Libertà di stampa e classe operaia
22 Gennaio 2021Grecia – Studenti e lavoratori sfidano lo stato e manifestano contro Nuova Democrazia
29 Gennaio 2021Grandi proteste sono scoppiate in Russia lo scorso 23 gennaio in risposta all’arresto dell’oppositore Alexei Navalny da parte del regime di Putin.
Un’ondata di repressione politica ha investito la Russia, anno dopo anno. Il regime bonapartista del presidente Vladimir Putin capisce che l’appoggio nei suoi confronti sta diminuendo e sta cercando di “fare la faccia dura” alla vigilia della prossima campagna elettorale.
La repressione politica in Russia si sta quindi intensificando: le autorità fabbricano ad arte accuse contro i dissidenti e il regime usa ogni mezzo per mettere a tacere ogni espressione di malcontento e protesta. Di recente, abbiamo seguito il caso Set (la condanna per terrorismo di attivisti anarchici e antifascisti, avvenuta un anno fa, ndt) e solo pochi giorni fa a Mosca un tribunale ha emesso una vergognosa sentenza contro l’antifascista Azat Miftakhov. Le elezioni di settembre sono dietro l’angolo e il regime ritiene che sia una buona idea terrorizzare i cittadini con accuse di “terrorismo” ed “estremismo”. Le stesse motivazioni sono alla base delle vicende recenti che hanno avuto come protagonista l’oppositore liberale Alexei Navalny, perseguitato dalle autorità, non per eventuali furti e truffe da lui commessi (accuse usate solo come pretesto formale), ma per ragioni politiche.
Pur non offrendo una briciola di solidarietà con le opinioni e le posizioni politiche ed economiche dei liberali, ci opponiamo categoricamente alla repressione politica portata avanti dalla dittatura di Putin, poiché comprendiamo che alla fine la macchina della persecuzione politica colpirà nella maniera più dura di tutte la classe operaia e gli attivisti di sinistra . Ogni stato è un corpo di persone armate che compiono atti di violenza nell’interesse della classe dominante. Lo stato attuale – la Federazione Russa – non fa eccezione. Finché il potere rimarrà nelle mani dei capitalisti, la repressione dei movimenti sociali, operai e comunisti sarà parte integrante della politica russa.
A questo proposito, abbiamo invitato i nostri sostenitori in tutte le città del paese a prendere parte alle proteste contro la repressione e la violenza della polizia il 23 gennaio, abbiamo chiesto il rilascio di prigionieri politici e spiegato ad altri manifestanti che solo una rivoluzione socialista e il completo smantellamento dell’intero sistema politico ed economico esistente può porre fine all’oppressione.
Siamo convinti che la lotta per una vera democrazia sia la lotta per il socialismo. Abbiamo fatto appello a tutti coloro che condividono questa convinzione a scendere nelle piazze delle loro città il 23 gennaio e dire no allo stato di polizia e al capitalismo. E l’appello è stato ascoltato. I nostri compagni e sostenitori sono intervenuti attivamente alle manifestazioni a Mosca, Leningrado, Irkutsk, Nizhny Novgorod, Vladivostok, Chelyabinsk, ecc.
Migliaia di volantini sono stati distribuiti dalla Kamchatka alle regioni più occidentali del paese, comprese le principali città come Mosca, Leningrado e Kazan. I partecipanti alle proteste hanno sentito la nostra voce. Mentre i settari di sinistra gridavano “questa non è la nostra protesta!”, Abbiamo scoperto che molti giovani lavoratori erano interessati alle nostre idee. Hanno partecipato alle proteste non perché sostenevano Navalny perché erano stufi del capitalismo e cercavano una via d’uscita dalla situazione esistente.
Certo, Navalny non rappresenta in alcun modo la sinistra politica, ma la logica stessa della sua attività apre opportunità molto importanti per la sinistra radicale. Rivelando, in modo populista, la ricchezza oltraggiosa di Putin e del suo entourage, spinge i settori più poveri in piazza dove li possiamo incontrare direttamente.
È importante notare che le proteste sono state accompagnate da massicci scontri con la polizia. Le violenze sono state iniziate da parte della polizia, ma a differenza degli anni precedenti, questa volta i manifestanti hanno reagito attivamente. L’ambiente stesso è cambiato. Uno stato d’animo rivoluzionario sta maturando tra le masse russe. Sebbene migliaia di persone siano state arrestate e le autorità stiano producendo nuovi procedimenti penali, la gente è pronta a mobilitarsi, cercano una via d’uscita dalla situazione senza speranza in cui le ha condotte il capitalismo.
Il nostro dovere è diffondere fra di loro le idee marxiste e mostrare la vera soluzione, che va ben al di là dei limiti delle illusioni liberali.
Rivendichiamo:
- Democrazia operaia per la maggioranza assoluta della popolazione!
- L’esproprio e il trasferimento in mani pubbliche di tutti i beni degli oligarchi, di cui si sono impossessati per mezzo delle privatizzazioni!
- Un’indagine e un processo pubblici contro Putin e tutta la sua cricca burocratica, responsabili della povertà, della repressione e del saccheggio del Paese!
- Un’economia pianificata democraticamente organizzata!
- Libertà di riunione, di manifestazione e di stampa, diritto di sciopero e organizzazione nei sindacati.
- La trasformazione socialista della società