Razzismo – sfruttamento – repressione – crisi – precarietà: Ribellarsi è giusto!
2 Novembre 20184 novembre 1918-2018 – Celebrazione del macello imperialista
4 Novembre 2018Pubblichiamo il volantino che distribuiremo oggi 3 novembre alla manifestazione contro Casapound, a Trieste.
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Il 3 novembre i fascisti di CasaPound sfileranno per le vie di Trieste per ricordare quella che loro definiscono la “vittoria” italiana della Grande Guerra. Questo corteo nazionale basato su una vera e propria contraffazione storica mira alla crescita sul territorio dell’organizzazione neofascista.
Anche per i paesi vincitori, la “Grande Guerra” è ben lontana dall’essere stata un occasione di gloria. La verità è che non fu altro che una carneficina imperialista e di rapina, in cui le classi abbienti e padronali di ogni paese tentarono di conquistare e spartirsi mercati e ricchezze col sangue dei lavoratori spediti al massacro. I nazionalismi che hanno fomentato la Grande Guerra, gli odi etnici ed infine il fascismo, non sono frutto del caso: sono stati espressione degli interessi economici della borghesia. In ogni paese, l’amor patrio è stato il modo in cui i padroni hanno mandato gli sfruttati a morire per tentare di aumentare i propri profitti. A prescindere dalla bandiera sventolata, a vincere sono stati i finanzieri guerrafondai; a prescindere dalla lingua parlata, a perdere sono stati le lavoratrici ed i lavoratori sacrificati sugli altari del profitto.
Questa divisione di classe va tenuta a mente anche quando si analizza il fascismo: non è possibile dimenticare che il fascismo è nato nel capitalismo. È nato come una soluzione illusoria alle contraddizioni al suo interno; il suo fine in realtà è quello di impedire a tutti gli sfruttati e gli oppressi di alzare la testa, ecco perché finisce per porsi al servizio del capitale. L’unico modo per costruire una società libera dal fascismo è combattere le condizioni che lo generano; l’unico modo per costruire una società libera da razzismo, oppressione e violenza è lottare contro il capitalismo.
Ecco perché il 3 novembre scenderemo in piazza nella mobilitazione convocata dall’assemblea Trieste Antifascista – Antirazzista. Lo faremo però insistendo sui punti secondo noi necessari per rendere la lotta al fascismo efficace:
– ci vuole una chiara prospettiva di classe che spieghi perché idee fasciste e reazionarie abbiano ora un certo seguito e che consideri la lotta antifascista come aspetto di una lotta più ampia, la lotta di classe. Il fascismo non compare “dall’esterno” di una società minacciandone i valori, è espressione di contraddizioni nella società divisa in classi;
– si deve sottolineare che le attuali istituzioni politiche non hanno alcun interesse a combattere il fascismo. Nonostante le disposizioni costituzionali queste manifestazioni non vengono mai vietate; e della legittimazione politica di CasaPound e di altri gruppi ultrareazionari si sono resi responsabili tutti gli attuali partiti. Il Partito democratico in questo ha avuto un ruolo centrale non solo nello sdoganamento dei gruppi neofascisti (concessioni di sedi, patrocini, partecipazioni a convention pubbliche) ma ha contribuito a creare con anni di politiche antisociali, antisindacali e discriminatorie un terreno fertile per la propaganda di odio che trova la sua linfa nell’insicurezza sociale. Con il partito del Decreto Minniti-Orlando, dei lager in Libia e degli accordi col Governo turco non abbiamo né avremo mai nulla da spartire;
– è necessaria allo stesso tempo una chiara opposizione internazionalista alle anche celebrazioni istituzionali della “vittoria” italiana, menzogna nazionalista anche quando a riempirsene la bocca è Mattarella. L’unica vittoria per gli oppressi e gli sfruttati, di ogni lingua e cultura, è quella che porta al rovesciamento di chi li sfrutta – sotto qualsivoglia bandiera! La Rivoluzione russa, l’ammutinamento di Cattaro e l’ammutinamento della flotta tedesca che nei fatti diede avvio alla Rivoluzione tedesca del 1918 dimostrano che i massacri voluti dai capitalisti si fermano solo con il protagonismo e la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici per una società senza più guerre e padroni.