È nata ICR-Brasil, la nuova sezione brasiliana dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria

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È nata ICR-Brasil, la nuova sezione brasiliana dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria

di Johannes Halter

I compagni dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria (ICR) provenienti da vari stati del Brasile si sono riuniti a San Paolo per un congresso straordinario. Lo scopo è stato quello di fondare una nuova sezione brasiliana dell’Internazionale e di tenere una scuola quadri. Decine di delegati, precedentemente eletti nelle sessioni plenarie regionali, hanno partecipato ai lavori dal 20 al 23 novembre, dando inizio a una nuova fase nella storia della ICR in Brasile.

[Questo rapporto può essere letto anche in portoghese]

La riunione ha avuto luogo due mesi dopo che la maggioranza della leadership dell’ex sezione brasiliana ha rotto con l’ICR. A soli due mesi dal congresso, una fazione non dichiarata si è cristallizzata attorno a un dirigente, Serge Goulart, che ha scelto di provocare una scissione unilaterale e affrettata. La ragione immediata era la prospettiva di perdere il congresso a favore della “Frazione in difesa dell’Internazionale” di minoranza, che stava guadagnando consensi tra la base dell’organizzazione, specialmente tra i giovani.

I compagni che si sono rifiutati di intraprendere l’avventura settaria della maggioranza della direzione dell’Organizzazione Comunista Internazionale (OCI) hanno risposto all’appello della Segreteria Internazionale dell’ICR e hanno tenuto una conferenza d’emergenza il 21 settembre. In questa conferenza hanno convocato un congresso per fondare una nuova sezione dell’Internazionale in Brasile, per aggregare i sostenitori dell’ICR di tutto il paese e per discutere le idee da difendere.

Un nuovo inizio

La decisione presa dai delegati al congresso sul nome della nuova organizzazione, Internacional Comunista Revolucionária (Brasil) (ICR Brasil), è un gesto altamente simbolico. Questa scelta singolare riflette il desiderio dei compagni brasiliani di fondare una vera sezione brasiliana dell’Internazionale. Esprime fiducia nelle idee e nelle tradizioni dell’ICR come capaci di superare le difficoltà del passato e di aprire la strada al futuro.

La maggioranza della direzione dell’OCI ha opposto resistenza rispetto all’assimilazione delle idee e delle tradizioni dell’ICR, nonostante il fatto che, dal 2008, quella che prima era la “Esquerda Marxista” fosse formalmente parte dell’Internazionale. Nel corso del tempo sono sorte delle divergenze, soprattutto sul carattere del capitalismo cinese e sulla possibilità di sviluppare le forze produttive sotto il capitalismo.

Alcune di queste differenze sono state espresse nell’agosto di quest’anno al Congresso mondiale dell’ICR. La frazione non dichiarata di Serge Goulart ha presentato al congresso un documento alternativo che si opponeva al documento sulle prospettive mondiali con una propria analisi. Tuttavia, il loro documento sulle prospettive non ha ottenuto un solo voto da nessun delegato o membro delle altre sezioni e gruppi dell’Internazionale, presente in più di 60 paesi.

Inoltre, alcuni dei dirigenti della sezione brasiliana sono stati convinti dalle idee e dall’analisi dell’Internazionale e hanno deciso di aprire un dibattito nella sezione brasiliana per correggere le prospettive che erano state sviluppate. Ne è seguita una lotta frazionale e la frazione non dichiarata di Serge, di fronte alla prospettiva di perdere il congresso nazionale convocato per novembre, ha presentato un piano per separarsi dall’ICR.

 


È diventato chiaro che la frazione segreta di Serge Goulart non aveva mai rotto con l’eredità e le tradizioni del cosiddetto “lambertismo” da cui proveniva. Serge e altri quadri della ex sezione erano stati educati e formati dalla Corrente O Trabalho, una tendenza che operava all’interno del Partido dos Trabalhadores brasiliano, ed erano membri della cosiddetta internazionale “trotskista” di Pierre Lambert, un dirigente trotskista francese. Da quel periodo, portarono con sé le concezioni zinovieviste della teoria, della costruzione del partito e dei metodi – basate sulla risoluzione delle differenze politiche con misure amministrative e sulla soppressione del dibattito – e non le hanno mai abbandonate.

I delegati riuniti al congresso tenutosi a San Paolo hanno mostrato un enorme ottimismo verso la fondazione di una sezione legittima dell’ICR in Brasile. Questa era anche l’opinione presente nelle decine di saluti ricevuti dalle sezioni nazionali dell’ICR di tutti i continenti. Con questo nuovo inizio, la nuova sezione brasiliana abbraccia le vere idee dell’Internazionale e i suoi compagni sono disposti ad assimilarne pienamente l’eredità e le tradizioni.

Il risveglio della gioventù

L’entusiasmo dei delegati si basa sulla consapevolezza che stiamo vivendo un periodo di cambiamenti storici, caratterizzato da turbolenze e sconvolgimenti, come ha sottolineato Jorge Martín della Segreteria Internazionale il primo giorno del congresso. Come esempi di queste turbolenze, ha elencato le cosiddette rivoluzioni della “Generazione Z”, gli importanti movimenti e gli scioperi in Italia e Francia, la più grande concentrazione di potere militare statunitense nei Caraibi degli ultimi quarant’anni, la farsa dell’accordo di pace a Gaza e la sconfitta di Zelensky in Ucraina.

Nonostante il flusso costante di notizie, che dà l’impressione di caos, Jorge ha osservato che sotto la superficie di questi eventi si possono osservare tendenze generali. Il fattore centrale è la crisi del capitalismo, una crisi di natura organica.

Ciò sta portando a un riassetto dei rapporti tra le potenze capitaliste.

La situazione è aggravata dal debito pubblico, che è cresciuto enormemente dalla crisi del 2008. Il sistema sta pagando il prezzo della strategia dei capitalisti di utilizzare il debito pubblico per uscire dall’ultima crisi: ora il debito globale è pari al 250% del PIL mondiale! Questo rappresenta un enorme peso morto per l’economia che impedisce una forte ripresa economica. Ciò approfondisce le contraddizioni del capitalismo rafforzando la speculazione finanziaria, con i capitalisti sempre alla ricerca di profitti facili e rapidi.

L’effetto politico di ciò è che ogni generazione di persone sotto i 30 anni ha vissuto solo nelle condizioni create dalla crisi del 2008. Si può quindi affermare che la Generazione Z è la generazione che ha conosciuto solo il capitalismo in crisi.

Sono quindi emerse due caratteristiche fondamentali della nuova situazione. In primo luogo, c’è un alto grado di radicalizzazione e di simpatia per il comunismo in tutti i paesi, specialmente tra le fasce più giovani della popolazione.

In secondo luogo, c’è una crescente crisi di legittimità dei regimi democratici borghesi e dei loro rappresentanti agli occhi di una fascia sempre più ampia della popolazione. Invece di una marcia verso regimi bonapartisti o dittatoriali, come sosteneva la precedente leadership dell’OCI, ciò a cui assistiamo è una crescente crisi della democrazia borghese, espressa nell’ascesa di demagoghi di destra come Donald Trump e nella ricerca di alternative a sinistra, come Zohran Mamdani.

Un altro effetto della nuova situazione – e che è stato un fattore centrale nei dibattiti che hanno preceduto la rottura della maggioranza della direzione dell’OCI con la ICR – è un riallineamento nei rapporti tra le potenze imperialiste. Mentre gli Stati Uniti stanno vivendo un relativo declino, la Cina sta chiaramente emergendo come potenza imperialista. Infatti, i recenti accordi sui metalli delle terre rare significano il riconoscimento da parte degli Stati Uniti di non essere in grado di piegare la Cina al proprio volere.

Nonostante ciò, gli Stati Uniti rimangono la forza più potente e reazionaria del pianeta. Trump riconosce che gli Stati Uniti stanno vivendo un declino relativo – solo relativo – e cerca di agire su questa base. Egli mira quindi a riprendere il controllo, in primo luogo, delle Americhe come sua sfera di influenza prioritaria. Ciò si riflette nei dazi del 50% sul Brasile, negli “aiuti” finanziari all’Argentina, nelle imposizioni a Panama e nell’escalation delle minacce contro Venezuela, Colombia e Messico.

L’assenza del fattore soggettivo

Jorge Martín ha anche sottolineato un importante cambiamento nella recente situazione politica. Dieci anni fa, la crisi si manifestava principalmente nei paesi dominati e meno potenti dal punto di vista economico. Ora si sta manifestando anche nei paesi avanzati. E i movimenti che stanno scuotendo questi paesi non provengono dalle tradizionali organizzazioni dei lavoratori, ma dal basso, mettendo da parte i vecchi leader, i sindacati e i partiti.

Le rivolte ispiratrici guidate dalla Generazione Z sono una continuazione delle insurrezioni che hanno avuto luogo sulla scia della crisi del 2008. Jorge ha sottolineato che, in tutti questi movimenti, le masse hanno dimostrato la loro totale dedizione e la volontà di lottare.

Ma purtroppo hanno pagato la loro iniziativa con migliaia di morti. In alcuni casi hanno ottenuto vittorie parziali. Ma anche in quei casi, poco dopo, poco è cambiato, o le cose sono tornate come prima.

Nelle rivolte globali del 2024-2025, la Generazione Z ha adottato la bandiera dell’anime “One Piece” come simbolo di ribellione: un drappo nero con un teschio sorridente che indossa un cappello di paglia, sopra due ossa incrociate. Questa bandiera pirata sta comparendo nelle proteste di tutto il mondo, dall’Indonesia all’Ecuador, dal Madagascar all’Italia.

Questa immagine è associata alla ciurma di pirati guidata dal protagonista Rufy, che nel suo viaggio affronta la tirannia di un governo mondiale e di élite corrotte. La bandiera è diventata un emblema immediato per i giovani che non trovano ispirazione nei partiti politici e nelle idee tradizionali. Mancando un vero punto di riferimento a sinistra, si rivolgono a un universo immaginario per alimentare il loro coraggio collettivo.

Alzando la bandiera di Rufy, affermano il loro desiderio di libertà, fratellanza e trasformazione radicale della società. Questo fenomeno esprime un enorme potenziale se questa energia insurrezionale venisse collegata alle idee autentiche del comunismo, la più potente fonte di ispirazione che la Gen-Z possa abbracciare, per trasformare la rivolta in un reale cambiamento sociale. Queste rivolte, diffuse in cinque continenti, rivelano il potente istinto rivoluzionario della Gen-Z.

La grande lezione di tutti questi processi rivoluzionari, tuttavia, è la necessità di un partito rivoluzionario in grado di attuare un programma per la completa trasformazione della società. È stata la mancanza di questo fattore soggettivo che, prima o poi, ha determinato la sconfitta di questi movimenti.

Questo fattore soggettivo può svilupparsi rapidamente, come è stato dimostrato più volte nella storia. Ma non è sufficiente che un’organizzazione si limiti a una crescita meramente numerica. È necessario che cresca sulle basi giuste, affinché tutti gli sforzi non vadano persi. In questo senso, anche le rotture e le scissioni possono essere necessarie per avanzare verso uno stadio superiore di sviluppo. Stiamo vivendo l’inizio di una situazione molto favorevole per la costruzione di un’alternativa politica per le masse, e la ICR-Brasil è pronta a portare avanti questo obiettivo.

Una visione corretta del Brasile

Nell’analizzare la situazione nazionale e i compiti della ICR in Brasile, Caio Dezorzi ha sottolineato l’importanza di una corretta analisi della lotta inter-imperialista su scala globale per comprendere ciò che sta accadendo in Brasile. Ha dimostrato come, rifiutando la tesi errata della precedente direzione secondo cui la Cina è un paese dominato e non una potenza imperialista, sia possibile reinterpretare gli eventi in Brasile dopo la crisi del 2008 in modo molto più accurato, fornendoci una comprensione molto migliore di questi eventi.

La vecchia direzione, tuttavia, non è riuscita a incorporare questi sviluppi nella sua analisi senza mettere in discussione i suoi assiomi di lunga data secondo cui la Cina è un paese dominato e lo sviluppo delle forze produttive è impossibile dal 1938. Ciò si basa sul fatto che Trotskij scrisse all’epoca che le forze produttive avevano smesso di crescere. Questa interpretazione schematica delle prospettive di Trotskij del 1938 ha portato i leader della vecchia sezione a non rendersi conto dei propri errori e a sviluppare una linea settaria e dogmatica.

Caio ha sottolineato, tuttavia, che la recente storia politica ed economica del Brasile può essere compresa appieno solo alla luce dello scontro tra Stati Uniti e Cina. Ad esempio, Bolsonaro ha affrontato lo stesso dilemma di Milei in Argentina, che è politicamente allineata con gli Stati Uniti ma economicamente profondamente dipendente dalla Cina. Anche nel caso del massacro di Rio de Janeiro, questo fattore è evidente, con Claudio Castro (il governatore dello stato di Rio de Janeiro, di destra, ndt) che cerca il sostegno di Trump e preme affinché il Comando Vermelho (un’organizzazione criminale, ndt) sia riconosciuto come organizzazione terroristica.

Anche in Brasile si stanno sviluppando tracce di instabilità e di crisi internazionale. Le contraddizioni sociali ed economiche avanzano sotto i tassi record di occupazione in superficie. I dati ufficiali nascondono una situazione di alti livelli di occupazione informale, precarietà e bassi salari nei lavori con contratti regolari, il deterioramento dei servizi pubblici, il costante aumento del costo della vita, la crescente deindustrializzazione e la diffusione della criminalità e del degrado sociale. Questa situazione è soggetta a una situazione internazionale instabile, in cui il Brasile si posiziona sempre più come fornitore di materie prime.

In queste condizioni, i comunisti devono formulare una serie di rivendicazioni transitorie che traducano il loro programma rivoluzionario in termini comprensibili alle masse, in base al loro livello di coscienza in un dato momento. Queste possono includere, ad esempio, la nazionalizzazione delle aziende americane; la trasformazione di Petrobras in un’azienda al 100% di proprietà dello Stato, dal pozzo petrolifero alla stazione di servizio; il controllo statale della benzina, del gas, delle telecomunicazioni, di Internet e della TV via cavo; servizi pubblici gratuiti per tutti, come la sanità, l’istruzione, i trasporti e gli alloggi, con tutti i finanziamenti necessari per garantire un servizio di qualità; e un’occupazione dignitosa per tutti. Tutto ciò solleva la questione del rifiuto del pagamento del debito pubblico.

Il Comitato Centrale eletto per guidare la nuova sezione dell’ICR in Brasile ha il mandato di sviluppare il programma più appropriato che i comunisti dovranno diffondere nel prossimo periodo nel paese. In ciascuno dei 60 paesi in cui è presente la ICR, i suoi compagni affrontano la sfida di sviluppare un programma adeguato alle condizioni del paese in cui stanno costruendo.

In Brasile, tale programma dovrebbe tenere conto, ad esempio, di un’indagine condotta sui post dei social media, che mostra che più giovane è la persona, più è probabile che pubblichi post radicali e di sinistra, raggiungendo il 48% tra i giovani di età inferiore ai 18 anni.

Al termine del dibattito, alcuni emendamenti presentati dai delegati sono stati accettati e il documento politico è stato approvato all’unanimità.

Le idee di Ted Grant

Sebbene dal 2008 esista una sezione dell’ICR in Brasile, le idee e l’eredità di Ted Grant non sono mai state adeguatamente diffuse in questo paese. Oggi è chiaro che ciò non è stato casuale. La direzione dell’ex sezione brasiliana dell’ICR ha sostenuto un’altra eredità, quella di Pierre Lambert e della sua tendenza politica. Non avevano alcun interesse a garantire che i compagni brasiliani avessero una conoscenza approfondita della storia e delle idee della loro Internazionale.

Un cambiamento completo di questo orientamento è stato avviato dalla nostra scuola quadri il 22 novembre, che ha incluso una sessione sulla vita e le idee di Ted Grant, fondatore e principale teorico dell’ICR dopo l’assassinio di Lev Trotskij. L’introduzione è stata fatta dall’autore di questo rapporto, Johannes Halter, e ha incluso contributi dei compagni sulla vita e l’eredità di Ted, che hanno arricchito la discussione.

Ted portò avanti il compito di mantenere accesa la fiaccola del marxismo nelle condizioni più avverse, in particolare di fronte al crollo della Quarta Internazionale. Uno dei dibattiti più importanti emersi dopo la Seconda Guerra Mondiale fu quello su quanto stava accadendo nell’Europa orientale. La sconfitta dei nazisti portò all’occupazione da parte dell’Armata Rossa di diversi paesi che in precedenza erano sotto il controllo della classe capitalista. I leader della Quarta Internazionale avanzarono un’analisi secondo cui in questi paesi si erano instaurati regimi capitalistici sotto la protezione dell’Armata Rossa.

Ted Grant, tuttavia, vide che, sebbene la politica di Stalin fosse quella della collaborazione di classe attraverso i fronti popolari, la fragilità della borghesia in quel momento e l’iniziativa rivoluzionaria delle masse in questi paesi portarono la burocrazia a espropriare il capitale e a instaurare regimi burocratici a sua immagine.

Mentre i dirigenti della Quarta Internazionale, con i loro metodi errati, erano disorientati dagli sviluppi che seguirono, come la rottura tra Tito e Stalin, Ted spiegò che si trattava di una lotta per il potere tra due ali della stessa burocrazia stalinista. Egli analizzò lo sviluppo dei regimi burocratici sulla base di ciò che Trotskij aveva già definito “bonapartismo proletario”, con la burocrazia stalinista che andava oltre quanto avrebbe voluto sotto la pressione delle masse in lotta.

La crescita economica del dopoguerra

Un altro importante dibattito tra Ted Grant e i dirigenti della Quarta Internazionale riguardava la loro analisi della situazione economica dopo la seconda guerra mondiale. I leader della Quarta Internazionale sostenevano che, come Trotskij aveva previsto prima della guerra, era ormai iniziato un periodo di crisi capitalista, esplosioni rivoluzionarie e ascesa della Quarta Internazionale. Dopotutto, Trotskij aveva scritto che questa era la prospettiva.

Ted era l’unico a vedere che, secondo tutti i dati disponibili, il sistema capitalista stava entrando in un periodo di crescita economica. Ted osservò che i capitalisti erano riusciti a ripristinare una certa normalità dopo la guerra contando sulla collaborazione dei socialdemocratici e degli stalinisti per contenere o deviare i movimenti di massa.

Questa situazione può essere compresa appieno solo se ci si rende conto che la fine della seconda guerra mondiale portò a qualcosa che Trotskij non aveva previsto all’inizio. Le dinamiche del conflitto non portarono ad un indebolimento della burocrazia stalinista, ma piuttosto la rafforzarono in misura sorprendente.

Come lo stalinismo, anche il riformismo si rafforzò in questo periodo. Il Partito Laburista britannico, ad esempio, sotto la pressione delle masse, iniziò ad attuare un vero e proprio programma di riforme. Lo fece, tuttavia, senza mettere in pericolo l’esistenza della classe capitalista o la proprietà privata dei principali mezzi di produzione.

Questa fu la base della ripresa economica del dopoguerra e del rinvio della rivoluzione, almeno in Europa. Fu quindi la base di un’enorme crescita delle forze produttive, ma anche di ulteriori contraddizioni, che portarono poi a una nuova classica crisi del capitalismo.

Ted definì questa situazione come una controrivoluzione in forma democratica. Non comprendendo questo, la direzione della Quarta Internazionale continuò a sostenere che la crisi economica e la dittatura erano imminenti. Questo errore di analisi portò a errori politici, come in Francia, dove la sezione decise di passare alla clandestinità. Ciò avrebbe potuto essere corretto attraverso il dibattito e una revisione di questa politica da parte dei compagni della Quarta Internazionale.

Una fazione del SWP americano, guidata da Felix Morrow e Albert Goldman, sviluppò una posizione simile a quella di Ted su questo tema. Tuttavia, James Cannon li schiacciò con metodi zinovievisti, bollandoli come “gangster di Londra” e sostituendo il dibattito con manovre e diffamazioni.

Errori teorici della vecchia direzione

La realtà, quindi, invalidò la prospettiva prebellica di Trotskij. Questo, di per sé, non avrebbe dovuto essere motivo di preoccupazione, poiché una prospettiva è un’ipotesi di lavoro che deve essere rivista man mano che gli eventi si svolgono.

I leader della Quarta Internazionale, tuttavia, non compresero questo metodo di analisi e continuarono a ripetere in modo dogmatico le prospettive prebelliche di Trotskij. Lambert sostenne, fino alla fine della sua vita nel 2008, che le forze produttive avevano smesso di crescere, presumibilmente difendendo in modo “ortodosso” l’“eredità di Trotskij” e il “Programma di transizione”.

La posizione di Lambert è stata ereditata e difesa dalla maggioranza del CC dell’OCI all’interno dell’ICR, e ha portato all’errore nell’analisi della Cina di oggi, per esempio. Alan Woods, nella sua prefazione all’edizione brasiliana de La storia della filosofia: una prospettiva marxista, dimostra come la base di questa posizione errata non sia il materialismo dialettico, ma la logica formale.

Una volta distorto in uno schema rigido e ossificato, il marxismo si trasforma nel suo opposto: da metodo profondo e scientifico diventa un dogma senza vita che può essere applicato meccanicamente a qualsiasi situazione o contesto richiesto.

Per citare un esempio che forse vi è familiare: il capitalismo è incapace di sviluppare le forze produttive in qualsiasi circostanza.

Pertanto, la Cina non può aver sviluppato le forze produttive. Pertanto, la Cina è una semi-colonia arretrata, sottosviluppata e dominata, controllata interamente dagli Stati Uniti. Pertanto, il presunto conflitto tra la Cina e l’imperialismo statunitense è solo un’invenzione o un frutto dell’immaginazione.

La logica di questo ragionamento sembra impeccabile e, in effetti, segue fedelmente le regole della logica formale.

Una volta accettata la proposizione iniziale, il resto segue, come alla notte segue il giorno. […]

La teoria secondo cui, nell’era dell’imperialismo, non è possibile alcuno sviluppo delle forze produttive, è considerata una proposizione assoluta valida per tutti i tempi, una chiave magica che apre tutte le porte.
Si basa su un’errata interpretazione di ciò che Trotskij scrisse nel 1938 nel Programma di transizione, dove sottolineava che le forze produttive avevano smesso di crescere.

Ciò era corretto all’epoca. Ma Trotskij non ha mai affermato che si trattasse di una proposizione di applicazione universale, al di fuori del tempo e dello spazio.

Anzi, ha messo in guardia in anticipo da questo:

“Ma una previsione in politica non ha il carattere di un progetto perfetto; è un’ipotesi di lavoro… Non bisogna però lasciarsi inebriare da schemi definitivi, ma fare continuamente riferimento al corso del processo storico e adeguarsi alle sue indicazioni” (Trotsky, Writings, 1930, p.50).

Trasformando quella che era una prognosi condizionata in un’affermazione assoluta, valida per tutti i tempi e applicabile in tutte le circostanze, i settari hanno trasformato l’analisi scientifica di Trotskij in una totale assurdità“.

Ecco perché abbiamo criticato il metodo di analisi utilizzato dalla maggioranza del CC dell’OCI. Abbiamo presentato una critica politica e teorica che mirava a richiamare l’attenzione su questo problema e a correggerlo. Tuttavia, come abbiamo visto, questo non era un problema esclusivo della maggioranza del CC dell’OCI. Essi hanno ereditato questo errore da Lambert.

I lettori possono constatare da soli la somiglianza tra la relazione politica difesa dalla maggioranza del CC dell’OCI, disponibile qui [in portoghese], e la traduzione della compagna Taisa Leonardo della ICR di un documento di 20 pagine di Pierre Lambert, datato gennaio 1969, intitolato “L’attualità del programma di transizione”, disponibile qui [in portoghese]. L’originale francese può essere letto qui.

Sia il documento dell’OCI che quello di Pierre Lambert condividono le stesse ipotesi come punto di partenza per analizzare la situazione rispettivamente nel 2025 e alla fine degli anni ’60. Queste ipotesi includono:

• Le forze produttive hanno smesso di crescere.

• Le forze produttive sono diventate forze distruttive.

• L’unico ostacolo che impedisce la vittoria è la crisi della direzione rivoluzionaria.

• Se le forze produttive crescessero, la possibilità di una rivoluzione proletaria sarebbe smentita dalla storia e dovremmo adattarci al sistema capitalista.

Ma non è stato Lambert a sviluppare per primo queste posizioni. Lambert non era un teorico e ha ereditato le sue idee prima da Pierre Frank, leader della sezione francese all’epoca della sua giovinezza, e poi da Ernest Mandel e Michel Pablo. Questo errore deriva quindi dall’errata interpretazione dei dirigenti della Quarta Internazionale del dopoguerra: le prospettive di Trotskij non erano leggi storiche. Esse si basavano sulle condizioni oggettive del periodo storico che Trotskij stava analizzando fino al momento del suo assassinio.

Pazienza storica

Un terzo esempio della differenza tra il metodo di analisi di Ted Grant e quello degli altri dirigenti della Quarta Internazionale riguarda la comprensione dell’isolamento della Quarta Internazionale e del movimento operaio. Poco prima che Trotskij fosse colpito con una picconata da un agente stalinista, aveva fatto una previsione secondo cui nel giro di dieci anni la Quarta Internazionale sarebbe diventata la forza dominante nel movimento operaio.

Un decennio dopo, non solo la Quarta Internazionale non era egemonica, ma lottava per sopravvivere. Era una serie di piccoli gruppi nazionali isolati dalla classe operaia. Di fronte a questo fatto, i dirigenti della Quarta Internazionale trassero conclusioni diverse, tutte ugualmente false.

Una era il “pablismo”, con la sua teoria dei campi e la tattica di scioglimento nei partiti stalinisti. Un’altra era il “mandelismo”, che rivedeva la prospettiva della leadership della Quarta Internazionale dopo la seconda guerra mondiale, compiendo una svolta di 180 gradi per affermare che il capitalismo era entrato in una nuova fase storica e che il proletariato si era borghesizzato, anche nel 1968.

Ted Grant sosteneva che, per quanto sorprendentemente lungo si stesse rivelando l’isolamento dei trotskisti, esso poteva essere compreso da un punto di vista oggettivo. Prima o poi avrebbe potuto essere superato, ma non con qualche trucco o scorciatoia magica applicata da una direzione per quanto esperta.

Sarebbe stato proprio lo sviluppo delle contraddizioni inerenti al capitalismo a portare a nuove crisi, all’inizio di una nuova situazione economica e a disordini sociali. Sarebbero state le esperienze delle masse rispetto ai partiti “comunisti” e riformisti, con tutti i loro tradimenti e errori, ad aprire nuove opportunità politiche e a ribaltare la situazione a favore dei trotskisti.

La tattica dei trotskisti, sottolineava Ted, doveva innanzitutto tenere conto del legame delle masse con le organizzazioni che avevano storicamente costruito. Egli spiegò che, all’inizio, le masse tendono sempre a guardare verso ciò che loro è familiare e che considerano il modo più semplice per risolvere i propri problemi. A differenza dei marxisti, le masse non imparano dai libri, ma dalla propria esperienza.

Fino a quando non fossero sorte nuove condizioni politiche, Ted sosteneva che i trotskisti dovessero lavorare pazientemente all’interno delle organizzazioni tradizionali della classe operaia in cui le masse erano organizzate e che esse utilizzavano. Dovevano farlo senza sciogliere la propria organizzazione, come proponeva Michel Pablo, senza adattarsi alla piccola borghesia o ai dirigenti opportunisti e senza nascondere la propria bandiera e il proprio programma.

Questa era la tattica con cui i trotskisti potevano preparare al meglio le loro forze alle nuove opportunità rivoluzionarie che erano ancora all’orizzonte.

Zinovievismo e “trotskismo”

Questi sono solo alcuni esempi delle controversie tra Ted Grant e gli altri leader della Quarta Internazionale. Divenne sempre più chiaro che dietro le varie differenze c’era una questione di metodo. Ted sosteneva il materialismo dialettico come metodo per indagare ogni nuovo problema e sviluppare una linea politica. Nel frattempo, i sedicenti leader della Quarta Internazionale applicavano ogni sorta di metodi eclettici.

A questi continui scontri politici e teorici si aggiungeva lo sviluppo di un regime sempre più zinovievista nella Quarta Internazionale e nelle varie sette emerse dal suo crollo.

Questa burocratizzazione dei regimi di queste organizzazioni non è sorprendente. Incapaci di applicare il metodo marxista di analisi per interpretare la realtà, i cosiddetti leader trotskisti erano incapaci di formulare una linea politica corretta. Senza di essa, il regime politico delle loro organizzazioni non poteva essere guidato dalla democrazia e dalla libertà di discussione. Al contrario, per salvare la presunta autorità della direzione, era necessario sopprimere il dissenso e sconfiggere i critici prima ancora che le idee fossero messe in discussione.

I compagni brasiliani della ICR hanno sperimentato in prima persona questo tipo di regime burocratico zinovievista. La fazione segreta di Serge Goulart ha cercato in vari modi di sopprimere la discussione e il dissenso, ricorrendo a misure disciplinari, calunnie e manovre amministrative.

In Brasile, la maggioranza del CC ha giustificato la sua decisione di scindersi sostenendo che la direzione della ICR aveva commesso un “crimine” nel chiedere che, fino allo svolgimento del congresso nazionale previsto, fosse sospesa l’ondata di misure disciplinari contro i leader della “Frazione in difesa dell’Internazionale”.

La ICR chiese anche che fossero revocate manovre come la fusione dei comitati regionali e la modifica delle responsabilità dei funzionari a tempo pieno, tutte volte a minare burocraticamente la minoranza. La direzione dell’Internazionale chiese che l’attenzione fosse concentrata sulla discussione politica e che le divergenze fossero risolte democraticamente al congresso.

L’esperienza di Ted con i cosiddetti dirigenti della Quarta Internazionale terminò nel 1965. Dopo tre espulsioni burocratiche da parte della direzione della Quarta Internazionale, Ted giunse alla conclusione che la difesa dell’eredità di Trotskij poteva essere fatta solo lontano dai cosiddetti “trotskisti” e dalla loro tendenza a creare “fronti di rivoluzionari”. Da quel momento in poi, si dedicò alla creazione di una tendenza indipendente basata sulle vere idee e sui metodi organizzativi di Trotskij e del marxismo.

In condizioni di estremo isolamento, contro la pressione dell’imperialismo e dello stalinismo, entrambi usciti rafforzati dalla seconda guerra mondiale, Ted fu responsabile di mantenere viva la fiamma delle idee di Marx, Engels, Lenin e Trotskij. Il contrasto tra la sua lucidità e il declino della Quarta Internazionale non si limitava a differenze tattiche o questioni di personalità. Rappresentava un profondo scontro di metodi.

Mentre i dirigenti della Quarta Internazionale affondavano nello zinovievismo, nel formalismo dogmatico e nell’eclettismo, Ted Grant sosteneva e applicava rigorosamente il materialismo dialettico. Capiva che le prospettive sono ipotesi di lavoro da rivedere in base alla situazione reale e che non esistono scorciatoie o trucchi magici nella costruzione del partito rivoluzionario.

Una lezione profonda che ci lascia la vita di Ted Grant è che la chiarezza politica è inseparabile dall’attenzione alle idee e alla teoria marxista. La debolezza teorica e l’incapacità di convincere attraverso il libero dibattito hanno sempre portato i cosiddetti trotskisti alla burocratizzazione e all’uso di trucchi zinovievisti per sopprimere il dissenso. Questo tipo di deviazione porta sempre a scissioni e crisi.

Ted ha fondato una tradizione – di cui l’ICR e i suoi militanti sono eredi – sulle solide basi delle idee marxiste, arricchite dall’esperienza di decenni di lotta. La sua eredità non è solo un insieme di documenti, ma la prova di una vita dell’importanza della teoria marxista, della pazienza e dell’audacia rivoluzionaria.

Una lezione profonda impartita da Ted e appresa dai partecipanti alla nostra scuola quadri è stata che è attraverso lo sviluppo delle contraddizioni del capitalismo che si apre un nuovo periodo di opportunità rivoluzionarie, che permette ai rivoluzionari di superare il loro isolamento. Quello che stiamo vivendo dalla crisi finanziaria del 2008 è quindi una spettacolare conferma delle prospettive economiche e politiche sviluppate da Ted Grant.

Lancio de La storia della filosofia: una prospettiva marxista

Il congresso di fondazione della nuova sezione dell’ICR in Brasile ha anche dedicato una sessione al lancio dell’edizione portoghese del libro di Alan Woods La storia della filosofia: una prospettiva marxista [disponibile in italiano qui]. Sabato pomeriggio, delegati e invitati si sono riuniti nell’auditorium per una presentazione del libro da parte di Jorge Martín.

Il lancio del libro di Alan rompe un periodo di digiuno durato sette anni, durante i quali la direzione precedente si è astenuta dal pubblicare un solo libro in Brasile. Nel frattempo, la sezione messicana ha pubblicato otto libri solo nel 2024. Senza contare che, dal 2021, l’Internazionale ha lanciato una campagna mondiale in difesa della teoria marxista e contro le idee del postmodernismo, che all’epoca ha avuto pochissima risonanza nella sezione brasiliana.

Il libro La storia della filosofia: una prospettiva marxista, in particolare, è stato oggetto di un rifiuto sistematico di pubblicazione da parte della precedente direzione. Sono state addotte continue scuse e sono passati quattro anni con il libro a prendere polvere in un cassetto. I compagni brasiliani che volevano leggerlo hanno dovuto acquistare l’opera in inglese o in spagnolo in occasione di eventi internazionali.

Due mesi e mezzo dopo la scissione, tuttavia, i comunisti della ICR brasiliana sono riusciti a organizzare la traduzione del libro, il che dimostra che la decisione di non pubblicarlo era politica.

Anche la scelta di pubblicare questo libro nello specifico non è stata casuale. I compagni brasiliani sono convinti che il modo migliore per costruire la nuova sezione della ICR in Brasile sia quello di fondarla sulla solida roccia del marxismo e di comprendere e difendere le idee marxiste come la più grande conquista teorica del pensiero umano.

Dopo il lancio del libro, la platea dei partecipanti è stata invitata a partecipare a un’altra sessione della nostra scuola quadri, che ha visto una ricca discussione sul materialismo dialettico, introdotta da Marcos Andrade. Un numero sorprendente di delegati e invitati ha preso parte alla discussione, evidenziando la sete dei compagni di discutere di filosofia e di apprendere e assimilare una comprensione marxista dell’argomento.

Nei prossimi mesi, i compagni dell’ICR-Brasil si dedicheranno allo studio di ogni capitolo di Storia della filosofia: una prospettiva marxista. Inviteranno inoltre tutti i simpatizzanti della ICR a partecipare al “viaggio di scoperta” annunciato da Alan Woods nella sua introduzione e così ben rafforzato dalla presentazione di Jorge Martín durante il lancio di sabato.

La ICR come fonte di ispirazione: sei comunista?

Compagni provenienti da varie sezioni della ICR hanno partecipato al congresso. I compagni brasiliani sono stati entusiasmati dai fantastici progressi compiuti dall’Internazionale in paesi come Stati Uniti, Messico, Canada, Italia e Gran Bretagna. L’Internazionale è ora presente in 60 paesi e in tutti si stanno ottenendo incredibili risultati sulla base della radicalizzazione dei giovani.

Il denominatore comune dei progressi in tutti questi luoghi è stata la campagna mondiale di reclutamento “Sei comunista?”, lanciata nell’agosto 2023. Questa campagna ha combinato un orientamento sistematico verso i giovani, soprattutto nelle scuole e nelle università, con un’attenzione particolare alla formazione teorica e allo sviluppo di materiale per la formazione teorica e politica dei giovani.

I resoconti sui progressi della ICR in tutto il mondo hanno profondamente ispirato i compagni brasiliani che hanno partecipato al congresso. Ciò è stato evidente durante la colletta tenutasi venerdì sera, introdotta da Rennan Valeriano.

Tutte le sezioni brasiliane sono state invitate ad annunciare l’importo totale con cui avrebbero contribuito alla colletta. Al termine di questi annunci, è stato rivelato che i compagni avevano superato l’obiettivo iniziale di colletta. Incredibilmente, abbiamo raccolto più di 30.000 real brasiliani (circa 4.900 euro, ndt), e questo al congresso di un’organizzazione appena nata! Un’altra dimostrazione dell’enorme entusiasmo dei compagni è stata l’asta di un berretto della sezione canadese dell’ICR, oggetto di un’intensa competizione tra diversi compagni. Alla fine è stato aggiudicato per 500 real brasiliani.

Uno dei momenti più emozionanti del congresso è arrivato alla fine della sessione di domenica. Il dirigente della sezione italiana, Alessandro Giardiello, ha preso la parola per dichiarare che, da tutto ciò che aveva visto durante la riunione, i compagni brasiliani avevano conquistato la sua fiducia nella loro capacità di costruire una vera sezione della ICR in Brasile.

La nostra fiducia e sicurezza nel futuro derivano dal fatto che stiamo avanzando armati dell’eredità di Ted Grant e, soprattutto, del suo metodo di analisi. Questo arsenale teorico rappresenta le idee viventi di Marx, Engels, Lenin e Trotskij, cioè il filo autentico della continuità rivoluzionaria che risale alla Lega dei Comunisti e che è stato preservato per noi.

Su questa base, costruiremo una sezione autentica dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria in Brasile. Se la “pazienza storica” di Ted Grant è stata fondamentale per preservare il filo della continuità del marxismo nelle condizioni più avverse, ora trova il suo complemento dialettico nell’“impazienza rivoluzionaria” della Generazione Z.

La teoria preservata con tanto impegno da Ted e dai compagni dell’ICR servirà da arma nelle mani dei giovani, che non hanno nulla da perdere. Queste idee, le idee del marxismo autentico, costituiscono la pietra angolare su cui costruiremo il partito rivoluzionario che la storia richiede in Brasile e l’Internazionale di cui l’umanità ha bisogno in tutto il mondo.

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