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Varese – Successo del presidio per la lotta antifascista
6 Febbraio 2025
Se i padroni non vogliono trattare i lavoratori si devono organizzare!
6 Febbraio 2025di Daniel Morley
Solo una settimana fa, Donald Trump ha riunito alcuni dei suoi nuovi giovanissimi alleati del settore dell’industria tecnologica per annunciare il progetto presuntuosamente chiamato Stargate: una massiccia iniziativa sostenuta dal governo che investirà 500 miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale (AI) e nelle infrastrutture associate. Trump ha dichiarato con sicurezza che si tratta del “più grande progetto infrastrutturale di intelligenza artificiale della storia”, il cui scopo è garantire che “il futuro della tecnologia” rimanga negli Stati Uniti.
Come si suol dire, chi si loda s’imbroda. Reduce dalla sua vittoria schiacciante, con i capitalisti a fare la fila per “baciargli l’anello”, Trump si sente invincibile. Non ha perso tempo e ha cercato di affermare la propria supremazia mondiale attraverso una dimostrazione di forza con la Cina. Tuttavia, né lui né i suoi sodali del settore tech potevano prevedere che la Cina potesse cambiare le carte in tavola così rapidamente.
DeepSeek, una startup tecnologica cinese, praticamente sconosciuta in Occidente fino a due giorni fa, ha improvvisamente svelato un modello linguistico di grandi dimensioni, o LLM (large language model NdT), che ha stravolto con un colpo di mano, in un istante, tutte quelle verità sull’AI che sembravano ormai dogmi indiscutibili.
Non solo la Cina sembra aver raggiunto gli Stati Uniti in questo settore all’avanguardia, ma lo ha fatto nonostante le restrizioni tecnologiche paralizzanti imposte dagli USA. Queste restrizioni si basavano sull’idea che per addestrare un’AI all’avanguardia fosse necessario disporre dei più veloci chip al mondo, ed in grandissima quantità. Secondo alcuni rapporti, DeepSeek ha raggiunto i suoi risultati con un investimento di appena 6 milioni di dollari, rispetto ai miliardi riversati dai colossi tecnologici statunitensi.
Questo sviluppo rappresenta un duro colpo sia per il settore tecnologico statunitense che per i costosi piani di Trump. La Cina ha già raggiunto e superato gli Stati Uniti in molti settori tecnologici importanti. Tuttavia, gli USA avevano mantenuto il predominio in un’area cruciale: i microprocessori e le AI costruite su di essi.
Sia Trump che Biden hanno speso ingenti somme e imposto restrizioni commerciali e dazi per creare una fortezza attorno al loro vantaggio tecnologico e frenare così i progressi della Cina. Se la Cina può sviluppare un’AI altrettanto avanzata utilizzando meno chip e più datati, il vantaggio tecnologico degli Stati Uniti, non solo nell’AI ma anche nei microprocessori, rischia di svanire.
Ciò che è particolarmente interessante del piano Stargate è che il governo degli Stati Uniti ha puntato tutto su OpenAI, l’unico partner software del progetto, mentre Google, Meta e altri giganti tecnologici sono stati invece esclusi. Il governo sta scommettendo sul fatto che questa azienda rimarrà la leader del settore.
Eppure, OpenAI non è redditizia. Ha ammesso di perdere soldi per ogni abbonamento a “ChatGPT Pro”, nonostante il prezzo di 200 dollari al mese. L’azienda non ha ancora mostrato come i suoi servizi possano generare profitti. È popolare, sì, ma principalmente perché gratuita e divertente. Non è ancora chiaro come questa tecnologia possa effettivamente venire utilizzata per fare soldi.
Il Financial Times sottolinea che “I 10 titoli più importanti rappresentano quasi due quinti dell’S&P 500 (l’indice azionario forato dalle 500 aziende Usa a maggiore capitalizzazione). Una concentrazione così elevata è senza precedenti nei tempi moderni”. Otto di queste, e tutte le prime sette, sono aziende tecnologiche (Nvidia, Apple, Google, ecc.). Sebbene molte di queste società siano effettivamente molto redditizie, le dimensioni della concentrazione di capitale attorno ad esse riflette il fatto che esiste una gigantesca bolla dell’AI.
Per questo motivo, lo “shock dell’AI cinese” ha causato un enorme crollo nel mercato azionario statunitense. Circa mille miliardi di dollari sono stati polverizzati, anche se parte di questa perdita è già stata recuperata. La sola Nvidia ha perso circa 600 miliardi di dollari, la più grande perdita in un solo giorno nella storia del mercato azionario statunitense. Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha visto il patrimonio netto ridursi di quasi 21 miliardi di dollari. Il capo di Oracle, anch’esso parte del progetto Stargate, ha perso 27,6 miliardi di dollari. Aziende di infrastrutture tecnologiche meno conosciute hanno perso ancora di più, in proporzione al loro valore.
La domanda che tutti si pongono è: vale davvero la pena investire i centinaia di miliardi di dollari previsti per l’AI nel 2025 e oltre? Le aziende cinesi hanno forse dimostrato che l’intero modello su cui si basa questa enorme industria è fallace?
Questo dubbio è ulteriormente rafforzato dal fatto che non è solo DeepSeek ad aver realizzato qualcosa di apparentemente inimmaginabile. Anche Bytedance (l’azienda dietro TikTok), Alibaba e le startup Moonshot e Zhipu hanno recentemente messo sul mercato modelli che, in un modo o nell’altro, mettono in discussione la presunta superiorità dell’AI americana.
Tutto ciò accelera le perplessità già esistenti sulla sostenibilità economica dei modelli linguistici di grandi dimensioni, ad esempio i chatbot come ChatGPT. Non c’è dubbio che l’AI generativa, la categoria più ampia di tecnologia che comprende anche i LLM, abbia un enorme potenziale: può essere utilizzata per automatizzare la traduzione, creare nuovi farmaci, rendere la produzione di ogni tipo di beni molto più efficiente. Nonostante ciò, i fondi vengono riversati a valanga quasi interamente sui modelli linguistici di grandi dimensioni, poiché attirano l’attenzione dei riflettori. Non è chiaro come, o addirittura se, questi modelli possano essere ulteriormente migliorati, né quale utilità economica abbiano realmente.
Queste domande erano già state sollevate in precedenza. DeepSeek e altri le hanno riproposte con maggiore urgenza. Porteranno a qualcosa questi enormi investimenti? Sono davvero così necessari?
Sembra che gli Stati Uniti abbiano già perso il loro vantaggio tecnologico. In uno scenario del genere, è del tutto possibile che OpenAI, a cui Trump si è legato pubblicamente e a caro prezzo, possa fallire. DeepSeek è già diventata l’app gratuita numero uno sugli store di Apple e Google, superando ChatGPT. Inoltre, può permettersi di offrire abbonamenti “pro” molto più economici alle aziende. Cosa impedisce a un gran numero di persone e aziende di eliminare ChatGPT in favore di DeepSeek?
Forse Trump sta già pensando di vietare l’app di DeepSeek. Ma il CHIPS Act di Biden del 2022 era stato progettato proprio per prevenire questa eventualità, vietando la vendita alla Cina di chip di fascia alta utilizzati per l’AI. Invece, sembra che questo abbia avuto esattamente l’effetto opposto, costringendo le aziende cinesi a innovarsi con chip più economici, ed in minore quantità. Così, non solo questa legislazione non è riuscita a impedire lo sviluppo di un’AI avanzata cinese, ma ha addirittura dato alla Cina un vantaggio, realizzatosi nella forma di un’AI più economica e più efficiente.
Questo sviluppo dimostra chiaramente che è impossibile per gli Stati Uniti isolare e frenare il capitalismo cinese, le cui risorse sono troppo ingenti. L’economia mondiale è troppo integrata e la tecnologia su cui si basa è troppo complessa e interdipendente. La conoscenza, sviluppata e condivisa da un numero troppo elevato di persone, rende impossibile isolare e ostacolare un’economia della portata della Cina. Infatti, DeepSeek ha reso di dominio pubblico la tecnologia alla base della sua app, permettendo a chiunque di accedervi.
Questo sviluppo rivela anche l’enorme spreco del capitalismo nell’epoca attuale. Migliaia di miliardi di dollari vengono sperperati in queste imprese di AI, e ciò potrebbe non essere nemmeno necessario per raggiungere i loro obiettivi, come ha dimostrato DeepSeek. Questi obiettivi (un’AI super intelligente) potrebbero non essere nemmeno realizzabili o desiderabili. Inoltre, l’energia utilizzata nei centri dati per questo sforzo colossale rappresenta un grave ostacolo agli obiettivi di sostenibilità energetica. Di fatto, siamo di fronte ad una cricca di truffatori e venditori di AI che stanno gonfiando una bolla per i propri scopi.
Il rapido sviluppo dell’AI cinese è anche un segnale di quanto il protezionismo di Trump sarà complicato da realizzare, controproducente e foriero di crisi, sia per il mondo che per gli Stati Uniti. Prima o poi, la sua immagine pubblica e il suo carisma si dissolveranno. E presto, molti americani, delusi e arrabbiati, si renderanno conto che Trump non è in grado di mantenere le sue promesse di “Rendere l’America di nuovo grande”.
29 Gennaio 2025