Le “giornate di luglio”
8 Giugno 2017La vittoria apparente del macronismo
14 Giugno 2017Dopo lo shock della Brexit, la Gran Bretagna ha subito un altro terremoto politico. Theresa May rischia di finire nel dimenticatoio. Le elezioni anticipate si sono trasformate in un disastro per i Conservatori. La prevista vittoria schiacciante dei Tories, che doveva rappresentare l’inizio di decenni di dominio conservatore, si è rivelata una favola. Invece, abbiamo visto la maggioranza di governo spazzata via da un partito laburista rinato sotto la guida di Jeremy Corbyn.
David Cameron ha scommesso e ha perso, ora anche Theresa May ha scommesso e ha perso. Il risultato ha affondato il paese nell’incertezza politica. È stato un colpo devastante per i Conservatori. Nel 2015 i Conservatori avevano 331 seggi. Oggi, con quasi tutti i voti scrutinati, secondo le proiezioni otterranno solo 318 seggi. Ciò significa un instabile parlamento “appeso” (cioè uno in cui nessun partito detiene la maggioranza assoluta).
La May aveva promesso un governo “forte e stabile” per affrontare i difficili negoziati per la Brexit. Ma l’immagine “forte” di Theresa May ora è a pezzi. Ciò ha fatto scattare un campanello di allarme nelle stanze della grande finanzia che si è immediatamente tramutato in una reazione convulsa dei mercati. La sterlina è scesa di oltre il 2%, crollando contro il dollaro e l’euro. “E’ chiaro che i mercati non erano ben posizionati per questo e per ora il risultato non è visto in una luce positiva perché significa solo più incertezza”, ha dichiarato Geoffrey Yu, responsabile dell’ufficio di investimento britannico presso il UBS Wealth Management.
Le elezioni anticipate sono state il più grande errore di calcolo fin da quando Golia ha deciso di attaccare David in un corpo a corpo. I mass media sono stati mobilitati per costruire l’immagine di una Theresa May “forte e stabile”e attaccare, diffamare e screditare Jeremy Corbyn. Ma più la gente vedeva il “robot” May, più la disprezzava. Il fiasco della proposta (poi ritirata) nel programma elettorale di far pagare le cure alle persone anziane e il ritiro della sovvenzione per il riscaldamento in inverno per i pensionati, seguito rapidamente da un’ altra inversione di marcia ha alienato molta della base elettorale conservatrice. A peggiorare le cose, il rifiuto della May di partecipare a dibattiti televisivi tra i candidati o di rispondere alle domande delle persone comuni ha creato un’impressione di codardia politica.
Ora Theresa May combatte per la sua vita politica, la sua autorità è stata distrutta, non solo fra l’elettorato, ma nel suo stesso partito, dove aumentano le richieste di sue dimissioni. Nonostante ciò, ha deciso (ovviamente sostenuta da quei leader Tory che sono terrorizzati dall’alternativa) di formare un governo conservatore di minoranza. Ma questo è stato reso possibile solo da un accordo marcio con il Partito Democratico Unionista (DUP), i cui dieci seggi a Westminster possono, almeno temporaneamente, salvarle la pelle politica.
Ma il sostegno del DUP sarà a caro prezzo. I due partiti hanno le loro differenze e questo accordo è probabile che non duri nelle turbolenze del prossimo periodo. “In ogni caso, l’accordo significa che la signora May presiederà una coalizione di interessi molto disparati”, ha sottolineato il Financial Times.
Durante la campagna elettorale Theresa May ha avvertito che un governo di Corbyn sarebbe stato una “coalizione del caos”. Questa è una buona descrizione del governo instabile che ora intende formare lei. Questo sarà un governo di crisi e sarà di breve durata. Il risultato elettorale disastroso ha già spinto i Conservatori in crisi. La parlamentare conservatrice Anna Soubry ha detto che il primo ministro dovrebbe “considerare la sua posizione” dopo aver portato avanti una “campagna disastrosa”.
Dietro le quinte persone come Boris Johnson stanno manovrando per dare la scalata al vertice. Si stanno affilando i coltelli, ma gli assassini hanno paura di colpire ora per paura di provocare una guerra civile e una divisione nel Partito conservatore. Pertanto, si trovano temporaneamente in un impasse con una Theresa May screditata e impopolare e devono prendere tempo, aspettando un momento migliore per convocare nuove elezioni interne per la leadership. Tuttavia, sono ben pochi coloro tra gli osservatori seri che ritengono che questa difficile tregua durerà oltre il periodo estivo.
La vittoria di Corbyn
Il vero vincitore di queste elezioni è stato Jeremy Corbyn. E lo ha fatto contro tutto e contro tutti. Tutta la stampa e le istituzioni conservatrici erano completamente a favore di Theresa May. Quando sono state convocate le elezioni, i giornali, come il Sun, definivano Theresa May la “nuova Maggie” (Thatcher) che avrebbe ucciso il partito laburista.
Un giorno prima delle elezioni, il Daily Mail ha usato 13 pagine per attaccare Corbyn nella maniera più disgustosa. La stampa e i media scandalistici hanno cercato di diffamarlo dando a Corbyn la responsabilità della crescita del terrorismo e di altri reati. Hanno usato gli attacchi terroristici a Manchester e Londra per infangare il nome di Corbyn come apologeta del terrorismo. Questi magnati dei giornali, che pensavano di plasmare l’opinione pubblica, si sono dimostrati impotenti.
I sondaggi di opinione avevano previsto una grande maggioranza per i Conservatori da 150 seggi in su. Adesso queste previsioni sono state distrutte. Addirittura mentre si chiudevano i seggi, gli esperti dell’establishment hanno detto che tutto indicava una grande vittoria per i Conservatori e una sconfitta schiacciante per Corbyn. Ma la realtà si è rivoltata contro di loro. Quando hanno visto gli exit poll i Conservatori erano increduli. Per un certo tempo semplicemente si sono rifiutati di crederci. Quando si sono finalmente resi conto della verità, i loro volti tradivano shock, stupore e disperazione.
Oltre agli attacchi al vetriolo dell’establishment e dei media, Jeremy Corbyn ha dovuto affrontare attacchi e calunnie all’interno del proprio partito. L’ala destra del Labour prevedeva costantemente che il Labour avrebbe perso e che i Conservatori avrebbero vinto con un distacco simile a quello ottenuto da Margaret Thatcher negli anni ’80. Non c’è assolutamente alcun dubbio che i seguaci di Blair nel gruppo parlamentare laburista sperassero in un tale risultato in modo da poter lanciare un nuovo attacco per rimuovere Corbyn da leader del partito. Ma il loro piano non è riuscito.
Contro ogni previsione, il Partito Laburista ha messo in scena una delle rimonte più spettacolari della storia politica britannica. Il Partito è schizzato alle stelle nei sondaggi e ha guadagnato seggi mentre tutti avevano predetto pesanti perdite. Ancora più importante dei seggi, il Partito Laburista ha guadagnato il 40% del voto totale. Si tratta del 10% in più di quello ottenuto da Ed Miliband alle ultime elezioni politiche quando il Partito Laburista è stato sconfitto. È più di quanto ottenuto da Gordon Brown e pure del risultato diTony Blair nel 2005. Ed è certamente maggiore del risultato di Neil Kinnock (leader del Labour negli anni ottanta, ndt), che ha detto che Corbyn sarebbe stato spazzato via.
Ciò dimostra che il Manifesto del Labour, il suo programma elettorale che è il più a sinistra di qualsiasi altro dal 1950, e che ha al suo interno le rivendicazioni di nazionalizzare la Royal Mail, le ferrovie e altre utilities, è stato estremamente popolare. Ha galvanizzato la base del partito e ha entusiasmato un enorme numero di persone, in particolare i giovani che hanno votato Labour in modo massiccio. Questo risultato per il Labour è una conquista monumentale, che ha spiazzato tutti i critici di Corbyn.
Milioni di persone si sono recate alle urne, portando l’affluenza ai massimi da 25 anni. La ragione di questa aumentata affluenza è stata la campagna di massa del Labour, il suo manifesto di sinistra e il coinvolgimento di larghi settori di giovani. Partendo da oltre 20 punti di distanza nei sondaggi, la campagna entusiasta di Jeremy Corbyn ha recuperato questo svantaggio nei confronti dei Tory nel giro di poche settimane. I giovani in particolare si sono orientati verso il Labour. Tra i 18 e i 24 anni di età, secondo un sondaggio di YouGov, Corbyn ha goduto del sostegno del 71% di questa fascia di elettorato rispetto al 15% per i Tories. Nelle elezioni, il 72% dei giovani si è recato alle urne, la maggiore partecipazione dal 1987.
L’ambiente ai comizi di massa del Labour era elettrico, soprattutto quando parlava Corbyn. È stato in grado di intercettare il sentimento di malcontento reale nella società britannica, proprio come Bernie Sanders aveva fatto negli Stati Uniti. I commentatori politici sono ciechi davanti a questo ambiente di ribellione e non possono spiegarlo. Gli esperti sono rimasti a bocca aperta.
I Conservatori sono stati sconfitti dal Labour in luoghi dove nessuno lo aspettava. A Canterbury, che era un seggio sicuro per i Tories da 100 anni, hanno ribaltato una maggioranza di 10mila voti. Ciò che ha fatto la differenza è il fatto che 8.000 nuovi elettori, soprattutto giovani, si sono registrate per votare in quella città. Il Labour stava quasi per sconfiggere anche Amber Rudd, il ministro dell’Interno, a Hastings. Il fatto più sorprendente è che il Labour potrebbe vincere in un altro seggio dato per sicuro per i Conservatori, nel quartiere londinese di Kensington, dove dato lo scarto risicato tra i due candidati, si è proceduto a un doppio riconteggio (quel seggio alla fine è andato al Labour, ndt).
Il Labour ha guadagnato in tutto il paese. Ha sottratto ai Tories Vale of Clwyd in Galles, Battersea, Stockton South e molte altre circoscrizioni. Anche dove i Tories non sono stati sconfitti, abbiamo assistito a grandi spostamenti di voti verso il Labour. Otto ministri conservatori hanno perso il loro seggio.
I liberal democratici (LibDems), schiacciati tra Tories e Labour, hanno subito una serie di grandi sconfitte. Nick Clegg, l’ex leader del Lib Dems e ex vice primo ministro, è stato battuto senza troppe cerimonie a Sheffield, una vera vendetta per i suoi tradimenti passati.
Ironia della sorte, l’unico fattore che ha salvato le elezioni per Theresa May è stato il recupero dei Tories in Scozia, dove hanno ottenuto un appoggio tra alcuni fasce di elettori battendo la grancassa a favore dell’ “Unione”. A causa di questa demagogia e di una certa disillusione nei confonti del Partito nazionalista scozzese (SNP) hanno guadagnato 12 seggi, mentre il voto del SNP è diminuito del 13%. La maggior parte dei loro voti è andata ai Tories, il cui voto è aumentato del 14%. Anche il Labour ha goduto di un piccolo recupero aumentando il suo voto del 3%, principalmente a causa dell’effetto Corbyn, un fatto riconosciuto a denti stretti dai vertici blairiani del Labour scozzese.
In Galles, un sondaggio compiuto all’annuncio delle elezioni anticipate dava ai Tories un vantaggio del 10%. May era così fiduciosa di una vittoria dei Tories in questa roccaforte tradizionale del Labour che si è recata tre volte in Galles durante la campagna elettorale. Ma i sondaggi di opinione sono rapidamente cambiati quando la campagna è iniziata, facendo naufragare le speranze dei Conservatori. Il Galles rimane solidamente col Labour.
Il voto per il partito di destra e anti-immigrati UKIP è crollato. Ma l’idea che questi elettori sarebbero passati automaticamente ai Tories si è dimostrata falsa. Molti sono passati al Partito Laburista, attratti dalle sue politiche anti-austerità. Alla fine Brexit era un po’ come una domanda a cui non c’era una risposta, e le persone si mostravano più interessate ai problemi sociali dei posti di lavoro, delle pensioni, della disoccupazione e del sistema sanitario.
La maggior parte dei parlamentari del Labour erano ostili a Jeremy Corbyn. Hanno cercato di liberarsi di lui ad ogni occasione, arrivando anche a un voto di sfiducia e a un vero e proprio colpo di stato, poi fallito. Nelle elezioni, disgraziatamente i candidati della destra hanno distribuito solo materiale di propaganda locale descrivendosi solo come “Labour della zona” (senza alcuna menzione di Corbyn) e ignorando totalmente il Manifesto nazionale. Alcuni si sono spinti così avanti da scrivere sui volantini che Theresa May avrebbe vinto e Corbyn non sarebbe mai stato primo ministro! Questo è stato un sabotaggio clamoroso della campagna del Labour.
Questa strategia è ormai fallita. L’ala destra del Labour è stata costretta a rimangiarsi tutto. Non hanno altra alternativa, ma prendere tempo e sperticarsi in complimenti alla campagna di Corbyn. Jack Straw, Tom Watson, Peter Hain, Margret Becket e altri si sono dovuti mordere la lingua e fare alcuni complimenti a Jeremy. Ma è un’operazione di facciata. Le trame continueranno dietro le quinte. La destra non rinuncerà mai ai propri tentativi di minare Corbyn.
Quei commentatori che avevano dichiarato morto il Labour si stanno ora arrampicando sugli specchi.. Questo risultato non sarebbe mai dovuto accadere. Le politiche di sinistra devono essere impopolari! Owen Jones, il commentatore “di sinistra” del Guardian, aveva questa linea pessimista fino a ieri sera, ma ora sta intonando una canzone diversa.
La novità principale da considerare è che il pendolo della vita politica britannica si è spostato bruscamente verso sinistra. Un programma di riforme abbastanza radicali, tra cui la nazionalizzazione, ha fatto breccia nell’immaginario di ampi settori della popolazione. Le idee che dovevano essere consegnate in modo sicuro al dimenticatoio sono ora fermamente ritornate all’ordine del giorno. Il New Labour e il blairismo sono stati costretti alla difensiva.
Il risultato darà a Corbyn maggiore autorità in un partito laburista nuovamente rivitalizzato. Dall’inizio della campagna elettorale altri 100mila persone si sono iscritte al Partito, portando il totale a oltre 600mila. Questo rafforzerà la sinistra all’interno del partito. In realtà ci sono due partiti laburisti: da un lato, una base di massa a sostenere Corbyn e, dall’altro, l’ala destra all’interno del gruppo parlamentare e la macchina burocratica.
Questa situazione non può durare. Corbyn non dovrebbe permettere che il sabotaggio continui. Dovrebbe riavviare la rielezione automatica dei deputati del Labour in modo che il partito possa sbarazzarsi della quinta colonna di carrieristi e di compagni di viaggio che sono in realtà Tories mascherati che stanno minando il partito dall’interno.
Dopo questa elezione, la Gran Bretagna si trova in acque inesplorate. Trattative difficili sulla Brexit sono dietro l’angolo. La vita politica britannica è stata polarizzata tra sinistra e destra in un modo mai visto dalla seconda guerra mondiale. Questo è ciò che sta allarmando gli strateghi del capitale.
I due partiti principali, il labour e i conservatori, ora rappresentano più dell’80% del voto, un fenomeno mai visto da decenni. I Tories si stanno sempre più spostando a destra, e il Labour sotto Corbyn sta svoltando a sinistra. Questa polarizzazione politica è un riflesso di una crescente polarizzazione tra le classi della società britannica. La “Terra di mezzo” rappresentata dal Lib Dems è stata spazzata via da questa polarizzazione.
Siamo in un periodo di profonda instabilità politica, economica e sociale. Anche se riusciranno a concludere un accordo con il Dup, un governo di Tory di minoranza non durerà a lungo. Non completerà certamente la legislatura. Le pressioni saranno esercitate dall’esterno del Parlamento, con un movimento dopo l’altro che scenderà in strada contro il governo. I Tories saranno completamente screditati.
Più prima che poi nuove elezioni saranno all’ordine del giorno. La crisi politica è un riflesso della crisi capitalista che ha avuto inizio nel 2008 e che continua ancora oggi. Ciò porterà a cambiamenti bruschi e repentini nella situazione, che apriranno nuove opportunità per il Labour e la Sinistra. L’intero clima politico è radicalmente cambiato.
Il capitalismo non offre alcuna soluzione ai problemi dei lavoratori e porterà sempre più persone a comprendere la necessità urgente di cambiare la società. Nel prossimo periodo il sostegno alle idee del vero socialismo e del marxismo crescerà in maniera gigantesca. Un nuovo capitolo emozionante si apre davanti a noi.