Pavia: dieci sotto processo per essersi opposti a uno sfratto
24 Gennaio 2020Rivoluzione n°65
24 Gennaio 2020Le elezioni regionali in Emilia-Romagna sono state caratterizzate a sinistra dalla logica del “meno peggio”. Tutto va bene, basta sconfiggere la Lega.
Non siamo disponibili a piegarci a tale logica.
Se si guarda i programmi dei due schieramenti principali, non si trovano differenze fondamentali. Sia Bonaccini che Borgonzoni vogliono aprire ancora di più ai privati nella sanità e nei servizi sociali, precarizzare il lavoro, spalancare le porte alla speculazione edilizia, avviare l’autonomia differenziata.
Nelle liste a sostegno di Bonaccini non mancano i fans della Fornero e “imprenditori” senza scrupoli autori di licenziamenti di massa tramite sms.
Le liste che presentano candidati di sinistra alternativi a Bonaccini sono tutte ben lontane dallo sviluppare l’alternativa necessaria, quella di un partito di classe, che difenda le istanze della classe lavoratrice e una rottura col sistema. Il loro programma non si discosta da un generico riformismo di sinistra, che sogna un ritorno ai bei tempi andati, quelli dell’Emilia-Romagna terra del “compromesso sociale avanzato” tra capitale e lavoro.
Ciononostante, invitiamo a sostenere una di queste tre liste che troverete sulla scheda nell’urna: la nostra opposizione a Salvini e alle destre non può essere sommata, in questa competizione elettorale, a Bonaccini e alle sue politiche padronali.
La vera partita si aprirà il 27 gennaio quando, qualunque sia il responso delle urne, il movimento operaio e giovanile dovrà rispondere con la lotta agli attacchi ai nostri diritti che verranno scatenati a livello regionale e nazionale.
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