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12 Settembre 2025
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L’omicidio di Charlie Kirk crea un martire per il MAGA

di Revolutionary Communists of America

Se è sufficiente armare se stessi di pistola in modo da raggiungere il proprio obiettivo, a che serve lo sforzo della lotta di classe? Se un goccino di polvere da sparo ed un po’ di iniziativa individuale sono sufficienti a sparare il nemico nella nuca, che bisogno c’è dell’organizzazione di classe?
-Leon Trotsky, “Perché i marxisti si oppongono al terrorismo individuale”.

L’uccisione di Charlie Kirk, il paladino più influente del MAGA presso i giovani conservatori americani, ha provocato violente reazioni nel panorama politico. Trump, che aveva attribuito a Kirk il merito di averlo aiutato a vincere le elezioni del 2024, è stato il primo a confermare la notizia della morte di Kirk. Oggi ha annunciato che Kirk sarà insignito postumo della Medaglia presidenziale della libertà (una delle massime decorazione negli Stati Uniti, Ndt).
Kirk era un reazionario vile e bigotto. I comunisti sono contrari a tutto ciò che lui ha rappresentato. Non piangiamo la sua morte. Ma dobbiamo dire chiaramente che questo atto avrà conseguenze reazionarie.
Prima dell’attentato, il movimento MAGA stava iniziando a frammentarsi lungo le linee di classe. Fra gli elettori di Trump provenienti dalla classe operaia aumentava la disillusione per le promesse non mantenute del presidente, per la sua incapacità di migliorare l’economia, per il suo ruolo nella copertura dello scandalo di Jeffrey Epstein e altro ancora. La base di Trump ha ora un martire attorno al quale aggregarsi. Lungi dall’aumentare il livello di coscienza della classe operaia, l’assassinio di Kirk fomenterà le divisioni dello scontro fra culture di cui si nutrono i reazionari come Trump.

Una “vittima” della guerra culturale

L’ambientazione pubblica del suo assassinio ha reso la scena drammatica. La Utah Valley University era la prima tappa di un tour di dieci università pianificato dall’organizzazione di Kirk, Turning Point USA, che vanta una presenza in 3.500 campus di scuole superiori e università. Mentre parlava all’aperto a una folla di diverse migliaia di studenti, gli hanno sparato al collo da 200 metri.

Al momento in cui scriviamo, l’attentatore non è stato né catturato né identificato pubblicamente, anche se l’FBI ha diffuso le foto di un ricercato.

È sembrato che abbia scelto deliberatamente il momento giusto per sparare. A venti minuti dall’inizio dell’evento, durante il dibattito pubblico “Prove Me Wrong”, uno studente si è avvicinato al microfono per porre una domanda a Kirk riguardo l’epidemia di sparatorie di massa nel Paese.

Kirk ha definito le sparatorie di massa come parte di una “guerra spirituale” dei transgender contro il cristianesimo. Dopo la strage del mese scorso in una scuola cattolica di Minneapolis, il Dipartimento di Giustizia di Trump ha preso in considerazione la possibilità di vietare alle persone trans di possedere armi
“Hai un’idea di quanti transgender americani sono stati responsabili di stragi negli ultimi dieci anni?”, ha chiesto lo studente. Kirk ha suscitato l’applauso della folla con un gesto cinico della mano: “Troppi”.

L’interlocutore ha proseguito: “Sa quante stragi ci sono stati in America negli ultimi dieci anni?”.
“La violenza delle gang è inclusa o meno nel calcolo?”. Kirk ha chiesto, prima di essere colpito dal colpo di fucile fatale.

Il tema della violenza da arma da fuoco era familiare a Kirk, che ha trascorso innumerevoli ore nel suo podcast giornaliero a dispensare sproloqui sciovinisti e razzisti su argomenti come “ideologia di genere” e “violenza dei neri”. Nel suo ultimo episodio del podcast, pubblicato il giorno prima di essere ucciso, Kirk ha dedicato una parte intera alla “criminalità dei neri contro i bianchi”, sostenendo che George Floyd è morto per overdose e che “non sono stati arrestati abbastanza [uomini neri]”.

Steve Bannon, un altro dei principali ideologi del MAGA, stava trasmettendo un programma in diretta sul suo podcast quotidiano, “The War Room”, quando è giunta la notizia della sparatoria. Ha immediatamente assunto un tono combattivo: “Dobbiamo avere una risolutezza d’acciaio. Charlie Kirk è una vittima della guerra. Siamo in guerra in questo Paese”.
Il suo ospite, Jack Posobiec, che si riferisce spesso alle persone di sinistra come “disumani”, ha fatto un parallelo con Luigi Mangione, il presunto assassino di un dirigente della UnitedHealth lo scorso dicembre: “Puoi avere il MAGA o puoi avere i Mangione. E i Mangione stanno facendo fuori i MAGA… Questo è ciò che avete fatto al nostro Paese. E quello che verrà dopo è anche colpa vostra”.

Una chiamata alle armi per il MAGA

La notte della sparatoria, sebbene le autorità non avessero ancora identificato un sospetto o un movente, Trump ha registrato una dichiarazione video dallo Studio Ovale denunciando la “violenza politica della sinistra radicale”.

Il presidente ha collegato l’uccisione di Kirk all’attentato nei suoi confronti avvenuto a Butler, in Pennsylvania, l’anno scorso, e all’assassinio di Brian Thompson. Ha concluso con il voto di trovare “tutti coloro che hanno contribuito a questa atrocità e ad altre violenze politiche, comprese le organizzazioni che le finanziano e le sostengono”.

Altri esponenti della destra hanno immediatamente fatto lo stesso discorso. Il conduttore di Fox News Jesse Watters ha detto:

“Sta accadendo. Ci sono stragi compiute da trans, ci sono rivolte a Los Angeles. Sono in guerra con noi, che lo si voglia accettare o meno, sono in guerra con noi. E cosa faremo al riguardo? Quanta violenza politica possiamo tollerare? … Siamo malati, siamo tristi, siamo arrabbiati e siamo risoluti, e vendicheremo la morte di Charlie nel modo in cui Charlie avrebbe voluto che fosse vendicata”.

Lo scrittore di destra Matt Forney ha scritto: “È tempo di un drastico giro di vite nei riguardi della sinistra.

Ogni politico democratico deve essere arrestato e il partito deve essere bandito”. Elon Musk ha scritto: “La sinistra è il partito dell’omicidio”. Andrew Tate ha scritto solo due parole: “Guerra civile”.

L’effetto immediato dell’assassinio di Kirk è chiaro. Ha unito l’estrema destra americana attorno alla sua rabbia e ha rafforzato la sensazione di essere sotto assedio. È lo stesso messaggio al centro della propaganda che il TPUSA diffonde da anni nei campus: I conservatori sono i ribelli che si oppongono al potere e la “sinistra” – un termine inteso per confondere i liberali, i media, l’establishment politico e persino i miliardari – farà tutto ciò che è in suo potere per fermarli.

Dal punto di vista dei sostenitori di Kirk della Utah Valley che assistevano al suo discorso, gli eventi di ieri hanno indubbiamente rafforzato questo sentimento. Invece di indebolire la loro fiducia nel trumpismo, hanno rafforzato la loro convinzione di far parte di un movimento giusto che si oppone a un nemico potente e violento.

Dopo il fallito tentativo di assassinare Trump l’anno scorso a Butler, avevamo messo in guardia sulle conseguenze controproducenti che sarebbero derivate da un simile scenario:
“Non è difficile immaginare quale sarebbe stata la reazione della base di Trump se il proiettile del cecchino avesse centrato il bersaglio. Probabilmente avrebbe scatenato un’esplosione sociale di rivolte e violenze contro chiunque sia percepito come “dall’altra parte”.

I comunisti sono naturalmente contrari a Donald Trump. Ma è chiaro che il risultato di un tentativo di assassinarlo si traduce in uno sviluppo assolutamente reazionario, che non fa nulla per chiarire la divisione di classe che attraversa la società, compreso il campo del Trumpismo stesso.
La maggior parte della base di sostegno di Trump è costituita da lavoratori che sono stati temporaneamente ingannati e credono alla sua demagogia. Il nostro compito è quello di evidenziare le divisioni di classe nella società e portare in primo piano gli interessi dell’intera classe operaia, mostrando ai lavoratori che il loro nemico comune è la classe capitalista, non un altro settore della classe operaia. Su questa base, la base di Trump potrebbe essere divisa lungo linee di classe.”

Proprio come l’incidente di Butler ha dato a Trump un enorme slancio in vista delle elezioni dello scorso anno, il martirio di Kirk sarà cinicamente usato per unificare la destra. Trump potrebbe anche usarlo per intensificare la repressione contro i suoi avversari politici.

Ma come abbiamo spiegato più volte, la sua base non è un blocco omogeneo che marcia costantemente verso la presa di potere del fascismo. Si tratta piuttosto di un’alleanza elettorale instabile, destinata a sfaldarsi sotto l’impatto della crisi capitalistica. La demagogia della guerra culturale può tenere insieme la coalizione per un certo periodo, ma non può nascondere gli effetti delle mazzate quotidiane di un sistema in declino.

Dove sta andando il MAGA?

Finora, la disgregazione della coalizione di Trump lungo le linee di classe procedeva a passo spedito, in particolare tra i giovani. Un sondaggio della CBS di fine luglio ha rivelato una variazione negativa netta di 54 punti nell’indice di gradimento di Trump tra gli elettori di età inferiore ai 30 anni. Da un 55% di approvazione e 45% di disapprovazione a febbraio, ora solo il 28% approva, con un calo di 44 punti, mentre il 72% disapprova.

Oltre alle divisioni MAGA sui dazi di Trump, all’acceso dibattito se “America first” significhi sostenere la guerra per procura della NATO in Ucraina e il genocidio di Israele, e all’indignazione per l’inversione di rotta di Trump sulla pubblicazione dei file di Epstein, il fattore decisivo che potrebbe fare a pezzi il Trumpismo è l’economia. L’inflazione e il debito sono in aumento, mentre le richieste del sussidio di disoccupazione sono appena salite al livello più alto degli ultimi quattro anni.

Martedì scorso, il Bureau of Labor Statistics ha riferito che nell’ultimo anno sono stati creati 911.000 posti di lavoro in meno rispetto all’anno precedente. Un economista di Inflation Insights ha definito il rapporto “peggiore di qualsiasi dato, preliminare o finale, visto almeno dal 2000”.

Ciò avviene in un momento in cui la crisi del capitalismo americano sta minando la scellerata alleanza interclassista del trumpismo e il 70% della popolazione statunitense dichiara di non avere fiducia nel sogno americano. Anche se la tempesta di indignazione non durerà per sempre, l’assassinio di Kirk ha spinto con forza tutto questo sullo sfondo. Al suo posto, la guerra culturale è tornata alla ribalta con rinnovato vigore. Ecco perché l’attentato è un passo indietro, non in avanti, nella lotta di classe.

I comunisti capiscono che il MAGA non può essere sconfitto dall’establishment liberale, nè tanto meno attraverso atti di terrore politico. Può essere sconfitto solo costruendo un’alternativa di classe capace di attingere e conquistare il sano malcontento di classe che Trump ha cinicamente manipolato. Ciò richiede una forza organizzata con un programma di lotta per buoni posti di lavoro, salari più alti, alloggi, assistenza sanitaria e istruzione universali, e una posizione indipendente dalla classe contro entrambi i partiti della classe dirigente. Il nostro obiettivo non è uccidere o mettere a tacere i nostri avversari, ma smascherarli politicamente agli occhi della classe operaia, al fine di costruire un partito che rappresenti gli interessi della maggioranza.

La classe dominante è responsabile della violenza

I politici di entrambi i partiti si uniscono nella condanna morale della violenza politica, utilizzando un linguaggio ormai stucchevolmente prevedibile. Quasi tutti i principali esponenti politici hanno pubblicato una dichiarazione con qualche variante della frase “la violenza politica non ha posto nel nostro Paese”.
Eppure è chiaro a tutti che la violenza politica è diventata estremamente comune. Dall’estate scorsa, ci sono stati due attentati alla vita di Trump, due sparatorie contro legislatori statali democratici in Minnesota e un attentato incendiario contro la casa del governatore della Pennsylvania.
I funzionari eletti non sono gli unici ad essere stati presi di mira. Il mese scorso, un uomo di 30 anni contrario al vaccino Covid ha aperto il fuoco nella sede del CDC ad Atlanta, uccidendo un agente di polizia. A luglio, un uomo di 27 anni ha ucciso quattro persone, tra cui un dirigente della Blackstone, in un edificio per uffici di Manhattan. Aveva intenzione di prendere di mira i dirigenti della National Football League, con sede nello stesso edificio, come protesta contro le lesioni cerebrali legate al football.

“Una volta la violenza contro i personaggi politici era una cosa che accadeva in democrazie instabili molto lontane”, ha scritto Reid Epstein del New York Times, “ora è un fatto di vita in America, come le stragi nelle scuole che una volta scioccavano la coscienza nazionale.

Sono sintomi di una società in declino, piena di persone che non hanno speranza o fiducia di poter ottenere un cambiamento attraverso i “canali normali” “.

Il fatto è che il capitalismo americano ha una lunga storia di violenza fin dalle sue origini. Tuttavia, se la violenza politica è diventata parte del tessuto della società americana, la colpa è della classe che governa questo sistema. Nessun sistema è più violento del capitalismo e nessuna classe dominante ha le mani più sporche di sangue di quella americana, che ha ucciso direttamente o indirettamente decine di milioni di persone in tutto il mondo e che ancora oggi finanzia direttamente lo sterminio della popolazione di Gaza.

La classe operaia è l’unica forza della storia che ha interesse a porre fine alla violenza politica – e la forza per farlo. Ma per unire questa classe è necessario sostituire lo scontro fra culture con un chiaro programma di lotta di classe.

12 settembre 2025

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