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6 Maggio 2019Il prossimo 24 maggio ci sarà la seconda giornata internazionale di mobilitazione per il clima, il Global Strike for Future. Pubblichiamo l’appello che delegati e dirigenti sindacali hanno inviato alla segreteria nazionale della Cgil perché quel giorno lo sciopero degli studenti diventi anche lo sciopero dei lavoratori.
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Alla C.A. della segreteria nazionale Cgil
Il 15 marzo abbiamo visto un’intera generazione scendere in piazza nei cortei del Global Climate Strike. Gli studenti hanno riempito le strade di tutto il mondo, e l’Italia è stato il primo paese per numero di eventi, partecipazione e ha visto a Milano il secondo corteo più grande del mondo. Centinaia di migliaia di studenti hanno spazzato via, in un solo giorno, anni di campagne in cui erano stati descritti come disinteressati alla società e alla politica e assorbiti solo dagli smartphone.
Questa lotta contro il cambiamento climatico e la distruzione ambientale mette necessariamente in discussione l’intero sistema, come si produce, come si distribuisce e chi prende queste decisioni. Il punto centrale, sollevato in molti cortei e assemblee successive, e dalla stessa Greta, è che la distruzione ambientale non è un evento casuale ma è dettato dalla ricerca del profitto privato da parte di una minoranza della società. La stessa ricerca di profitto che porta allo sfruttamento oltremisura dei lavoratori, ai licenziamenti, all’abbandono delle misure di sicurezza, fra cui l’esposizione a sostanze ed emissioni tossiche. È una battaglia che ci riguarda tutti.
È giusto che la Cgil dia appoggio al movimento dei Fridays For Future, come simboleggiato lo scorso 19 aprile quando il segretario Maurizio Landini ha dato una tessera onoraria del sindacato a Greta Thunberg, in visita in Italia. Così come è positivo che sia stata inviata precedentemente una nota alle strutture in cui si è sottolineato l’impegno del sindacato a sostegno del movimento.
Il sindacato può avere un ruolo decisivo nello sviluppo e nell’esito di questo movimento. Per questo è nostra responsabilità avere chiarezza su come si possa fare e che passi intraprendere.
In primo luogo, non possiamo avere illusioni verso nessuna delle istituzioni che si sono sempre rese complici della distruzione ambientale così come del peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Come spiega la nota, “molti esponenti politici hanno dichiarato, con ipocrisia, di apprezzare e condividere l’impegno e la sensibilità dei giovani per l’ambiente e per il clima, salvo poi continuare nella vecchia strada dell’inazione”. Sempre nella nota si critica puntualmente l’operato del governo italiano, giustamente. Non vediamo ragione per fare un’eccezione per il Parlamento europeo o per alcuni paesi europei quando si dice che “Danimarca, Finlandia. Francia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia chiedevano un riferimento esplicito alla decarbonizzazione dell’UE nel 2050 e all’obiettivo di 1,5°”. Le istituzioni europee sono campioni proprio di quell’ipocrisia con cui da un lato si fanno bei proclami e dall’altro non si fa niente nella pratica e si coglie ogni occasione per attaccare i lavoratori. Ricordiamo che proprio il governo francese ha dipinto come una misura “ecologica” la tassazione sui carburanti che colpiva duramente i lavoratori pendolari e che ha scatenato il movimento dei gilet gialli. Non si tratta di cercare un possibile alleato fra queste istituzioni, ma di dissipare le illusioni e organizzare il nostro campo di classe.
Solo in questo modo possiamo evitare di restare schiacciati dal ricatto fra lavoro e salute, che è anche il ricatto fra lavoro e ambiente. Quanto sta succedendo all’Ilva proprio in questi giorni, con le emissioni di nuovo in crescita (non si registravano concentrazioni di diossina come quelle attuali dai tempi della proprietà Riva, e lo stesso vale per altri valori registrati) è solo l’ultimo esempio. Non possiamo accettare un piano di discussione in cui ci viene lasciato scegliere solo “di che morte morire” ma è necessario che siano garantite bonifiche, lavoro con un salario e condizioni accettabili, salute, tutela ambientale. Se gli azionisti di turno non possono accettare questo perché lede il margine di profitto, il nostro compito non è fare altri sacrifici ma rivendicare che lo Stato requisisca gli stabilimenti senza indennizzo e garantisca una produzione in cui gli aspetti occupazionali, produttivi e ambientali siano sotto il controllo dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e della popolazione coinvolta.
Crediamo che questo sia il salto da fare per colmare quel limite che giustamente si sottolinea quando si dice che “la CGIL sostiene il movimento perché sa di portare una quota parte di responsabilità per non essere riusciti a cambiare questo modello di sviluppo distruttivo e iniquo come avremmo voluto”. Possiamo e dobbiamo stare “insieme e in mezzo al movimento”, ma soprattutto possiamo e dobbiamo mostrare che se un’alternativa non la possono dare i consigli di amministrazione e l’ipocrisia istituzionale, la può dare il movimento operaio organizzato.
La prima occasione per fare questo è il 24 maggio, quando ci sarà la seconda giornata di mobilitazione mondiale, con manifestazioni e scioperi studenteschi in tutti i paesi. L’organizzazione ha dato giustamente indicazione di “partecipare alle assemblee cittadine dei #FFF e nell’organizzazione del prossimo Global Strike per il clima del 24 maggio prossimo”. È giusto ma non è abbastanza se si resta solo su un piano di sostegno logistico-organizzativo. Quel che non è citato nella nota è l’unico fattore che può davvero essere decisivo: l’entrata sulla scena dei lavoratori.
Il 24 maggio il compito del sindacato non è solo quello di dare un appoggio esterno, ma è trasformare lo sciopero globale in un vero sciopero generale, bloccare il paese e chiamare i lavoratori in piazza con gli studenti, saldando il movimento operaio e quello giovanile.
Una simile giornata di lotta può segnare un salto di qualità. Nella chiarezza e determinazione del movimento di una nuova generazione che mette in discussione questo sistema. Ma anche, finalmente, nella fiducia per la ripresa delle lotte dei lavoratori, qualcosa di cui pensiamo che tutti condividiamo la necessità.
Primi firmatari:
Mario Iavazzi (Direttivo nazionale Cgil), Paolo Brini (Comitato Centrale Fiom-Cgil), Antonio Forlano (Rsu Ups Milano, direttivo nazionale Filt-Cgil), Irene Forno (Direttivo nazionale Nidil-Cgil), Antonio Esposito (delegato Slc-Cgil Almaviva Napoli direttivo nazionale Slc-Cgil), Gianplacido Ottaviano (Rsu Bonfiglioli Bologna Assemblea generale Fiom-Cgil), Paolo Grassi (Assemblea generali Nidil-Cgil), Margherita Colella (Assemblea generale Emilia Romagna), Domenico Loffredo (Operaio Fca Pomigliano Direttivo Campania Fiom-Cgil), Vincenzo Chianese (delegato Ergom direttivo Campania Fiom-Cgil), Vittorio Salduti (direttivo Flc-Cgil Napoli), Luca Paltrinieri (Rsu Netscout direttivo Fiom-Cgil Modena), Giuseppe Violante (delegato Rsu Maserati direttivo Fiom-Cgil Modena), Matteo Parlati (delegato Ferrari direttivo Fiom-Cgil Modena), Giuseppe Faillace (Rsu Motovario direttivo Fiom-Cgil Modena), Simona Leri (Rsu Coop Alleanza 3.0 direttivo Cgil Modena), Luca d’Angelo (Rsu TR direttivo Fiom-Cgil), Davide Bacchelli (delegato Ima direttivo Fiom-Cgil Emilia Romagna), Gian Pietro Montanari (Rsu Toyota Fiom-Cgil Bologna), Gianluca Sita (Rsu Fiom-Cgil Ima assemblea generale Fiom Bologna), Domenico Minadeo (Rsu Fiom Metaltarghe direttivo Fiom-Cgil Bologna), Massimo Pieri (Rsu Tas spa Casalecchio di Reno direttivo Fiom-Cgil Bologna), Nico Maman (direttivo Funzione Pubblica-Cgil Bologna), Carmela Ciccatiello (direttivo Fiom-Cgil Bologna), Laura Minadeo (assemblea generale Filcams-Cgil Bologna), Emanuele Miraglia (direttivo Nidil-Cgil Bologna), Luca Ibattici (Rsu Spal Reggio Emilia direttivo Regionale Fiom Emilia Romagna), Marco Mussini (delegato Rsu Corghi Correggio, Dir. Fiom-Cgil Reggio Emilia), Davide Tognoni (Rsu FP-Cgil Comune di Rolo Reggio Emilia), Ilic Vezzosi (Dir. Cgil Emilia Romagna), Marco Paterlini (direttivo Flc-Cgil Reggio Emilia), Nensi Castro (delegata Rsa CNA Reggio Emilia), Gianluca Pietri (delegato RSU Istituto.Russell di Guastalla Reggio Emilia), Davide Ledda (direttivo Fiom-Cgil Parma), Federico Toscani (direttivo Filcams-Cgil Parma), Pierugo Sorbi (Assemblea generale Flai-Cgil Parma), Filippo Agazzi (Rsu Fiom-Cgil Parma), Daniele Chiavelli (Assemblea generale Flc-Cgil Mantova), Christian Febbrero (direttivo Fiom-Cgil Genova), Giannantonio Currò (Direttivo Flc-Cgil Genova), Paola Agostrini (Assemblea generale Flc-Cgil Genova), Franco Ferrara (Spi-Cgil Genova), Diego Sabelli (delegato Rsu Elt Assemblea generale Fiom-Cgil Lazio), Giordano Amato (direttivo Nidil-Cgil Roma est), Marco Carletti (direttivo Fisac-Cgil Lazio), Irene Caporale (Assemblea generale Fisac-Cgil Lazio), Nicola Di Sarli (Assemblea generale Fisac-Cgil Roma Nord), Davide Fiorini (Direttivo Nidil-Cgil Trieste), Mirko Sighel (Direttivo Cgil Trentino), Chiara Massimello (Direttivo Nidil-Cgil Trentino), Angelo Raimondi (delegato Rsu Filcams-Cgil Esselunga Corbetta-Milano), Laura Parozzi (Rsu Ups Vimodrone Milano direttivo Filt-Cgil), Cinzia Crespi (Rsu Ups Vimodrone Milano direttivo Filt-Cgil), Barbara Lietti (direttivo Lombardia Funzione pubblica-Cgil), Francesca Esposito (Direttivo regionale Lombardia Filt-Cgil), Joan Valdiviezo (delegato Filt-Cgil Italgroup Ups Milano), Jeisson Zuniga (delegato Filt-Cgil Planet Cantiere Ups Milano), Fiammetta Fossati (Rsu Fiom-Cgil Etipak Milano), Antonio Mangione (delegato Rls Appalti ferroviari Filt-Cgil Milano), Serenella Ricci (Assemblea generale Lombardia Fisac-Cgil), Lorenzo Esposito (Rsa Banca D’Italia Milano), Sergio Schneider (delegato Rsu scuola Direttivo Flc-Cgil Milano), Tomaso Perani (delegato Rsu Università Statale Milano, Assemblea generale Milano Flc-Cgil).
Nuove adesioni:
per adesioni: [email protected]