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15 Agosto 2017La marcia di Barcellona contro il terrorismo: uno schiaffo in faccia agli imperialisti e ai guerrafondai
1 Settembre 2017Attacco terroristico a Barcellona: l’imperialismo incoraggia il fanatismo islamista. Socialismo o barbarie!
Come corrente Lucha de Clases – Tendenza Marxista Internazionale condanniamo implacabilmente l’attentato terroristico criminale commesso da membri dell’ISIS a Barcellona che ha provocato, finora, 14 morti e oltre 100 feriti. L’attacco ha avuto luogo nella popolare zona delle Ramblas, nel centro città, piena di turisti e residenti, tramite un furgone che ha investito decine di persone indifese. Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le vittime e i loro familiari in questi momenti di sofferenza e dolore.
Immediatamente, come era già successo in casi simili a Manchester e Bruxelles, si è sviluppata spontaneamente la solidarietà popolare con le vittime e gli affettati. Molta gente ha offerto le loro case per ospitare i turisti e i residenti che non potevano accedere ai loro alberghi o alle proprie abitazioni a causa della chiusura della metropolitana, e del servizio dei treni e degli autobus. I tassisti hanno offerto passaggi gratuitamente alla gente. Questo è il vero spirito umano, e non il rancore, l’odio e la divisione – così cari per la destra e i reazionari, che utilizzano questi sentimenti per dividere la gente a seconda della loro religione, colore di pelle o provenienza.
Quest’attacco è assolutamente reazionario e va contro gli interessi della classe lavoratrice e degli operai immigrati in Spagna, così come dei profughi che fuggono dalla barbarie creata dall’imperialismo nel Medio Oriente. Rafforza la reazione dappertutto, e sarà utilizzato dalla destra e dagli imperialisti per diffondere il veleno del razzismo e la xenofobia per dividere la classe operaia, e fornisce anche un pretesto per attaccare i diritti democratici e le libertà civili della popolazione, in Spagna e sul piano internazionale.
Le ultime notizie parlano dell’arresto di due terroristi legati all’attacco, sebbene nessuno di loro abbia partecipato personalmente ad esso. L’autista del furgone e un suo aiutante continuano la loro fuga nel momento in cui questa dichiarazione è stata scritta. Si riporta anche che i Mossos (la polizia catalana) abbia ucciso cinque terroristi dopo avere fatto fallire un attacco simile in cui sei persone sono state ferite, a Cambrils, nella provincia di Tarragona, vicina a Barcellona. L’attentato di Barcellona si lega anche all’esplosione di gas avvenuta il giorno prima in un appartamento ad Alcanar (Tarragona), dove presumibilmente i terroristi stavano preparando ordigni.
Mentre condanniamo quest’attacco codardo e crudele, non dimentichiamo per un momento – come fanno tutti i governi borghesi e i loro partiti e media – che attentati come quello di Barcellona, e con bilancio di morti e barbarie molto maggiore, succedono ogni giorno in paesi come Siria, Iraq, Egitto, Pakistan, Nigeria o Sudan. In molti casi, questi attacchi sono realizzati da gruppi sostenuti e finanziati fino a ieri da coloro che oggi versano lacrime di coccodrillo: i governi dell’Europa e degli Stati Uniti, e i loro “alleati” nel Medio Oriente, come l’Arabia Saudita. Non dimentichiamo per un momento che il popolo yemenita è oggetto di un massacro quotidiano, con migliaia di morti, attraverso i bombardamenti indiscriminati e l’assedio di fame e sete perpetrati da una coalizione guidata dalla dinastia saudita, amica della monarchia spagnola e delle grandi aziende spagnole del settore dell’edilizia, così come dagli Stati Uniti e l’Inghilterra.
L’attentato di Barcellona segue lo schema di attacchi simili commessi negli ultimi 18 mesi in Francia, nel Regno Unito e in Germania: l’utilizzo di automobili, furgoni e camion per investire pedoni indifesi e provocare il massimo danno possibile. Come in attentati scorsi, gli autori dell’attacco di Barcellona non sono profughi del Medio oriente – come con le loro solite manipolazioni strepitano in maniera interessata i media di destra e i gruppi xenofobi –, ma militanti nati, cresciuti ed educati in Europa, che sono diventati fanatici nell’ultimo periodo sulla base del terreno di coltura della povertà, la disoccupazione, la marginalità e la sottoproletarizzazione dei quartieri poveri marginali delle zone metropolitane di Parigi, Londra, Bruxelles e, nel caso spagnolo, di Ceuta e Melilla.
L’arroganza mostrata finora dal governo del PP e la moltitudine di “esperti” antiterroristi sulla relativa immunità della Spagna verso questo genere di attacchi, dovuta alla presunta esperienza accumulata durante gli anni di lotta contro ETA e dopo l’attentato di 2004 a Madrid, ha ricevuto un duro colpo. La Spagna non era immune, come non ne è nessun paese imperialista coinvolto durante gli scorsi quindici anni nella distruzione di tutto il Medio Oriente sulla base degli interessi saccheggiatori delle loro grandi multinazionali e per assicurare il loro dominio diplomatico e militare su questa regione strategica del mondo.
La Spagna fa parte della cosiddetta “coalizione internazionale” contro il terrorismo islamico, guidata dagli Stati Uniti. L’esercito spagnolo ha schierato 425 soldati in Iraq, impegnati, soprattutto, nella formazione della polizia e le forze armate irachene. La Spagna partecipa anche a un’operazione bilaterale con la Francia nel Gabon e Senegal, con due aerei di trasporto di truppe e materiale e con circa cento effettivi sul campo. In Mali, l’esercito spagnolo collabora con le forze locali con 150 soldati. In Turchia, ha schierato una trentina di batterie antimissili al confine con la Siria, dove ha destinato 150 militari. È stata proprio la partecipazione della Spagna in questa coalizione internazionale la giustificazione data dall’ISIS nel loro comunicato rispetto all’attacco a Barcellona.
La perseveranza in questa politica imperialista, basata sulla guerra permanente, i bombardamenti, la morte e la devastazione ha creato il brodo di coltura per lo sviluppo dell’ISIS e di altri gruppi terroristici islamici nel Medio Oriente. Anzi, nelle loro origini, tutti questi gruppi sono stati creati e finanziati dall’imperialismo e dall’Arabia Saudita per destabilizzare e rovesciare governi che fuggivano dal controllo dell’Occidente: in Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, ecc. Di fatto, Al Qaeda, e poi dopo l’ISIS, non esistevano in Iraq prima del rovesciamento di Saddam Hussein, neanche in Siria o in Libia prima degli interventi imperialisti in questi paesi dopo lo scoppio della “primavera araba”. Il caos e la devastazione provocata dall’invasione dell’Iraq, patrocinata da veri e propri criminali di guerra come George W. Bush, Blair ed Aznar, permisero che il fanatismo islamico si diffondesse in tutta la regione. Questo processo fu aggravato ed accelerato dai bombardamenti in Siria e Libia dopo il 2011, di pari passo all’addestramento e al finanziamento di gruppi islamici in questi paesi da parte delle potenze occidentali. Come crudele anticipo a quello che abbiamo visto a Barcellona, centinaia di famiglie operaie di Madrid – la metà immigrati – pagarono un duro prezzo per il coinvolgimento spagnolo nell’invasione dell’Iraq nel 2003, con l’attentato brutale dell’11 marzo 2004 ad Atocha, che provocò 200 morti.
Se, com’è probabile, la risposta del governo spagnolo e degli altri governi occidentali a quest’ultimo attacco a Barcellona, sarà di aumentare gli interventi militari e imperialisti in Medio Oriente, ci possiamo aspettare nuovi attacchi ed attentati sul territorio europeo.
Alla fine dei conti, il terrorismo islamico e l’imperialismo sono fratelli gemelli. Si alimentano mutualmente e hanno bisogno l’uno dell’altro. Quest’attentato provocherà un’altra fase di bombardamenti in Medio Oriente, che a sua volta incoraggerà il terrorismo islamico, che preparerà nuovi attentati.
Allo stesso tempo, la barbarie che vediamo nel Medio Oriente infiammerà le menti di giovani di origine musulmana provenienti dalle classi più povere, che sbarcano il lunario nelle periferie marginali dell’Europa, ancora più impoverite dopo la crisi capitalista, e che cadono preda di demagoghi e di mullah pagati dall’Arabia Saudita e le altre monarchie corrotte del Golfo Persico, alleate dell’ Occidente.
Tutti possono capire il legame stretto che si è sviluppato negli scorsi decenni fra questa forma particolare di barbarie – il terrorismo islamico – e il sistema capitalista e imperialista.
L’obbligo della sinistra spagnola, e di Unidos Podemos (UP) in particolare, è di elevare il livello di comprensione delle masse della popolazione, soprattutto delle famiglie operaie, su quello che sta accadendo. Devono mostrare il legame che c’è fra gli interessi delle multinazionali spagnole e occidentali e i loro governi, e il caos generato nel Medio Oriente negli anni scorsi, e, nello specifico, nella nascita e lo sviluppo del terrorismo islamista, e come entrambi fattori si rafforzino mutualmente. davanti alle richieste di “unità nazionale” e “unità istituzionale” fatte da Rajoy e dal presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, i dirigenti di UP devono rifiutare qualsiasi tentativo di coinvolgerli in un fronte comune con il governo del PP e la destra. Devono esigere il ritiro immediato delle truppe spagnole dal Medio Oriente e dall’Africa, e mantenere le loro critiche e una posizione ferma verso gli interventi imperialisti e militari in queste regioni.
Il capitalismo è incompatibile con la piena occupazione e con l’esistenza di condizioni di vita decenti e civili per tutti. E questo è doppiamente vero nei ghetti in cui l’ISIS trova le sue reclute in Europa. Unidos Podemos deve adottare una politica chiaramente socialista che offra un’alternativa alla crisi capitalista permanente.
Unidos Podemos deve fare appello al PSOE e ai sindacati la formazione di un fronte comune per difendere questo programma per esigere la ritirata delle truppe spagnole del Medio Oriente ed Africa, contro la criminalizzazione della popolazione immigrata di origine musulmana, contro qualsiasi manifestazione di xenofobia e razzismo della destra e dei gruppi fascisti e reazionari. Soprattutto, deve mobilitare la popolazione contro i tentativi del PP di attaccare ancora di più i nostri diritti democratici o di indurire la legislazione penale con il pretesto di “combattere il terrorismo”, e mantenere chiaramente la sua rivendicazione della cancellazione della repressiva “ley mordaza” (legge guinzaglio) e le altre misure repressive introdotte nel codice penale negli cinque anni scorsi.
La destra proverà ad utilizzare il pretesto del terrorismo islamista, come avevano fatto fino poco tempo fa con ETA e la “kale borroka” (la guerriglia urbana condotta dalla sinistra nazionalista basca, ndt), per criminalizzare le proteste sociali e le nostre rivendicazioni democratiche. Anzi, cercheranno di utilizzare lo spauracchio del terrorismo islamico per combattere il diritto democratico-nazionale della Catalogna all’autodeterminazione, contro la convocazione del referendum del primo ottobre, o le lotte della popolazione locale contro l’industria turistica capitalista sfrenata, o contro le lotte operaie contro lo sfruttamento capitalista, come quella dell’aeroporto del Prat, e altre.
Di fronte ai tentativi del governo del PP di utilizzare l’attentato di Barcellona per rafforzarsi, per nascondere la sua corruzione e seppellire l’ondata di lotte operaie, Unidos Podemos deve fare appello a tutto quello che c’è di vivo e di progressista nella società spagnola a unirsi. Deve spiegare ed propagandare più che mai la necessità di cacciare il governo PP, mostrando che la sua politica estera, complice e compartecipe della politica imperialista europea e statunitense, porterà solo a nuovi attacchi terroristici e a una sempre maggiore desolazione e sofferenza per le famiglie operaie della Spagna.
18 agosto 2017