma le piazze, i luoghi di lavoro e i quartieri popolari.

È vero che il NFP non ha la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale. Ma i lavoratori sono la grande maggioranza del Paese. Essi costituiscono di gran lunga la forza sociale decisiva. Senza il loro gentile permesso, non gira una ruota e non si accende una lampadina. Nei prossimi giorni, i leader della LFI e della confederazione sindacale CGT – tra gli altri – devono programmare una serie di mobilitazioni di massa, compresi scioperi riconvocabili, per chiedere l’attuazione e l’ampliamento del programma del NFP.

Sulla base di una mobilitazione rivoluzionaria dei giovani e dei lavoratori, sarebbe possibile non solo applicare tutte le misure progressiste del programma del NFP, ma anche andare molto oltre, fino all’esproprio dei grandi capitalisti. Dobbiamo porre fine al dominio dell’economia da parte di un pugno di giganteschi parassiti che impongono austerità, precarietà, disoccupazione e molte altre disgrazie alla stragrande maggioranza della popolazione. Devono essere rovesciati. I lavoratori devono conquistare il potere e l’economia deve essere riorganizzata sulla base di una pianificazione democratica dell’apparato produttivo.

Questo è l’unico modo per porre fine alla decadenza e al declino sociale permanenti e, in questo stesso processo, fermare realmente e in modo definitivo l’ascesa del Rassemblement National.

 

 

Condividi sui social